LE FOLLIE DELLA SCIENZA...

Forum dedicato all'Omeopatia con possbilità di ricevere consulti medici sulla Medicina Omeopatica. Risponde il Dott. Tancredi Ascani, medico omeopata unicista.

Re: LE FOLLIE DELLA SCIENZA...

Messaggiodi Dr.Ascani il ven apr 26, 2013 3:51 pm

Epidemia di morbillo in Inghilterra
Disposta vaccinazione di massa


Campagna per immunizzare i ragazzi tra i 10 e i 16 anni, la generazione meno protetta a causa dei timori sul vaccino

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MILANO - L'Inghilterra è alle prese con un'epidemia di morbillo e le autorità sanitarie hanno disposto un piano di vaccinazione di massa che coinvolgerà un milione di under 16. L'epidemia è scoppiata in una contea del Galles meridionale, Swansea, con poco meno di mille casi. Un 25enne con la malattia in corso è morto, ma i test per stabilire se la causa del decesso fosse il virus non hanno dato alcun esito. E gli esperti avvertono: epidemie simili potrebbero verificarsi ovunque. Da qui la campagna di vaccinazione per un target di minorenni fra i 10 e i 16 anni, con l'obiettivo di arginare la «minaccia crescente». Circa un milione di ragazzi di questa fascia d'etò non sarebbero immunizzati contro la malattia: è la generazione su cui l'"assenteismo vaccinale" ha pesato di più, per via della nota ricerca, poi screditata, che gettava ombre sul vaccino anti-morbillo ipotizzando un collegamento con l'autismo.
I RISCHI - Oggi nel Regno Unito si teme una generazione di bambini con bassi livelli di protezione da una malattia che è altamente contagiosa e caratterizzata da una forte febbre ed eruzioni cutanee, con un rischio di gravi complicazioni come polmoniti e infiammazioni cerebrali (anche fatali) in un caso su 15. Nel 2012 sono stati quasi duemila i casi di morbillo in Inghilterra, la cifra più alta registrata in quasi due decenni. E quest'anno si preannuncia ancora più "nero": sono attese nuove cifre da record, dal momento che il numero di casi sarebbe già superiore a quello registrato nello stesso periodo dell'anno scorso. La campagna di reclutamento per il vaccino - che partirà a settembre - sarà gestita attraverso i pediatri di base, le scuole e all'interno delle comunità, e dovrebbe costare 20 milioni di sterline. Il Dipartimento della salute ha già pronto oltre un milione di dosi.

BAMBINI - La necessità più urgente però è vaccinare i piccoli privi di qualunque protezione, con una dose da somministrare prima dell'inizio dell'anno scolastico. Poi si passerà a quelli che hanno fatto solo una prima iniezione senza completare il ciclo vaccinale. David Salisbury, responsabile dell'immunizzazione nel Dipartimento della salute, ha messo in guardia i genitori spiegando che devono agire per evitare focolai. «Swansea è il campanello d'allarme e ci dice quanto il morbillo sia contagioso - ha detto alla Bbc -. Si diffonde a macchia d'olio. Se pensate che il vostro bambino non abbia fatto una o tutte e due le dosi del vaccino, per favore contattate il vostro medico di famiglia». L'allarme è scattato ovunque. In Scozia i vertici del National Health Service stanno scrivendo ai genitori di tutti i bambini fra i 10 e i 17 anni non vaccinati o parzialmente vaccinati, invitandoli a partecipare alla campagna.

COMPLICAZIONI - I dati delle autorità sanitarie segnalano che in Inghilterra nei primi tre mesi del 2013 sono stati confermati 587 casi di morbillo. Per un quinto dei casi è stato necessario il ricovero ospedaliero e 15 persone hanno sviluppato complicazioni come polmonite, meningite e gastroenterite. I casi si sono concentrati perlopiù nel nord-est e nord-ovest dell'Inghilterra. Mary Ramsay, a capo dell'ente Public Health England che si occupa di emergenze, spiega che c'è il «potenziale per focolai scolastici in molte aree. Le zone più a rischio sarebbero Londra e le zone a sud e a est del Paese, dove sappiamo che i tassi di copertura vaccinale non sono alti».

Fonte:
Adnkronos Salute
tratto da http://www.corriere.it/salute/13_aprile ... 3916.shtml
Dr.Ascani
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Re: LE FOLLIE DELLA SCIENZA...

Messaggiodi Dr.Ascani il mar mag 14, 2013 10:03 am

Angelina Jolie rivela: "Ho subito una doppia mastectomia preventiva"
L'annuncio dell'attrice sul New York Times: "Ho deciso di farmi asportare i due seni perché avevo un gene difettoso, ora il rischio di ammalarmi di cancro è sceso dall'87% al 5%. Ne parlo perché spero che altre donne possano aver un beneficio dalla mia esperienza"

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NEW YORK - Angelina Jolie ha annunciato oggi di aver subito "una doppia mastectomia preventiva". L'attrice ha spiegato la sua decisione con un articolo sul New York Times. "Mia madre ha combattuto il cancro per un decennio, ed è morta a 56 anni. Io ho un gene difettoso, il Brca1, che aumenta in maniera consistente il rischio di sviluppare il cancro al seno e alle ovaie". Secondo le stime dei medici, spiega la Jolie, il suo rischio di sviluppare un tumore al seno è crollato dall'87% al 5%.

"Una volta che ho saputo quale fosse la mia situazione ho deciso di attivarmi e minimizzare il rischio. Ho fatto prima la mastectomia perché il rischio del cancro al seno era più alto di quello alle ovaie, e l'intervento più complesso", scrive la Jolie.

"Ma sto scrivendo - continua - perché spero che altre donne possa avere un beneficio dalla mia esperienza. Cancro è ancora una parola che spaventa i cuori delle persone, producendo un senso di impotenza. Ma oggi è possibile scoprire attraverso un test del sangue se si è a rischio, e fare qualcosa".

Nell'articolo sul New York Times, la Jolie racconta come con i suoi sei figli, tre adottati e tre biologici, parli spesso "della mamma di mamma" e della "malattia che ce l'ha portata via". "I mie figli mi chiedevano se la stessa cosa potesse accadere a me", confessa l'attrice e regista, "e allora ho deciso che loro non dovevano temere di perdere la loro mamma per un cancro al seno". Il passo successivo è stata la decisione di sottoporsi all'intervento di doppia mastectomia preventiva. Un lungo processo, miracolosamente tenuto segreto ai media, cominciato lo scorso febbraio e finito il 27 aprile.

"Quando ti risvegli dall'operazione, con i tubi di drenaggio infilati nel seno, ti sembra di stare sul set di un film di fantascienza", racconta la star spiegando che ha deciso di raccontare la sua storia per dire "ad altre donne che la decisione di una doppia mastectomia non è stata facile. Ma è una decisione di cui sono molto contenta. Il rischio di cancro al seno è sceso dall'87% a meno del 5%".

La Jolie si dice anche "fortunata" di avere un compagno come Brad Pitt "che è così amorevole e mi sostiene". "La vita è piena di sfide - conclude l'attrice - , le sfide che non ci devono spaventare sono quelle su cui possiamo intervenire e di cui possiamo assumere il controllo".
(14 maggio 2013)

Fonte:
http://www.repubblica.it/persone/2013/0 ... -58742807/


RIFLESSIONI
Un "plauso" alla Jolie per il suo acume e ai medici che hanno decretato, con "precisione matematica infallibile", le sue possibilità di ammalarsi di cancro con (87%) e senza (5%) seno. L'aspetto psicologico, lo stile di vita, lo stress ecc. non contano assolutamente nulla. Bravi!

http://www.naturalnews.com/040365_Angel ... ision.html
viewtopic.php?f=5&t=2201&p=5650#p5650
Dott. Tancredi Ascani
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Re: LE FOLLIE DELLA SCIENZA...

Messaggiodi Dr.Ascani il mar mag 21, 2013 12:03 am

“Il latte fa male? Che idiozia”
Berlo, non berlo, è tossico, fa venire il cancro, fa benissimo: Giornalettismo parla con Andrea Ghiselli, noto nutrizionista. Che demolisce tutte le tesi imperanti

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Il latte fa male? Berlo fa venire l’osteoporosi, brutte malattie, tumori assortiti? Divieto di mozzarella? Tutte idiozie, secondo Andrea Ghiselli, nutrizionista per l’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione ed esperto collaboratore del Corriere della Sera. Dopo le polemiche che si sono scatenate nei commenti a questo pezzo, in cui riportavamo la protesta della Confederazione Agricoltori, pronta a sollevarsi contro la modifica legislativa che avrebbe permesso “di produrre yogurt con latte in polvere o altri tipi latte comunque concentrati”; dopo i tanti che avevano rispolverato le ben note tesi per cui il latte farebbe male all’organismo adulto, abbiamo chiesto all’esperto.

BEVETE PIU’ LATTE, IL LATTE FA BENE – Andrea Ghiselli si intrattiene con noi affrontando e triturando punto per punto tutte le tesi rinvenibili in rete. Il latte? Solo da bambini: ma è falso. Lo dicono tutti gli esperti? Falso. Fa venire l’osteoporosi: falso. Fa venire il tumore alla prostata: falso. Anche i latticini fanno male: falso. Il latte fa bene: vero. Semplice.

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Professore, io inizierei con una domanda secca. Bere latte fa bene o male?
Fa benissimo. E’ assurdo, chi dice che fa male non sa di cosa parla.
...
E perché fa così bene?
E’ un alimento nutriente, ricco di proteine, zuccheri e grassi in percentuale molto equilibrata e soprattutto è ricco di vitamine e calcio. Povero di ferro, ma ci accontentiamo.

Dalle notizie disponibili in rete si evince che ci sarebbe “ampia letteratura scientifica” a dire che il latte fa male. E’ vero?
Ma no, è falso. Se i nutrizionisti di tutto il mondo dicessero che il latte fa male, perché le linee guida di tutto il mondo direbbero che il latte è un alimento consigliato? Addirittura, ciò che è consigliato è un’assunzione di latte di 2 o 3 porzioni al giorno (mi raccomando, porzioni: una porzione vale 125 ml). Come in tutte le cose è vero però che esagerare fa male: se io prendo un litro di latte al giorno evidentemente prendo calorie da lì e non da altri nutrienti, il che finisce per squilibrare un’alimentazione. Nella misura di 2 o 3 porzioni al giorno posso avere tutti i benefici del latte senza rischio di alcun tipo; anzi, il consumo di latte è associato con un minor rischio di cancro al colon.

E quelli che dicono che il latte si può bere solo da bambini, perché poi si perde la capacità di digerirlo?
Mah, io ho 57 anni e lo digerisco perfettamente. Ci sono alcune razze e alcune persone che perdono la capacità di digerire il latte in età adulta; questo però non significa che il latte gli faccia male: avranno dei problemi se ne bevono troppo, ma possono assumere tranquillamente yogurt o latticini che hanno una percentuale di lattosio molto più bassa.

A proposito di questo, viene citato uno studio del 1994, apparso sull’American Journal of Epidemiology, che dice che i prodotti lattiero-caseari conterrebbero proteine animali; queste porterebbero ad un aumento degli acidi nel sangue, e quindi alla fine all’osteoporosi.
No,no, no, questo è falsissimo. Il latte e i prodotti caseari hanno un contenuto di amminoacidi solforati – che tengono basso il sangue – minore di quello della soia. Quindi è falso.

Così è falso ciò che c’è scritto, che il latte alla fine causi l’osteoporosi.
No,allora, dunque. L’osteoporosi è una malattia multifattoriale: la causa principale è la mancanza di esercizio fisico, l’alimentazione è solo una delle ultime cause. Tra queste ultime cause c’è una dieta troppo ricca di proteine, che in effetti facilita l’osteoporosi. Ora, nel latte ci sono 3 g di proteine ogni 10 millilitri – il che è meno del 10% dell’apporto proteico della giornata.

Capisco, dunque dire che il latte causa l’osteoporosi è un azzardo.
Dunque, ciò che è collegato all’osteoporosi è il consumo di proteine. E’ d’altronde vero, e documentato, che il consumo di latte e latticini dalla prima infanzia alla prima giovinezza, ovvero fino ai 25 anni, quando si sviluppa il massimo fisso della massa ossea, è un fattore protettivo nei confronti dell’osteoporosi. Così i ragazzi che consumano più calcio da prodotti lattiero-caseari prima dei 25 anni rischiano l’osteoporosi meno dei loro coetanei.

Tornerei a una cosa che lei ha detto poco fa, collegata ad un’altra tesi che viene propagandata in rete: si dice che le popolazioni che assumono poco latte, come i cinesi, corrano meno il rischio di avere tumori della prostata.
Non esiste nessun collegamento fra il latte e tumori della prostata. Ci sono alcune evidenze che farebbero pensare ad un aumento di rischio per consumi di calcio, anche non da latte o latticini, superiori ad un grammo e mezzo al giorno; ma sono quantitativi molto elevati.

Innaturali, potremmo dire…
Sì, sì, assolutamente innaturali. Poi, i giapponesi fanno altre cose che noi non facciamo: non consumano carne, mangiano molta frutta e verdura e molto pesce.

Esistono dunque dei fattori concorrenti che determinano questa situazione.
Assolutamente sì, e comunque non è il latte che fa venire l’osteoporosi.

Riassumendo, professore. La tesi che viaggia, e che noi le chiediamo di commentare, è che bisogna sospendere a un certo punto il consumo di latticini e consumare latte solo con moderazione.
Allora. Non esiste alimento al mondo che può essere consumato senza moderazione, e così anche il latte. La dose e la quantità consigliata sono 250-300 ml al giorno, se si eccede da queste quantità, come in tutte le alimentazioni, il latte può fare male. Anche l’acqua: se lei se ne beve 8 litri tutti insieme, rischia la morte per diluizione improvvisa del sangue. E’ una tesi assolutamente idiota.

E i lavorati, i latticini?
Non c’è alcuna controindicazione ad assumere né latte né latticini, anzi si sa il contrario: il consumo di latte e latticini in un’alimentazione equilibrata, non solo non fa male ma può avere effetti positivi.

Quindi noi ci sentiamo tranquilli nello scrivere che ognuno può bere il latte con la dovuta moderazione e mangiarsi una mozzarella ogni tanto senza andare in paranoia.

Ma assolutamente sì. Il consumo di formaggi consigliato è quello di 3 porzioni di formaggio a settimana, unito a 2-3 porzioni di latte al giorno. Una porzione di formaggio corrisponde è 100 grammi se è formaggio fresco, 50 grammi se è stagionato.

Io la ringrazio, insomma. Lei ha così demolito tutte le tesi…
Ma è che sono tesi che sono supportate da persone che parlano senza supporto scientifico: l’unico supporto che danno che è l’uomo è l’unico animale che da adulto beve latte. Intanto questo è falso, perché chiunque ha esperienza con animali sa che se ho gatti adulti o cani, se gli do il latte quelli se lo prendono. Se pure fosse vero, chi se ne importa. Siamo anche l’unico animale che rilascia interviste telefoniche come in questo caso, o che consuma carbonara. Gli animali non prendono latte perchè è difficile. Lei pensi ad un gatto: dove lo trova il latte se non glielo diamo noi? Dovrebbe andarsi a succhiare la mammella della mucca.

Il che non sarebbe proprio naturale, dice lei…
Ma sì, anche il miele, a parte l’esempio dell’orso Yogi: qualsiasi animale se lo mangerebbe, eccome, ma è difficile che se lo vada a prendere in un alveare.

Fonte:
http://www.giornalettismo.com/archives/ ... f2cc5cced8

RIFLESSIONI
Per chi invece vuole sapere come stanno veramente le cose:
viewtopic.php?f=7&t=2100
http://www.infolatte.it/
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Re: LE FOLLIE DELLA SCIENZA...

Messaggiodi Dr.Ascani il mar mag 28, 2013 1:05 am

PROSEGUONO GLI STUDI PER LA REALIZZAZIONE DI UN VACCINO UNIVERSALE
E’ stata pubblicata sulla rivista Nature una ricerca che sostiene di essere sulla buona strada per la realizzazione del vaccino influenzale universale. La ricerca è stata condotta dalla azienda farmaceutica Sanofi, a Cambridge nel Massachussets. Le nuove nanoparticelle di proteine sono state testate finora solo sugli animali, ma sembrano essere promettenti per la realizzazione di un vaccino che non deve essere ricreato ogni anno, così come accade attualmente. Le nuove nanoparticelle richiederebbero meno aggiornamenti perché indurrebbero la produzione di anticorpi che neutralizzano una più ampia gamma di ceppi di influenza. Si ipotizza addirittura che possano proteggere contro ceppi di influenza che non sono ancora emersi.“Questo ci sta portando sulla strada verso un vaccino universale”, ha spiegato Gary Nabel che ha guidato il lavoro nel suo ex laboratorio presso l’Istituto Nazionale di allergie e malattie infettive di Bethesda, Maryland. Le nanoparticelle possono essere assemblate senza che sia necessario crescere i virus in laboratorio: “In teoria, una nuova versione potrebbe essere prodotta rapidamente quando un nuovo virus pandemico viene identificato, o una nuova variante di stagione inizia a circolare”, spiega Sarah Gilbert, ricercatrice dell’Università di Oxford, Regno Unito, che non era coinvolta nella ricerca.Masaru Kanekiyo, ricercatore del team, ha invece creato le nanoparticelle utilizzando l’emoagglutinina (HA), una delle principali proteine antigeniche che riveste un virus influenzale, e la ferritina, una proteina che trasporta il ferro. Il ricercatore ha fuso le due proteine. ”Abbiamo creato una nuovissima molecola mai realizzata prima”, dice Nabel. “La cosa interessante è che il tutto si auto-assembla”. La molecola è stata poi iniettata nei topi generando una produzione di anticorpi 34 volte più elevata nei topi e 10 volte più elevata nei furetti rispetto ad un vaccino tradizionale. La molecola è stata sviluppata da un ceppo di influenza H1N1, ma sui furetti è stata efficace anche con un ceppo emerso più tardi. Il vaccino è particolarmente efficace perchè agisce su diverse parti del virus, hanno spiegato gli esperti. ”Fare pressione sulle diverse parti del virus è una buona cosa”, spiega Nabel. “Questo non succede con il vaccino tradizionale.” I ricercatori ora hanno bisogno di testare le loro nanoparticelle sul corpo umano e sviluppare soluzioni efficienti ed economiche per la produzione. Stanno anche cercando di sviluppare vaccini contro l’HIV e il virus dell’Herpes utilizzando lo stesso approccio.

Fonte:
Sanità News del 28/05/2013
http://www.nature.com/nature/journal/va ... 12202.html
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Re: LE FOLLIE DELLA SCIENZA...

Messaggiodi Dr.Ascani il dom giu 23, 2013 11:32 am

Pronto il Viagra al femminile
Debutterà nel 2016
La versione maschile ha rappresentato una rivoluzione e ora è fuori brevetto. prima estate con le pillole blu low-cost


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Il sesso nell'era della sua riproducibilità tecnica (la definizione è di Pigi Battista) diventa più abbordabile con un tempismo perfetto, in sincrono con il calo del reddito degli italiani. Le prime confezioni sono già arrivate in farmacia e il primo giorno di vendita è andato benone, dicono. Parliamo del Viagra in versione generica, molecola identica (sildenafil) e nomi commerciali diversi. Quella del 2013 sarà la prima estate con le pillole blu low cost, perché il brevetto è scaduto. Per la parità farmacologica di genere bisognerà aspettare ancora.
Cinquant'anni dopo la pillola anticoncezionale, il pillolo è ancora un miraggio. Per la compressa del desiderio il ritardo si profila più breve ma è ribaltato. La versione femminile potrebbe arrivare nell'estate 2016, diciotto anni e milioni di confezioni dopo il debutto del Viagra. Sarà un'altra rivoluzione culturale, sessuale e sociale?

L'industria farmaceutica insegue il «Viagra rosa» sin da quando è apparso chiaro che il blu sarebbe stato un campione di incassi. Ma trattandosi di donne anziché di uomini è tutto più complicato. Daniel Bergner ha pubblicato un libro sulla scienza del desiderio femminile («What do women want?» ovvero «Cosa vogliono le donne?») e sostiene che la quadratura del cerchio per big pharma sarebbe trovare un farmaco «non troppo efficace». Qualcosa che sappia accendere la libido, senza sembrare una minaccia per l'ordine costituito. L'idea che una pillola eccitante possa far collassare il modello monogamico su cui si basa la società in Occidente fa sorridere, ma la dice lunga sui sentimenti ambivalenti suscitati dalla sessualità femminile. Moralismi a parte, il problema tecnico finora è stato l'esatto contrario: riuscire a trovare una molecola che funzionasse meglio di una zolletta di zucchero, insomma meglio di niente. La fisiologia dell'eros mantiene ombre di mistero, anche se non mancano i volontari disposti a farsi scandagliare cervello e corpo con dispositivi indiscreti. Al bando gli stereotipi: gli uomini non sono solo ormoni e le donne non sono tutte psiche. Ma resta pur vero che rispetto alla disfunzione erettile maschile, la mancanza di desiderio femminile è una questione più mentale che meccanica.

Negli ultimi anni diversi candidati farmaci hanno deluso le aspettative. Adesso fanno ben sperare due prodotti con un cuore attivo rivestito di testosterone al gusto di menta. Contengono una sostanza che stimola il flusso sanguigno oppure allenta l'autocontrollo. La prima sperimentazione, secondo il Journal of Sexual Medicine , è stata un successo. Se i prossimi trial lo confermassero e le agenzie competenti autorizzassero la commercializzazione a tamburo battente, cosa accadrebbe? Alcune donne probabilmente si libereranno da un peso, altre non proveranno neppure, alcune coppie forse scoppieranno e altre saranno felici. Un altro tabù sarà stato violato e l'estate del 2016 la passeremo a discutere: è vero che le donne sono più fedeli? Dicono ciò che fanno? E fanno ciò che vogliono?

Anna Meldolesi

Fonte:
http://www.corriere.it/salute/13_giugno ... 1aaf.shtml
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Re: LE FOLLIE DELLA SCIENZA...

Messaggiodi Dr.Ascani il mar giu 25, 2013 1:14 pm

POLEMICHE PER LA DIETA DEL CEROTTO SULLA LINGUA

Una dieta estrema, al limite della tortura fisica, è stata messa a punto dal dietologo americano Nicholas Chugay che vive e lavora a Beverly Hills. Il medico ha posto a mali estremi estremissimi rimedi, che nonostante stiano facendo inorridire pazienti e specialisti di mezzo mondo non sono stati del tutto rifiutati dall’ente sanitario americano che, riguardo all’autorizzazione, “ci sta pensanso su”. Il metodo di Chugay consiste nel cucire sulla lingua un cerotto abrasivo. Un vero e proprio intervento chirurgico con 6 punti di sutura che oltre a dare settimane di dolori, gonfiori e fastidi alla lingua, causati dal naturale movimento del muscolo, provoca fitte di dolore ogni volta che si tenta di mangiare un cibo solido. Conseguenza? Il soggetto sarà costretto a nutrirsi solo con integratori o liquidi, con perdita di peso rapida e garantita. Peccato che il “metodo” sia limitato all’uso di un mese, in quanto oltre questo limite la lingua reagirà all’impianto alieno o assorbendolo dentro il proprio tessuto o scoppiando in infezioni che potrebbero danneggiarla per sempre. Dunque, dopo un mese dall’impianto, occorrerà sottoporsi a una seconda dolorosa operazione per liberarsi del cerotto e attendere la guarigione della ferita, portando avanti per un altro mese almeno la dieta di liquidi. Un metodo al limite della fantascienza che suona veramente troppo crudo per poter mai immaginare che venga autorizzato.

Fonte:
Sanità News del 25/06/2013
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Re: LE FOLLIE DELLA SCIENZA...

Messaggiodi Dr.Ascani il lun ott 28, 2013 11:44 pm

Premi in denaro ai medici che fanno più vaccinazioni

Nascono i «recordman» dei vaccini. Lo propone la Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale). I medici di famiglia che vaccinano di più, superando una certa soglia di percentuale dei loro pazienti, saranno gratificati da premi in denaro.

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Così ci si prepara a decimare Victoria, il virus che arriverà dall'Australia con il freddo acuto, quindi presumibilmente a partire da dicembre. L'idea della Fimmg milanese si ispira all'Asl di Melegnano, dove il direttore Antonio Mobilia ha siglato un accordo per garantire 8 euro a vaccinazione, invece dei 6 previsti a livello regionale, a chi raggiunge una percentuale di vaccinati del 65% e 10 euro se si sale al 75%. Si prevede un novembre di iniezioni per i milanesi.
«Intanto tranquilliziamoci. Il ceppo influenzale sarà di media entità nell'inverno 2013. Significa che interesserà 4 milioni di persone, di cui 150 mila a Milano. Consiglio sempre la vaccinazione. E' vero che l'influenza è ritenuta una malattia non molto grave, ma è altrettanto vero che sui quei 4 milioni circa 2 o 3 mila potrebbero morire» commenta Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università di Milano. I medici di base ritireranno i vaccini tra il 28 e il 29 ottobre. A partire dai primi giorni di novembre saranno già in grado di fare la puntura agli assistiti, soprattutto agli under 65. Il 2012 è stata un'annata critica per le vaccinazioni, precipitate del 25%. La gente non voleva saperne. «La pratica ha perduto via via di credibilità a partire dal 2009, quando si attendeva la pandemia della suina, una pandemia che poi non è avvenuta. Si è creata una grande paura per niente. Questa però non è una buona ragione per non fidarsi del vaccino, che dovrebbero fare tutti, non solo le categorie più a rischio come gli ammalati, i bambini, le mamme e gli anziani».
Secondo la Fimmg la caduta delle vaccinazioni è dovuta anche alla scarsa cultura che i pazienti hanno in proposito, per questo è partita la campagna di incentivazione dei camici bianchi. «Il mese migliore per vaccinarsi è novembre, ma si può farlo fino alla fine di dicembre» consiglia Fabrizio Pregliasco. Victoria non è un virus particolarmente forte, ma non è comunque da sottovalutare. Molti decessi identificati come cardiopatie o complicazioni polmonari sono ascrivibili a quell'influenza ritenuta abbastanza innocua.
Centomila italiani hanno cominciato ad avere tosse, raffreddori e uno spossante senso di malessere dovuto a fenomeni di costipazione. Ma Victoria non è il responsabile di questa pre - influenza. Si tratta di agenti patogeni simil inflenzali che portano tosse, raffreddori e a volte qualche linea di febbre. «Sono circa 160 i virus in circolazione, che non hanno niente a che vedere con quello del ceppo che arriverà in pieno inverno». Le cure d'autunno sono i farmaci da banco, che sono ricchi di vitamina C, B e E, oppure i sani rimedi naturali in grado di rafforzare il corpo che deve essere pronto per l'attacco d'inverno.

Fonte:
http://www.ilgiornale.it/news/milano/pr ... 58773.html
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Re: LE FOLLIE DELLA SCIENZA...

Messaggiodi Dr.Ascani il mar nov 05, 2013 10:06 am

Influenza, in Usa multe a ospedali con medici non vaccinati

In Italia solo 15% operatori sanitari si immunizza

Se si parla di vaccinazioni degli operatori sanitari contro l'influenza ci sono paesi come l'Italia, in cui appena il 15% di medici e infermieri si immunizza, e altri come gli Usa, dove il tasso è del 72% ed in continuo aumento. Ci si aspetterebbe che a rischiare una multa siano i primi e invece, come riferisce il Wall Street Journal, è al di là dell'Atlantico che stanno per fioccare le sanzioni nel tentativo di innalzare ulteriormente la copertura.

L'iniziativa è stata varata dal Cdc di Atlanta, che da questa stagione richiede a tutte le strutture sanitarie un report sul tasso di vaccinazione del personale. A quelli giudicati troppo bassi verranno applicate delle multe, sotto forma di minori rimborsi del programma Medicare, e oltre al danno pecuniario subiranno la 'vergogna' di vedere il proprio risultato pubblicizzato sui siti che censiscono la qualità degli ospedali.

'Un ospedale con 100 posti letto potrebbe avere fino a 320mila dollari di multa - spiega Nancy Foster, dirigente della American Hospital Association, al quotidiano - tutte le strutture stanno lavorando duramente per riuscire ad alzare la percentuale di vaccinati, offrendo gratis l'immunizzazione e attraverso corsi di sensibilizzazione''.

L'obiettivo dell'agenzia è portare il tasso sopra il 90% entro il 2020, e le campagne in questo senso hanno portato la copertura dal 67% della stagione 2011-2012 al 72% registrato in quella passata, mentre uno studio ha dimostrato che se viene richiesta dal datore di lavoro la vaccinazione raggiunge una copertura superiore al 95%. Tutte cifre a cui l'Italia non si avvicina minimamente, con un tasso che da noi non supera il 15% secondo una ricerca dell'Iss riferita alla stagione 2010-2011.

''Le cifre da noi sono queste, e sono imbarazzanti - sottolinea Carlo Signorelli, vicepresidente della Società Italiana di Igiene e Medicina Preventiva (Siti) - servirebbe una maggiore sensibilizzazione degli operatori sanitari, anche senza arrivare ai metodi 'repressivi' come quello statunitense".

In Italia gli operatori sanitari sono nelle categorie per cui il vaccino è raccomandato, anche se non è obbligatorio. ''Noi raccomandiamo la vaccinazione non solo perchè così l'operatore protegge se stesso - sottolinea Signorelli - ma soprattutto per il fatto che è a contatto con pazienti a cui il virus influenzale può portare danni gravi e persino la morte. Inoltre anche se negli adulti l'influenza difficilmente porta a conseguenze gravi, la persona contagiata non può lavorare, e questo porta ad assenze negli organici proprio in un momento dell'anno in cui le strutture sono più sotto pressione''.

Fonte:
http://www.ansa.it/saluteebenessere/not ... 67105.html
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Re: LE FOLLIE DELLA SCIENZA...

Messaggiodi Dr.Ascani il sab mar 01, 2014 11:46 pm

Cuore, studio Uk accusa: migliaia di morti in Ue per linee guida basate su dati falsi

I numeri sono quelli di un conflitto armato. “Almeno10 mila probabili morti l’anno nel solo Regno Unito”. Sono le conclusioni di una meta-analisi condotta su migliaia di pazienti da un team di ricercatori britannici guidati da Darrel Francis, dell’Imperial College di Londra, e pubblicata a luglio sulla rivista specializzata “Heart” . Cifre che, guardando all’intero Continente europeo, lieviterebbero. Fino a raggiungere le 800 mila morti negli ultimi cinque anni, in base a una più ampia indagine condotta dallo stesso gruppo di ricerca, pubblicata nelle scorse settimane sullo European Heart Journal. “La sicurezza dei pazienti è di primaria importanza – sostiene Francis nella sua analisi -. La medicina clinica dovrebbe imparare dai propri fallimenti”.  

Ma su cosa si basa questo studio britannico e quali sono i fallimenti cui fa riferimento? Tutto ruota intorno alle linee guida della Società europea di cardiologia pubblicate nel 2009, raccomandano per i pazienti cardiopatici che devono sottoporsi a un intervento chirurgico non legato al cuore l’impiego di farmaci beta bloccanti, per proteggere il cuore stesso sia durante che dopo l’operazione. Queste linee guida sono, però, basate su ricerche rivelatesi nel tempo in contrasto con gli standard scientifici correnti, tanto da provocare nel novembre del 2011 il licenziamento dell’autore, Don Poldermans, da parte dell’Erasmus Medical Center di Rotterdam presso il quale lavorava come esperto in chirurgia cardiovascolare, a seguito di una “Inchiesta per possibile violazione dell’integrità scientifica”. 

A nulla sono valse, infatti, le ammissioni di colpa e le scuse dello studioso, che ha tuttavia negato l’intenzionalità del suo operato. Numerosi gli appunti mossi contro di lui, tra gli altri “cattiva condotta scientifica, omissione di consenso informato scritto,fabbricazione di dati e manipolazione dei risultatidella ricerca”. Non sarebbe, invece, emersa “alcuna prova di manipolazioni indirizzate deliberatamente in una specifica direzione”, secondo l’indagine interna dell’istituto. I fatti sono ancora più gravi se si considera che il medico olandese caduto in disgrazia, oltre a essere stato il principale responsabile del progetto di ricerca, ha anche guidato, in paleseconflitto d’interessi, la commissione che ha stilato le linee guida europee. 

“La meta-analisi di Francis è solo l’ultimo di una serie di studi che mettono in dubbio l’uso dei beta-bloccanti per la prevenzione degli eventi cardiovascolari nella chirurgia non cardiaca – sostiene Rosa Sicari,dell’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) di Pisa, tra i membri della task force che ha stilato le linee guida europee -. Le varie generazioni di studi nel tempo sono state, infatti, messe in discussione per il sospetto di frode scientifica. Tuttavia – precisa la studiosa – nonostante ci siano state indagini sulla condotta di Don Poldermans, autore principale di queste ricerche, gli studi non sono stati cancellati e/o ritirati dagli editori delle prestigiose riviste che li avevano pubblicati”. 

Ma quanto sono efficaci questi medicinali e quali sono i rischi connessi al loro impiego? “I beta-bloccanti sono farmaci largamente usati nei pazienti con cardiopatia ischemica e nella disfunzione ventricolare sinistra non ischemica – spiega Sicari -. Il loro utilizzo aumenta il rischio di morte peripotensione e ictus. Tuttavia, gli studi clinici randomizzati sono ancora pochi e probabilmente insufficienti a chiudere questa controversia scientifica che dura da moltissimi anni”. 

Secondo quanto emerge dalla meta-analisi, l’aumento del rischio di decessi nel solo Regno Unito sarebbe del 27 per cento. Francis e colleghi denunciano che le linee guida europee sono ancora basate su analisi che comprendono i dati degli studi di Poldermans, ormai screditati. E denunciano come l’aver inserito questidati manipolati nelle meta-analisi fatte in precedenza abbia determinato una sottostima del rischio di mortalità associato all’uso dei beta-bloccanti. Secondo gli autori, però, “non è facile accertare in modo affidabile la reale estensione del possibile danno” di questa sottovalutazione dei rischi per la salute. Ma, in basse alle loro stime, “più della metà dei decessi si sarebbe verificata quando la ricerca di Poldermans era già stata screditata. Le linee guida – concludono Francis e colleghi – dovrebbero, pertanto, essere ritirate senza ulteriori ritardi”. 

L’invito degli studiosi inglesi sembra essere stato recepito. “Si stanno preparando le nuove linee guida – comunica Sicari -, nelle quali l’indicazione dei beta-bloccanti dovrebbe rimanere limitata a chi già li utilizza cronicamente”. Secondo un comunicato congiunto emesso, all’indomani della pubblicazione dello studio britannico, dall’American Heart Association, l’American College of Cardiology Foundation e l’European Society of Cardiology, “è in corso un’attenta indagine di tutti gli studi già validati, con l’incorporazione di nuovi trial e meta-analisi. Nel contempo, la nostra posizione comune è che l’utilizzo dei beta-bloccanti in pazienti che si sottoporranno a interventi non cardiaci non dovrebbe essere considerato di routine, ma valutato attentamente dai medici caso per caso”. Le nuove linee guida, depurate da dati erronei e manipolati, secondo le indicazioni delle tre società scientifiche internazionali, dovrebbero vedere la luce quest’estate. 

La meta-analisi pubblicata sulla rivista Heart

Fonte:
Il fatto quotidiano
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Re: LE FOLLIE DELLA SCIENZA...

Messaggiodi Dr.Ascani il ven apr 11, 2014 10:06 am

Aviaria: 3 miliardi di euro spesi dai governi per il farmaco "inutile"
Secondo una ricerca condotta da un gruppo di scienziati indipendenti, il Tamiflu, indicato all'epoca dell'allarme come l'unica barriera contro la diffusione della pandemia, sarebbe stato in realtà inutile

L'allarme aviaria scattato nel 2006, con la corsa di molti Paesi ad accaparrarsi il farmaco Tamiflu, è costato ai governi oltre tre miliardi di euro. Secondo un nuovo rapporto realizzato dal gruppo "Cochrane Collaboration", quella spesa sarebbe stata uno spreco visto che, stando a una recente analisi, il Tamiflu non risulterebbe più efficace del comune paracetamolo.

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In ben due occasioni, quella del primo allarma Aviaria e poi ancora nel 2009 con la cosiddetta "suina", il Tamiflu venne indicato come il salvavita, la barriera necessaria a impedire il contagio dei terribili virus. La ricerca del gruppo di scienziati indipendente, stampata sul "British Medical Journal", sottolinea invece come il farmaco in questione non potesse fare granché per prevenire la diffusione dell'influenza o per ridurne le complicazioni, ma la sua efficacia era limitata a una parziale alleviazione dei sintomi.

Un risultato che viene contestato dalla casa farmaceutica Roche, produttrice del Tamiflu, che definisce la ricerca incompleta e frammentaria. Solo nel 2009 sono state vendute confezioni per 2,64 miliardi di euro, per quasi 50 miloni di persone che hanno utilizzato il farmaco. Secondo la Cochrane, inutilmente.

Fonte:
http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/20 ... 8672.shtml
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