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GIORNATA MONDIALE DELLA MEDICINA OMEOPATICA

MessaggioInviato: gio apr 06, 2017 4:17 pm
di Dr.Ascani
Omaggio della SIMOH a Samuele Hahnemann e ad Antonio Negro

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Dr Samuele Hahnemann

Oltre 250 anni fa, il 10 Aprile del 1755, nasceva in Sassonia, nella piccola cittadina di Meissen, Samuele Hahnemann, fondatore della medicina omeopatica.
Quest’uomo, certamente segnato da Dio, riscoprì in campo medico, con intuito eccelso, quel principio già formulato oltre duemila anni or sono dal veggente di Coo, Ippocrate, quando enunciò il famoso simila similibus curentur, i simili si curino con i simili.

Hahnemann sin dalla sua fanciullezza desiderò conoscere tutto ciò che poteva arricchire l’uomo nel suo continuo divenire persona umana unica ed irripetibile.Nutrendo la sua intelligenza alla conoscenza del bello intellettuale, trovò sostegno nella madre, che, vedendo in lui un figliolo dotato, lo condusse, anche di nascosto dal padre, a divenire studente liceale e poi medico.
A dodici anni insegnava, su incarico dei suoi maestri, le lingue antiche del latino e del greco. All’età di ventidue anni già conosceva alla perfezione l’inglese, l’italiano, il francese, lo spagnolo, l’ebraico, il siriano, l’arabo ed in parte il caldeo.

Fu questo per lui un meraviglioso tesoro di conoscenze che gli consentì di vivere una vita degna, quando, diventato medico e padre di una numerosa famiglia, ebbe il coraggio di compiere – direi – il più eroico atto di intelligenza e di cuore dicendo, con forza e dignità, ai suoi già numerosi pazienti: andatevene a casa, perché come medico io non vi conosco e conosco ancor meno le sostanze con cui vi curo. Povertà e sacrificio furono allora le sue prove!

Ma il giorno bello doveva sorgere e come direbbe padre Dante, parva favilla gran fiamma seconda.

Nel tradurre un libro di materia medica del Cullen, famoso farmacologo dell’epoca, si soffermò sul capitolo della China, farmaco nuovo in occidente nella cura della malaria. Da profondo conoscitore della chimica egli studiò attentamente l’argomento, interessato in particolare alla similitudine tra la febbre malarica e le febbri intermittenti a cui andavano incontro gli addetti alla lavorazione della corteccia di China.
Provò su sé stesso il medicinale e verificati gli stessi effetti febbrili dopo averlo diluito e dinamizzato, esclamò dentro di sé: qui si racchiude la legge di Ippocrate, similia similibus curentur.

Dal continuo esperimento farmacologico su uomo sano e dallo studio dei dati da esso ricavati alla luce della metodologia dell’observatio et ratio, Hahnemann derivò, così, i principi fondamentali dell’omeopatia fissandoli in modo indelebile nell’Organon dell’Arte di Guarire.

Questa è in sintesi la storia della nascita dell’omeopatia.

Una medicina neoippocratica che da oltre due secoli viene praticata in ambito clinico-medico con serietà etica e scientifica, da medici esperti nello studio individualizzato dell’uomo. Una medicina della personalizzazione del malato, sia nella diagnosi che nella terapia, ponendo sempre in rilievo, in ogni situazione clinica, l’unicità e l’irripetibilità dei personali processi fisiopatologici.

L’omeopatia fa parte del tronco annoso di quella Medicina, che definirei, eterna e la cui storia si sviluppa intorno al nodo gordiano dell’uomo che soffre.

Hahnemann precorse le moderne scoperte del meraviglioso mondo atomico-fisico, riconobbe il valore sintropico dei precessi vitali ed insegnò con rigore scientifico la ultra-diluizione dinamizzata del rimedio, condannando ogni complessismo o pluralismo terapeutico, sicuro di poter guarire il malato con la prescrizione del rimedio unico capace di convibrare con l’unitaria realtà fisiopatologica del malato.

In questo sta la ragione dell’ampio sviluppo dell’omeopatia nel mondo, non ultima l’Italia.
Ma in questa nostra epoca di grandi cambiamenti ed incertezze, tocca al medico omeopatico puro, formato a raccogliere la ricca eredità scientifica hahnemanniana, denunciare anche i rischi di una omeopatia falsa e bugiarda che avanza.
Essa utilizza, chiamandoli omeopatici, farmaci che, pur diluiti e dinamizzati, non sono mai stati sperimentati su uomo sano e che per ciò non sono la dimostrazione scientifica della vera realtà omeopatica.

Di fronte al dato di oltre 11 milioni di cosiddetti pazienti omeopatici in Italia, c’è da domandarsi: è omeopatia seria?
Mai come oggi risuona nelle menti dei veri omeopatici il monito dell’illustre clinico statunitense J.T. Kent, quando nel 1900 scrisse: L’omeopatia è oggi largamente diffusa nel mondo, ma strano a dirsi, la sua dottrina non è mai stata tanto malintesa dai medici quanto dai suoi cosiddetti discepoli.

Rispettare i dettami della vera omeopatia significa rispettare innanzi tutto i malati e corrispondere a quanto lo stesso Hahnemann scrisse in una nota al § 271 dell’Organon dell’Arte di Guarire: Fino a che un giorno lo Stato, a raggiunta comprensione della indispensabilità delle medicine omeopatiche preparate alla perfezione, le lascerà approntare tramite una persona idonea e imparziale, per lasciarle consegnare gratuitamente ai medici omeopatici, affinché il medico possa darli senza pagamento ai suoi malati, ricchi e poveri.

Roma, 18 Aprile 2005

Prof. Dott. Antonio Negro (1908 – 2010) *
*Presidente della Scuola Italiana di Medicina Omeopatica Hahnemanniana (S.I.M.O.H.).