INFLUENZA SUINA - basta allarmismi ingiustificati!

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INFLUENZA SUINA - basta allarmismi ingiustificati!

Messaggiodi Dr.Ascani il gio apr 30, 2009 6:36 pm

Questa attualmente è la realtà dei fatti che denota come tutti questi allarmismi siano totalmente ingiustificati.

Consultando direttamente il sito dell'Oms aggiornato al 21 Maggio (http://www.who.int/csr/don/2009_05_21/en/index.html) possiamo trarre alcune conclusioni:

INFLUENZA STAGIONALE ITALIA:
3-6.000.000 casi/anno
8.000 decessi/anno
mortalità: 0,15-0,25%

INFLUENZA SUINA
11.034 casi totali (aggiornato al 21 maggio)
decessi totali: 85
mortalità: 0,7%

In messico:
3892 casi
decessi: 75
mortalità: 2%

Negli altri Paesi:
7142 casi
decessi: 10
mortalità: 0,15%

Per altri Paesi si intendono quelli di Stati Uniti ed Europa (quindi anche Italia) che godono di un sistema igienico-sanitario nettamente superiore a quello messicano. Se calcoliamo la mortalità della "suina" in questi Paesi questa è praticamente identica (se non inferiore) a quella dell'influenza stagionale. Ancora si brancola nel buio ed è difficile fare previsioni certe ma alcune cose sono sicure:

_in Messico vi è stata la chiusura di scuole, università, chiese e di tutte le attività commerciali (tranne banche, ospedali, farmacie e benzinai). Il turismo in questo Paese è crollato.
_In Egitto 350.000 suini saranno abbattuti.
_Il 10% di italiani non mangerà più carne di maiale.
_Il fatturato delle industrie farmaceutiche è cresciuto vertiginosamente e in Messico il prezzo del Tamiflu è decuplicato!
Dott. Tancredi Ascani
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Re: INFLUENZA SUINA - basta allarmismi ingiustificati!

Messaggiodi Dr.Ascani il sab mag 09, 2009 10:39 pm

Il virus opportunista…

Mi hanno scritto diverse persone che vivono in località diverse del Messico e tutte confermano che il virus dei suini non si vede...se non in tivù.
Sappiamo che i virus non si vedono a occhio nudo, ma lì non si vedono neppure i morti, non si vedono i funerali, non si sentono le testimonianze dei parenti di questi presunti morti.
L’unica cosa che non manca sono le mascherine e l’isteria di massa: panico fomentato dal governo e dai media per motivi ben precisi, che adesso vedremo.
Prima però facciamo un salto temporale indietro di qualche mese.

A febbraio scorso (attenzione alla data), nella località messicana La Gloria, nel municipio di Perote (Stato di Veracruz), c’è stata una strana ondata di infezioni respiratorie, con sintomi tipici dell’influenza, che ha colpito il 60% della popolazione. Su circa 3000 abitanti ci sono stati dei morti, il cui il numero esatto non si conosce: sicuramente 3 minori!
Secondo il quotidiano "La Jornada" ci sono stati 616 casi di I.R.A.: infezione respiratoria acuta.
Ufficialmente invece, i primi casi di “infezioni virali” sarebbero avvenuti a metà aprile!
Nella cittadina di Perote sorge casualmente la Granjas Carroll de Mexico, una transnazionale che trasforma i suini in “qualcosa” da ingurgitare.
Questa ditta scarica i liquami e vari rifiuti chimici e organici nelle lagune di ossidazione del territorio e questo potrebbe avere inquinato le falde e quindi l’acqua potabile dei paesi adiacenti, come La Gloria. Da diversi mesi infatti i cittadini locali si lamentano (arrivando anche a bloccare l'autostrada) dell'enorme inquinamento e dell'aria irrespirabile.

Granjas Carroll de Mexico Logo

La Granjas Carroll, multata ed espulsa dagli Stati Uniti nel 2006 per grave inquinamento ambientale, era stata denunciata per lo stesso motivo anche in Messico nel 2007, ma qui le autorità sanitarie si sono girate dall’altra parte...
La cosa interessante, che potrebbe spiegare il menefreghismo delle autorità, è che la Granjas ha come soci (al 50%) la Smithfield Food Inc. statunitense!

La Smithfield è semplicemente il "primo trasformatore di suini del mondo" che ha come azionisti: Barclays, Wellington management Co (investimenti finanziari), Eaton Vance Corp. (servizi finanziari), John Hancock Financial Services (servizi finanziari), Lord Abbett 6 Co., Wachovia Corp. (settima banca privata al mondo), Cofco (primo importatore di cereali dalla Cina), e fattura qualcosa come 12 miliardi di dollari all’anno (dati 2007)[1].
Ecco perché le autorità messicane, invece di bonificare aziende e multinazionali colpevoli di devastare l’ambiente (terra, acqua e aria) e di sfruttare in maniera miserabile gli animali, fanno orecchie da mercante e legiferano decreti ad hoc…
Come la legge approvata martedì 28 aprile 2009 (con 87 voti a favore e 10 contrari) dal Senato messicano sugli stupefacenti, che permetterà a chiunque di portare con sé 2 grammi di oppio, 50 milligrammi eroina, 5 grammi di cannabis o marijuana, 500 milligrammi di cocaina, 0,015 milligrammi di L.S.D. e 40 grammi di metanfetamine (come il Ritalin). [2]
Un bel regalo ai Padroni americani, visto che la centrale del narcotraffico a livello internazionale ha sede proprio in America, e uno dei diretti interessati è l'ungaro-israelo-statunitense George Soros.
Che sia questo il motivo della visita di Obama al presidente Calderon il 16 aprile scorso?

Non finisce qua, perché la situazione allarmante del fantomatico virus suino, ovviamente creata ad arte, serve anche per far passare leggi contro le libertà individuali: 11 settembre 2001 docet (Patriot Act).
Innanzitutto dal 28 aprile il governo di Città del Messico ha fatto chiudere ristoranti, bar, supermercati e scuole fino al 6 maggio prossimo, come se da quel giorno la pandemia e il contagio non preoccuperanno più. Questo per isolare le persone evitando, con la scusa del contagio, le riunioni.

Il 30 aprile chiuse tutte le attività commerciali pubbliche e private ad eccezione delle banche (i veri proprietari), ospedali (per somministrare farmaci ed eventualmente vaccini), farmacie (per le mascherine) e ovviamente i benzinai.
Dall’altra parte la Camera dei Deputati del Messico ha varato una nuova legge che permette alla Polizia Federale di intervenire sulle chiamate.[3]
Con 303 volti a favore, 13 contrari e 2 astenuti, verrà modernizzato il sistema di polizia federale del Messico e permetterà loro:
- Controllare, attraverso le società di telecomunicazioni, telefonate, posta elettronica e siti internet. Il tutto alla faccia della libertà di parola e di espressione;
- Le imprese private saranno costrette a fornire informazioni sul proprio personale;
- La polizia federale potrà infiltrarsi in associazioni, gruppi, movimenti civili, ecc., per prevenire ovviamente colpi di stato e terrorismo...

Nell’aeroporto di Città del Messico sono stati installati monitor termici per impedire che viaggino persone con una temperatura corporea superiore ai 37,50 °C.
Follia pura? Ovviamente no, lo scopo è esattamente quello di creare isteria e panico di massa.

Qui in Messico, l’unico virus che appare nella scena è il virus del controllo globale.
Nessuna pandemia, nessun mostro in grado di sterminare la popolazione, ma semmai le classiche e semplici infezioni batteriche isolate, amplificate dai media e trasformate in “terrorismo di stato” dal governo messicano e in “pandemia globale” dall’O.M.S.

In questo caso il mostro non è il povero suino o il virus (inventato o no), ma l’uomo stesso.
Sapete per esempio come i maiali vengono allevati e infine macellati?

Ecco la situazione dei maiali: a sinistra la scrofa "tenuta in posizione" per allattare e svezzare la futura "carne da macello".
In centro e a destra i "confortevoli" e "igienici" habitat...

Animali stressati, rinchiusi per tutta la misera vita in un loculo, che tendono a mordersi la coda e per questo gli viene tagliata assieme ai denti e alle orecchie. I maiali in simili condizioni muoiono di P.S.S. (Porcine Stress Syndrome), se non vengono schiacciati dal loro stesso peso, quanto vengono ingozzati.
Per non parlare delle iniezioni di antibiotici per le sempre più frequenti infezioni; gli ormoni per accelerare la crescita delle carni; psicofarmaci per sedare lo stress, ecc.
Tutto questo – provato dall’inchiesta di Giuliano Ferrieri pubblicata nell’Europeo nel 1991 – finisce nella fogna e nel piatto (qual è la differenza?)
Assieme alla carne di suino (dipende dagli standard d'igiene del singolo produttore) quindi possiamo mangiare:

- Ormoni
- Antibiotici
- Fattori di crescita
- Virus
- Beta-bloccanti
- Ritardanti tiroidei
- Psicofarmaci
- Pesticidi

Prosciutti, salami, insaccati, salsicce, wurstel e altre prelibatezza suine (visto che non si butta via niente), possono veicolare farmaci, antibiotici e agenti batterici pericolosi e infatti non è strano trovare tossine prodotte da batteri come l’Escherichia coli, oppure altri virus tossici e dannosi per l’uomo, ma che nulla c’entrano con la propaganda chiamata “febbre del suino”.
Il grosso problema semmai è che con la scusante di qualche caso sporadico di infezione (batterica), inizino con le vaccinazioni di massa, allora e solo allora, la situazione potrebbe veramente degenerare e diventare pandemia!

Fonte:
di Marcello Pamio - 4 maggio 2009
tratto da http://www.disinformazione.it/virus_opportunista.htm
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Re: INFLUENZA SUINA - basta allarmismi ingiustificati!

Messaggiodi Dr.Ascani il mer mag 13, 2009 11:46 am

Esperto australiano: il virus della nuova influenza nato in laboratorio per errore

Lo sostiene il ricercatore Adrian Gibbs. L'Organizzazione Mondiale della Sanità sta già indagando

ROMA - Il virus della nuova influenza A/H1N1 potrebbe essere nato in un laboratorio per un errore umano. Lo sostiene il ricercatore australiano Adrian Gibbs, uno dei padri dell'antivitale Oseltamivir, in un articolo che ha inviato all'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e ai Centri statunitensi per il controllo delle malattie (Cdc), e del quale ha annunciato l'imminente pubblicazione. Un'ipotesi, a quanto si apprende, sulla quale l'Oms sta indagando e si sta confrontando in questi giorni con gli esperti internazionali di virologia umana e animale. Hanno ricevuto copia dell'articolo anche gli esperti internazionali della Fao e dell'Organizzazione internazionale per la salute animale (Oie). Secondo Gibbs le caratteristiche genetiche del virus A/H1N1 sono tali da far supporre che sia stato coltivato nelle uova. Queste ultime sono largamente utilizzate nei laboratori sia per coltivare i virus sia per coltivare i vaccini. In passato, nel 1977, un virus influenzale del tipo H1N1 era stato prodotto per errore per la cattiva gestione di un laboratorio in Russia.

Fonte:
(ANSA)
13 maggio 2009
http://www.corriere.it/salute/09_maggio ... aabc.shtml
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Re: INFLUENZA SUINA - basta allarmismi ingiustificati!

Messaggiodi Dr.Ascani il ven mag 15, 2009 8:56 am

Influenza suina: maiali volanti, il Tamiflu e le fattorie industriali

Se dovessimo credere alle notizie riportate dai media internazionali il mondo sarebbe a rischio di pandemia di una nuova influenza mortale, la H1N1, come è stata etichettata e come è più comunemente conosciuta l’“influenza suina”. Secondo i resoconti giornalistici, dopo solo poche settimane, si pensa che circa 150 morti siano state causate da questo potentissimo virus letale per l’uomo nel solo Messico. Vengono segnalati casi ovunque, dal Canada alla Spagna. L’unico piccolo dettaglio è che tutta questa storia si basa in grande parte su menzogne, montature e falsificazioni delle possibili vere cause delle morti messicane.

Un sito internet, rivelando il nome del vaccino per l'influenza suina, riporta in toni allarmati che “un abitante su cinque della più popolosa città del Messico, indossa la mascherina, per proteggersi dal diffondersi del virus, visto che Città del Messico sembra essere l’epicentro della diffusione. Molte delle 103 morti sono state attribuite all’influenza suina, e molte altre sembrano poter apparire all’orizzonte. Il Ministero della sanità messicano ha detto che sono stati segnalati altri 1.614 casi. Ci viene detto che la H1N1 è un misto di materiale genetico umano, di influenza aviaria e di un virus suino”.

Gli aeroporti di diverse parti del mondo hanno installato macchinari per verificare la temperatura corporea dei passeggeri, sospettando che coloro che l’hanno più alta della media possano essere affetti da tale influenza. Il turismo in Messico è crollato. Le vendite dei vaccini influenzali, soprattutto del Tamiflu della Roche Inc., sono salite alle stelle nel giro di pochi giorni. La gente ha smesso di comprare carne di maiale, temendo di andare in contro a morte certa. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che “siamo di fronte a una crisi sanitaria internazionale”, definita come “un pericolo corrente, o imminente, di malattia o di deterioramento delle condizioni di salute, causato da bioterrorismo, epidemie, o pandemie, o la comparsa di tossine o di agenti infettivi letali, che possano far correre seri rischi a un numero considerevole di persone”.

Quali sono i sintomi di questa presunta “influenza suina”? Non c’è ancora accordo tra i virologi e gli esperti di sanità pubblica. Dicono che i sintomi dell’influenza suina sono piuttosto generici e non specifici. “Molte differenti cose possono provocare tali sintomi; è un mistero”, ha dichiarato un medico intervistato dalla CNN. “Non esiste al momento un test sicuro che possa dire al medico se un paziente è affetto da influenza suina con certezza. E’ stato rilevato che molti casi di influenza suina, ai primi stadi, si manifestano con la febbre; inoltre, sono comuni vertigini, dolori muscolari, vomito, comuni starnuti, mal di testa e brividi. Questi sono sintomi talmente generici, da non significare nulla”.

Il Centro per il Controllo delle Malattie (CDC) del Governo degli Stati Uniti, con sede ad Atlanta, afferma, sul suo sito internet ufficiale, che “l’influenza suina è una malattia respiratoria dei maiali, causata da virus dell’influenza di tipo A, che causano normali focolai nei suini. Normalmente, le persone non contraggono tale influenza, ma le infezioni possono verificarsi e a volte si riscontrano. Sono stati registrati casi di trasmissione dell’influenza tra umani, ma nel passato, tali casi sono stati limitati e mai in situazioni superiori alle tre persone”. Nonostante questo, aggiunge che “la CDC ha determinato che questa influenza suina di tipo A (H1N1) è contagiosa e si sta trasmettendo tra esseri umani; anche se al momento, non si sa con quale facilità tale trasmissione possa avvenire”.

Quanti dei mass media che hanno aperto il loro notiziario parlando di “sospetti casi di influenza suina” si sono rivolti alle autorità dei loro Paesi, ponendo loro semplici domande di chiarimento? Come, per esempio, il numero di casi confermati di H1N1 e la loro localizzazione? Il numero di morti che risultano confermate e legate alla H1N1? La loro data? Il numero di casi e di morti che si sospetta siano collegate alla H1N1?

influenza suina
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che “siamo di fronte a una crisi sanitaria internazionale”
Alcuni fatti noti

Secondo la Biosorveglianza, parte del Veratect, centro di studio delle pandemie, che agisce per conto del Pentagono e del governo degli Stati Uniti, il 6 aprile 2009, alcuni dirigenti del locale ministero della sanità hanno dichiarato lo stato di allerta a causa del verificarsi di focolai di malattie respiratorie a La Gloria, nella municipalità di Perote, nello Stato di Vera Cruz, in Messico.

E’ stato riportato che: “Fonti definiscono l’evento come uno “strano” caso di focolai di infezioni respiratorie acute, che, in alcuni casi pediatrici, sono degenerati in polmoniti. Secondo alcuni residenti del luogo, i sintomi includono febbre, tossi molto forti, e grandi quantità di catarro. Il Ministero della sanità ha registrato 400 casi, in cui sono stati necessari trattamenti medici, a La Gloria, che conta una popolazione di 3.000 individui; i funzionari hanno detto che il 60% (approssimativamente 1.800 casi) della popolazione ne è stata colpita. Nessuna tempistica precisa è stata fornita, ma un funzionario locale riferisce che casi di interventi sanitari sono cominciati a Febbraio”. Più avanti affermano è che non è “strana” la forma della malattia, bensì il periodo dell’anno in cui si sono verificati questi casi, visto che solitamente in Messico l’influenza si manifesta tra Ottobre e Febbraio. Ancora, il testo riferisce che “i residenti segnalano che in tre casi pediatrici, con pazienti sotto i due anni, le vittime sono decedute a causa della malattia. I dirigenti affermano che non esistono collegamenti tra queste morti e i focolai, in quanto “isolati” e ‘non collegati’ tra loro”.

A questo punto, l’aspetto più interessante della vicenda è stato ampiamente ignorato dai media; infatti si dice che “i residenti ritengono che i casi di influenza siano dovuti a contaminazioni negli allevamenti di suini della zona. Ritengono che le fattorie, controllate dalla Granjas Carroll, gettino sostanze nocive nell’aria e nell’acqua, le quali causano le malattie. Citando le loro parole, le aziende negano la loro responsabilità nel diffondersi di questa “influenza”. Ad ogni modo, un dirigente sanitario locale ha affermato che indagini preliminari hanno evidenziato che il vettore della malattia è stato un tipo di mosca che si riproduce negli escrementi dei maiali, e che i casi di focolai sono collegati con la posizione degli allevamenti”.

Fin dagli albori dell’agribusiness, un progetto che ha preso il via con la fondazione della Rockefeller Foundation, negli anni ’50, volto a spazzare via le fattorie a conduzione familiare, per lasciare campo libero a quelle industrializzate, puntando alla massimizzazione dei profitti, l’allevamento dei suini e dei maiali negli Stati Uniti è stato trasformato in un sistema molto meccanizzato, puntando sui processi di massa, dalla nascita fino alla macellazione. I maiali vengono allevati in quelle che sono chiamate “fattorie industriali”, strutture industriali guidate solo dal principio dell’efficienza, come avveniva nei campi di concentramento di Dachau o di Bergn-Belsen. Tutti gli animali nascono per inseminazione artificiale, e, una volta nati, vengono loro costantemente somministrate punture di antibiotici, non per colpa di qualche malattia, che comunque sono innumerevoli viste le condizioni di sovraffollamento in cui vivono, bensì per farli crescere e ingrassare più velocemente. Accorciare il tempo che passa tra la nascita e la macellazione è un fattore di guadagno, quindi ha un’alta priorità. L’intera gestione è strutturata verticalmente, dal concepimento alla macellazione, fino al trasporto per la distribuzione ai supermercati.

La Granjas Carroll de Mexico (GCM) gestisce “fattorie industriali”, dove vengono allevati suini. Nel 2008, hanno allevato quasi 1 milione di suini “industriali”, 950.000 secondo le loro statistiche. La CGM è un’operazione di joint venture, di proprietà per il 50% della più grande azienda mondiale di allevamento di suini, la Smithfield Foods della Virginia. Questi maiali vengono allevati in una piccolissima zona rurale del Messico, uno dei membri dell’ Accordo per il libero commercio nel Nord America (NAFTA), prima di essere portati oltre confine, per venire distribuiti nei supermercati degli Stati Uniti, con l’etichetta della Smithfields. Molti consumatori americani non hanno la minima idea del luogo da dove arriva il cibo che mangiano.

Qua la storia si fa interessante.

smithfield foods
La paura globale per l’influenza suina potrebbe essere nata a causa dell’agire di un’azienda affiliata alla più grande multinazionale di allevamento di suini, la Smithfield Foods
Maree di escrementi e altre cose interessanti

Il “Times” di Londra ha intervistato la madre di Edgar Hernandez (4 anni) di La Gloria presso Vera Cruz, il luogo dove hanno sede gli allevamenti di suini della Smithfield Foods. Il loro inviato locale nota come “Edgar Hernandez gioca abitualmente in mezzo a cani e capre che vagano libere per le strade, sembra ignorare che l'influenza suina che ha contratto un paio di settimane fa - il primo caso conosciuto - ha quasi portato il suo paese alla paralisi e a messo il resto del mondo in allerta. “Ora mi sento benissimo”, ha detto il bambino, “ho solo avuto mal di testa, mal di gola e un po’ di febbre, quindi sono dovuto stare a letto per qualche tempo”. Il giornalista aggiunge che “è stato confermato Lunedì scorso (il 29 aprile) che Edgar è stata la prima persona a soffrire di influenza suina, una rivelazione che ha posto La Gloria, e gli allevamenti di suini che sorgono nei suoi dintorni, con le loro “maree di escrementi”, al centro di una corsa globale per capire come questa nuova e mortale influenza sia nata”.

Questo è piuttosto interessante. Si parla di “La Gloria e gli allevamenti di suini che sorgono nei suoi dintorni” e di “loro maree di escrementi”. Probabilmente queste maree di escrementi, che si formano attorno agli allevamenti di suini della Smithfield Foods, derivano dall’urina e dalle feci dei 950.000 suini che transitano ogni anno nelle strutture. Una sussidiaria della Smithfiled in Messico, la Norson, afferma che nelle sue stalle passano 2.300 suini al giorno. Sono cifre enormi, che possono dare l’idea del volume di escrementi dei porci che viene prodotta nei dintorni di La Gloria.

Il giornalista riferisce che “i residenti di La Gloria affermano che fin da Marzo dicono che la puzza degli escrementi dei maiali della Granjas Carroll sta causando serie patologie polmonari. Questo mese organizzeranno una manifestazione, nella quale tracceranno delle “X” dove passano tali animali, e segneranno la zona con la scritta “peligro”(pericolo)”. Sono state avanzate richieste per riesumare i corpi dei bambini morti di polmonite, per poter eseguire nuovi test. Le autorità di Vera Cruz hanno fatto richiesta alla Granjas Carroll, della Smithfiled, di presentare le certificazioni di gestione dei rifiuti; ma la Smithfield Foods si è rifiutata dicendo che non ha intenzione di “rispondere ai rumours”.

Una ricerca effettuata da Ed Harris dimostra che “secondo i residenti, l’azienda si è rifiutata di assumersi le sue responsabilità per le malattie, dando la colpa a una nuova influenza. Agenti sanitari locali hanno detto che stando alle prime indagini, il vettore della malattia è una mosca che si riproduce negli escrementi dei suini e che i casi di malattia sono connessi coi luoghi degli allevamenti di suini”. Questo implica che la paura globale per l’influenza suina potrebbe essere nata a causa dell’agire di un’azienda affiliata alla più grande multinazionale di allevamento di suini, la Smithfield Foods.

Il giornale locale di Vera Cruz, “La Marcha”, accusa apertamente la Smithfield Foods per i focolai di malattia, sostenendo che non adotta adeguate procedure di smaltimento dell’immensa quantità di rifiuti organici che derivano dai suoi allevamenti di suini. Comprensibilmente, l’azienda non gradisce tale tipo di attenzioni. La multinazionale, che rifornisce le catene di fast-food McDonald’s e Subway, ha dovuto pagare multe per 12.3 milioni di dollari negli Stati Uniti nel 1997, per aver violato il “Regolamento per l’acqua pulita”. Probabilmente si è trasferita in una remota zona rurale del Messico, nella speranza che lì le regole sull’ambiente fossero meno rigide, e non si dovesse più preoccupare di pagare multe per aver violato il “Regolamento”.

fattorie
Le fattorie diversificate, indipendenti e a gestione familiare di 40 anni fa sono scomparse ed hanno lasciato il posto a fattorie industriali più grandi
Le fattorie industriali come produttrici di sostanze tossiche

In definitiva, le forze che convincono i giganti dell’agribusiness a spostare la loro produzione in paesi più poveri, come il Messico, sono collegate più alla ricerca di ridurre i costi e di eludere regolamentazioni più pesanti sulla salute e sulla sicurezza, che non a una ricerca di sicurezza e qualità del prodotto alimentare finale. E’ stato più volte documentato, e oggetto di interventi al Congresso degli Stati Uniti, che il genere di allevamenti di massa al chiuso, come quelli della Granjos Carroll sono notoriamente terreno fertile per la riproduzione di agenti tossici patogeni.

Un recente studio della Pew Foundation, realizzato in collaborazione con la Scuola di sanità pubblica della Johns Hopkins, afferma che “il metodo di produzione alimentare negli Stati Uniti è cambiato, da sistemi estesi di fattorie di dimensioni medie e piccole, di proprietà di una singola famiglia, a un sistema di grande e intensiva produzione, nella quale gli animali vengono tenuti in grandi quantità in piccole strutture, che ricordano molto di più dei capannoni industriali, che non le tradizionali stalle. Questo cambiamento è avvenuto sostanzialmente alle spalle dei consumatori, anche se ha avuto un forte impatto sull’ambiente e sulla salute dei consumatori, sulle comunità agricole, e sulla salute e sul benessere degli animali stessi”.

Lo studio della Pew evidenzia che “le fattorie diversificate, indipendenti e a gestione familiare di 40 anni fa, che producevano una varietà di grano e allevavano qualche animale, sono scomparse come entità economiche, lasciando il posto a fattorie industriali più grandi e altamente automatizzate. Gli animali che molte di queste fattorie allevano sono di proprietà delle aziende di carne, che li acquistano al momento della loro nascita e che ne decidono il percorso fino ai loro impianti e da lì ai mercati finali”.

Lo studio sottolinea che la presenza di rifiuti organici non trattati su terreni coltivati può contribuire a fornire un eccesso di elementi nutrienti, contaminare l’acqua superficiale, stimolare la crescita di alghe e batteri e le conseguenti riduzioni delle concentrazioni di ossigeno disciolto nelle acque di superficie.

Questa è la base da cui dovrebbero partire le varie indagini; dalle pericolose condizioni igieniche delle grandi fattorie industrializzate dove vengono allevati i suini, come quelle di Perote, nello stato di Vera Cruz. Al contrario, i media diffondono notizie allarmanti parlando di ogni persona nel mondo che ha manifestato “sintomi” che assomiglino, anche solo vagamente, a quelli dell’influenza suina, o anche di una comunissima influenza, o i commenti di istituzioni sanitarie come l’Organizzazione Mondiale della Sanità o il CDC, che sono ben lontani da essere frutto di serie indagini scientifiche…


Il Tamiflu non è un medicinale da prendere con leggerezza, perché ha pesanti effetti collaterali
Tamiflu e coincidenze

Nell’ottobre 2005, il Pentagono ordinò a tutti i soldati in missione in giro per il mondo, la vaccinazione contro quella che venne chiamata “influenza aviaria”,la H5N1. Terribili storie fecero il giro del mondo. All’epoca, il Ministro della Difesa, Donald Rumsfeld, affermò che aveva stanziato più di 1 milione di dollari per acquistare il vaccino, l’ Oseltamivir, venduto col nome di Tamiflu; mentre il Presidente Bush chiese al Congresso di approvare uno stanziamento di 2 milioni di dollari per lo stesso motivo.

Quello che Rumsfeld si dimenticò di annunciare, era il clamoroso conflitto di interessi che lo riguardava. Prima di insediarsi a Washington, nel gennaio 2001, Rumsfeld ricopriva l’incarico di presidente di un colosso farmaceutico con sede in California, la Gilead Sciences, il quale deteneva in esclusiva i diritti sul Tamiflu, un medicinale che aveva sviluppato e di cui aveva venduto i diritti di commercializzazione mondiale a un’azienda svizzera, la Roche. Lo stesso Rumsfeld conservò una grande quota azionaria della Gilead, la quale guadagnava il 10% di ogni dose di Tamiflu venduto dalla Roche. Quando questa notizia è trapelata, il Pentagono ha rilasciato una comunicazione stampa, in cui si affermava che il Segretario Rumsfeld aveva deciso di tenere per sé le azioni della Gilead, perché venderle avrebbe significato che c’era qualcosa da nascondere. Questa sofferta decisione ha avuto il risultato di fare alzare le azioni in suo possesso di diversi milioni di dollari, visto che il loro valore è aumentato del 700% nel giro di poche settimane.

Il Tamiflu non è un medicinale da prendere con leggerezza, perché ha pesanti effetti collaterali. Contiene sostanze che possono avere effetti letali per una persona con problemi di respirazione, e spesso crea nausee, vertigini e altri sintomi simil-influenzali.

All’arrivo del “panico da influenza suina” (attenzione non dell’influenza suina ma del panico da influenza suina!) le vendite del Tamiflu, così come di ogni altro medicinale usato per curare l’influenza, sono esplose. Le compagnie di Wall Street hanno cominciato a consigliare ai propri clienti di comprare le azioni delle aziende farmaceutiche.

Il panico e la paura furono usati dall’amministrazione Bush per attuare la frode dell’influenza aviaria. Così come per l’attuale influenza suina, anche le cause dell’influenza aviaria vennero fatte risalire a sperduti allevamenti in Thailandia e in altre zone dell’Asia, da dove gli animali sarebbero stati spediti in tutto il mondo. Invece di promuovere serie indagini sulle condizioni sanitarie nelle quali vengono gestite le fattorie industriali, l’amministrazione Bush e l’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno accusato le “galline che scorrazzano libere” nelle piccole fattorie a conduzione familiare; decisione che ha avuto conseguenze devastanti per queste piccole imprese, nelle quali gli animali sono tenuti secondo le condizioni naturali; mentre la Tyson Foods dell’ Arkansas e il CG Group della Thailandia facevano affari d’oro.

A questo punto, resta da vedere se l’amministrazione Obama userà la paura della cosiddetta “influenza suina” per ripetere lo stesso giochino, questa volta utilizzando “maiali volanti”, al posto dei volatili. Intanto, le autorità messicane hanno già confermato che i casi di decessi accertati a causa della cosiddetta “influenza suina” non sono assolutamente 150 o più, come invece riportato dai media, perché nella maggior parte dei casi si trattava di normalissima influenza.

Fonte:
GlobalResearch.ca
Traduzione: Manuel Zanarini
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Re: INFLUENZA SUINA - basta allarmismi ingiustificati!

Messaggiodi Dr.Ascani il ven mag 15, 2009 9:02 am

Febbre suina: tra delirio economico e follia ambientale

Dopo il morbo mucca pazza e la più recente aviaria, un’altra influenza ha risucchiato l’umanità in un vortice di panico: la febbre suina. Prima di cadere nella spirale della paura è bene fare alcune importanti riflessioni che possano aiutare a comprendere quello che sta accadendo.

Un dato di partenza per inquadrare nella sua giusta dimensione la questione dell'influenza (o febbre) suina è quello del tasso di mortalità di questa malattia di cui a stento qualcuno parla in questa bagarre che si è scatenata sui media: l'ipotesi avanzata dall'European Centre for Diseases Prevention and Control (Ecdc), un'agenzia dell'Unione Europea, è quella di un tasso di mortalità simile a quello dell'influenza stagionale, che negli over 65 è pari all'1%. Questo è quanto ha affermato in questi giorni in una conferenza stampa a Stoccolma Angus Nicoll, capo del Programma influenza ente europeo.

Certo, la situazione è in continua evoluzione e viene costantemente tenuta sotto controllo, ma questo è il punto fermo da cui occorrerebbe partire.

In secondo luogo va anche sottolineato che i casi di morte che si sono avuti in Messico (8 su un totale di 99 persone infettate) non sono stati ancora analizzati al meglio nella loro evoluzione patologica.

C'è addirittura chi mette in dubbio la causa virale da febbre suina come la causa determinante della morte di tali soggetti. E non è una persona qualunque colei che fa questa affermazione bensì Tereza Brugal, presidente della Società spagnola di epidemiologia, che in una intervista pubblicata nel sito del quotidiano spagnolo El Mundo dichiara che tali decessi potrebbero anche essere dovuti ad un insieme di altre concause aggravanti come ad esempio il ritardo nella diagnosi e nel trattamento dell'infezione (per l'inadeguatezza del sistema sanitario messicano), un debole sistema immunitario da parte degli infettati e la presenza di altre patologie pregresse (per le cattive condizioni alimentari e igieniche in cui vivono moltissimi messicani; Città del Messico è infatti una delle città più popolose e inquinate del mondo).

vaccini
Il costo dei vaccini influenzali in Messico in questo periodo è quasi decuplicato
I media, tuttavia, puntano più sul numero complessivo di pazienti colpiti cercando di suscitare maggior ansia e coinvolgimento generale e rimanendo ambigui rispetto al numero di casi effettivamente mortali. Sicuramente ci sono dunque altre motivazioni in gioco. Non per niente il costo dei vaccini influenzali in Messico in questo periodo è quasi decuplicato. Una manovra farmaceutica a livello internazionale in questo senso non è da escludersi. Del resto, è già accaduto in passato.

A partire da queste premesse che riflessioni si possono fare?

La prima che mi viene in mente è ovvia ed è sempre la stessa per ogni allarme di tipo “alimentare”, ossia la condizione grave in cui gli animali da carne vengono allevati, con mangimi “monotematici”, in spazi angusti, sovratrattati farmacologicamente e magari a contatto con nitrati ecc. È chiaro che in queste situazioni i virus hanno buon gioco nella loro corsa alla riproduzione, alla mutazione e alla colonizzazione degli organismi. Lo stretto contatto con gli allevamenti intensivi, e magari in condizioni di scarsa igiene, pare il mix necessario per la trasmissione del contagio all'uomo (così come pare sia accaduto per il primo caso accertato in Messico).

Tutto, però, è molto controverso.

Ad esempio, l'Organizzazione mondiale per la salute animale sostiene che non vi sono focolai di influenza suina negli allevamenti di maiali messicani e che non è dimostrata alcuna trasmissione tra le due specie, perlomeno non in questa occasione.

Un altro aspetto della questione è che, a fronte di quello che sta accadendo, dovremmo perlomeno riflettere sul fatto che la produzione di animali clonati, e quindi con lo stesso patrimonio genetico, come da più parti si auspica ormai col sostegno dell'industria biotech, ci metterebbe in realtà in una situazione catastrofica di fronte a eventualità di pandemie generalizzate, dato che solo la diversità “individuale” può trovare le strategie per far fronte a questo tipo di situazione biologica.

È la biodiversità che va incentivata. Non l'omologazione.

Questo frenetico traffico mondiale di persone, animali e oggetti cosa sta causando a noi stessi e al pianeta?
Altra riflessione che inquadra il tutto da un altro punto di vista: ma quanto ci sta nuocendo viaggiare come folli intorno al mondo in aereo per i motivi più disparati, superficiali e assurdi? Questo frenetico traffico mondiale di persone, animali e oggetti cosa sta causando a noi stessi e al pianeta? Quante piante e animali esotici stanno devastando i nostri ecosistemi e viceversa? Quanti insetti e batteri, e appunto anche virus, viaggiano beati incontro a “paradisi fiscali” dove non hanno antagonisti? Ma cosa stiamo esattamente facendo? Boh.

Eppure, perlomeno fino al 28 aprile scorso, l'OMS ha “ribadito con forza” che non si raccomandano né chiusura delle frontiere né restrizioni ai viaggi internazionali. L'importante, secondo la massima organizzazione mondiale che dovrebbe tutelarci a livello sanitario, è rimanere “calmi e razionali”, che probabilmente, tradotto nella lingua del mercato della salute, significa vaccinarsi o munirsi di antivirali e continuare a spendere e spandere in ogni ambito. Primum non nocere... al salvadanaio del sistema.

Ultimo dato di fatto su cui spendere una parola: un essere umano è costantemente a contatto con batteri e virus di ogni genere. Virus e batteri possono sì avere un potenziale nocivo, ma questo deve fare i conti con il nostro sistema immunitario. E non è una differenza da poco, altrimenti saremmo estinti come specie già da un pezzo. Se un sistema immunitario è equilibrato e in buona forma i rischi di complicazioni gravi dovuti a un'infezione si riducono moltissimo. Salvaguardare quindi con l'alimentazione e lo stile di vita il proprio benessere psicofisico è sempre e comunque un buon investimento. Anche per il Pianeta. Ad esempio, mangiare poca carne oltre che a garantire un migliore stato di salute a chi lo pratica consentirebbe di limitare il numero di allevamenti e conseguentemente di aumentare gli spazi e/o il modo di allevare gli animali destinati all'alimentazione umana. Il che ridurrebbe la loro sofferenza. Se poi si volesse divenire vegetariani... la febbre dell'oro non ci contagerebbe.

Fonte:
articolo di Valerio Pignatta
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Re: INFLUENZA SUINA - basta allarmismi ingiustificati!

Messaggiodi Dr.Ascani il ven mag 15, 2009 9:12 am

Sale la Febbre Suina insieme ai profitti di Big Pharma

Senza dubbio la connessione fra le presunte pandemie (si pensi alla SARS e all’influenza aviaria) e le fortune finanziarie delle grandi industrie farmaceutiche è qualcosa di assodato al di là di ogni ragionevole dubbio...

Prima la SARS, poi l’influenza aviaria, infine la febbre suina. Dall’inizio del secolo l’incubo della pandemia continua a riproporsi evocando i fantasmi di un lontano passato fatto di pestilenze e bubboni marcescenti, da leggere attraverso le lenti del presente che parla il linguaggio della guerra batteriologica, degli esperimenti con virus mutanti, dei laboratori segreti all’interno dei quali gli agenti virali vengono manipolati.

Come accaduto con la SARS e con l’influenza aviaria, anche l’epidemia di febbre suina che avrebbe già fatto un centinaio di vittime in Messico e contagiato alcune persone negli Stati Uniti e in Nuova Zelanda, si manifesta fenomeno estremamente difficile da interpretare. Sia per quanto riguarda le conseguenze che l’epidemia potrebbe avere a livello mondiale, sia per quanto concerne gli intrecci politici ed economici che sempre si muovono sullo sfondo di “allarmi globali” come questo, destinati a traumatizzare pesantemente l’opinione pubblica.

Stando alle ultime notizie la situazione a Città Del Messico, dove l’epidemia avrebbe avuto inizio, risulta piuttosto grave. Le vittime accertate sarebbero 81 e le autorità hanno deciso la chiusura delle scuole e delle università, oltre alla sospensione delle messe in tutte le parrocchie cittadine a tempo indeterminato. Il Messico ha inoltre stanziato un fondo di 450 milioni di dollari per fare fronte all’emergenza.

Anche negli Stati Uniti, dove ancora non ci sono vittime ma si riscontrano 11 casi accertati di contagio, la questione sembra venire affrontata molto seriamente, dal momento che nel pomeriggio è stato dichiarato lo Stato di emergenza sanitario nel corso di un briefing convocato alla Casa Bianca per valutare l’evolversi della situazione.

La Commissione Europea ha finora negato la presenza di casi di contagio all’interno della UE, anche se alcuni casi sospetti sono stati riscontrati in Spagna e in Francia.

Maiali e febbre suina
In Italia la Farnesina si è finora limitata a sconsigliare i viaggi in Messico e il sottosegretario al Welfare Ferruccio Fazio ha rassicurato gli italiani dai microfoni di Radio Capital, affermando che il nostro paese ha dosi di farmaci antivirali in misura sufficiente per fare fronte a qualsiasi sviluppo dell’epidemia.

Sul fronte degli intrecci politico/economici che potrebbero nascondersi dietro l’epidemia, le ipotesi che stanno prendendo corpo, non solo sul web, sono svariate. Molti leggono nella vicenda la volontà si scatenare un’ondata di allarmismo ingiustificato, finalizzato a sostenere l’acquisto di farmaci e vaccini a beneficio del fatturato delle grandi industrie farmaceutiche.

Altri mettono sotto accusa le ricerche militari sui virus nell’ambito delle quali l’epidemia di febbre suina potrebbe essere un banco di prova.

Altri ancora, soprattutto negli Stati Uniti, guardano ad un’eventuale pandemia come ad un mezzo che potrebbe essere usato dal governo per imporre lo stato d’emergenza, ormai inevitabile di fronte al crollo economico che sta facendosi sempre più grave.

Senza dubbio la connessione fra le presunte pandemie (si pensi alla SARS e all’influenza aviaria) e le fortune finanziarie delle grandi industrie farmaceutiche è qualcosa di assodato al di là di ogni ragionevole dubbio.

A questo riguardo risulta quanto mai interessante focalizzare per un attimo l’attenzione sulla multinazionale francese Sanofi - Aventis, presente in più di 100 paesi nei cinque continenti, che nel 2007 ha realizzato un fatturato di 27 miliardi di euro. Sanofi – Aventis risulta essere in Italia la prima azienda farmaceutica a livello nazionale, con un centro di ricerca a Milano e 5 stabilimenti (di cui uno a Scoppito in provincia dell’Aquila) sul nostro territorio ed è risultata fra le multinazionali del farmaco che maggiormente hanno incrementato i propri profitti in conseguenza dell’epidemia d’influenza aviaria. Basti pensare che nello scorso mese di aprile 2008 ha ricevuto dal governo USA un ordinativo di vaccino contro l’aviaria per il valore di 192,5 milioni di dollari.

Per una strana ironia del destino la multinazionale Sanofi – Aventis, lo scorso 9 marzo 2009 ha annunciato, tramite un comunicato stampa, la decisione d’investire 100 milioni di euro nella costruzione di un nuovo impianto per la produzione di vaccini contro l’influenza stagionale e pandemica, che verrà situato proprio in Messico, in virtù di un accordo firmato a Mexico City alla presenza del Presidente francese Nicolas Sarkozy.

Febbre suina
Nel comunicato si fa inoltre espressamente riferimento alla “preparazione a possibili pandemie influenzali.” Questo scherzo del fato non è però rimasto isolato, dal momento che neppure un mese dopo, lo scorso 2 aprile 2009, la multinazionale Sanofi - Aventis ha annunciato di avere acquistato il produttore di farmaci generici messicano Laboratorios Kendrik, con un giro d’affari annuo di 26 milioni di euro, al fine di migliorare la propria posizione nei paesi emergenti. Acquisizione che consente oggi a Sanofi - Aventis di controllare circa il 15% dell’intero mercato dei farmaci generici messicano.

Il mese di aprile 2009 non è ancora terminato e proprio a Città Del Messico l’epidemia di febbre suina ha iniziato a mietere le prime vittime, scatenando il panico fra la popolazione, resta solo da decidere se credere o meno alle coincidenze.

Fonte:
articolo tratto da Il Corrosivo
di Marco Cedolin
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Re: INFLUENZA SUINA - basta allarmismi ingiustificati!

Messaggiodi Dr.Ascani il ven mag 15, 2009 9:16 am

Febbre suina: abolire gli allevamenti intensivi per abolire le epidemie animali

Per fermare la febbre suina che si sta diffondendo rapidamente nel mondo, per scongiurare il pericolo di nuove ondate di Sars o di altre epidemie di origine animale basterebbe modificare i sistemi di allevamento intensivi, ormai riconosciuti come causa scatenante delle pandemie ma ancora praticati senza limiti in tutto il pianeta.

“L’allevamento intensivo industriale prevede la produzione di carni e derivati animali attraverso un vero e proprio sistema di detenzione in edifici di cemento di migliaia di animali della stessa specie, della stessa razza, della stessa età e dello stesso sesso, in ambienti minimi, illuminati artificialmente, assolutamente inadeguati anche per le esigenze primarie delle specie allevate ha dichiarato Francesco Ferrante, responsabile agricoltura di Legambiente -.La somministrazione forzata di cibo sottoforma di mangime, più spesso chimico che naturale, e la spaventosa concentrazione di nitrati difficilmente smaltibili in modo consono, contribuiscono allo sviluppo di virus sempre più forti e pericolosi prima per gli animali e poi, con le successive modifiche, per gli uomini”.

Già negli anni ’90, la comunità europea aveva tentato di porre dei rimedi a questo stato di cose con alcune direttive importanti, mirate alla mitigazione degli impatti sanitari e ambientali di questo modello di allevamento. “Ma la direttiva nitrati del 1991, come la successiva direttiva sul benessere animale o la messa la bando della gabbie per le galline ovaiole - ha sottolineato Ferrante - non hanno mai trovato applicazione effettiva negli Stati membri e in Italia addirittura non si riesce a imporre la necessaria regolamentazione sui nitrati che continuano a inquinare terreni e falde acquifere se non i prodotti alimentari veri e propri”.

Non è bastata nemmeno l’esperienza dell’influenza aviaria, che tra il 2005 e il 2006 col virus H5N1 sterminò 300milioni di volatili e uccise molte persone, soprattutto nei paesi più poveri, a farci tornare ad un modello di produzione alimentare più sostenibile e equilibrato. Ancora oggi, vediamo in alcuni paesi del Veneto allevamenti che contano per 28mila polli per chilometro quadrato, o 10mila maiali stipati in 7mila metri.

“Eppure – ha continuato Ferrante - ogni operatore del settore sa che questo metodo di allevamento oltre a produrre una cattiva qualità di derivati animali, impone una selezione delle razze sempre più dipendenti dagli interventi dell'uomo, dal consumo di antibiotici, da una gestione sempre più articolata e innaturale dei reflui e dei nitrati, causa della produzione di virus e malattie”.

Il tentativo spasmodico di aumentare i profitti continuando a comprimere i costi di produzione è responsabile della pericolosa pratica di immissione nelle diete alimentari degli animali di sottoprodotti industriali come le farine animali, di prodotti geneticamente modificati (che costano meno anche per facilitarne la diffusione e il consumo), di oli esausti. Pratica questa che non ci ha risparmiato le emergenze alimentari per i polli alla diossina, i casi di mucca pazza, il commercio più o meno illegale di vitelloni dopati o di uova all'antibiotico.

“Evidentemente - conclude Ferrante - il modello agricolo della chimica negli allevamenti intensivi senza regole è arrivato al capolinea. E’ urgente un radicale ripensamento del settore che metta al centro la qualità e l’equilibrio con la natura, in modo da poter avere prodotti buoni e sicuri per la salute. Ciò, inevitabilmente, determinerà anche il cambiamento di alcune nostre consolidate abitudini alimentari. Ma non ci sono scorciatoie. E’ urgente intervenire, e lo confermano anche numerosi medici e studiosi del settore”.

Fonte:
articolo tratto da Terranauta, 29 Aprile 2009
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Re: INFLUENZA SUINA - basta allarmismi ingiustificati!

Messaggiodi Dr.Ascani il ven mag 22, 2009 11:23 pm

L'allarme febbre suina è l'ultimo abbaglio dell'Organizzazione mondiale della sanità. I cui proclami spaventano il mondo. Per la gioia dei farmaceutici

Immagine al microscopio del virus A/H1N1 Livello 5. Cinque su sei: un passo dal baratro, quindi. L'allarme febbre suina viene gridato ai quattro venti dall'Organizzazione mondiale della sanità. E la gente si spaventa. Ovvio, no? Quando a gridare più forte di tutti è la massima autorità mondiale, non si può poi pretendere che l'opinione pubblica non si allarmi. Invece, ecco qui un virus blando, pericoloso sulla carta ma di fatto attutito. Ecco un'epidemia che non è uscita dal Messico come terreno di espansione (tutti i casi a oggi riguardano persone che hanno transitato nel paese centramericano). Ed ecco una gran brutta figura, fatta in prima persona dal colosso di Ginevra che resta al palo, col suo livello 5. E la febbre messicana rivela impietosamente che una o due cose che sono successe a Ginevra negli ultimi vent'anni hanno messo in pericolo la credibilità dell'organizzazione chiamata a vigilare nientemeno che sulla salute del mondo, e che ha conosciuto il suo massimo splendore negli anni Settanta, con le battaglie vinte contro poliomielite e vaiolo.

Poi a poco a poco, la perdita di credibilità. Fino alla vergogna dell'affaire aviaria quando l'Indonesia ha sbattuto le porte in faccia all'Oms, accusandola di aver ceduto alla farmaceutica australiana Csl i frammenti del virus influenzale, grazie ai quali l'industria avrebbe prodotto e brevettato un vaccino contro la temuta influenza. Oltre al danno la beffa: la farmaceutica in questione avrebbe proposto al governo indonesiano di pagare per avere il vaccino. E l'Indonesia si è così accorta che nessuno le aveva chiesto il permesso di utilizzare il 'suo' virus. Una palese violazione alle regole di cui la stessa organizzazione mondiale si era dotata. E non sarebbe stata l'unica: esiste una lunga lista di brevetti ottenuti da ceppi virali isolati in Vietnam, Cina e Hong Kong. Tutti con il beneplacito dei fornitori dei virus? Che gli uffici regionali e la stessa sede ginevrina traffichino con le case farmaceutiche non è più solo un'illazione.
Parte integrante del sistema delle Nazioni Unite, l'Oms è un colosso che muove ogni due anni oltre 5 miliardi di dollari. Le entrate sfiorano 5 miliardi e mezzo, le uscite superano i quattro. Un'analisi economica di Richard Wagner e Robert Tollison riscontrò che l'Oms spendeva in meeting e per il suo executive board tanto quanto investiva in vaccinazioni, tubercolosi e malattie diarroiche insieme. Oggi, più del 40 per cento del budget Oms confluisce nelle spese per il personale. Circa 8 mila operatori di cui 1.800 nel quartier generale svizzero e i restanti distribuiti tra i sei uffici regionali e i 147 situati nei singoli paesi.

Chi paga? Questo è il punto. Oltre l'80 per cento deriva da contributi volontari, perlopiù legati alle condizioni dettate dai donatori, molti dei quali sono privati, spiega Eduardo Missoni, docente di Strategie globali per la salute alla Bocconi. Come fa allora l'Oms a essere davvero autonoma nelle strategie e nelle scelte operative?

Il direttore dell'Oms Margaret Chan L'anno della crisi è il 1985, quando gli Stati Uniti sospendono il proprio contributo (una sorta di quota associativa che ognuno dei 193 membri deve, in base al suo Pil) perché la strategia dell'Oms sui farmaci riduceva troppo la lista di quelli considerati essenziali e andava contro l'interesse di Big Pharma. Di lì a breve tutti i singoli paesi congelarono i finanziamenti ordinari, che oggi sono circa il 20 per cento del totale delle entrate. Gioco forza, allora, affidarsi ai contributi volontari. Un'arma a doppio taglio che limita la libertà di arbitrio dell'organizzazione. Chi dà, infatti, vincola la sua bontà d'animo ai progetti che più gli stanno a cuore. E chi ha più forza di tutti sono proprio le aziende farmaceutiche, tanto che la stessa Gro Harlem Bruntland, direttore dell'Oms alla fine degli anni '90, dichiarava apertamente che si dovessero "proteggere i diritti dei brevetti farmaceutici" e ci si dovesse "aprire a finanziamenti privati". Un'organizzazione che ha il compito di salvaguardare la salute di tutti, ma poi mostra di voler soprattutto salvare i fatturati di Big Pharma, finisce con lo sgretolarsi. Cominciando proprio con la più palese e crudele delle crepe: cedendo terreno alla Banca mondiale, denunciano le Ong, ha lasciato che essa smantellasse i sistemi sanitari nazionali dei paesi del Sud del mondo.

Che ci sia una particolare attenzione agli interessi di Big Pharma lo conferma Samantha Bolto che in passato ha lavorato per i Dipartimenti di malattie tropicali e Hiv dell'Oms: "Durante i primi allarmi sulle influenze pandemiche erano in molti, all'interno dell'organizzazione, a chiedersi perché raccomandare il Tamiflu e non spingere la produzione, permessa in situazioni di emergenza, delle versioni generiche".

Questa affinità con i colossi del farmaco si palesa nella pletore di consulenti di cui si circondano i diversi bracci dell'organizzazione. Senza alcuna trasparenza. Adriano Cattaneo, epidemiologo presso il centro collaboratore dell'Oms Burlo Garofalo di Trieste, ricorda l'influenza di consulenti pagati dalla farmaceutica AstraZeneca nel comitato che decise le linee guida dell'ipertensione, i cui valori di rischio furono opportunamente abbassati per favorire il mercato dei farmaci. Anche le milioni di dosi di antivirali impilate nelle riserve dei paesi ricchi e l'impennata di richieste di brevetti per proteggere i virus di aviaria non possono che apparire sospetti. Diverse analisi prevedono che, entro il 2012, le entrate per i prodotti contro i virus influenzali si aggireranno attorno ai 14 miliardi di dollari.

Ma un'organizzazione inquinata non è necessariamente un'organizzazione da abbattere. Tutti gli osservatori concordano sul fatto che è necessaria un'azione di coordinamento quando un'infezione supera le frontiere di più paesi, e che non potrebbe essere fatta da nessun altro ente, né tanto meno da un governo. Così come è innegabile che l'organizzazione, pur con i suoi sfarzi, le dorate sedi di Ginevra e le sue incongruità, "ha condotto fondamentali battaglie per l'equità e l'universalità", come ricorda Nicola Magrini del Centro per la valutazione dell'efficacia dell'assistenza sanitaria.

Il fatto è, spiega Samantha Bolte, che "nell'Oms c'è una task force di tecnici molto competenti, che però si perdono in un bicchier d'acqua quando devono diventare operativi". È ciò che accade quando la burocrazia prende la mano, quando i funzionari superano gli effettivi, quando i soldi spesi per le segreterie sono dieci volte quelli per i progetti. Quando la rete si sfrangia in centinaia di sedi, migliaia di centri cooperativi, un esercito di consulenti e di funzionari che trescano con chi ha i soldi e si dimenticano la mission: salvare il mondo. Soprattutto il mondo dei più poveri. Troppo impegnativo? Ma qualcuno deve pur farlo.

Fonte:
http://espresso.repubblica.it/
di Daniela Condorelli
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Re: INFLUENZA SUINA - basta allarmismi ingiustificati!

Messaggiodi Dr.Ascani il ven giu 12, 2009 10:17 am

http://www.corriere.it/cronache/09_giug ... aabc.shtml

Direi che ormai siamo alla farsa...l'OMS decide di alzare il livello di allarme a 6 sostenendo che siamo in piena pandemia ma che ciò si riferisce solo all'estensione della malattia che invece sarebbe di intesità "moderata".
Praticamente hanno cambiato a loro piacimento la definizione di pandemia che recita (da wikipedia):

Pandemia (dal greco pan-demos, "tutto il popolo") è una epidemia la cui diffusione interessa più aree geografiche del mondo, con un alto numero di casi gravi ed una mortalità elevata.

Definizione quindi che per nulla si addice a questa "influenza suina" che sta mostrando una mortalità addirittura inferiore a quella dell'influenza stagionale.

Intanto il ministro Fazio sta valutando la possibilità di vaccinare il 100% della popolazione :o
http://www.ansa.it/opencms/export/site/ ... 65574.html

Sembrava strano che fosse tutto già finito senza il ritorno economico dei vaccini.

Confido nell'intelligenza degli italiani e soprattutto dei frequentatori di questo forum nel non cadere in queste trappole mediatiche che servono solo all'arricchimento di pochi a discapito della salute di molti.
Dott. Tancredi Ascani
Iscritto all’Ordine dei Medici Chirurghi di Perugia che praticano Medicine Non Convenzionali per la disciplina Medicina Omeopatica
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Re: INFLUENZA SUINA - basta allarmismi ingiustificati!

Messaggiodi Dr.Ascani il ven lug 03, 2009 9:20 am

IL PIANO SEGRETO DI VACCINAZIONE DI SARKOZY CONTRO L'INFLUENZA SUINA

Secondo alcune indiscrezioni apparse su un giornale francese, il governo francese è in procinto di mettere a punto piani segreti per imporre all'insieme della popolazione una campagna di vaccinazione obbligatoria, presentata falsamente come contro eventuali influenze suine.

Questo piano, senza precedenti, va anche contro le raccomandazioni dei responsabili della salute pubblica. I giganti farmaceutici beneficiano di questa misura mentre l'influenza suina spinge verso la militarizzazione della sanità pubblica e l'inutile ricorso al panico nella popolazione per portare avanti l'ordine del giorno.

Secondo un articolo dell'edizione del 30 maggio del quotidiano francese Le Journal de la Dimanche, il regime Sarkozy ha autorizzato una spesa di circa un miliardo di euro per acquistare vaccini falsamente destinati a lottare o a proteggere contro il virus H1N1 dell'influenza suina.

L'unico problema è che, al momento attuale, né l'OMS, né il Center for Diseases Control (CDC) degli Stati Uniti sono riusciti ad isolare, fotografare al microscopio elettronico, né a classificare chimicamente il virus Influenza A H1N1. Inoltre, nessuna pubblicazione scientifica indica che dei virologi francesi l'abbiano fatto. Rendere obbligatori dei farmaci per una malattia ipotizzata, che non è nemmeno ben definita, è perlomeno sospetto.

Ancora più bizzarra è l'ammissione della Food & Drug Administration del governo statunitense, l'organismo incaricato della salute e della sicurezza dei cittadini, secondo il quale il "test" autorizzato ad uscire anticipatamente per la verifica dell'infezione da H1N1 non è un test validato.

Più precisamente, in tutti i decessi presentati fino a questo momento come prova scientifica di morte attribuibile al virus H1N1 dell'influenza suina, non esiste alcuna prova medico-legale che permetta di dire che tali decessi siano dovuti davvero a questo tipo di virus. Gli epidemiologi europei pensano che i decessi descritti finora siano "frutto del caso" o di quelle che vengono definite infezioni opportuniste.

Quello che sappiamo con certezza è che le persone morte hanno spesso avuto complicazioni respiratorie di natura non divulgata. Le persone muoiono ogni giorno per malattie respiratorie.

Nei soli Stati Uniti ogni anno sono 36.000 i decessi legati all'influenza, senza panico né clamore eccessivi. Per la maggior parte si tratta di pazienti anziani o affetti da malattie polmonari. A tutt'oggi, nell'intera Francia sono 24 le persone identificate dalle autorità sanitarie come aventi i "sintomi" del virus H1N1: febbre, tosse, mal di testa, rinite. Hmmmm.

Conoscete qualcuno con i sintomi dell'influenza suina? Si noti anche che osservando i più di 15.000 casi di influenza suina "confermati" nel mondo, la grande maggioranza sono miracolosamente guariti nello spazio dai tre ai sette giorni, esattamente come per un brutto raffreddore.

Obiettivo: militarizzare la sanità pubblica

Diventa sempre più evidente che c'è un retro-pensiero dietro le ondate successive di panico di massa creato negli ultimi anni dal CDC, l'OMS e gli organismi governativi. Siamo stati spaventati dal mangiare carne bovina quando nel Regno Unito e altrove il bestiame ha sviluppato una malattia mortale chiamata BSE o "morbo della mucca pazza".

Più tardi è emersa la prova del fatto che la BSE era la conseguenza di una vaccinazione delle vacche per eliminare insetti inoffensivi che esse hanno sotto la pelle. Più recentemente, dopo la segnalazione di alcuni casi di quella che viene chiamata "febbre catarrale" della mucca, della pecora e della capra in Belgio e in Olanda nel 2006, le autorità veterinarie di Germania, Svizzera e Austria hanno imposto una vaccinazione obbligatoria o un trattamento farmacologico per una sedicente protezione degli animali dai morsi d'insetti abitualmente inoffensivi, ma falsamente dichiarati portatori di malattia.

E' stata resa obbligatoria la vaccinazione del bestiame bovino contro una malattia in generale così anodina da passare inosservata e che solo in rari casi estremi può essere mortale.

Tutti gli animali di più di tre mesi devono essere vaccinati. I vaccini, secondo un rapporto della rivista svizzera Aegis-Impuls del 2008, hanno provocato decessi di massa, abbassamento della natalità, diminuzione della produzione di latte, crisi cardiache ed altri gravi effetti.

I vaccini sono stati utilizzati malgrado nessuno ne avesse in anticipo certificato la sicurezza. Contenevano tipicamente idrossido d'alluminio e Thiomersol o mercurio, come additivo e/o conservante, entrambi altamente tossici ed entrambi utilizzati nella maggior parte dei vaccini umani.

Nonostante le proteste di massa e le relazioni delle autorità veterinarie in Germania, Svizzera e Austria, non si è tenuto conto degli allarmi e la vaccinazione obbligatoria è continuata. Non sorprende che i contadini siano scesi in strada con i loro trattori per protestare.

La notizia di un piano segreto del governo francese con lo scopo di vaccinare tutti i cittadini di più di tre mesi, più di 100 milioni di dosi, è più che preoccupante. Secondo il Journal de la Dimanche, il governo francese, prevedendo un probabile ritorno del virus in autunno, sta per spendere quasi un miliardo di euro per acquistare i vaccini.

Le autorità annunceranno in autunno se decideranno di rendere la vaccinazione obbligatoria. "Saremo pronti ad attaccare in tempi molto brevi" spiega il ministro della Salute. Secondo le fonti, lo Stato vuole ordinare 100 milioni di dosi di vaccino contro l'influenza a tre laboratori, GlaxoSmithKline, Novartis e Sanofi. Le ultime due sono imprese francesi.

Il rapporto francese arriva proprio dopo l'adozione da parte del Senato della Stato del Massachussets di un progetto di vaccinazione obbligatoria contro la pretesa influenza suina del virus H1N1. Nell'Ospedale di Stato dello Stato di New York, le autorità hanno in progetto di discutere se rendere obbligatoria la vaccinazione annuale contro l'influenza per tutti i dipendenti della sanità pubblica, anche se non esiste alcun vaccino approvato contro H1N1.

Ancora, comincia ad apparire che la paura di pandemie di influenza aviaria o suina siano un pretesto per giustificare vaccinazioni obbligatorie con sostanze i cui effetti secondari negativi sono palesemente più gravi dell'influenza da cui dovrebbero proteggere.

Novavax, una compagnia farmaceutica di Rockville in Maryland, ha opportunamente appena annunciato di aver sviluppato un vaccino contro l'H1N1, basato su "particelle apparentate ai virus" contenenti tre proteine del virus dell'influenza prive dei geni necessari alla replicazione. Il vaccino è prodotto grazie a tecniche di modificazione genetica degli organismi o di OGM.

L'annuncio è stato fatto nei giorni in cui la compagnia ha comunicato una perdita nell'esercizio finanziario di 36 milioni di dollari.

Il farmaco Tamiflu, che viene ufficialmente raccomandato dall'OMS come terapia per "attenuare" i sintomi di una eventuale influenza suina o Influenza A H1N1, come è stata ribattezzata, è esso stesso tossico. Santé Canada ha informato i Canadesi sui report internazionali che riferiscono di allucinazioni e comportamenti anormali, tra cui l'automutilazione, tra pazienti che assumono il farmaco antivirale Tamiflu.

In alcuni casi, il risultato è stato la morte e gravi complicazioni polmonari sono spesso associate al Tamiflu, il farmaco di cui il principale beneficiario e azionista è l'ex segretario alla Difesa Donald Rumsfeld.

Nel 1976, negli Stati Uniti il Presidente Gerald Ford, preoccupato per le imminenti elezioni, di fronte ad una eventuale pandemia ordinò una vaccinazione di massa della popolazione per mostrare agli elettori che era un Presidente "pratico". La pandemia del 1976 non è mai arrivata ma molte persone hanno sofferto di effetti neurologici secondari da vaccino, la cui produzione era stata affrettata, tra i quali furono segnalati 25 decessi da sindrome di Guillain-Barré.

La vaccinazione obbligatoria con farmaci i cui effetti secondari sono sconosciuti, perché non testati rigorosamente in maniera indipendente, ha cominciato a colpire il genere umano negli Stati Uniti e in Germania durante gli anni '30, durante esperimenti umani di massa, effettuati su prigionieri, malati mentali ed altre persone svantaggiate.

Articolo originale in inglese, Sarkozy’s Secret Plan for Mandatory Swine Flu Vaccination, pubblicato il 3 giugno 2009. (traduzione in francese di Pétrus Lombard).

Fonte :
mondialisation.ca
Articolo originale in inglese, Sarkozy’s Secret Plan for Mandatory Swine Flu Vaccination, pubblicato il 3 giugno 2009. (traduzione in francese di Pétrus Lombard).
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