Hans Ruesch replica alla signora Rita Levi Montalcini

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Hans Ruesch replica alla signora Rita Levi Montalcini

Messaggiodi Dr.Ascani il mer gen 02, 2013 1:57 am

Articolo apparso sul Corriere della Sera del 26 luglio 1989, originariamente intitolato "PER GIUSTIFICARE UNA ATTIVITÀ INGIUSTIFICABILE SI RICORRE ALLE MENZOGNE PSEUDOSCIENTIFICHE", pubblicato dal Correre col titolo “Contro-apologia della vivisezione”.

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Replico all'appassionata apologia della vivisezione da parte della Rita Levi Montalcini, apparsa sul vostro giornale il 21 luglio. Mi é bastato il titolo con quel suo "Amo follemente gli animali", detto da una persona che si è guadagnata un premio Nobel, ossia soldi e gloria mondiale, sulla pelle (è il caso di dirlo) di non so quante bestiucce (secondo lei solo topini, però anch'essi sensibilissimi e incolpevoli, e intanto assistendo alle incredibili oscenità dei suoi colleghi), per avvertirmi che la lettura di quell'articolo mi avrebbe causato un penoso senso di déjà vu, e la mia esperienza non mi ha ingannato.
L'unica novità che ho riscontrato nell'articolo in esame è un nuovo epiteto per gli antivivisezionisti. Costoro - comprendenti, tra tantissimi altri grandi dell'umanità, nomi come Leonardo, Schweitzer, Gandhi„ Goethe, Wagner, Shaw, Tagore, Tennyson, Ruiskini, Bismarck, Garibaldi, Victor Hugo, nonché una legione di eminenti medici e chirurghi di cui ho appena finito di raccogliere in un volume più di mille giudizi - erano stati finora sempre definiti dagli appassionati della vivisezione, "imbecilli" o, semmai, "ignoranti". Ora la Montalcini li ha definiti anche "barbari". Una novità assoluta, meritevole di un altro Nobel, questa volta per la letteratura.
Una pratica crudele, scientificamente assurda date le diversità delle specie e pertanto fuorviante per la scienza medica e nociva per l'uomo, può tentare di giustificarsi solo mediante una costante ripetizione di menzogne, già confutate troppe volte da tutti i veri esperti che non siano legati agli interessi pecuniari e carrieristici di quell'immane aggregato chemio-medico-industriale che può prosperare soltanto sulle malattie, le paure le sofferenze dell'uomo, ma non mai sulla sua salute. Difatti è ormai dato per scontato che la medicina moderna è diventata "la principale causa di malattie".
Ma la Montalcini afferma, senza ridere: "Centinaia di milioni di individui devono non soltanto la vita, ma l'attenuazione di atroci sofferenze, ai risultati conseguiti nella sperimentazione animale." La solita generalizzazione di chi non può presentare dati di fatto o esempi precisi e scientificamente dimostrabili. Un'asserzione non è una prova. Presumo che la Montalcini voglia dare da bere ai suoi lettori che gli analgesici e gli anestetici devono la loro esistenza alle prove sugli animali. Questo infatti nel contesto è sottinteso. Senonché basterebbe un briciolo di senso logico per capire che ciò proprio non poteva essere.
Fin dal 1906 è stato ufficialmente stabilito da una Royal Commission d'inchiesta sulla vivisezione voluta dalla Regina Vittoria che "la scoperta dell'anestesia non deve nulla alla vivisezione." Nel libro Imperatrice Nuda ho descritto con dovizia di dati storici come la scoperta dell'anestesia, dovuta a un caso, venne fatta sull'uomo, e il suo perfezionamento fu il risultato di una collaborazione tra dentisti, farmacisti, e chirurghi tedeschi e americani, che provarono gli effetti su se stessi o su amici.

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Così anche l'anestesia locale venne scoperta sulla persona del suo inventore, il medico tedesco August Bier, che entrò nella storia della medicina nel 1899 facendosi iniettare una soluzione dell’ 1 % di cocaina nella spina dorsale per sperimentarne gli effetti. Perché mai la Montalcini fa finta di non saperlo? O non lo sa davvero? Come quando scrive: "Malattie infettive e parassitarie che ancora all'inizio del secolo facevano strage, particolarmente nella fascia dei più giovani, sono nei Paesi più progrediti quasi completamente scomparse." Dato che la cara signora ancora non specifica, dobbiamo presumere che si riferisce a quanto fanno credere i suoi colleghi vivisettori (Garattini, Malliani & C.) quando in televisione o sui giornali fanno gli imbonitori della vivisezione ben sapendo che non ci sarà contraddittorio.
Però mentono, sapendo di mentire, quando affermano che le grandi epidemie del medioevo sono scomparse grazie alle vaccinazioni e che queste sarebbero dovute alle prove sugli animali. Invece la storia della medicina dimostra, e su questo punto tutti gli storici della medicina sono d'accordo, che le epidemie hanno cominciato a declinare in concomitanza con le migliorate condizioni economiche e con l'introduzione dell'igiene, secoli prima che venissero introdotte le vaccinazioni. La peste bubbonica che fece strage nel medioevo seguì il ciclo di tutte le epidemie, per poi scomparire da sé, senza vaccinazioni; difatti, ben due secoli prima che il Potere medico (che poi è il Potere "tout court") non scoprisse le enormi possibilità di guadagno che offriva la truffa delle vaccinazioni di massa, offerte "gratuitamente", all'insegna della filantropia, ma in verità pagate salatamente dai contribuenti ignari, non solo in forma di tassazione ma di gravi malattie.
Truffa?? Certamente, perché, se da un lato manca qualsiasi prova statistico-scientifica dell'efficacia preventiva delle vacci-nazioni (le varie epidemie sono regredite nei Paesi in cui non c'è stata vaccinazione di pari passo come in quelli in cui c'è stata vaccinazione massiccia), dall'altro lato le prove scientifiche dei danni ingenti, spesse mortali, causati dalle vaccinazioni riempiono volumi interi. (Leggi ad esempio "Intossicazione Vaccinale" di Delanie, ed. Feltrinelli, e tanti altri.)
Superfluo aggiungere che tali opere vengono ignorate dalla grande stampa con la medesima solerzia con cui i fatti vengono ignorati dai vari ministeri della Sanità, che non sono mai al servizio del cittadino bensì al servizio dell'industria... Ma ogni tanto una notizia trapela, poi presto dimenticata, come ogni grido nel deserto, ad esempio l'articolo dell'1-06-85 sul Times di Los Angeles che annunciava: "Oggi in USA l'unica causa di poliomielite che si conosca è il vaccino orale regolarmente somministrato ai bambini nel tentativo di sbarazzare la nazione di questa infezione." Le migliorate condizioni economiche sono state determinanti nella netta diminuzione della tubercolosi, che nel secolo scorso aveva assunto proporzioni epidemiche soprattutto nelle classi povere. La drastica riduzione della mortalità neonatale dovuta alla febbre puerperale, ebbe inizio nel 1847 a Vienna con l'introduzione dell'igiene perorata dal Semmelweis. È facile capire come questi due fenomeni - forte calo della mortalità, soprattutto infantile, grazie all'igiene e alle migliorate condizioni economiche - abbiano influito in modo determinante sul conclamato prolungamento dell'aspettativa di vita attuale. Gli animali non c'entrano minimamente, e nemmeno i farmaci, compresi gli antibiotici, la cui scoperta anche non fu affatto dovuta agli animali.
Che gli antibiotici abbiano fatto più danno che bene é ormai dato per scontato dai veri esperti non affiliati agli interessi industriali. Lo affermò anche, già nel 1976, il Premio Nobel Jamas Banielli, che vive in America, in un'intervista a Roma:. "Gli antibiotici hanno causato danni che sono di gran lunga superiori ai benefici che hanno apportato." (Il Tempo, 31/7/76). A causa dell'abuso degli antibiotici e delle vaccinazioni, responsabili di creare esseri umani sempre più deboli e nel contempo ceppi di batteri sempre più, forti, io avevo chiaramente predetto, fin dal 1978, nell'edizione inglese di Imperatrice Nuda, l'immanente e inevitabile insorgere di una nuova, grave malattia dovuta alla distruzione delle naturali difese immunitarie: ossia l’AIDS.
Naturalmente, allora non potevo ancora sapere quale nome gli pseudoscienziati che dirigono le lucrose ma catastrofiche sfortune dell'attuale ricerca medica avrebbero dato a questa nuova malattia da essi creata per incompetenza nei laboratori di vivisezione. h. r.

Fonte: http://www.hansruesch.net/fr_ita/n.%201 ... e%2090.pdf
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