Il test del PSA è affidabile?

Sezione riservata alla segnalazione di effetti indesiderati o inefficacia di terapie o interventi diagnostici.

Il test del PSA è affidabile?

Messaggiodi Dr.Ascani il gio giu 11, 2009 10:41 am

IL PSA RIVISITATO

Anche i funerali non sono più quelli di una volta. Non più tangibili e vistosi, ma incrostati da formalizzazioni, razionalità analitiche, semplificazioni, accorciamenti, schematizzazione, standardizzazioni anonime. Ma come: abbiamo passato anni aspettando che i valori del PSA potessero dirci qualcosa di decisivo, abbiamo fatto una quantità strabocchevole di determinazioni di questo antigene ed ora due trial sfatano questo sogno, avvertono che è un sogno impossibile e nessun dibattito, nessuna riflessione compare a commentare questo scioglimento della banchisa diagnostica?
Il primo trial (PLCO) condotto negli Stati Uniti, da Gerald Andriole, della Washington University School of Medicine di St. Louis conclude, dopo un follow-up medio di 11 anni, di non aver riscontrato nessun vantaggio in termini di mortalità dallo screening combinato con esplorazione rettale e dosaggio del PSA. Il secondo (ERSPC), che invece ha tenuto conto solo dei livelli di PSA, permette di definire, dopo nove anni, una riduzione relativa della mortalità del 20 per cento, pari a sette morti per cancro della prostata ogni 10.000 uomini esaminati, ma pagando un prezzo elevato in termini di rischio di sovra-diagnosi con le evidenti implicazioni cliniche, economiche psicologiche per i pazienti. Sono conclusioni che danno un po' le vertigini ma, temiamo, non produrranno riflessioni spregiudicate e duttili sul nostro essere medici in una società nella quale la fascinazione della pre-clinica sta soppiantando la clinica, il normale viene eroso a favore di un patologico supposto ed epidemiche rischiano di non essere più tanto le malattie quanto le diagnosi.

Fonte:
New Engl J Med pubblicato online il18-3-2009
Doi: 10.1056/NEJMoa0810696 e doi:10.1056/NEJMoa0810084
di Massimo Saruggia
Newsletter di Omeopatia33, giugno 2009 - Anno 4, Numero 20
Dr.Ascani
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Il test del PSA è affidabile?

Messaggiodi Dr.Ascani il mar giu 30, 2009 9:11 am

GLI SCREENING DEL CANCRO ALLA PROSTATA SONO POCO EFFICACI?
Lo rivela un’analisi dell’American Cancer Society


Un'analisi pubblicata sulla rivista CA: A Cancer Journal for Clinicians ha rivelato che lo screening del cancro alla prostata sarebbe inefficiente e porterebbe scarsi benefici. Gli autori, Otis W. Brawley della American Cancer Society, Donna Ankerst e Ian M. Thompson, ricercatori della University of Texas Health Science Center di San Antonio (Stati Uniti), ritengono infatti che gli screening per il cancro alla prostata sono lontani dal raggiungimento degli standard della sanita' pubblica americana. Secondo i ricercatori lo screening dovrebbe ridurre il rischio di morte per cancro alla prostata, ridurre le sofferenze degli ammalati o ridurre i costi per la sanita' ma nessuno di tali obiettivi e' stato raggiunto. Dagli anni '80 negli Stati Uniti le diagnosi di rischio per il cancro alla prostata sono piu' che raddoppiate e anche se si è registrata una diminuzione del numero di morti per cancro alla prostata, e' incerto se essa sia dovuta ad altri fattori, come ad esempio migliori trattamenti e non all'uso di test specifici (PSA).
Secondo gli autori, ci sono troppi cancri diagnosticati come poco pericolosi e che hanno scarso interesse clinico, ma che costringono il paziente a sottoporsi a stress fisici e psicologici. I dati del National Cancer Institute's Surveillance, Epidemiology, and End Results (SEER) stimano che negli Stati Uniti il 29 per cento dei bianchi e il 44 per cento dei neri hanno una diagnosi non necessaria del cancro alla prostata. La loro condizione non causera' sintomi o problemi ma sono comunque etichettati come 'ammalati di cancro', con conseguenze negative per la loro salute psicofisica e per i costi della sanita'. Per gli autori, nel futuro saranno necessari test diagnostici migliori, capaci di indicare il rischio reale di morte per il cancro alla prostata, per evitare diagnosi non necessarie.

Fonte:
SanitàNews del 30/06/2009
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Il test del PSA è affidabile?

Messaggiodi Dr.Ascani il mar lug 28, 2009 7:22 am

DUE NUOVI STUDI METTONO IN DUBBIO L’EFFICACIA DEL TEST DEL PSA

Come spesso capita, è una questione di buon senso. Il test del PSA, per la diagnosi del carcinoma della prostata, non è infallibile. E proprio per questo può esporre il paziente a procedure diagnostiche eccessive (le biopsie) e a trattamenti non necessari se il tumore diagnosticato è piccolo e poco aggressivo.
Due studi, pubblicati sul numero del 26 marzo del New England Journal Medicine, hanno recentemente contribuito a sollevare nuovamente i molti dubbi già espressi su questo esame.
Ma allora il PSA serve o no? Come dicevamo, serve buon senso. Ovvero, il test è utile se utilizzato nel modo giusto: non come una prova dell’esistenza di un tumore, ma come un eccellente indizio. Di per sé l’esame è molto semplice. Consiste nella ricerca di una proteina prodotta dalle cellule della prostata e si misura con un esame del sangue che indica le alterazioni presenti nell’organo (che potrebbero essere spia della presenza di lesioni cancerose, evidenziare semplicemente delle infiammazioni oppure riflettere il naturale “ingrossamento” benigno della prostata legato all’invecchiamento).
Gli esiti dei due studi di screening in questione (uno europeo, che ha coinvolto 182mila uomini di sette Paesi europei, e uno americano, condotto dal National Cancer Institute su 77mila pazienti di dieci centri sanitari) erano attesi da tempo, anche perché hanno coinvolto molte persone e sono durati molti anni. I pazienti delle due indagini sono stati scelti casualmente per essere testati o meno in maniera sistematica con PSA e visita prostatica. Sono stati seguiti per dieci anni, durante i quali i ricercatori hanno tenuto il conto dei decessi valutando se lo screening aveva fatto la differenza. Ma i risultati vanno ben interpretati perché possono apparire contraddittori.
La ricerca europea indica che il numero di vite salvate con il test è significativo: il tasso di mortalità viene ridotto almeno del 20 per cento negli uomini di età compresa fra 55 e 69 anni, sebbene il PSA risulti associato a un alto rischio di sovradiagnosi. Per ogni morte da cancro prostatico evitata, infatti, 1410 partecipanti hanno dovuto sottoporsi a screening e 48 di loro hanno dovuto subire un trattamento terapeutico.
Lo studio americano, invece, non ha riscontrato sostanziali differenze fra il gruppo di pazienti, anche se numerosi limiti pregiudicano un’interpretazione corretta e definitiva di questa ricerca.
Limitare il test ai casi selezionati appare attualmente fondamentale per arginare i falsi allarmi allo scopo di evitare eventuali «inutili» interventi terapeutici su pazienti anziani o con una malattia in fase iniziale e poco aggressiva, che non influirà sulla loro normale aspettativa di vita. La preoccupazione dell’Associazione Europea di Urologia (EAU) è chiara: alle moltissime diagnosi (nel 2005 in Italia 44.000 nuovi casi: ogni 12 minuti una persona riceve nel nostro Paese una diagnosi di cancro alla prostata) segue sempre – salvo rare eccezioni - la proposta di un trattamento curativo, anche quando il tumore mostra caratteristiche di non aggressività. Ma chirurgia, brachiterapia, radioterapia esterna sono trattamenti che possono causare importanti alterazioni della qualità di vita della persona. Evitare l’overtreatment con strategie diversificate, includendo programmi come la sorveglianza attiva, significa quindi individuare e selezionare i pazienti meritevoli di una specifica terapia immediata da quelli suscettibili di una possibile “cura differita”, evitando cioè che l’eccesso di diagnosi conduca ad un eccesso, indiscriminato, di trattamenti non necessari.
Queste, in sostanza, le indicazioni dell’EAU: i dati finora pubblicati sono insufficienti per raccomandare, a livello di politica di sanità pubblica, lo screening della popolazione maschile per il tumore della prostata per mezzo del PSA a causa degli importanti effetti del sovratrattamento. I professionisti sanitari, in particolare gli urologi, dovrebbero quindi, in casi selezionati, adottare metodi sicuri di sorveglianza e osservazione del tumore senza ricorrere a terapie invasive inappropriate. Le cure, poi, dovrebbero essere personalizzate secondo i bisogni dei pazienti e secondo la prognosi del tumore diagnosticato. A livello di ricerca, inoltre, è indispensabile sviluppare nuovi marcatori diagnostici e prognostici e nuove tecniche di imaging in grado di potenziare la capacità degli strumenti di screening di predire anche l’aggressività dei tumori individuati.
E i diretti interessati, gli uomini over 50, che dovrebbero fare? Se vogliono sottoporsi al test del PSA e all’eventuale biopsia prostatica devono informarsi su rischi e benefici dello screening e sulla valutazione del rischio individuale, non dimenticando che, se esiste familiarità per cancro prostatico, l’attenzione al problema va posta già dall’età di 40 anni.

Fonte:
SanitàNews, del 28/07/2009
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Re: Il test del PSA è affidabile?

Messaggiodi Dr.Ascani il mar mar 02, 2010 8:22 am

UNO STUDIO CHE SUSCITERA’ POLEMICHE: I TEST PER IL CANCRO ALLA PROSTATA SAREBBERO INUTILI

Secondo quanto risulta da un'inchiesta del mensile Focus, in edicola, la diagnosi precoce non serve, numeri alla mano. A 50 anni, infatti, piu' del 35% dei maschi ha un tumore della prostata e a 80 anni la percentuale sale addirittura al 70%. Cio' significa che la stragrande maggioranza degli uomini morira' "con" il cancro alla prostata, e non a causa del tumore. Non solo, ma lo studio europeo dell'Erspc, European Randomised study of screening for Prostate Cancer, ha calcolato che su 1.000 uomini (cinquantenni sani e senza sintomi) sottoposti al test Psa per la diagnosi precoce, si salvera' la vita solo una persona. Su 1.000 uomini, solo 150 risulteranno avere valori elevati e di questi, 130 saranno negativi al tumore e soltanto a 20 sara' diagnosticato il tumore. Di questi 20 tumori, 10 sono "indolenti", ovvero non si evolvono e non hanno conseguenze e pertanto diagnosticarli e' stato inutile. Degli altri 10 tumori diagnosticati, 6 manifesterebbero comunque i sintomi e pertanto sarebbero intercettati e guariti e i 4 restanti sarebbero comunque mortali, anche se diagnosticati precocemente.
Non a caso, l'American Cancer Society ha dichiarato che con il test e' 50 volte piu' probabile rovinarsi la vita che salvarla. La prevenzione piu' efficace contro il tumore alla prostata sarebbe in realta' il preservativo dal momento che i casi piu' maligni di cancro alla prostata infatti contengono il "gamma-retrovirus" Xmrv, trasmissibile per via sessuale.

Fonte:
Sanità News del 02/03/2010
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Test Psa bocciato: troppi falsi positivi

Messaggiodi Dr.Ascani il lun mar 15, 2010 1:08 pm

Il PSA, (antigene prostatico specifico) è un enzima, appartenente alla classe delle idrolasi, che viene prodotto dalla prostata.La sua funzione fisiologica è quella di mantenere fluido il seme dopo l'eiaculazione, permettendo agli spermatozoi di nuotare più facilmente attraverso la cervice uterina.

Il dosaggio del PSA misura il livello ematico dell'enzima. Livelli di PSA sotto 4 ng/mL (nanogrammi per millilitro) sono generalmente considerati normali, mentre livelli sopra i 4 ng/mL sono considerati anormali (sebbene negli uomini oltre i 65 anni livelli fino a 6,5 ng/mL possono essere accettabili, in dipendenza dai parametri di riferimento di ciascun laboratorio). Livelli di PSA tra 4 e 10 ng/mL indicano un rischio di tumore più alto del normale, ma il rischio stesso non sembra direttamente proporzionale al livello. Quando il PSA è sopra i 10 ng/mL, l'associazione col tumore diventa più forte, tuttavia il PSA non è un test perfetto anche se specifico. Alcuni uomini con tumore prostatico in atto non hanno livelli elevati di PSA, e la maggioranza di uomini con un elevato PSA non hanno un tumore.

Il test del Psa è normalmente consigliato agli uomini, sopra i cinquanta anni per verificare lo stato di salute della prostata ed individuare precocemente un cancro alla prostata.

A quaranta anni dalla scoperta del test, il suo scopritore, il dottor Richard Ablin tira le somme dei risultati prodotti dall’uso sistematico in campo medico e lo boccia senza mezzi termini, come costoso per la comunità ed inaffidabile per i risultati.

Il test ha smosso notevoli interessi economici, ma non è così certo il suo risultato, per l’alto numero di falsi positivi e sono diverse le cause che possono portare a livelli alti di Psa, senza che ci sia un cancro e viceversa è possibile trovare persone con bassi livelli di Psa che invece lo possono avere.

Sempre per il Dottor Richard Ablin, immunologo presso l’University of Arizona College of Medicine parlando della situazione in America riguardante il test, fa notare che nel corso degli ultimi 10 anni il suo uso su larga scala non ha diminuito il numero di morti per questa patologia, mentre ha sicuramente portato a costi altissimi delle comunità senza in cambio benefici sulla salute e sulla certezza del test.
Dr.Ascani
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