Il 'mea culpa' di Christian Boiron

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Il 'mea culpa' di Christian Boiron

Messaggiodi Dr.Ascani il gio lug 08, 2010 10:50 am

Contrariamente a ciò che dicono alcuni in modo un po' superficiale a proposito del dibattito "Garattini-Boiron", non si è trattato di un "dialogo tra sordi", i nostri obiettivi erano paralleli e coerenti. Nessuno di noi desiderava convincere l'altro. Tutti gli italiani sanno che Silvio Garattini è chiuso nel suo dogma anti-omeopatia da talmente tanto tempo che non potevo davvero propormi di fargli cambiare opinione! Quanto al mio "avversario", non poteva certo pensare che avrei accettato le sue affermazioni semplicistiche e sprezzanti. Eravamo entrambi preoccupati soltanto di fornire, alle persone che ci ascoltavano, delle argomentazioni a sostegno delle nostre tesi. Per quanto mi riguarda, volevo stimolare gli ambienti omeopatici a rimettere in discussione il loro sistema di comunicazione difensivo, nel quale tutta l'omeopatia si è arenata da decenni!
Spero di essere riuscito a mostrare che non dobbiamo vergognarci dei nostri medicinali né della nostra cultura. Spero di essere riuscito a mostrare che l'omeopatia non deve essere paragonata alla medicina ufficiale perché è parte integrante della medicina ufficiale! I "rimedi" omeopatici sono in realtà dei "medicinali", assolutamente regolamentati e ufficializzati nel 90% dei paesi del mondo, e i 500.000 tra medici e i farmacisti che li prescrivono e consigliano sono parte integrante della "medicina ufficiale". Spero di essere riuscito a mostrare che Hahnemann aveva creato sia il concetto di allopatia che quello di omeopatia, che qualsiasi dibattito "a favore o contro l'omeopatia" è privo di senso e che è opportuno invece valutare rispettivamente i contributi dell'allopatia e dell'omeopatia per ogni patologia; e che se organizziamo una "partita" tra allopatia ed omeopatia, è molto probabile che ai punti vinca l'omeopatia!
Spero di essere riuscito a mostrare che l'omeopatia può parlare da pari a pari con l'allopatia: non abbiamo lezioni da ricevere da nessuno, né sul piano della riflessione scientifica, né sul piano dell'etica, né sul piano dell'efficacia terapeutica, né tanto meno sul piano della sicurezza, dell'ambiente e dell'economia. Ma per fare ciò bisogna affermare forte e chiaro che la "medicina omeopatica" non esiste! Da un lato l'omeopatia non esiste perché non esistono due medici al mondo che siano d'accordo su una definizione oggettiva dell'omeopatia: da oltre 200 anni gli "omeopati" dibattono tra loro a proposito di questa definizione virtuale... In realtà Hahnemann ha definito una farmacologia omeopatica (metodo che permette di scoprire il potenziale terapeutico di una sostanza medicinale), ha definito i medicinali omeopatici (descritti in quasi tutte le farmacopee del mondo), ma non una "medicina omeopatica"!
In ogni caso, l'omeopatia non è una "medicina", esiste una sola medicina, definita da Ippocrate attraverso la sua professionalità, la sua cultura scientifica e la sua deontologia. Spero di essere riuscito a mostrare l'importanza di questo concetto di "allopatia" che ci appartiene, con il quale ci dobbiamo confrontare scientificamente e terapeuticamente, e che al contempo dobbiamo relativizzare. Spero di essere riuscito a mostrare che dobbiamo dare all'allopatia ciò che le appartiene, sia gli evidenti successi che gli insuccessi e i limiti: le malattie iatrogene che si cerca di nascondere sotto l'eufemismo di "effetti indesiderati" (quando si parla di almeno 500.000 morti all'anno nel mondo, la parola "indesiderato" sembra ridicola!). Ma anche le notevoli carenze dell'allopatia nelle patologie gravi (cancro, AIDS, parassitosi, psichiatria, malattie cardiovascolari, etc.), che le manipolazioni statistiche cercano di nascondere. Spero di essere riuscito a mostrare che i "fanatici dell'allopatia" non dovrebbero essere così arroganti, così sprezzanti, tenuto conto dei risultati piuttosto mediocri che presentano: soltanto il 10% dei farmaci ha dimostrato di avere reali effetti benefici secondo il British Medical Journal, mentre il 90% ha soltanto un effetto iatrogeno! Spero di essere riuscito a mostrare che il sorriso, l'entusiasmo, l'apertura erano molto meglio rappresentati dall'omeopatia che dall'allopatia, incarnata da un'arroganza nervosa e astiosa.
Ma, "mea culpa", ho "dimenticato" di dimostrare che l'omeopatia non è un placebo!

Christian Boiron

Fonte:
Omeopatia33, 9 luglio 2010 - Anno 5, Numero 24
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