Rischio renale per un farmaco oncologico

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Rischio renale per un farmaco oncologico

Messaggiodi Dr.Ascani il mar giu 15, 2010 7:28 am

Journal of the American Society of Nephrology

L'analisi di 16 trial clinici ha rivelato che tra i pazienti che assumevano bevacizumab in monosomministrazione, la percentuali di quanti andavano incontro a proteinuria di grado severo era del 2,2 per cento.

Un farmaco largamente utilizzato in oncologia, il bevacizumab, potrebbe determinare come effetto indesiderato un significativo danno renale, in grado di compromettere l’efficacia del trattamento farmacologico stesso. È quanto afferma uno studio ora pubblicato sull’ultimo numero della rivista Journal of the American Society of Nephrology (JASN).

I risultati suggeriscono pertanto che il monitoraggio della funzionalità renale debba essere sempre associato alla somministrazione di tale molecola chemioterapica.

Bevacizumab, infatti, agisce bloccando il fattore di crescita endoteliale, una proteina essenziale per la produzione di nuovi vasi sanguigni necessari ai tumori solidi per svilupparsi.

In quest’ultimo studio, Shenhong Wu, dello Stony Brook University Cancer Center, Xiaolei Zhu, del Kidney Doctors PLLC e colleghi hanno condotto una revisione di 16 trial clinici randomizzati e controllati, per un totale di 12.268 soggetti, per valutare il rischio complessivo di proteinuria in pazienti colpiti da diverse forme neoplastiche che assumono il farmaco.

Dall’analisi dei dati, è risultato che tra i pazienti che assumevano bevacizumab in monosomministrazione, la percentuali di coloro che andavano incontro a proteinuria di grado severo era del 2,2 per cento. In coloro che assumevano il farmaco in associazione con chemioterapia il rischio di sviluppare proteinuria di grado severo era 4,79 volte maggiore rispetto alla sola chemioterapia, e 7,78 volte maggiore per il rischio d'insorgenza di sindrome nefrotica, in cui la presenza di proteine nelle urine si associa a bassi liveii di proteine nel sangue, ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia e gonfiore.
Inoltre, i pazienti che assumevano le più alte dosi di bevacizumab erano anche quelli con il maggior rischio di sviluppare proteinuria. Infine, una volta analizzate le differenze nelle tipologie di cancro, il maggior rischio di sviluppare proteinuria spettava ai pazienti con neoplasie del rene (10,2 per cento d'incidenza).
Questi risultati sottolineano l'importanza di monitorare gli effetti di bevacizumab in pazienti che, affetti da tumore del rene, stanno assumendo alte dosi di farmaco e la necessità di studiare ulteriormente gli effetti avversi a carico della funzionalità renale. (fc)

Fonte:
http://lescienze.espresso.repubblica.it ... lo/1343708
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