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In stato vegetativo da 47 anni. La mamma: non lo abbandonerò

MessaggioInviato: gio ago 20, 2009 1:33 pm
di Dr.Ascani
TAVAZZANO - Da 47 anni passa tutto il giorno con il figlio Giorgio, ridotto in stato vegetativo a sei mesi d´età dalla vaccinazione antipolio. Lui non parla, non cammina più, non reagisce agli stimoli, passa la giornata sdraiato sul divano. Va imboccato, lavato e accudito in tutto. Con lui c´è solo mamma Fernanda, 74 anni, una vita passata in simbiosi con il suo bambino rubato dalla malattia. «Non posso mai lasciarlo solo - spiega con gli occhi che luccicano - da cinque anni soffre di asma, potrebbe soffocarsi, in stanza ho dovuto mettere l´ossigeno, ogni tanto gli viene un collasso. Di notte sto al suo fianco, quando ha il riflesso di darsi dei pugni in testa lo abbraccio». A volte Giorgio non dorme per tre giorni di fila, e bisogna vegliare con lui, fino a quando sprofonda in un sonno simile al coma: «Mi sembra morto, mi spavento, poi lui riemerge, torna vivo. Il vegetale di prima».

Fernanda gli ha consacrato la propria vita. Sta con lui da sola al primo piano della palazzina Aler di via Rosselli a Tavazzano con Villavesco, in provincia di Lodi. Terzo di tre figli, nel giugno del ?61 subì danni al cervello a causa della vaccinazione contro la poliomielite. «Era normalissimo. Ma il giorno dopo la puntura ci fu il primo sintomo, uno scatto della testa. I medici di Lodi mi dissero che mi inventavo tutto, mi fecero passare per scema». Fu un luminare milanese a svelare il dramma: «Andammo al suo ambulatorio, 86mila lire di visita, tutto lo stipendio di un mese di mio marito ferroviere». Il verdetto: danni irreversibili al cervello, encefalopatia da farmaco. Giorgio non avrebbe mai parlato, il suo corpo si sarebbe sviluppato scollegato dalla mente. Impara a camminare, mangia solo se imboccato, ma resta in compagnia dei suoi fantasmi. «In 47 anni non ho mai avuto l´impressione che capisse qualcosa: è rimasto un neonato di sei mesi». «I dottori ci hanno spiegato che l´encefalite - aggiunge Furio, il fratello maggiore di 55 anni - gli ha bloccato il cervello: infatti non conosce l´aggressività, ogni tanto si dondola da solo come faceva sul cavallino».


A 12 anni compare l´epilessia con attacchi fortissimi, svenimenti. E la famiglia Ciuchi si scontra un´altra volta con la sanità pubblica: «Trovare uno specialista è stata un´impresa. Finché a Milano un medico ha selezionato i farmaci giusti». Il lutto per la morte del marito, del figlio Rolando, la signora Fernanda non molla mai. Per due volte manda il figlio in comunità, poi corre a riprenderselo. Quel bambino che ormai è un ragazzo, alto 1.60 e pesante 50 chili, è sempre più problematico. Nel ´99, mentre è seduto, scivola per terra e batte un´anca. «Al pronto soccorso dicono che è una piccola contusione, lo mandano a casa. Se ne accorge il fisioterapista dopo un po´: è il femore rotto, deve essere operato. Da allora è in carrozzina».

I danni causati dalla vaccinazione non sono mai stati risarciti. Fernanda vive con i 700 euro della pensione del figlio, e i 714 del marito. Paga 150 euro di affitto. Dopo aver lottato per tanti anni dentro si sente ancora forte, ma ha paura del futuro. Ricoverarlo? «Non ci penso, sto con lui. Mi sento sfortunata, ho dato troppo agli altri, ma a questo figlio voglio un bene dell´anima, non lo abbandonerò mai». Seduti sul divano ascoltano insieme la musica e guardano la tv: Giorgio non reagisce, ma la mamma quando sente certi episodi di cronaca aumenta il volume. Come per Welby, Eluana, e per l´ultimo caso di Bollate, in provincia di Milano, dove una figlia ha soffocato la mamma malata da anni: «Per me hanno tutti diritto di vivere così come sono, non vanno mai sospese le cure, se no è come se li ammazzassero».

Fonte:
articolo di Mauro Rancati
milano.repubblica.it, 21 novembre 2008
http://milano.repubblica.it/dettaglio/i ... ai/1549496