Il bravo medico cura il malato,non la malattia.Prof. A.Negro

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Il bravo medico cura il malato,non la malattia.Prof. A.Negro

Messaggiodi Dr.Ascani il lun ott 24, 2016 9:59 am

Il bravo medico cura il malato, non la malattia
Intervista al Prof. Dott. Antonio Negro

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ANTONIO NEGRO, PADRE ITALIANO DELL'OMEOPATIA, HA APPENA COMPIUTO 100 ANNI

In pantaloni grigi e camicia celeste come gli occhi dall’espressione vispa e dolce, Antonio Negro, papà dell’omeopatia in Italia, ha compiuto 100 anni. Classe 1908, segno zodiacale Gemelli, costituzione Sulfurica secondo la scuola omeopatica, ha trascorso il suo secolo di vita all’insegna della fede in Dio e nell’omeopatia, nella serenità che viene dall’amore per gli altri.

“È anche il modo più semplice per essere sani… la religione cristiana vuole che ci si ami uno con l’altro e quando c’è amore la salute non si guasta. Se ogni tanto qualcosa non funziona l’omeopatia riporta l’equilibrio”.

Grazie al sulfur, il rimedio fondamentale della sua costituzione, è arrivato a 100 anni?
“Dio ha voluto che arrivassi a 100 anni, non lo so…”.

Il ricordo più bello come medico.
“Quando ho chiesto al mio maestro di clinica, Nicola Pende, grande uomo e grande medico, se poteva prendermi nel suo Istituto di Patologia Speciale Medica e Metodologia Clinica all’Università di Roma e gli ho precisato: Maestro, però ho intenzione di fare solo omeopatia! Lui mi ha guardato bene con i suoi occhi profondi e ha detto: dammi la mano, bravo continua!”.

Oggi però questa metodica medica non è più solo unicista, non ci sono più solo granuli, si fanno combinazioni di rimedi…
“L’omeopatia è lo studio del malato perché diventi sano, ha scritto Hahnemann. Chi si cura omeopaticamente deve accettare anche i consigli del medico: non fumare, non bere caffé, altrimenti non ci siamo perché sono tutti veleni che agiscono sul metabolismo. Oggi è una falsa omeopatia, è stata allopatizzata, spesso è falsificata e ridotta con approssimative competenze professionali a una semplice tecnica terapeutica, un business in una sorta di supermercato della salute.”

Mai usato farmaci?
“Non me lo ricordo, non credo, ma non ne ho mai prescritti”.

Si può fare a meno di medicine tradizionali?
“Sì”.

L’allopatia però a volte salva la vita…
“Potrà anche essere, ma abbiamo curato omeopaticamente persone che erano all’ultimo respiro e ribaltato la situazione”.
E per il cancro?
“Il cancro è un punto interrogativo. Bisogna studiare molto bene l’individuo e le sue esigenze. Non c’è ancora una risposta. Ho visto tumori sparire con l’omeopatia, ma non ci sarà mai una definizione valida per tutti perché l’uomo è unico nella sua singolarità. Il medico deve studiare, capire l’individuo nella sua totalità corporale e mentale, cercare di cogliere la caratteristica psicologica del soggetto, verificare se si lascia condurre per la strada più semplice, quella dell’amore evangelico che fa abbandonare la rabbia (che fa ammalare e uccide), porta alla tranquillità e alla salute”.

Non è facile trovare un medico omeopata disponibile a fare lo psicologo e a dare tanto tempo al suo paziente!
“L’omeopata dev’essere così altrimenti non è omeopatico”.

In piena attività a 82 anni, ha messo su una Scuola, la SIMOH; che è una bella realtà italiana nella quale ha continuato a lavorare e visitare fino a poco tempo fa, cosa lascia come regola ai suoi medici e ai suoi allievi?
“La legge dell’Organon di Hahnemann. Un libro che non è di sola medicina, è un insegnamento di conoscenza dell’uomo nella sua singolarità”.

Ancora non c’è una legge che riconosca l’omeopatia.
“Finché avremo persone che dirigono la sanità nella miniera in cui è andata finora non avremo mai una legge… ma l’omeopatia esiste ed è una legge bellissima: ‘similia similibus curentur’, col simile curo il simile.

Fonte:
Salute, Luglio 2008
Intervista di Annamaria Messa.
Dr.Ascani
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