Musica, Neuroscienze e Autismo: dalla ricerca alla terapia

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Musica, Neuroscienze e Autismo: dalla ricerca alla terapia

Messaggiodi Dr.Ascani il mer mag 25, 2016 9:30 pm

L’indagine scientifica finalizzata alla comprensione degli effetti della musica sul corpo umano è stata al centro di dibattiti fin dagli anni settanta del XX secolo. I primi studi sono stati compiuti sugli effetti fisiologici della musica, come aumento della pressione e del battito cardiaco. [1]

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L’ipotesi che la musica possa avere un ruolo importante a livello cerebrale risale al 1980, anno in cui Rauhe pubblica uno studio nel quale attribuisce all’ascolto musicale la capacità di provocare un aumento della motivazione d’azione. [2]

Indubbiamente la teoria più famosa e discussa degli ultimi anni è quella ipotizzata da Rauscher e Shaw, conosciuta come “Effetto Mozart”. Secondo lo studio pubblicato su Nature nel 1993, l’ascolto della sonata in Re maggiore per due pianoforti (KV 448) di Mozart, avrebbe la capacità di migliorare le capacità intellettive di un soggetto esposto all’ascolto ripetuto.

Sulla scia della dimostrazione dell’ “Effetto Mozart” è stata presa in considerazione una parte significativa del repertorio mozartiano per pianoforte. Uno studio ha dimostrato una riduzione delle scariche in bambini affetti da epilessia, dopo l’ascolto della sonata KV545. [3] Simili risultati sono stati attribuiti alla struttura musicale stessa delle sonate.

L’esperienza clinica maturata negli anni dimostra che la musica ha un effetto positivo in alcune patologie quali Disturbi dello Sviluppo, Disturbi del linguaggio e Demenze .

L’ Autismo, patologia che colpisce un nuovo nato su 68 (secondo gli ultimi dati da ricerche statunitensi, ndr) ,non ha ancora definitivamente ricevuto una chiara eziologia responsabile delle alterazioni nelle interazioni sociali e nel comportamento, sebbene la ricerca abbia compiuto enormi passi in avanti in campi come la genetica e il Neuroimaging.

Attualmente una delle ipotesi vede come responsabili del disturbo i pathways cerebrali coinvolti nella gratificazione del soggetto.

La musica sembra avere un ruolo fortemente positivo nell’incentivare tali emozioni.

Una recente discussione, pubblicata su “Frontiers in Integrative Neuroscience” ha posto l’attenzione sulla stretta relazione che intercorre tra l’ascolto e il movimento nell’autismo, passando in rassegna i più recenti metodi di terapia integrata presenti in letteratura [4].

Dalla nostra esperienza quotidiana sappiamo bene che può essere difficile rimanere fermi quando si ascolta un brano particolarmente accentuato ritmicamente. Da queste evidenze, osservando che questa capacità è conservata nell’autismo, sono emerse nuove frontiere terapeutiche per favorire l’interazione dei bambini con il mondo circostante.

Uno studio pubblicato su “PLoS One”, condotto su bambini autistici non verbali ha dimostrato arricchimento del proprio lessico dopo terapia con Auditory Motor Mapping Training (fig.1), una metodica fondata sull’associazione tra suono e movimento, al fine di incrementare la capacità di parlare [5].

Numerosi case reports presenti il letteratura pongono inoltre l’attenzione su un altro aspetto, fortemente presente nei soggetti autistici: l’orecchio assoluto. [6]

Attualmente si pensa che questo talento sia l’espressione uditiva di una caratteristica spesso presente nei bambini quale è la focalizzazione sui dettagli. Secondo questa ipotesi l’orecchio assoluto sarebbe il risultato di un errato processing uditivo, in questo caso eccessivamente fine [7].

Esistono già in Italia alcuni interventi terapeutici basati sull’utilizzo della musica, la maggior parte dei quali è strutturato su conoscenze empiriche come, per esempio, il grado di interesse del bambino verso un brano, piuttosto che un altro.

Le conoscenze attuali sulla relazione tra musica e autismo ci permettono di ipotizzare nuove frontiere riabilitative, che possano accompagnarsi alle terapie già ampiamente validate e giudicate come positive per i pazienti per ottenere interventi mirati, sicuri e più efficaci.

di Francesca Gaeta

Bibliografia e sitologia

[1] J Sports Med Phys Fitness. 1979 Sep;19(3):305-8.”The effect of music on pulse-rate, blood-pressure and final exam scores of university students”.

[2] Zahnarztl Mitt. 1980 Jul 1;70(13):819-25.”Promotion of motivation by music. An attempt to study the effect of music”.Rauhe

[3] Evid Based Complement Alternat Med. 2012;2012:607517. doi: 10.1155/2012/607517. Epub 2012 Dec 5.”Mozart k.545 mimics mozart k.448 in reducing epileptiform discharges in epileptic children”.Lin LC et al

[4] http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23576962

[5]PLoS One. 2011;6(9):e25505. doi: 10.1371/journal.pone.0025505. Epub 2011 Sep 29.”Auditory-motor mapping training as an intervention to facilitate speech output in non-verbal children with autism: a proof of concept study”.

[6] http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/?term=a ... lute+pitch

[7] http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3010743/

Fonte:
http://www.portale-autismo.it/news/musi ... /4712.html
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