LE FOLLIE DELLA SCIENZA...

Forum dedicato all'Omeopatia con possbilità di ricevere consulti medici sulla Medicina Omeopatica. Risponde il Dott. Tancredi Ascani, medico omeopata unicista.

Re: LE FOLLIE DELLA SCIENZA...

Messaggiodi Dr.Ascani il gio gen 06, 2011 9:01 pm

Amniocentesi: meno aborti con antibiotici
Contrastano rischio infezioni

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 39064.html

RIFLESSIONI:
Ancora meno aborti senza amniocentesi.
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Re: LE FOLLIE DELLA SCIENZA...

Messaggiodi Dr.Ascani il lun gen 10, 2011 11:19 am

Influenza, il picco a fine mese
Il ministero: no a rimedi omeopatici

La stagionale si sta comportando come negli anni precedenti alla pandemica. L'autorità sanitaria sconsiglia gli antibiotici; per febbre, tosse e raffreddore usare farmaci sintomatici. Il contagio si evita anche con precauzioni igieniche di base. Colpiti dai 3 ai 5 milioni di italiani
di ADELE SARNO

ROMA - Altrove fa più paura, in Italia invece l'influenza stagionale si sta comportando come tutti gli altri anni, con la curva epidemiologica che dovrebbe raggiungere il suo picco tra la fine di gennaio e l'inizio di febbraio. In totale, stimano gli esperti, potrebbe colpire tra i 3 e i 5 milioni di italiani; tuttavia sono già molti quelli che già durante le vacanze di Natale sono stati costretti a letto dai virus stagionali.

Secondo la rete di sorveglianza Influnet, dell'Istituto superiore di sanità, dal 19 al 26 dicembre i casi sono stati 2,72 ogni mille assistiti dai medici sentinella. Nella fascia di età 0-4 anni l'incidenza è maggiore, pari a 8,79 casi per mille, nella fascia di età 5-14 anni l'incidenza è pari a 5,84, nella fascia 15-64 anni a 2,16 e tra gli individui di età pari a 65 anni e oltre a 0,73 casi per mille assistiti.

Il picco a fine mese - "Dai dati che abbiamo finora - dice Gianni Rezza, epidemiologo dell'Istituto superiore di sanità - l'andamento è quello tipico delle stagioni influenzali. Nell'ultima settimana abbiamo registrato un aumento dei casi compatibile con le curve degli altri anni, fatta eccezione per il 2009, in cui la pandemia del virus A-H1N1 ha dato un picco molto anticipato. Possiamo prevedere che da noi il maggior numero dei casi si avrà nei mesi più freddi come negli anni passati: intorno alla fine di gennaio nel 2008-09 e a metà febbraio come nel 2006-07".

Il virus H1N1 non è cambiato - Al contrario della Gran Bretagna, dove ci sono state 39 vittime, in Italia il virus H1N1 non si è modificato molto rispetto all'anno scorso. "Ci possiamo aspettare che quando avremo milioni di casi di influenza stagionale - dice Rezza - se ne presenterà anche qualcuno con complicazioni respiratorie gravi, come l'anno scorso. Questi casi però, qui come comunque in Gran Bretagna, sono una minima percentuale, e siamo pronti ad affrontarli, anche se la principale difesa rimane il vaccino soprattutto per le categorie a rischio".

Tuttavia l'Iss invita tutti a non abbassare la guardia e ad adottare le minime precauzioni e osservare quelle norme igieniche che consentono di evitare rischi inutili. Lavarsi le mani molto spesso per evitare il contagio, vestirsi a foglia di cipolla per adattarsi a tutte le temperature e, infine, evitare di tossire e starnutire vicino ad altre persone, stare il più possibile lontano da posti chiusi e affollati. Perché dall'influenza ci si difende sia con il vaccino sia con semplici precauzioni quotidiane.

I sintomi - "Si parla di influenza - spiega Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università di Milano - quando sono presenti i sintomi specifici: quelli più comuni sono rappresentati da febbre uguale o superiore ai 38 gradi, raffreddore, tosse secca, cefalea e dolori diffusi". Inoltre, dice Pregliasco, ci sono piccole cose da sapere per difendersi dal virus influenzale: cresce bene alle temperature più basse (35,6°C); si trasmette dall'individuo ammalato a quello sano per via aerea, ovvero con tosse, starnuti, parole, etc; ha un periodo di incubazione che varia da uno a cinque giorni; il paziente ammalato è infettante già due giorni prima della comparsa dei sintomi e fino a quattro, cinque giorni dopo la comparsa della sintomatologia.

Le linee guida del ministero - "L'influenza va via da sola", dice il ministero. Per cui sono cinque i consigli principali. No agli antibiotici, non affidarsi a terapie non convenzionali come l'omeopatia, non somministrare ai bambini farmaci per adulti, dare l'aspirina ai minorenni sotto controllo medico, vaccinare gratuitamente i più deboli, cioè i cittadini sopra i 65 anni, i malati cronici e i bambini con patologie a rischio.

"Gli antibiotici - dice Pregliasco - sono poco utili in quanto efficaci contro i batteri e non contro i virus. Il loro impiego può essere anche dannoso, ci si espone a rischi come nausea e diarrea e inoltre sviluppano resistenza". Il ministero sconsiglia inoltre fortemente l'omeopatia, poco efficace nel trattamento sintomatico, ed elenca i principi attivi più adatti a curare gli effetti della stagionale. "Per l'adulto paracetamolo, ibuprofene e diclofenac sono sicuri, ma da prendere solo dopo aver consultato il medico. Ai bambini si consiglia la formula per bocca di paracetamolo e ibuprofene in sciroppo o gocce, in alternativa le supposte. No all'aspirina senza il controllo del medico perché può dare origine a una rarissima sindrome che danneggia fegato e cervello".
(04 gennaio 2011)

Fonte:
http://www.repubblica.it/salute/medicin ... ef=HRER2-1

RIFLESSIONE:
Senza alcuna vergogna per la figuraccia fatta con l'influenza suina addirittura nelle nuove linee guida (perennemente pro-vaccinazione) si lancia l'ennesima crociata contro l'omeopatia che l'influenza la cura in un batter d'occhio e senza effetti collaterali con un piccolo "problema" però... un tubetto omeopatico costa meno di 5 euro. Rende certamente molto di più una inutile e pericolosa vaccinazione antinfluenzale di massa.
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Re: LE FOLLIE DELLA SCIENZA...

Messaggiodi Dr.Ascani il gio gen 13, 2011 8:40 am

INFLUENZA AH1N1: IL VACCINO PANDEMICO È STATO EFFICACE NEL 70% DEI CASI

Uno studio multicentrico dell’European Centre for Disease Prevention and Control, ECDC, coordinato in Italia dall’ISS ha verificato l’efficacia del vaccino pandemico. Nasce dal progetto I-MOVE, Influenza monitoring of vaccine effectiveness in Europe, i cui dati, raccolti durante la stagione 2009/2010, hanno dimostrato che il vaccino pandemico è risultato efficace soprattutto tra le persone con meno di 65 anni (78,4%) e senza patologie croniche (73%). Lo studio di tipo caso-controllo effettuato in 7 Paesi europei (Francia, Irlanda, Italia, Portogallo, Romania, Spagna, Ungheria) si è basato su una rete di medici di medicina generale e pediatri di libera scelta.
“I dati dello studio - dice il prof Enrico Garaci, Presidente dell’ISS – hanno dimostrato che il vaccino pandemico è stato in grado di proteggere oltre il 70% delle persone vaccinate e ribadisce l’importanza degli interventi vaccinali, in particolare rappresenta un’ulteriore conferma dell’efficacia del vaccino contro l’influenza pandemica, a suo tempo ingiustamente criticato, fornendone una valutazione sul campo”.
Lo studio, coordinato dall’ECDC e pubblicato su PlosMedicine, ha coinvolto l’Italia attraverso il CNESP (Centro di Epidemiologia Sorveglianza e promozione della Salute), il MIPI (Dipartimento Malattie infettive Parassitarie e Immunomediate) e un gruppo di medici di medicina generale e pediatri di libera scelta delle regioni Campania, Toscana e Piemonte.
Sono stati inclusi nello studio osservazionale, attraverso un tampone faringeo, quei pazienti che consultavano il medico di famiglia per sindrome influenzale. “Lo studio si è avvalso, infatti, della rete INFLUNET - dice Stefania Salmaso, direttore del CNESP - già consolidata e operante in Italia da più di 10 anni, confermando l’importanza di disporre di sistemi di sorveglianza continui che possono essere utilizzati anche per studi di efficacia”. Un soggetto è stato considerato vaccinato se il vaccino era stato somministrato almeno 14 giorni dall’inizio dei sintomi e non vaccinato se il vaccinato non era stato somministrato o era stato somministrato meno di 15 giorni prima dall’inizio dei sintomi influenzali. L’efficacia vaccinale è stata valutata anche nei soggetti vaccinati entro 8 giorni dai sintomi, tra gli 8 e i 14 giorni e in quelli vaccinati oltre 14 giorni, comparando i dati con coloro che non erano stati mai vaccinati. Lo studio ha riguardato 3 gruppi di persone per classi d’età: meno di 15 anni, tra i 15 e i 64, più di 65 anni e un gruppo di persone con patologie croniche. Nella fase finale della pandemia i risultati hanno rilevato una protezione del vaccino con efficacia compresa tra il 65 e il 100% a seconda dei gruppi d’età analizzati.
“Questo studio dimostra l’importanza della rete di collaborazione tra gli stati europei per la valutazione dei vaccini - dice Bruno Ciancio dell’ECDC, responsabile dello studio e ideatore del network -. I risultati ottenuti sono particolarmente importanti in questo momento in cui si osserva in Europa una predominanza del virus AH1N1 e la vaccinazione col vaccino stagionale 2010-2011 offre un’alta protezione contro l’attuale tipo d’influenza”.
La ripetizione dello studio durante l’attuale stagione influenzale (2010/2011) permetterà di verificare se gli stessi buoni risultati possono essere osservati anche con i vaccini stagionali trivalenti.

Fonte:
Sanità News del 13/01/2011


RIFLESSIONI
Questa affermazione è assolutamente ridicola. La revisione degli studi scientifici (viewtopic.php?f=4&t=609&p=2077&hilit=efficacia+anziani#p2077, viewtopic.php?f=2&t=369&p=1319&hilit=efficacia+anziani#p1319) sull'efficacia del vaccino antinfluenzale effettuata dalla Cochrane Collaboration (prestigiosa organizzazione internazionale senza fini di lucro) ha evidenziato una scarsissima efficacia dei vaccini antinfluenzali in tutte le classi d'età e non c'è alcuna ragione di credere che il vaccino contro il virus H1N1 faccia di meglio. Assolutamente inattendibile poi il metodo di rilevazione dei risultati indicato dallo studio per almeno due motivi: primo perchè nessun medico può avere certezza del perchè una persona abbia contratto o meno l'influenza (possono entrare in gioco troppe variabili diverse), secondo perchè non si è vaccinato quasi nessuno per questa influenza quindi il campione esaminato è sicuramente troppo esiguo.
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Re: LE FOLLIE DELLA SCIENZA...

Messaggiodi Dr.Ascani il lun gen 24, 2011 1:44 pm

I ginecologi: "Donne in gravidanza, vaccinatevi contro l'influenza"

Le donne in gravidanza possono sottoporsi alla vaccinazione anti-influenzale senza timori. Non è stata evidenziata nessuna relazione causa-effetto fra l’impiego di questo strumento di prevenzione e difetti congeniti del nascituro. La sua somministrazione è raccomandata nel secondo e terzo trimestre di gestazione”.

La Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) sottolinea come la vaccinazione possa essere un vantaggio non solo per la donna, ma anche per il nascituro.

E' una misura efficace nell’80% dei casi – spiega il prof. Nicola Surico, presidente della SIGO - inoltre conferisce immunità ai piccoli nati da madri vaccinate in gravidanza. La campagna di prevenzione è iniziata all’inizio di ottobre, ma non è troppo tardi per aderire: sono necessari circa 15 giorni prima di ottenere una copertura completa, per cui chi si vaccina adesso può non essere ancora protetto quando il virus comincerà a circolare con maggior vigore, tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio”.

Se lo scorso anno il virus A/H1N1 è stato l’unico protagonista e ha provocato una vera e propria pandemia, quest’anno è accompagnato da altri due 'ceppi', entrambi di origine australiana, mantenendo tuttavia la sua caratteristica di estrema aggressività.

“Contrariamente alla Gran Bretagna – conclude il prof. Surico - dove l’influenza ha già raggiunto il suo picco causando decine di morti, in Italia l’epidemia sta seguendo un corso regolare. La fascia d’età più colpita si conferma quella dei bambini da 0 a 4 anni, seguita dai piccoli dai 5 ai 14 anni, dai 15-64enni, infine dagli over 65”.

Fonte:
http://news.paginemediche.it/it/232/com ... aspx?c1=39

RIFLESSIONI
Ecco cosa riporta nel 2006 la prestigiosa rivista scientifica Journal of American and Physicians Surgeons i cui autori, dopo aver valutato molti studi sulla vaccinazione antinfluenzale in donne in gravidanza, concludono:

"si dovrebbe ritirare la raccomandazione di vaccinare contro l'influenza le donne in gravidanza in quanto:
un’influenza è raramente una complicazione per una donna in cinta,
non esistono studi adeguati sulla sicurezza,
esistono rischi materno-fetali per esposizione al mercurio,
le ospedalizzazioni correlate a sindromi influenzali tra il 1998 e il 2003 sono state 4 volte più frequenti nelle donne vaccinate."


Fonte:
http://www.whale.to/vaccine/ayoub.pdf
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Re: LE FOLLIE DELLA SCIENZA...

Messaggiodi Dr.Ascani il dom gen 30, 2011 11:09 am

Influenza, a letto 6 bimbi su dieci. I pediatri: troppo poche vaccinazioni
("I vaccini sono un dono di Dio")

L'epidemia è arrivata al picco e il presidente della Fimp accusa: "Chi ciritica i vaccini vanifica una forma di prevenzione che invece è necessario seguire". Superlavoro per i medici di famiglia per le visite a domicilio, aumentano anche i ricorsi al Pronto soccorso.

MILANO - L'epidemia di influenza dilaga tra bimbi italiani e la colpa è del fatto che pochissime famiglie hanno fatto ricorso al vaccino preventivo. E' l'accusa di Giuseppe Mele, presidente della Federazione italiana dei medici pediatri: "Siamo al picco massimo - ha detto - , ormai il 60% dei bambini è a letto". Mele ha parlato di influenza a Milano alla presentazione di una mozione dei consiglieri regionali Udc per promuovere la vaccinazione contro la meningite.

"Quest'anno la vaccinazione anti-influenza non ha avuto l'effetto sperato", ha detto Mele, perché "il ricorso all'immunizzazione fra i bambini italiani si è ulteriormente ridotto". Tra le cause, ipotizza il presidente dei pediatri, ci sono anche le polemiche dell'anno scorso, seguite all'allarme pandemia ed all'acquisto di stock vaccinali contro l'influenza A, rimasti in buona parte inutilizzati. "I vaccini sono un dono di Dio - sostiene invece Mele - e chi li denigra rischia di vanificare una forma di prevenzione che invece è assolutamente necessario perseguire".

Secondo il presidente della Fimp, la controffensiva alle informazioni scorrette deve passare dalla "mobilitazione di tutti gli attori del sistema" e in particolare dei pediatri, "il primo presidio sanitario sul territorio" quando si parla di salute dei piccoli. "Se in Italia tutti i pediatri che lo desiderano potessero vaccinare i bambini direttamente nei loro ambulatori, come accade già in qualche regione come il Piemonte e la Puglia, sicuramente avremmo per tutti i tipi di vaccinazione una copertura molto più alta". Si eviterebbe così "il passaggio da un operatore all'altro", a tutto vantaggio delle difese immunitarie degli adulti del futuro.

Il picco dell'influenza si rileva anche dai dati sugli accessi aumentati al Pronto Soccorso, ma soprattutto dal superlavoro dei medici di famiglia per il boom di richieste di visite a domicilio. Anche quest'anno, spiega Claudio Cricelli della Società dei medici di famiglia, "abbiamo avuto meno anziani malati, mentre ad essere maggiormente colpiti sono i giovani, che sono anche quelli più restii alla vaccinazione".

Fonte:
http://www.repubblica.it/salute/medicin ... ef=HREC2-5
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Re: LE FOLLIE DELLA SCIENZA...

Messaggiodi Dr.Ascani il mer feb 23, 2011 10:59 pm

Tumori: test genetico positivo, si fa asportare seno
Intervento eseguito al policlinico San Matteo di Pavia


PAVIA - Una donna e' stata sottoposta al Policlinico San Matteo di Pavia alla asportazione completa del seno per scongiurare la possibilita' di un tumore.

La madre della paziente e' morta di cancro e la sorella, ora guarita, si e' ammalata due anni fa. La donna poteva aspettare di ammalarsi o eseguire una operazione per evitare la malattia.

Ha deciso di intraprendere quest'ultima strada e l'11 febbraio ha subito una mastectomia bilaterale: l'asportazione di entrambi i seni, la ricostruzione contemporanea con l'inserimento di protesi e, infine, la conservazione dei capezzoli e della cute grazie a una tecnica innovativa mai usata prima per la prevenzione. Il test genetico cui si era sottoposta, infatti, non lasciava dubbi: prima o poi si sarebbe ammalata.

E' la prima volta al mondo, spiegano all'ospedale San Matteo, che si esegue un intervento preventivo con la tecnica video-assistita e mininvasiva grazie alla collaborazione di una equipe che mette insieme piu' competenze.

Fonte:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 23716.html
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Re: LE FOLLIE DELLA SCIENZA...

Messaggiodi Dr.Ascani il gio mar 10, 2011 9:09 am

UN NUOVO FARMACO ELIMINA IL DOPPIO MENTO

Senza ricorrere alla chirurgia estetica sarà possibile eliminare il doppio mento. E' in arrivo un nuovo farmaco che, iniettato sui depositi di grasso che appesantiscono i tratti del volto, aiuta a ridurli. In Italia sta per partire la sperimentazione del primo antilipotico con funzione estetica, promossa dalla casa farmaceutica Bayer in associazione con la Kythera Biopharmaceuticals: il suo nome è ATX-101.
I test coinvolgeranno Germania, Francia, Gran Bretagna, Belgio, Spagna e Italia. Tra i centri che sperimenteranno il prodotto nel nostro Paese c'è la Divisione di chirurgia plastica del Policlinico Umberto I di Roma. Niccolò Scuderi, docente di chirurgia plastica dell’università La Sapienza di Roma, ha spiegato che: "La novità potrebbe portare molti vantaggi ai pazienti che vogliono elimenare il doppio mento. Se si dimostrerà efficace sarà possibile evitare l’intervento chirurgico per correggere questa imperfezione. E si potrebbe aprire la strada alla possibilità di interventi estetici soft anche per eliminare altri cuscinetti di grasso localizzato, come quelli delle cosce.Il metodo prevede da 40 a 70 iniezioni, sia con una leggera anestesia locale, che senza, in base alla grandezza del doppio mento. I primi risultati sono visibili dopo circa 2 mesi."

Sanità News del 10/03/2011
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Re: LE FOLLIE DELLA SCIENZA...

Messaggiodi Dr.Ascani il ven mar 11, 2011 8:16 pm

Veronesi: "Senza nucleare l’Italia è un Paese morto"
«Spiegherò ai cittadini che si può fare in sicurezza e che non è giusto avere paura»

http://www3.lastampa.it/politica/sezion ... tp/391438/

RIFLESSIONI
Egregio professore, visto che si sente così sicuro di quel che dice, queste storie le vada a raccontare ai cittadini giapponesi:
Radiottività in mare 7,5 milioni di volte superiore ai livelli normali

http://www.corriere.it/esteri/11_aprile ... ad3b.shtml
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Re: LE FOLLIE DELLA SCIENZA...

Messaggiodi Dr.Ascani il mar apr 12, 2011 5:39 pm

Una Saggia Decisione
Ogni anno 10 mila persone morivano per le conseguenze dell' infezione da virus «B»


Fonte:
http://archiviostorico.corriere.it/2011 ... 0089.shtml


RIFLESSIONI DEL DR. GAVA

Il 20 marzo 2011 è uscito un articoletto sul Corriere della Sera a firma del Dr. Gianni Rezza (Direttore del Dipartimento di Malattie Infettive presso l'Istituto Superiore di Sanità).

L’articolo, intitolato Una saggia decisione e avente come sottotitolo addirittura la frase “Ogni anno 10 mila persone morivano per le conseguenze dell’infezione da virus B”, diceva così:

“In Italia, negli anni ‘80 lo scenario epidemiologico dell'infezione da virus dell'epatite B era allarmante: la prevalenza di HBsAg, ovvero di infezione in atto, nelle donne gravide, oscillava dallo 0,5% al 5,6%; le donne a loro volta trasmettevano l'infezione ai loro nati perpetuando lo stato di endemicità. Globalmente, il numero dei portatori del virus B era stimato intorno ai 2 milioni e ogni anno circa 10 mila individui morivano a causa delle conseguenze dell'infezione da virus dell'epatite B. Per fronteggiare questa situazione, nel maggio 1991 lo Stato italiano promulgò la legge per cui tutti i nuovi nati dovevano ricevere, oltre alle tradizionali vaccinazioni obbligatorie, anche il vaccino anti-epatite B. … Tale idea si scontrava contro la strategia adottata negli altri Paesi che consisteva nel vaccinare solo i gruppi a rischio, rappresentando quindi una scommessa dal punto dl vista costi-efficienza. A 20 anni di distanza si può affermare, con orgoglio, che la strategia italiana si è rivelata un successo. Secondo i dati del sistema di sorveglianza (Seieva) dell'Istituto Superiore di Sanità, attualmente l'incidenza di epatite acuta B sintomatica, virtualmente scomparsa nella fascia d'età infantile, è in totale dell'1 per 100 mila l'anno, mentre la prevalenza di HBsAg è inferiore all'1%. … Chi criticò ingiustamente quel programma ipotizzando che si potesse trattare solo di un affare per le industrie che producono vaccini non può che fare, una volta per tutte, una severa autocritica”.

L’articolo, che ovviamente è stato ripreso anche da altre agenzie di informazione, si presta ad alcune considerazioni e riflessioni interessanti che elencherei per punti e che in parte ho tratto da un mio libro sulle vaccinazioni pediatriche:

1 – Prima di tutto la frase di sottotitolo è impropria e falsa, perché lascia supporre che grazie alla vaccinazione ora vengono salvate 10,000 persone all’anno e questo non è vero, perché nell’anno 1991, in Italia, c’erano solo circa 150 casi all’anno di epatite B tra i bambini di 0-14 anni! Quindi al massimo il vaccino avrebbe evitato 150 casi all’anno e non 10,000, ammesso che tutti quei bambini fossero morti. Ma anche quest’ultima affermazione non è vera, perché la mortalità per epatite B è minima e si ottiene la guarigione nel 95% dei casi, mentre gli altri possono cronicizzare ma di questo 5% solo una minima parte può evolvere in cirrosi, seguita dal cancro e poi dalla morte.
Il sottotitolo allora (“Ogni anno 10 mila persone morivano per le conseguenze dell’infezione da virus B”) è fuorviante, perché attribuisce al vaccino un merito che non ha assolutamente. I 10 mila morti all’anno, che comunque è una cifra esagerata perché è circa il doppio del reale, riguardava i morti totali per epatite B di tutte le età (ricordo che questa malattia era frequente essenzialmente tra i giovani che facevano uso di droghe iniettabili e dediti a promiscuità sessuali, mentre i neonati erano infettati solo quando la madre era portatrice del virus durante la gravidanza).

2 – Il Prof. Rezza dice bene quando ricorda che l’idea di vaccinare i neonati contro l’epatite B “si scontrava contro la strategia adottata negli altri Paesi che consisteva nel vaccinare solo i gruppi a rischio”, perché infatti l’Italia è stato il primo Paese al mondo (ed è rimasto ancora il solo Paese al mondo) dove è obbligatoria la vaccinazione antiepatite B nei neonati! Infatti, se si guardano i numeri reali emersi dagli studi epidemiologici italiani (dati SEIEVA 1985-2006), non si può non rimanere stupiti per la decisione di vaccinare tutti i neonati contro l’epatite B in modo obbligatorio (Tab. 1).
Ancora più chiari possono essere i dati pubblicati dal Ministero della Salute dal 1998 al 2008 che considerano non i malati ogni 100.000 abitanti bensì il numero totale dei malati in Italia per questi 3 tipi di epatite (Tab. 2).
Molto interessante è anche il rilievo che pure le epatiti che in passato venivano chiamate nonA-nonB (al cui gruppo appartiene essenzialmente l’epatite C) e per le quali non esiste un vaccino, sono andate calando di pari passo come le epatiti B. Pertanto, questo conferma che il calo delle epatiti B non è legato alla vaccinazione, ma al cambiamento delle condizioni di rischio grazie ad una migliore igiene di vita e alla sensibilizzazione delle persone a rischio, oltre anche al fatto che è avvenuto un netto calo dell’uso delle droghe iniettabili (eroina) tra i giovani.


Tab. 1 - Numerosità dei casi di epatite A, B e nonA-nonB ogni 100.000 soggetti di ognuna delle 3 fasce d’età studiate (dati SEIEVA 1985-2006)

Immagine

Tab. 2 - Numerosità italiana totale dei casi di epatite A, B e nonA-nonB per ognuna delle 3 fasce d’età studiate (dati del Ministero della Salute)

Immagine

Ma c’è anche un’altra interessante considerazione da fare: il nostro Ministero della Salute ha imposto la vaccinazione a tutti i nostri neonati nel 1991 senza neppure conoscere i pericoli connessi a questa vaccinazione e senza sapere quanto sarebbe durato il suo effetto protettivo. È corretto questo se si pensa che i neonati sono potenzialmente sani e noi facciamo correre a loro il rischio di ammalarsi? Infatti, la durata della protezione di questa vaccinazione non è ancora ben definita: pare che dia una protezione del 90-95% solo per circa 10-12 anni!, Infatti, nell’autunno 2005 il Lancet ha pubblicato uno studio italiano da cui emerge che la risposta immunologica verso il virus dell’epatite B è presente nel 70-80% dei ragazzi vaccinati 10 anni prima.
A ciò va aggiunto che questo vaccino può causare gravi effetti indesiderati a carico del sistema nervoso centrale e periferico, oltre a gravi patologie autoimmunitarie invalidanti (ricordo che nel 1998 la Francia sospese la vaccinazione antiepatite B per il riscontro di numerosi casi di sclerosi multipla nei vaccinati, ma, dopo le pressioni della Comunità Europea, la vaccinazione venne ripresa).

3 – Il Prof. Rezza dice inoltre che “attualmente l'incidenza di epatite acuta B sintomatica, virtualmente scomparsa nella fascia d'età infantile, è in totale dell'1 per 100 mila l'anno, mentre la prevalenza di HBsAg è inferiore all'1%”. Egli attribuisce chiaramente tutto il merito alla vaccinazione, ma vorrei tanto che lo dimostrasse e in particolare che mi dimostrasse che il calo dei casi di epatite B non dipende invece dalle condizioni sociali, igieniche e conoscitive di questa infezione che sono radicalmente diverse da quelle di 20-30 anni fa. Infatti, come si vede dalla figura, i casi di epatite B erano in netto calo in tutte le età, prevalentemente nella fascia di età di 15-24 anni (linea doppia della figura) e sopra i 25 anni (linea singola), ma anche nell’età di 0-14 anni (linea punteggiata).

Immagine

4 – Il Prof. Rezza conclude il suo articolo con la frase: “Chi criticò ingiustamente quel programma ipotizzando che si potesse trattare solo di un affare per le industrie che producono vaccini non può che fare, una volta per tutte, una severa autocritica”. Ebbene, alla luce dei suddetti dati oggettivi, mi rincresce contraddirlo, ma io non posso ancora fare una severa autocritica e continuo a pensare che non sia razionale rendere obbligatoria questa vaccinazione in tutti i neonati perché:

- l’epatite infantile era già poco frequente e in evidente diminuzione grazie alle misure di igiene adottate dalle persone;
- i bambini non sono una categoria a rischio (se i genitori e i conviventi non sono infetti); infatti, il neonato non si droga e non ha rapporti sessuali … per quanto emancipati siano rispetto i loro coetanei di 30 anni fa;
- l’epatite infantile è meno grave di quella dell’adulto (ad eccezione dell’epatite trasmessa dalla madre durante il parto, ma in questo caso la vaccinazione contro l’epatite B era consigliata anche 40 anni fa!);
- la vaccinazione contro l’epatite B è gravata da importanti rischi di causare (e in molti bambini hanno effettivamente causato) danni irreversibili e quindi questa pratica è inutilmente pericolosa;
- la durata della protezione cessa proprio quando dovrebbe veramente iniziare (cioè verso i 13-15 anni);
- ogni vaccino non introduce solo gli antigeni specifici, ma introduce molte sostanze tossiche per le quali non sappiamo assolutamente nulla per quanto riguarda gli effetti a lungo termine nei neonati;
- ogni vaccino altera il sistema immunitario e questa alterazione già da sola e indipendentemente dal vaccino utilizzato, specialmente in un neonato con sistema immunitario totalmente immaturo, è ad alto rischio per causare danni anche irreversibili!


Sarebbe invece molto più razionale fare quello che si faceva negli anni ‘80 quando si vaccinavano solo le categorie a rischio, politica comunque che viene seguita da tutti gli altri Stati (che gli altri Ministeri della Salute siano tutti ignoranti?).

Alla fine mi sono chiesto: Perché il Prof. Rezza ha scritto questo articolo?
Non so rispondere a questa domanda, ma mi è venuto il sospetto che i grandi nomi del nostro Ministero o della Salute italiana debbano ogni tanto tenere vivo il ricordo delle vaccinazioni pediatriche e debbano convincerci, con interpretazioni vere, false o discutibili, che i vaccini fanno solo bene!

Io vorrei essere sempre d’accordo con loro, sia perché sono i miei Superiori ma specialmente perché non ho tutte le loro conoscenze scientifiche, … però sono ancora costernato per aver vaccinato alcuni dei miei figli quando non sapevo ancora nulla della parte nascosta della medaglia dei vaccini e quando credevo anch’io, perché me lo avevano insegnato all’università, che i vaccini fanno solo bene!

Fonte:
http://www.informasalus.it/it/articoli/ ... tite-b.php
Dr.Ascani
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Re: LE FOLLIE DELLA SCIENZA...

Messaggiodi Dr.Ascani il gio mag 19, 2011 10:34 pm

Veronesi: tumore utero puo' scomparire

'Molte armi per gli oncologi, donne parte attiva della lotta'

(ANSA) - MILANO, 19 MAG - 'Quello dell'utero e' un tumore che puo' scomparire dalla faccia della Terra: abbiamo tutti gli strumenti per fare un grande balzo in avanti'. A dirlo e' Umberto Veronesi, direttore dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano. Le armi che gli oncologi hanno contro il cancro dell'utero, ha aggiunto Veronesi, sono 'il vaccino, il pap test, l'Hpv test e gli strumenti di terapia efficacissimi'. Ma le donne 'devono diventare parte attiva della lotta' e bisogna agire a livello internazionale.

Fonte:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 29036.html


RIFLESSIONI
4 novembre anno 2000, dichiarazione del grande oncologo Umberto Veronesi al Corriere della Sera: “La mortalità per i tumori diminuisce dal 1994, entro il 2010 la caduta sarà verticale.
(Ndc: bene, nel 2010 finalmente il cancro sarà sconfitto).

Qualche mese dopo, come riporta la Gazzetta d'Alba n.46 del 6 dicembre 2000 “l’oncologo Umberto Veronesi parla della possibilità concreta di sconfiggere radicalmente la malattia entro pochi anni”.
(Ndc: che bello, manca poco ormai!)

Passano quattro anni, e il quotidiano La Repubblica (18 settembre 2004) scrive sulle nuove dichiarazioni di Veronesi: “Di tumore al polmone tra dieci anni non si morirà più.
(ndc: ma come? Quindi nel 2014? Ma non doveva finir tutto nel 2010? :? )

Trascorre un altro anno (2005), i malati si aspettano che Veronesi annunci che il traguardo è più vicino: di quattro o cinque anni rispetto alle affermazioni precedenti. Ed ecco che puntuale arriva la sparata: “Per sconfiggere il cancro ci vorranno 15 anni”.
(Ndc: 2020?! :shock:)

E' il 18 giugno 2008, ancora il Corriere riporta un altro annuncio di Veronesi: "Tra 10 anni la diagnosi precoce batterà il cancro al seno."
(Ndc: quindi nel 2018? Egregio Professore, sta per caso dando i numeri?)

Il 28 marzo 2009 un altro aggiornamento: “Con gli strumenti di diagnosi e cura oggi a disposizione, la mortalità zero entro dieci anni è un traguardo raggiungibile”.
(Ndc: quindi nel 2019! La accendiamo?)

Il 15 ottobre 2010, Veronesi presenta il libro “Una vita per la scienza” in cui sostiene: “Questo libro è un’opera con la quale voglio spingere gli italiani a credere nel progresso per sconfiggere il cancro...a sostegno della ricerca e della prevenzione del tumore del seno è nato 'Mortalità Zero', un progetto della Fondazione Umberto Veronesi con l’obiettivo di azzerare la mortalità per questo tumore entro 10 anni”.
(Ndc: e siamo arrivati al 2020. Caro Professore, lei può dare tutti i numeri che vuole ma...accà nisciuno è fesso!)
Dott. Tancredi Ascani
Iscritto all’Ordine dei Medici Chirurghi di Perugia che praticano Medicine Non Convenzionali per la disciplina Medicina Omeopatica
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