Ennesimo studio boccia il vaccino antinfluenzale

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Ennesimo studio boccia il vaccino antinfluenzale

Messaggiodi Dr.Ascani il sab nov 17, 2012 6:36 pm

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Sono passati solo tre anni dalla farsa della "pandemia" dell’influenza suina e del suo vaccino, contenente adiuvanti potenzialmente pericolosi come lo squalene. Ricordiamo che si trattò di una pandemia creata "ad hoc", in quanto l’Organizzazione Mondiale della Sanità, in maniera del tutto immotivata, arrivò addirittura a modificare la definizione di “pandemia” poche settimane prima della messa in commercio del vaccino, al fine di potervi includere anche l’influenza suina che, in realtà, era assai più mite di una normalissima influenza stagionale. La maggior parte della gente però comprese l’inganno, grazie al web e ad alcuni medici coscienziosi che si esposero in prima persona; ma il danno, purtroppo, era già stato fatto, con il risultato che i Paesi occidentali sperperarono un'enorme quantità di denaro pubblico per dei vaccini rimasti in gran parte inutilizzati. Ora, dopo soli due anni di tregua e nella speranza che la popolazione si sia dimenticata del flop relativo all'influenza suina, è ricominciato il terrorismo mediatico e di nuovo si parla di “influenza cattiva”, di vaccino utile, sicuro e necessario, fino ai più funesti presagi dei soliti virologi, ormai onnipresenti nei mass media, che prevedono addirittura un “raddoppio delle morti”, in mancanza della realizzazione del programma di vaccinazione previsto. Queste previsioni catastrofiche, sempre smentite dai fatti, sollevano forti dubbi sulle reali intenzioni di queste eccessive campagne mediatiche favorevoli ad una vaccinazione di massa di scarsa efficacia, affatto priva di effetti collaterali e che ha l’aggravante di essere spesso consigliata a milioni di persone sane, tra cui anziani, bambini e donne in gravidanza.
La Scienza, intanto, continua a fornirci prove continue sulla modestissima efficacia (quando non sulla totale assenza di efficacia) del vaccino antinfluenzale. Le conclusioni di un recentissimo studio pubblicato nell'Ottobre 2012 sulla rivista scientifica Clinical Infectious Diseases [1] mostrano dati a dir poco scoraggianti sulla reale efficacia del vaccino antinfluenzale: nella fascia di età fino agli otto anni l'efficacia risulta modesta, mentre per le persone sopra ai sessantacinque, (quindi, la fascia d'età cui viene maggiormente raccomandata la vaccinazione), l'efficacia risulta molto scarsa, inferiore al 40%. Ma numerosi altri studi si aggiungono alla lista. Ad esempio, quelli pubblicati nel 2006, dall’organizzazione no-profit The Cochrane Collaboration, nei quali gli autori riportavano conclusioni analoghe, se non peggiori: l’efficacia del vaccino antinfluenzale in bambini sotto i due anni è pari al placebo (cioè nulla) [2] e non ci sono prove scientifiche sufficienti che dimostrino l’efficacia del vaccino antinfluenzale nel ridurre la mortalità negli anziani [3]. Studi pubblicati nel 2008 su Lancet e su New England Journal hanno inoltre dimostrato che la vaccinazione antinfluenzale non è associata ad una riduzione del rischio di polmonite nelle persone anziane [4] [5] e una ricerca del 2008 pubblicata su American Journal of Respiratory and Critical Care of Medicine, conferma che non vi è stata alcuna diminuzione delle morti per influenza e polmonite negli anziani, nonostante il fatto che la copertura vaccinale fra questa popolazione sia aumentata dal 15% (nel 1980) al 65% (data di oggi) [6]. Per concludere, in un importante studio del 2004 compiuto su 800 bambini asmatici - a metà dei quali era stato somministrato il vaccino antinfluenzale e all'altra metà no - la conclusione è stata che non si è riuscita a fornire alcuna evidenza che il vaccino antinfluenzale prevenga dai peggioramenti dell’asma pediatrico [7]. E nelle donne incinte? Attualmente il vaccino antinfluenzale viene raccomandato anche alle donne al secondo e terzo mese di gravidanza, quasi fossero delle malate e come se il vaccino fosse assolutamente innocuo. Un imponente studio, pubblicato nel 2006 nel Journal of American Physicians and Surgeons [8], ha preso in esame circa 50 mila donne in gravidanza e altrettanti nuovi nati, negli anni che andavano dal 1997 al 2002. Veramente preoccupanti le conclusioni fatte dagli autori: si dovrebbe ritirare la raccomandazione del vaccino influenzale a donne incinte, in quanto:
a) una influenza è raramente una complicazione per una donna incinta,
b) non sono stati fatti studi sulla sicurezza,
c) non ci sono state differenze significative di incidenza della malattia tra le donne vaccinate e quelle non vaccinate,
d) paradossalmente gli autori hanno trovato che le ospedalizzazioni correlate a malattie simili all’influenza, nelle donne vaccinate sono 4 volte tanto (il 2,8% contro lo 0.7%).
Queste osservazioni non solo mettono in discussione l’efficacia del vaccino, ma sollevano anche la preoccupazione che la vaccinazione in realtà porti un rischio aggiuntivo di malattie simili alla influenza.


Per concludere, in un recentissimo articolo pubblicato il 19 Novembre sul British Medical Journal [9], si sostiene che una meta-analisi indipendente sulla vaccinazione antinfluenzale ha concluso che i presunti grossi benefici di tale vaccinazione sono stati chiaramente esagerati attraverso affermazioni "elusive" e documentazioni dubbie. Inoltre, a fronte di una modesta protezione nei giovani adulti, che molto raramente soffrono di complicazioni legate all'influenza, manca completamente un'evidenza di efficacia nelle persone sopra i 65 anni, che rappresentano oltre il 90% delle persone che possono morire a causa dell'influenza. Dati alla mano, si sostiene quindi che quanto promosso dalle case di produzione e raccomandato dagli organi competenti, si basa perlopiù su lavori scientifici "accomodanti", non supportati da evidenza scientifica e che hanno il chiaro tentativo di diffondere notizie che inducano risposte di marketing ben orientate e stabilite a priori.

E dunque, con tanti gravi problemi economici che affliggono ora l'Italia, non sarebbe auspicabile indirizzare altrove risorse finanziarie sempre più esigue?

BIBLIOGRAFIA
[1] http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22843783
[2] http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16437500
[3] http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16856068
[4] http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed?orig ... %5Bpdat%5D
[5] http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed?term ... ailssearch
[6] http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed?orig ... %5Bpdat%5D
[7] http://adc.bmj.com/content/89/8/734.abstract
[8] http://www.whale.to/vaccine/ayoub.pdf
[9] http://www.bmj.com/content/345/bmj.e7856
Dott. Tancredi Ascani
Iscritto all’Ordine dei Medici Chirurghi di Perugia che praticano Medicine Non Convenzionali per la disciplina Medicina Omeopatica
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Re: Ennesimo studio boccia il vaccino antinfluenzale

Messaggiodi Chiara Rossi il mar nov 27, 2012 11:16 am

Anche il British Medical Journal contro i vaccini antinfluenzali


Finché quelli che rilevano delle scorrettezze e delle falsità nelle comunicazioni siamo noi di Eurosalus, c'è sempre qualcuno che rileva il fatto che si tratta di una voce autonoma, non istituzionale.

Quando però anche il BMJ (una delle tre testate mediche più prestigiose al mondo) si fa parte attiva nel segnalare probabili bugie (per essere gentili) connesse al marketing della vaccinazione antinfluenzale, il tema diventa scottante e le indicazioni date nel tempo dai nostri giornalisti vengono rafforzate.

In sostanza il BMJ, in un articolo pubblicato il 19 novembre scorso ripercorre alcune delle polemiche legate all'efficacia della vaccinazione antinfluenzale e sostiene, dati alla mano, che quanto promosso dalle case di produzione e riportato da lavori scientifici spesso "accomodanti" non risponde alle caratteristiche della Medicina basata sulle Evidenze, ma piuttosto ad un palese tentativo di diffondere notizie che inducano risposte di marketing ben orientate e stabilite a priori (qui leggibile il pdf originale dell'articolo) (Lenzer J. BMJ. 2012 Nov 19;345:e7856. doi: 10.1136/bmj.e7856).

Non sembra che ci sia niente di diverso da chi vende frigoriferi o televisori, solo che per un bene di consumo capiamo che il venditore lavori per il suo beneficio e non sempre per quello del cliente, mentre sul tema della vaccinazione si è arrivati al fatto che chi sceglie in modo scientifico e responsabile viene tacciato di essere contro la scienza, accusato di essere un untore e spesso osteggiato attraverso procedure legali di dubbia correttezza.

Nell'articolo è segnalato con chiarezza che molte delle affermazioni fatte finora sono basate su prove elusive e su documentazioni dubbie. In molti casi le proposte delle case produttrici si sono basate su lavori non corretti ed in particolare, come da noi riferito anche di recente, la documentazione dell'efficacia per i soggetti sopra i 65 anni è del tutto mancante.

Un tema più generale è che probabilmente alcune vaccinazioni potrebbero essere utili a fronte della comparsa di nuovi agenti patogeni, ma la progressione di pessime comunicazioni a fini di marketing fatte per la SARS, l'aviaria H5N1 e con la truffa organizzata connessa con la suina H1N1, hanno ormai frantumato la fiducia residua che restava nelle istituzioni.

la domada seria è: chi si fiderà domani di una struttura istituzionale che parlerà di vaccinazioni e vaccini? Il declino di questa forma di terapia per l'influenza non è dovuto tanto alla consapevolezza crescente del pubblico e allo sviluppo di terapie naturali (anche se costantemente in crescita) ma alla insipienza dei produttori che stanno continuando a pensare che i loro clienti siano stupidi e disinformati (e ingannabili).

Noi continuiamo a stare con le "orecchie tese" sperando in qualche intervento che possa costruire conoscenza e salute e non solo produttività senza benessere.

(dal sito Eurosalus - Newsletter del 27.11-12)
Chiara Rossi
 


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