Sindrome da iperattività nei bambini (ADHD) e farmaci
Inviato: gio dic 18, 2008 1:04 pm
ADHD e metilfenidato: conoscere per riflettere
L'ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) è una malattia caratterizzata da deficit di attenzione e iperattività che affligge bambini peraltro intelligenti. Tale disturbo del comportamento si manifesta usualmente tra i 3 e i 5 anni d'età. E' tre volte più frequente nei maschi, ma negli ultimi anni è sempre più descritto anche nelle bambine. In America si calcola che i bambini affetti da ADHD siano il 3-7% dei bambini in età scolare, in Italia circa il 4%. Poiché per la cura del ADHD è tornato disponibile in Italia il metilfenidato, sono numerose in questi giorni le proteste contro il suo impiego terapeutico.
Il metilfenidato, nonostante sia uno stimolatore del sistema nervoso centrale simile alla anfetamine, è capace di calmare i bambini iperattivi. La PET dimostra che il farmaco aumenta i livelli di dopamina. Sono descritti abusi da metilfenidato nella popolazione normale a causa dei suoi effetti stimolanti: soppressione dell'appetito, miglioramento dell'attenzione e euforia. Quando assunto in maniera impropria, come abuso, può essere ingerito, inalato oppure sciolto in acqua e iniettato endovena. In questo caso, a causa della presenza di parti insolubili nelle tavolette, può verificarsi trombosi dei piccoli vasi. In Italia l'arrivo del metilfenidato è stato accompagnato da iniziative che ne vincolano l'impiego alla sola prescrizione in centri di riferimento ed è stato istituito un registro in collaborazione tra L'Istituto Superiore di Sanità e l'Agenzia del farmaco (AIFA). I genitori dei bambini avviati a questa terapia devono firmare il consenso informato. Sul modulo del consenso si legge tra l'altro: "si consiglia e si incoraggia la firma (del consenso) alla presenza di un testimone del paziente o del legale rappresentante". Sempre sul modulo sono riportati, immancabilmente, anche gli effetti collaterali del farmaco: allucinazioni, esacerbazioni di disturbi del comportamento e del pensiero in bambini psicotici, disforia, idee ossessive, insonnia, riduzione dell'appetito. Ma, particolare non marginale, anche riduzione della crescita del bambino per terapia a lungo termine.
In Italia il protocollo terapeutico prevede che la prescrizione consegua alla diagnosi. E la diagnosi prevede uno specifico protocollo diagnostico: interviste diagnostiche, scale di valutazione dei sintomi, verifica del livello cognitivo eseguibile attraverso altre scale, integrate ancora da altre scale: quella di autovalutazione dell'ansia e quella della depressione dei bambini. La prescrizione farmacologia deve essere accompagnata da terapia psico-comportamentale (sedute di parent training) e da interventi di consulenza agli insegnanti. I migliori risultati terapeutici, non ci è difficile crederlo, sembrano essere ottenuti dalla combinazione di terapia farmacologica e comportamentale. Ma approfondiamo ulteriormente le conoscenze. Dopo 25 casi di morte in USA oggi la FDA consiglia alle case produttrici di indicare i rischi sulle confezioni. Sorge spontanea una domanda: a tutela di chi? In USA a fare uso di psicofarmaci sono oramai 11 milioni di bambini, fioccano le cause di risarcimento dei danni provocati da questi farmaci ai bambini. Se nel 2000 in USA il fatturato del farmaco registrava 759 milioni di dollari, nel 2004 tale cifra è arrivata a ben 3,1 miliardi di dollari. Contro l'uso del metilfenidato in Italia siamo arrivati anche all'affissione di manifesti nelle pubbliche vie. Dubitiamo che si tratti di ostruzionismo preconcetto. Tanto più che, sempre da noi, il primario della neuropsichiatria infantile dell'Università di Firenze ha accettato di partecipare perfino alla trasmissione "Striscia la notizia" per dimostrare il suo fermo rifiuto alla prescrizione di questo farmaco. L'Associazione "Giù le mani dai bambini" ha avviato una petizione contro l'uso del metilfenidato. E d'altra parte la preoccupazione riguardo l'impiego di questa molecola è un sentimento comune tra i medici e i pediatri. In un precedente numero di Omeopatia33 (Anno 1, n° 5) si è riportata l'esperienza della Clinica Psichiatrica dell'Università di Lione dove è stata sperimentata la Dopamina 5 CH con buoni risultati nella sindrome ADHD: i risultati ottenuti sono molto interessanti e mostrano che il trattamento omeopatico ha un'efficacia molto vicina a quella del trattamento con neurolettici. Personalmente riterrei non etico ignorare l'utilità di sostenere economicamente ulteriori ricerche anche in questa direzione.
Fonte:
articolo di Simonetta Bernardini
L'ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) è una malattia caratterizzata da deficit di attenzione e iperattività che affligge bambini peraltro intelligenti. Tale disturbo del comportamento si manifesta usualmente tra i 3 e i 5 anni d'età. E' tre volte più frequente nei maschi, ma negli ultimi anni è sempre più descritto anche nelle bambine. In America si calcola che i bambini affetti da ADHD siano il 3-7% dei bambini in età scolare, in Italia circa il 4%. Poiché per la cura del ADHD è tornato disponibile in Italia il metilfenidato, sono numerose in questi giorni le proteste contro il suo impiego terapeutico.
Il metilfenidato, nonostante sia uno stimolatore del sistema nervoso centrale simile alla anfetamine, è capace di calmare i bambini iperattivi. La PET dimostra che il farmaco aumenta i livelli di dopamina. Sono descritti abusi da metilfenidato nella popolazione normale a causa dei suoi effetti stimolanti: soppressione dell'appetito, miglioramento dell'attenzione e euforia. Quando assunto in maniera impropria, come abuso, può essere ingerito, inalato oppure sciolto in acqua e iniettato endovena. In questo caso, a causa della presenza di parti insolubili nelle tavolette, può verificarsi trombosi dei piccoli vasi. In Italia l'arrivo del metilfenidato è stato accompagnato da iniziative che ne vincolano l'impiego alla sola prescrizione in centri di riferimento ed è stato istituito un registro in collaborazione tra L'Istituto Superiore di Sanità e l'Agenzia del farmaco (AIFA). I genitori dei bambini avviati a questa terapia devono firmare il consenso informato. Sul modulo del consenso si legge tra l'altro: "si consiglia e si incoraggia la firma (del consenso) alla presenza di un testimone del paziente o del legale rappresentante". Sempre sul modulo sono riportati, immancabilmente, anche gli effetti collaterali del farmaco: allucinazioni, esacerbazioni di disturbi del comportamento e del pensiero in bambini psicotici, disforia, idee ossessive, insonnia, riduzione dell'appetito. Ma, particolare non marginale, anche riduzione della crescita del bambino per terapia a lungo termine.
In Italia il protocollo terapeutico prevede che la prescrizione consegua alla diagnosi. E la diagnosi prevede uno specifico protocollo diagnostico: interviste diagnostiche, scale di valutazione dei sintomi, verifica del livello cognitivo eseguibile attraverso altre scale, integrate ancora da altre scale: quella di autovalutazione dell'ansia e quella della depressione dei bambini. La prescrizione farmacologia deve essere accompagnata da terapia psico-comportamentale (sedute di parent training) e da interventi di consulenza agli insegnanti. I migliori risultati terapeutici, non ci è difficile crederlo, sembrano essere ottenuti dalla combinazione di terapia farmacologica e comportamentale. Ma approfondiamo ulteriormente le conoscenze. Dopo 25 casi di morte in USA oggi la FDA consiglia alle case produttrici di indicare i rischi sulle confezioni. Sorge spontanea una domanda: a tutela di chi? In USA a fare uso di psicofarmaci sono oramai 11 milioni di bambini, fioccano le cause di risarcimento dei danni provocati da questi farmaci ai bambini. Se nel 2000 in USA il fatturato del farmaco registrava 759 milioni di dollari, nel 2004 tale cifra è arrivata a ben 3,1 miliardi di dollari. Contro l'uso del metilfenidato in Italia siamo arrivati anche all'affissione di manifesti nelle pubbliche vie. Dubitiamo che si tratti di ostruzionismo preconcetto. Tanto più che, sempre da noi, il primario della neuropsichiatria infantile dell'Università di Firenze ha accettato di partecipare perfino alla trasmissione "Striscia la notizia" per dimostrare il suo fermo rifiuto alla prescrizione di questo farmaco. L'Associazione "Giù le mani dai bambini" ha avviato una petizione contro l'uso del metilfenidato. E d'altra parte la preoccupazione riguardo l'impiego di questa molecola è un sentimento comune tra i medici e i pediatri. In un precedente numero di Omeopatia33 (Anno 1, n° 5) si è riportata l'esperienza della Clinica Psichiatrica dell'Università di Lione dove è stata sperimentata la Dopamina 5 CH con buoni risultati nella sindrome ADHD: i risultati ottenuti sono molto interessanti e mostrano che il trattamento omeopatico ha un'efficacia molto vicina a quella del trattamento con neurolettici. Personalmente riterrei non etico ignorare l'utilità di sostenere economicamente ulteriori ricerche anche in questa direzione.
Fonte:
articolo di Simonetta Bernardini