Quando il vaccino distrugge la vita

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Quando il vaccino distrugge la vita

Messaggiodi Dr.Ascani il gio apr 15, 2010 9:19 pm

Una fiala di Vaxigrip provoca la mielite acuta in una donna

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È un'eventualità rarissima, tengono a precisare i medici, ma le vittime non ne sono consolate. Si tratta delle reazioni ai vaccini antinfluenzali, che in alcuni casi provocano patologie gravissime come la mielite acuta, la malattia che ha colpito la signora Marisa di Torino.
La signora, cinquantenne, si era sottoposta a profilassi. Disoccupata, si arrangiava offrendo assistenza a persone anziane in nero. Per evitare contagi, sempre possibili considerato il tipo di lavoro, aveva scelto d'accordo con il medico di famiglia di vaccinarsi contro l'influenza stagionale.
Il medico le ha iniettato una fiala di Vaxigrip, un vaccino comunemente utilizzato per le sindromi influenzali, che nel suo caso però ha prodotto conseguenze drammatiche. Nel bugiardino, alla sezione “Effetti indesiderati”, si legge: “Raramente sono stati segnalati disturbi neurologici, quali encefalomielite, nevriti e sindrome di Guillain Barré”, anch'essa una neuropatia demielinizzante. Dopo alcune settimane, la signora ha cominciato a soffrire di dolori articolari, ma i medici pensavano si trattasse di disturbi legati all'ernia di cui già soffriva in precedenza. Alla fine di gennaio, quasi tre mesi dopo la vaccinazione, la signora ha la crisi definitiva, la cui drammaticità emerge dalle sue stesse parole raccolte in un'intervista rilasciata al quotidiano La Stampa: “mi trovavo al Maria Adelaide per accompagnare una persona anziana. Ero seduta su una sedia: mi sono sentita comprimere la schiena da una forza invisibile. Mi hanno portato sotto, in pronto soccorso, e con un antidolorifico mi sono sentita meglio. Ho guidato l’auto sino a casa di mia mamma a Moncalieri e mi sono fermata a cena da lei. Mentre eravamo a tavola ho avvertito, fortissimo, il bisogno di andare al bagno senza riuscirvi. La gamba sinistra andava per conto suo, non la controllavo. Mia sorella Silvia ha chiamato un’ambulanza. Al Cto, pensarono che ci fosse stata un’espulsione dell’ernia e volevano operarmi subito. Ma da una risonanza magnetica hanno capito che non era quello il problema. Così mi hanno mandata alle Molinette. E là tutti gli esami che avrei dovuto fare a marzo li ho fatti subito. Poi mi hanno detto che era una mielite acuta e che mi era venuta per il vaccino, perché io ero bassa di immunità”.
Ora la signora Marisa spera nella rieducazione, avendo coscienza del fatto che per la mielite acuta i primi sei mesi sono fondamentali. Naturalmente, casi come questi scuotono le coscienze di tutti, alimentando le paure e lo scetticismo di molti, ma come assicurano gli esperti si tratta di situazioni incresciose ma assolutamente marginali dal punto di vista statistico. La possibilità che i vaccini producano effetti di questo genere è presente, ma va ricordato che la stessa mielite acuta può presentarsi semplicemente a causa di enterovirus trasmesso per via alimentare, per fortuna sempre in percentuali bassissime. Come detto, ciò non può rappresentare una consolazione per chi subisce un danno del genere, ma a livello medico, per quanto riguarda la vaccinazione, il rapporto costi-benefici non può che avere un saldo positivo nei confronti di questi ultimi.

Fonte:
http://italiasalute.leonardo.it/news.asp?ID=6124
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