Vaccinati a morte

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Vaccinati a morte

Messaggiodi Dr.Ascani il ven nov 23, 2012 2:30 pm

Gli esperti internazionali: "Un nesso chiaro tra il cattivo uso dei vaccini e il tumore"
Continua la nostra inchiesta e da Antonio Giordano, presidente dello Sbarro Institute di Philadelphia all'infettivologo Giulio Tarro, arrivano conferme: vaccinazioni troppo ravvicinate, anamnesi insufficienti e confezioni multidose possono essere all'origine delle morti o delle gravi malattie dei militari. La preoccupazione delle Forze Armate: "Andremo avanti. I dati in nostro possesso sono parziali". Le case farmaceutiche: "Non siamo in grado di offrire risposte sui tempi e modi di somministrazione"

David aveva appena iniziato il servizio di leva nell'Esercito nell'85esimo Reggimento Verona a Montorio Veronese, quando il 19 giugno 2006 fu sottoposto a una serie di vaccinazioni. Stava bene, il giorno precedente aveva vinto una maratona locale, ma dopo l'ultima iniezione cadde a terra senza conoscenza. Oggi convive con un'invalidità del novanta per cento dovuta a una gravissima neuropatia da avvelenamento da metalli pesanti dovuta a un importante deficit del sistema immunitario. David fu addirittura accusato e poi assolto del reato di diserzione. La sua famiglia ha iniziato una battaglia difficilissima per vedere riconosciuto il danno subito dal figlio a causa dei vaccini che gli sono stati iniettati durante il servizio militare, esibendo analisi di laboratorio e schede vaccinali piene di irregolarità. Niente però è servito. "Davanti a noi un muro insormontabile" racconta la madre Silvana "quando mi dissero che il caso di mio figlio non era classificabile fra quelli del Protocollo Mandelli, per chi aveva prestato servizio all'estero, né da nessun'altra parte, ho capito che avremmo urlato nel buio". In questo buio però i genitori di David hanno incontrato più gente di quanta pensassero, familiari di ragazzi, spesso deceduti, che avevano storie analoghe, malattie violentissime comparse da un giorno all'altro.

Sarebbero quasi 4000, secondo l'associazione di assistenza ai familiari dei caduti delle Forze Armate, i casi di contaminazione per uranio impoverito e altri agenti patogeni. Il dato di 3721 casi, fornito dalla Difesa, è peraltro molto inferiore alla realtà perché si riferisce solo a casi di militari in servizio, mentre esclude tutto il personale militare in congedo che ha lasciato il servizio ed i civili che lavorano nelle Forze Armate. Il 10 ottobre scorso nell'aula del Senato dedicata ai caduti di Nassiriya, l'onorevole Rosario Giorgio Costa, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sull'uranio impoverito, richiama duramente il Segretario generale della difesa e Direttore nazionale degli armamenti, Claudio Debertolis presente per un'audizione: "Le Forze Armate dovrebbero dotarsi di un ufficio che si occupi di questi casi, finora siamo stati il vostro ufficio relazioni con il pubblico, ma tra poco questa commissione chiuderà i battenti e ci chiediamo cosa sarà di queste persone". Debertolis risponde: "Mi assumo personalmente l'impegno a istituire un ufficio di questo tipo, che, è vero, non esiste".

Difficile trovare una risposta scientifica valida per tutti. Spinti anche dalle critiche di chi ci ha accusato (dopo la prima inchiesta) di aver sentito solo i "fanatici dell'antivaccino" siamo andati a parlarne, dall'altra parte dell'Oceano, a Philadelphia, col professor Antonio Giordano, presidente dello Sbarro Institute sul cui livello scientifico e sulla cui imparzialità, nessuno ha dubbi: "C'è un nesso riconosciuto - dice il presidente dello Sbarro Institute - tra vaccini ravvicinati e abbassamento delle difese immunitarie. E in Italia c'è pieno di posti ad alto tasso d'inquinamento altamente pericolosi per chi ha un sistema immunitario compromesso". A una domanda precisa ("Se venisse da lei un militare italiano che gli chiedesse un consiglio sul fatto di doversi sottoporre a una decina di vaccinazioni in un mese, cosa gli risponderebbe?"), Giordano ci ha detto. "Gli spiegherei che tanto vale suicidarsi". E lo stesso Giordano lancia la sua proposta: l'equipe di ricerca dello Sbarro Institute of Cancer Research and Molecular Medicine di Philadelphia si mette a disposizione per fare, gratuitamente, studi scientifici in merito, per contribuire a far emergere la verità. Una proposta che, comunicata ai vertici della Sanità militare ha incontrato disponibilità e favore.

La Commissione d'inchiesta sull'uranio impoverito, dunque, ora sta indagando sui danni da vaccini finora taciuti nonostante gli allarmi lanciati negli ultimi anni da numerosi medici e scienziati e dalle famiglie di centinaia di vittime. "Hanno cercato di mettere tutto a tacere perché gli interessi economici in ballo sono troppo grandi visto che facilmente dai militari si può passare ai civili", sostiene Massimo Montinari, medico e funzionario di polizia, "ma ora, a quanto pare, anche a livello politico qualcosa si sta muovendo".

Anche a livello dei risarcimenti, almeno a giudicare dall'andamento della questione. Alla fine del 2011, le domande di "riconoscimento come vittime del dovere" presentate da militari o da loro parenti, erano 350. Tutte chiedevano il risarcimento per i danni patiti dall'essere venuti a contatto con sostanze nocive durante il servizio. Di queste, 110 sono state approvate e il "riconoscimento" ha portato a risarcimenti intorno ai 200 mila euro. Le altre 240 erano state respinte. Adesso, anche alla luce, dei nuovi sviluppi relativi all'ipotesi vaccino, le domande sono state riesaminate a campione. Un consulente della Commissione ne ha esaminate dieci e ha sentenziato che almeno sei avrebbero potuto avere risultato positivo. Da qui la decisione di riesaminarle tutte e 240.

Alla decisione della Commissione ha contribuito anche il risultato del Progetto Signum, uno studio sull'impatto genotossico nelle unità militari, commissionato nel 2004 dalla Difesa a ricercatori civili e militari facenti capo a prestigiose università (Pisa, Roma, Genova). Dimostra che sottoporre una persona a più di cinque vaccini significa comprometterne il sistema immunitario. Nella relazione finale di Signum, consegnata il 17 gennaio 2011, si legge che lo stesso soggetto ipervaccinato, esposto ad agenti aggressivi come diossina, uranio impoverito, forte inquinamento ambientale, potrà facilmente sviluppare malattie gravi. Non solo, finora sono stati ignorati anche molti studi internazionali che sostengono la stessa evidenza e di cui ci parlano scienziati importanti che lavorano anche per altre nazioni come Giordano, Giulio Tarro medaglia d'oro del Presidente della Repubblica, infettivologo di fama mondiale, o Franco Nobile del Centro di eccellenza nazionale per la lotta ai tumori di Siena, che ha effettuato studi proprio sui militari. Tutti medici indipendenti, che non hanno mai accettato sostegno né fondi da case farmaceutiche.

Certo, perché a questo punto bisogna sottolineare che l'Italia non ha una legge sul "conflitto di interessi di medici e scienziati" che vieti, ad esempio a quelli che ricevono contributi da case farmaceutiche, di dare il via libera per un farmaco, suggerire un vaccino o fare una consulenza al Ministero della Salute. Qualche regolamento c'è, ma leggendolo con attenzione, vediamo che in realtà per non incorrere in sanzioni basta dichiarare il proprio conflitto di interessi e sostenere che si farà prima l'interesse del pubblico che del privato. Solo dallo scorso aprile, l'Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) ha aggiornato la normativa istituendo delle forme di controllo e classificando i diversi gradi possibili di conflitto d'interessi.

Ma torniamo alla questione dei presunti danni da vaccino nei militari. Le denunce più gravi sono due. La prima riguarda il mancato rispetto dei protocolli vaccinali da parte di alcuni medici militari. I motivi sarebbero molti, vanno dalla semplice ignoranza, alla fretta di vaccinare molte persone per renderle attive in servizio. Qui l'imputato sarebbe il Ministero della Difesa.
La seconda punta al contenuto dei vaccini, visto che studi scientifici dimostrano che molte patologie autoimmuni e tumorali sono legate all'accumulo di metalli pesanti come mercurio e alluminio. Gli stessi metalli che sono stati riscontrati in quantità enormi in ragazzi come David, sono stati anche trovati in numerosi vaccini. Vengono utilizzati come eccipienti, conservanti e per migliorarne l'effetto sui pazienti. Qui l'imputato sarebbe invece il Ministero della Salute assieme alle case farmaceutiche. Fernanda Ferrazin dall'Aifa ammette: "I vaccini dei militari non sono esattamente uguali a quelli dei civili. Nei multidose c'è più mercurio, ma si tratta di tracce sostenibili". Sulla stessa quantità, il professor Tarro dissente e parla di "dosi da cavallo". Il Tenente Generale Federico Marmo, Capo Ufficio Generale Sanità Militare, sobbalza, venendo ora ad apprendere delle maggiori dosi di mercurio, consulta gli ufficiali medici che lo circondano e che mormorano allarmati: "non ce l'hanno mai detto". Tuttavia, sostengono che per i soldati, da circa un paio di anni, non siano più utilizzati i multidose.

Il silenzio finora imposto su tema è comprensibile alla luce dell'evidente mancanza di collaborazione di molti di questi attori. Interpellata da Repubblica, Novartis sostiene di non poter rilasciare dichiarazioni. Rivolgiamo le stesse domande a Farmindustria: "Vi risulta che i vaccini venduti alle Forze Armate non siano utilizzati correttamente? Le storie di danni da vaccini denunciate da molti militari vanno a ledere in qualche modo anche l'immagine delle case farmaceutiche? Avete modo chi chiedere chiarimenti su quanto sta avvenendo?" Rispondono per iscritto, in modo generico, parlando dell'importanza dei vaccini, e concludono: "Le aziende non sono nelle condizioni di offrire risposte in merito ai tempi e ai modi effettivi di somministrazione dei vaccini". Una volta venduti, dunque, non sembrano più essere un affare che le riguarda. Su cosa stia accadendo, però, si interrogano anche le forze armate. Il generale Marmo sostiene: "Abbiamo diversi studi in corso. Non è vero che siamo insensibili al tema delle morti dei nostri uomini e donne, con ciascuno di loro condividiamo lo strazio. Sulla base dei dati che abbiamo, il problema non sussiste, i militari si ammalano meno degli altri. Tuttavia, non stiamo negando: parliamo sulla base dei dati disponibili che, ammettiamo, sono parziali". Qualcosa è successo anche dopo l'uscita dell'inchiesta di Repubblica. it: "da un mese - continua Marmo - abbiamo attivato ulteriori studi e analisi di verifica, ma ricordate che i risarcimenti non dipendono da noi".

E' infatti il Ministero dell'Economia e delle Finanze l'altro grande protagonista di questa brutta storia, perché è al suo interno la commissione che vaglia se concedere o meno il risarcimento ai ragazzi e alle famiglie che denunciano (perizie mediche alla mano) di aver contratto importanti malattie a causa dei vaccini e che nulla hanno ottenuto. "Hanno paura che si scateni una reazione a valanga, che siano troppi - sostiene Andrea Rinaldelli, padre di Francesco, scomparso nel 2008 - e di doverli poi risarcire tutti. Ma in realtà questi ragazzi anche da malati costano molto allo Stato".

Gli elementi per fare chiarezza, dunque, sono quasi tutti sul tavolo. Change. org ha promosso una petizione e ha già raccolto quasi diecimila firme firme. E si attende l'esito di un'interrogazione parlamentare promossa il 25 ottobre dall'onorevole Amalia Schirru verso i Ministeri di Salute e Difesa

Ma nel frattempo le condizioni di Erasmo Savino, il militare di cui denunciavamo la storia nella precedente inchiesta, continuano a peggiorare. Secondo un'analisi dell'infettivologo Giulio Tarro (che pubblichiamo dietro autorizzazione): "Si può affermare che ha ricevuto una concentrazione di vaccini in tempi brevi, le cui componenti metalliche hanno interagito con i trigliceridi ed hanno formato dei complessi che hanno fatto da pacemaker alla proliferazione della malattia.... Le vaccinazioni, quando non condotte secondo i protocolli della Sanità militare, spesso sono causa o concausa delle patologie di cui risultano affetti gli stessi militari e che in casi molto frequenti hanno portato al decesso". Nonostante ciò, per Savino non c'è nessun risarcimento: la burocrazia sul suo caso è bloccata. Il tempo passa, il tumore corre. Rimane il silenzio dei grandi palazzi.

Fonte:
http://inchieste.repubblica.it/it/repub ... 6383097%2F
Dr.Ascani
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Re: Vaccinati a morte

Messaggiodi Dr.Ascani il ven nov 23, 2012 3:08 pm

"Provo un senso di ingiustizia immenso lotto per dire basta alla strage di militari"

Parla Santa Passaniti, nel 2002 il figlio è deceduto per un linfoma di non Hodgkin: "Francesco - accusa - è morto per una malattia provocata. Da quando non c'è più ho dedicato ogni giorno della mia vita a capire perchè. Ho fatto viaggi, telefonate, riunioni interminabili, speso giornate e notti intere". E confida: "Qualcuno molto in alto mi detto di stare attenta perché dalle mie parti nelle strade c'è molta nebbia e si possono fare incidenti facilmente"

ROMA - Il primo dicembre 2002 Santa Passaniti era al dodicesimo piano dell'Ospedale S. Martino di Genova, accanto a suo figlio Francesco Finessi, di ventidue anni, che stava spirando a causa di un linfoma non Hodgkin. Sei giorni prima era stato sottoposto a un trapianto di midollo osseo donato dal fratello. Francesco, proveniente da Codigoro in provincia di Ferrara, si era arruolato tra gli alpini, dopo l'addestramento compiuto a Merano, aveva operato per diversi mesi a Belluno. Nel 2001, tre mesi dopo il congedo, scoprì di essere malato. Il suo caso quindi non rientra nelle statistiche della Difesa che tengono conto solo dei militari malati ma operativi.

Francesco durante il servizio militare sarebbe stato sottoposto a vaccini numerosi e troppo serrati, come testimoniato sia dal libretto vaccinale che dalla relazione fatta dal professor Tarro (che pubblichiamo dietro autorizzazione). Gli sarebbe stato somministrato per due volte il vaccino antitifoideo con il "Neotyf", un medicinale che poi il Ministero della Salute, nel gennaio del 2002, ritirò dal commercio, adducendo "ragioni di mercato". Ora si attende il processo a carico del tenente colonnello degli alpini, Nicola Marchetti, medico che si occupò anche di Francesco e che è accusato di falso materiale e ideologico. Sui libretti sanitari di alcuni militari di leva, avrebbe attestato di aver eseguito visite mediche in realtà mai effettuate. In questi dieci anni, Santa ha portato avanti una battaglia senza tregua per conoscere la verità sulla morte del figlio e di tanti altri ragazzi con una storia simile.

Quando ha iniziato a pensare che i vaccini potessero essere connessi alla malattia di Suo figlio?
"La storia clinica di Francesco era simile a quella di altri militari ma avevamo scartato l'ipotesi dell'uranio perché non era mai stato all'estero. Mio figlio era gravemente malato. Il 14 febbraio 2002 vidi un servizio di Striscia la Notizia in cui il Maresciallo Leggiero annunciava la sospensione del Neotyf che mio figlio aveva fatto. Di lì iniziammo a confrontare dati, a incrociare schede vaccinali di diversi ragazzi, a far fare analisi specifiche. La dottoressa Antonietta Gatti trovò nelle cellule staminali e nello sperma di Francesco grandi quantità di metalli pesanti come piombo, alluminio, cobalto, cromo. Gli stessi metalli che la dottoressa riscontrò analizzando due vaccini".

La Commissione parlamentare d'Inchiesta sull'uranio impoverito è informata di tutto questo?
"Sì certo, io fui ascoltata in senato la prima volta nel dicembre 2005. A gennaio 2006 fecero un'audizione particolare con sette specialisti, sulle problematiche delle vaccinazioni. L'input fu lanciato alla fine della commissione presieduta da Paolo Franco che chiese che dopo di loro si indagasse subito sulle vaccinazioni. Invece la commissione Menapace si dimostrò sorda a questo tema. Trovammo un muro di sordi. Non è solo una questione di scienza ma anche di politica. Ora questa commissione presieduta da Rosario Giorgio Costa si sta comportando diversamente, dimostra la buona volontà di far luce e le cose iniziano a venir fuori".

Crede ci sia un interesse a tacere sul tema?
"Sì diversi sia dal punto di vista economico che politico".

Ha mai subito delle pressioni o addirittura minacce?
"Sì purtroppo, al dolore della perdita si è aggiunto anche quello. Ci fu un momento in cui la dottoressa Gatti smise di fare analisi sui vaccini, ai miei continui solleciti mi invitò per il mio bene a lasciar perdere la questione. Poi, successivamente una persona mi avvertì che gli era stato riferito da altri che dovevo stare attenta perché dalle mie parti nelle strade c'è molta nebbia e si possono fare incidenti facilmente".

Chi era questa persona, può dirlo?
"No, non me la sento, è una persona troppo importante".

Guardi che potrebbe fare la differenza.
"Mi dispiace, non posso, ma le garantisco era una persona ai vertici della Difesa. A questo punto, mi creda questi sono solo dettagli".

La sua causa è stata riconosciuta?
"Il Ministero della Difesa, nonostante tutta la documentazione scientifica presentata, sostenne che non esisteva un nesso di causalità tra i vaccini e la malattia e non accordò la pensione privilegiata a Francesco che la chiese quando era ancora vivo, nel 2002. Per tutte le altre cause civili e penali siamo ancora in attesa dell'esito".

Quanto le ha portato via questa battaglia così lunga e non ancora conclusa?
"Ho perso un figlio, cosa altro potrebbero portarmi via? La vita di tutta la mia famiglia è stata influenzata da questa storia. Viviamo in una tristezza continua, se faccio un dolce con le fragole che Francesco adorava e lo mangio con gli altri due figli, non riesco lo stesso a sorridere. La nostra vita è in bianco e nero. Farei qualsiasi cosa per rivedere mio figlio, è un dolore immenso, nessun risarcimento me lo riporterà. Questa ricerca negli anni è diventata la mia ragione di vita. Ho un archivio di documentazione enorme, sono in contatto ormai con tutti quelli che hanno storie analoghe. Ho fatto viaggi, telefonate, riunioni interminabili, speso giornate e notti intere solo per questo. Tra spese di laboratorio, perizie, spese legali, in dieci anni abbiamo già speso centomila euro, siamo una famiglia semplice, le nostre risorse economiche sono limitate, questo è significato tante rinunce ma non conta. Mio figlio è morto per una malattia provocata, il senso di ingiustizia che proviamo io e mio marito è immenso. Mio figlio è all'interno di un elenco lunghissimo che è stato definito "strage dei militari", un elenco in cui troviamo più di 3000 ragazzi malati che non sono mai usciti dall'Italia".

Fonte
http://inchieste.repubblica.it/it/repub ... 6383097%2F
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Re: Vaccinati a morte

Messaggiodi Dr.Ascani il ven nov 23, 2012 3:17 pm

Il virologo: "I problemi? Nei protocolli e negli eccipienti al mercurio e alluminio"

L'invito a non schierarsi in una specie di "guerra" tra fazioni pro e contro vaccini, ma ad approfondire laicamente la questione: "Ormai è chiaro che c'è un rapporto tra l'abbassamento delle difese dovuto ai vaccini e le malattie riscontrate tra i militari". I rimedi: "Anamnesi più mirate e test anticorpali"

Il professor Giulio Tarro è un virologo di fama internazionale, pluripremiato, Presidente della Commissione sulle Biotecnologie della Virosfera UNESCO. Gli abbiamo chiesto di spiegarci se e in che modo le vaccinazioni possano condurre a gravi malattie. La risposta è nettamente positiva: un rapporto esiste ed è all'esame della Scienza. Tarro ci dice qualcosa di più anche sullo scontro fra medici pro e contro i vaccini e sulla questione dei nuovi modelli di anamnesi e lancia una provocazione alla sanità militare italiana: "Non essere controcorrente ma guidare una nuova corrente".

Professore, dunque è provata scientificamente la connessione tra vaccini fatti male e cancro?
"Sì, da alcuni anni si è aperto un nuovo capitolo della scienza, che ha osservato, in determinate condizioni, questa causalità. Prima si dava per scontato che i vaccini fossero una panacea. Poi si è iniziato a riscontrare che, come tutte le cose, hanno limiti e controindicazioni e che vanno utilizzati adeguatamente. Nel caso limite dei militari, sono state cercate tutte le possibili cause di tumori e malattie autoiminuzzanti analizzando il loro stato di salute e le sollecitazioni cui sono stati sottoposti. L'abbassamento di immunità post vaccino si riscontra regolarmentee ed è incontestabile".

Dov'è il problema, dunque, nei protocolli non rispettati o nelle sostanze contenute nei vaccini?
"Entrambi sono problemi. Spesso i protocolli non sono stati rispettati, magari a causa di ignoranza. Questo ha causato indebolimento, un calo delle difese immunitarie drastico, che ha esposto molti soldati a conseguenze gravi. Inoltre, bisogna anche considerare il contenuto degli eccipienti contenuti nei vaccini, specialmente mercurio e alluminio. Checché se ne dica, i multidose che vengono iniettati ai militari (con i civili invece si usano i monodose, ndr) contengono quantità da cavallo di metalli. Per questo i militari sono la punta dell'iceberg dei potenziali danni da vaccino perché ne fanno di più e a volte in tempi più ravvicinati. La mia esperienza personale, anche come medico nella Marina militare, mi dice che di volta in volta bisogna vagliare, pensare anche a dove andranno i ragazzi, scegliere in ogni situazione il vaccino giusto per avere la corretta risposta immunitaria. Ci sono stati anni in cui i medici militari non erano un granché... Ora però le cose stanno cambiando, io vedo colleghi preparati, eccellenti, le cose si evolvono. Certamente alcuni danni del passato restano e poi bisogna andare avanti, migliorare per evitarne altri. Per questo invito la Sanità Militare Italiana ad essere all'avanguardia, non dico controcorrente ma devono guidare una nuova corrente. Bisogna anche considerare che i vaccini non sono tutti uguali, si fanno delle scelte, le stesse scelte si evolvono. Si potrebbe rivoluzionare e migliorare la modalità di fare l'anamnesi pre-vaccinale introducendo i test anticorpali".

Sui vaccini sembrano esserci, più che differenti opinioni, due fazioni di medici e scienziati, anche alacremente in lotta, Lei si schiera?
"Vero, ma io onestamente non scendo in questi 'crash', me ne sto nel mio 'Olimpo' (ride). I vaccini hanno i loro meriti. Mi hanno lasciato amarezza, tuttavia, casi eclatanti di danni in cui bisognava davvero chiudere gli occhi per negare il risarcimento. Casi in cui avevano anche vinto in Tribunale, ma il Ministero della Salute ha negato il riconoscimento solo per un fatto economico. Talvolta queste discussioni diventano ideologiche e dimenticano la scienza o cercano di stiracchiarla in un senso o nell'altro. Spesso ci sono interessi economici di vario genere a guidarle".

Ecco, a proposito di interessi economici, a quanto pare in Italia non esiste una legge sul conflitto di interessi di medici e scienziati che possono ritrovarsi a lavorare nel settore pubblico mentre hanno introiti anche dalle case farmaceutiche.
"Già, andate a vedere la manfrina di consulenze per Regioni e Comuni e tutti i soldi che vi girano attorno con un grave deficit di indipendenza. Consulenze scientifiche o mediche spesso inutili o non qualificate. Comunque teniamo presente anche il fatto che i vaccini per le case farmaceutiche cominciano a non essere più un mercato interessante rispetto a quello del farmaco. Ormai sono poche a produrre i vaccini".

Pensa ci siano medici che si sono costruiti carriere grazie alla loro battaglia contro i vaccini?
"Mah, onestamente io, in una vita dedicata alla medicina, non ne ho viste. E' vero che le consulenze di chi si è schierato contro i vaccini, ad esempio nel caso dei militari, sono state pagate, ma pensa si siano arricchiti? Si sono anche chiusi tante strade. Credo sia facile capire che non c'è paragone con quanto ci si può arricchire grazie al supporto delle case farmaceutiche".

Fonte:
http://inchieste.repubblica.it/it/repub ... F23%2Fnews%
2Fvaccini_pericolosi_2%2D46383097%2F
Dr.Ascani
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