Ridurre l'infiammazione per combattere il cancro

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Ridurre l'infiammazione per combattere il cancro

Messaggiodi Dr.Ascani il mer mar 28, 2012 10:22 am

Un interessante lavoro preliminare appena pubblicato nella banche dati mondiali mette in relazione il digiuno con una maggior efficacia dei trattamenti chemioterapici. I ricercatori della University of Southern California hanno studiato la risposta al digiuno di due giorni in alcuni modelli cellulari e animali arrivando alla conclusione che brevi cicli di sospensione alimentare sono attivi nel ritardare la progressione tumorale e aumentano l’efficacia dei farmaci chemioterapici contro alcuni tipi di tumore come il melanoma, il glioblastoma e i tumori mammari.
Indipendentemente dalla notizia, che può apparire affascinante, è importante inquadrare il problema capendo innanzitutto quali sono i meccanismi connessi al digiuno che possano influire sul metabolismo delle cellule tumorali e più in generale sulla risposta dell’organismo al tumore. È importante comprendere questi aspetti perché il digiuno si accompagna sistematicamente alla produzione di metaboliti tossici, come i corpi chetonici, che rischiano di essere dannosi sul piano generale soprattutto in un organismo già indebolito della malattia e dalle necessarie terapie mediche. Bisogna quindi valutare con molta attenzione, e con l’aiuto del proprio medico, se il digiuno possa essere o meno una strategia utile nella propria situazione e fasi di digiuno non devono mai essere intraprese autonomamente.
Il digiuno se di breve durata modifica sensibilmente il quadro insulinico di una persona. Digiunare vuol dire una minor produzione di insulina compensata da una maggior produzione di glucagone. Questo ormone è a tutti gli effetti l’antagonista per eccellenza dell’insulina. Minori livelli di insulina e in generale un miglior controllo glicemico hanno un’azione protettiva e di riduzione del rischio nei riguardi di molti tipi di tumore come il tumore al seno e il tumore alla prostata. L’insulina inoltre è a tutti gli effetti un ormone proinfiammatorio che aumenta i livelli generali di infiammazione. Il rapporto tra insulina e infiammazione si autoalimenta in un circolo vizioso. L'aumento dell'infiammazione, in ogni sua forma, determina un netto peggioramento della resistenza insulinica e un conseguente aumento della produzione di insulina. A sua volta questo determina un incremento dell'infiammazione con risvolti negativi sulla sensibilità periferica all'insulina e via dicendo.
Gli stili di vita che migliorano la resistenza insulinica periferica sono costantemente associati a un minor rischio tumorale e a una miglior prognosi nei soggetti già malati, anche a sopratutto in termini di sopravvivenza. La World Cancer Research Fund (WCRF), già nel 2007 e poi nel 2011, ha presentato, prima a Londra e poi a Washington, delle semplici regole per la prevenzione del cancro. L’attività fisica quotidiana, la riduzione assoluta degli zuccheri semplici a partire dalle bevande zuccherine, l’aumento del consumo di frutta e verdura freschi ricche di fibre sono temi già discussi su Eurosalus e di assoluta certezza scientifica nella prevenzione tumorale.
Oltre all’influenza sulla produzione di insulina, il digiuno ha un impatto estremamente favorevole sull’infiammazione generale dell’organismo. Il digiuno o l’astinenza verso certi alimenti rappresentano precetti importanti in molte religioni e probabilmente costituiscono meccanismi utile al mantenimento della tolleranza immunologica e alla riduzione dell’infiammazione da cibo. Come ormai risulta evidente dalla letteratura scientifica esistono fenomeni di infiammazione a bassa intensità, definita come low grade inflammation. Qualsiasi cibo può determinare nelle persone sensibili un aumento dell’infiammazione attraverso la produzione di anticorpi, citochine e sostanze infiammatorie (come le Immunoglobuline G, il BAFF e il PAF) che possono essere misurate e valutate con attenzione. Il digiuno evidentemente riduce l’assunzione anche dei cibi che determinano individualmente un aumento di queste molecole infiammatorie contribuendo efficacemente a mettere l’organismo nelle condizioni migliori per rispondere favorevolmente alla chemioterapia.
Lavorare sulla resistenza insulinica e sull’infiammazione da cibo è uno strumento importante sia nella prevenzione sia nella cura delle forme tumorali e quando si parla di sopravvivenza nei malati tumorali questi aspetti devono essere presi in serissima considerazione. Studi preliminari come quello presentato non devono essere presi alla lettera ma contestualizzati e utilizzati come modelli di comprensione dei meccanismi legati alle malattie degenerative, come quelle tumorali, e interpretati alla luce degli aspetti appena ricordati. Il digiuno, soprattutto il digiuno prolungato, si accompagna a rischi metabolici importanti mentre gli stessi meccanismi possono essere riprodotti efficacemente con uno stile di vita che favorisca il più possibile la calma insulinica e la riduzione dell’infiammazione da cibo.

Fonte:
http://www.eurosalus.com/malattie-cura/ ... one-cancro
Dr.Ascani
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