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Pindaro Mattoli scrive “In difesa dell’Omeopatia”

MessaggioInviato: gio dic 21, 2017 12:11 am
di Dr.Ascani
Considerando i continui attacchi all'Omeopatia, il dr. Pindaro Mattoli scrive questa relazione: se la riterrete utile, diffondetela citando la fonte. Potete anche utilizzare qualche paragrafo o i dati presenti in eventuali comunicazioni, scritte o verbali.

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L’ACQUA FRESCA FUNZIONA ! LA VERITA’ SULL’ OMEOPATIA

1.0 – PREMESSA
L’Omeopatia, nata a fine ‘700 e sviluppatasi parallelamente alla scienza ufficiale medica, è stata da sempre oggetto di contestazioni e tentativi di limitazione o addirittura di soppressione.
Tuttora vengono periodicamente effettuate su scala locale, nazionale o addirittura mondiale campagne mediatiche di disinformazione e discredito contro l’Omeopatia. Tale fenomeno si è particolarmente accentuato negli ultimi due anni, durante i quali si è scatenata un’offensiva mediatica senza precedenti a livello mondiale.
Sono state pubblicate decine e decine di articoli e addirittura alcuni libri contro l’Omeopatia da parte di autorevoli membri della comunità scientifica ufficiale. Sulla scia dei maggiori organi di stampa, fra l’altro di ogni provenienza politica o culturale, si accodano poi spesso, in maniera totalmente acritica, i comunicatori minori, che fanno da cassa di risonanza. Nei vari blog, ultima derivazione delle campagne stampa, si assiste anche a grossolani attacchi contro l’Omeopatia, in maggioranza peraltro anonimi.
Le osservazioni e le repliche inviate dalle associazioni di medici omeopati o da singoli soggetti vengono regolarmente ignorate.

In questo contesto non c’è stato un solo organo di stampa che abbia descritto con un minimo di competenza, obiettività e correttezza l’Omeopatia e tanto meno ne abbia preso le difese.

La presente relazione sopperisce a tale opera sistematica di disinformazione fornendo dati esaustivi ed oggettivi sull’Omeopatia, nella speranza che tali dati possano chiarire le idee alle persone che in buona fede tentino di farsi un’opinione propria sull’argomento.

2.0 – L’ OMEOPATIA IN BREVE
Prima di introdurre i passi successivi è opportuno riassumere brevemente i principi fondanti e le caratteristiche peculiari dell’Omeopatia.
L’Omeopatia è un metodo clinico e terapeutico basato sulla “Legge dei Simili”, formulata dal medico e farmacologo Samuel Hahnemann alla fine del XVIII° secolo, e sull’uso di medicinali a “dosi infinitesimali”.
La Legge dei Simili afferma che è possibile curare e guarire un malato somministrandogli una sostanza che, in un uomo sano, riprodurrebbe i sintomi caratteristici della sua malattia. Nella pratica clinica omeopatica il medico, dopo aver comunque formulato una diagnosi medica tradizionale, prende in considerazione la sintomatologia totale, psico-fisica, del malato e somministra il medicinale più “simile“ ai modi peculiari con i quali il malato esprime la “sua” malattia: la terapia è pertanto strettamente personalizzata. La terapia omeopatica agisce verisimilmente in sintonia con la reazione naturale di difesa e di riequilibrio dell’organismo, stimolandolo, e porta ad un miglioramento o ad una guarigione naturali, frutto della correzione dello squilibrio funzionale profondo che aveva portato all’affiorare dei sintomi di malattia.
La Farmacologia Omeopatica classica è costituita da una serie di medicinali monocomponente tratti dal mondo minerale, vegetale e animale. Ogni sostanza è stata singolarmente testata a basse dosi, inoffensive, sull’uomo sano per evidenziarne i sintomi e segni funzionali provocati. Il rimedio viene somministrato al malato in dosi infinitesimali, ottenute attraverso progressive diluizioni intercalate da succussioni (agitazioni meccaniche atte ad imprimere energia al preparato). Il reiterato processo di diluizione e succussione prende il nome di “dinamizzazione”. In virtù delle dosi infinitesimali il medicinale omeopatico è totalmente privo di tossicità e di effetti collaterali.
Il medicinale nell’Omeopatia classica è monocomponente e non gli può essere attribuita direttamente un’azione terapeutica specifica per una data malattia come avviene nella medicina convenzionale, se non ne sono state evidenziate, come precedentemente scritto, le modalità specifiche del paziente.
I medicinali omeopatici classici non possono essere brevettati, in virtù della loro derivazione esclusivamente naturale.
L’esercizio dell’Omeopatia classica richiede una lunga e articolata formazione professionale, dovendo consentire al medico prescrittore di individuare abilmente in ogni singolo caso clinico, nell’ambito di centinaia di medicinali, il rimedio più adeguato al malato in trattamento .

3.0 – L’OMEOPATIA E LE ALTRE OMEOTERAPIE
In derivazione dall’Omeopatia classica sono nate nel tempo altre metodiche terapeutiche che utilizzano medicinali prodotti secondo il metodo omeopatico (diluizioni e succussioni progressive), ma che non hanno lo stesso statuto epistemologico e le stesse modalità di prescrizione (Complessismo, Omotossicologia, Immunoterapia omeopatica, Organoterapia, Isoterapia, etc).
La Medicina Antroposofica, anch’essa con un suo peculiare statuto epistemologico diverso dalla Omeopatia classica, utilizza medicinali prodotti con modalità simili ai medicinali omeopatici.
Una caratteristica peculiare di tali omeoterapie è che i relativi medicinali (salvo alcuni isoterapici che sono prodotti magistrali estemporanei), a differenza dei medicinali monocomponente della Omeopatia classica, sono tutti brevettati.
Alcune omeoterapie necessitano di formazione professionale specifica (Medicina Antroposofica, Omotossicologia), altre omeoterapie non necessitano di formazione professionale, essendo le relative prescrizioni sovrapponibili a quelle della medicina convenzionale, indirizzate alle singole malattie (Complessismo, Immunoterapia omeopatica, Organoterapia, Isoterapia).

4.0 – DATI NUMERICI E LEGISLATIVI DELL’ OMEOPATIA
-L’Omeopatia è ufficialmente accettata e normata in molti paesi europei ed extra europei (Austria, Belgio, Germania, Svizzera, Gran Bretagna, Spagna, India, Brasile, Messico, USA, etc.)
In India l’Omeopatia è stata introdotta da Mahatma Gandhi nel 1936 e sono presenti in tale paese 215 ospedali omeopatici, 7.000 ambulatori, almeno 30 centri di ricerca;
-In Italia l’esercizio dell’Omeopatia è riservato da sempre esclusivamente a medici e veterinari, categorie professionali ben qualificate a prendere in carico la cura dei malati;
-In Italia sono circa 2.000 i medici formati in Omeopatia classica e circa 20.000 gli altri prescrittori, formati o non formati, di medicinali omeopatici in genere; in Europa 50.000 medici;
-il “prodotto” omeopatico è stato riconosciuto come “medicinale” (cioè utilizzato a scopo terapeutico) già dal 1992 a livello europeo e dal 1995 a livello nazionale italiano;
-l’Omeopatia è stata riconosciuta in Italia come “atto medico” nel 2002 dalla F.N.O.M.C.e.O. (Federazione Nazionale Ordini dei Medici e degli Odontoiatri);
-La formazione professionale dell’Omeopatia è stata normata nel 2013 dalla Conferenza Stato Regioni, che ha stabilito i parametri di formazione primaria in Omeopatia e l’iscrizione degli omeopati formati ad appositi registri elaborati e depositati presso gli Ordini provinciali dei Medici e dei Veterinari;
-alcune università (Bologna, Siena, Catanzaro, etc) hanno istituito corsi di Omeopatia;
-molte ASL e ospedali erogano servizi di Omeopatia;
-usufruiscono di cure omeopatiche circa 8 milioni di italiani, in genere esponenti delle fasce più colte della popolazione, circa 130 milioni in tutta Europa e 800 milioni in tutto il mondo, dei quali 100 milioni solo in India.

5.0 – MEDICINA CONVENZIONALE VS OMEOPATIA CLASSICA

5.1 – Classificazione nosologica e indirizzi terapeutici
-la medicina convenzionale cura le varie malattie con una precisa indicazione terapeutica per ciascuna (protocolli di terapia), a prescindere dalle peculiarità con cui ogni malato esprime la sua malattia.
La medicina convenzionale cura la malattia.
-in Omeopatia il medicinale omeopatico viene individuato non in base alla malattia, ma in base ai sintomi peculiari con cui il malato esprime la sua malattia; per una stessa malattia il rimedio efficace per un determinato malato viene individuato fra decine o addirittura centinaia di medicinali omeopatici.
L’Omeopatia cura il malato.
Inoltre, in virtù del fatto che l’individuazione del medicinale omeopatico più adeguato può avvenire anche in assenza di una precisa diagnosi nosologica (non sempre possibile) basandosi sui sintomi presentati dal malato e sui suoi segni costituzionali e comportamentali, l’Omeopatia può essere efficacemente impiegata anche nei casi disfunzionali che precedono la comparsa di una determinata malattia, effettuando così una preziosa terapia preventiva.

5.2 – Rapporto medico-paziente
-la medicina convenzionale, dopo l’atto clinico diagnostico, è sempre più basata su “protocolli terapeutici” standardizzati e accolti da tutta la comunità scientifica mondiale. Il malato con le sue peculiarità scompare completamente. Il rapporto umano medico-paziente è sempre più trascurato e ritenuto superfluo.
-la clinica omeopatica, dovendo personalizzare strettamente la terapia sul malato, pena l’insuccesso della cura, necessita obbligatoriamente di uno stretto rapporto interpersonale con il malato. Tale rapporto “tecnicamente” indispensabile attiva comunque di conseguenza anche un buon rapporto empatico e interpersonale.

5.3 – Obiettivi e risultati terapeutici
-la medicina convenzionale agisce nella grande maggioranza dei casi in senso coercitivo e sintomatico, in genere su una data malattia locale; raramente porta a guarigione totale; utilizza spesso nei casi cronici gli stessi farmaci sintomatici dei casi acuti con risultati non definitivi; favorisce la cronicizzazione delle malattie.
-l’Omeopatia, sollecitando selettivamente i meccanismi di difesa naturali, ha una azione a livello sistemico; tende a guarire definitivamente il malato; è una terapia particolarmente efficace oltre che in molti casi acuti, anche e soprattutto nei casi cronici.
-l’Omeopatia, essendo una terapia di stimolo delle funzioni e delle difese naturali dell’organismo, non è efficace e non può essere impiegata come medicinale sostitutivo in casi di mancanza di reattività per assenza o forte deterioramento di organi o funzioni.

5.4 – Ricerca dei principi attivi e selezione dei prodotti utilizzabili:
-La medicina convenzionale impiega grandi investimenti economici nella ricerca di nuove molecole attive attraverso indagini biochimiche e biologiche, ricerca nel campo della medicina etnica, prove su animali, etc; solo poche delle sostanze testate arrivano ad essere farmaci validi e commerciabili.
-L’Omeopatia testa qualsiasi sostanza a dosi infinitesimali, e quindi inoffensive, su gruppi di sperimentatori umani sani. Lo sforzo economico relativo è praticamente nullo. Tutte le sostanze testate possono essere impiegate nella terapia.

5.5 – Test farmacologici – effetti collaterali
-La medicina ufficiale deve effettuare numerosi passaggi per testare la eventuale tossicità sull’uomo, gli effetti collaterali e il rapporto rischio/beneficio del farmaco da utilizzare in clinica.
-Il medicinale omeopatico, somministrato a dosi infinitesimali, non può avere effetti collaterali.

5.6 – Complessità e costi di produzione
-I farmaci convenzionali hanno complessità e costi di produzione spesso molto alti.
-I medicinali omeopatici vengono prodotti con una tecnologia molto semplice (progressive diluizioni alternate a succussioni); in virtù delle diluizioni progressive, con una piccola quantità di sostanza, per quanto costosa, si possono preparare milioni di dosi; i costi di produzione sono assolutamente bassi.

5.7 – Bilanci economici industriali
-il fatturato di tutte le aziende omeopatiche mondiali è inferiore all’1% del fatturato delle ditte allopatiche.

5.8 – Costi socio-sanitari
-la medicina convenzionale ha alti costi; l’80-85 % dei costi delle regioni italiane è devoluto alla sanità; i costi dei farmaci convenzionali hanno un aumento costante, peraltro non sempre giustificato, e i vari sistemi sanitari sono prossimi al collasso.
-ricerche epidemiologiche europee sulla popolazione che si cura prevalentemente con la
Omeopatica classica hanno evidenziato che tale terapia permette ai sistemi sanitari nazionali abbattimenti dei costi del 40-45 %.

5.9 – Brevetti farmacologici
-i farmaci convenzionali sono tutti oggetto di brevetto e consentono una resa economica solo alla ditta che li produce.
-i medicinali omeopatici monocomponente della Omeopatia classica, essendo prodotti da sostanze naturali, non sono brevettabili e ogni medicinale può essere prodotto e venduto da qualsiasi ditta.

5.10 – Turnover di impiego dei farmaci convenzionali e dei medicinali omeopatici
-i farmaci convenzionali sono soggetti a un turnover continuo in base alla scoperta e all’immissione in commercio di nuovi principi attivi più validi, che sostituiscono per determinate malattie quelli precedenti.
-I medicinali omeopatici della Omeopatia classica non sono soggetti a turnover; nel tempo e in base a esperienze cliniche condivise a livello planetario, ogni medicinale viene compreso ed esperito sempre più in profondità, acquisendo possibilità terapeutiche sempre maggiori.

6.0 – OMEOTERAPIE – OMEOPATIA CLASSICA – MEDICINA CONVENZIONALE
Il medicinale omeopatico delle omeoterapie è un ibrido che possiede alcune caratteristiche del medicinale omeopatico classico ma anche del farmaco convenzionale:
– viene prodotto in dosi molto attenuate o infinitesimali come il medicinale omeopatico classico, non è tossico e non può avere effetti collaterali.
-a differenza del medicinale omeopatico utilizzato in Omeopatia classica, sempre monocomponente, salvo rare eccezioni è composto da vari ceppi omeopatici in formula standard.
-a differenza del medicinale omeopatico classico, la grande maggioranza dei medicinali delle omeoterapie propone indicazioni terapeutiche su singole malattie e/o sindromi e la relativa prescrizione è perfettamente sovrapponibile alla medicina convenzionale; infatti il complesso omeoterapico può essere prescritto anche da medici non formati in Omeopatia, in sostituzione, dove ritenuto possibile, dei farmaci convenzionali.
-come il farmaco convenzionale è oggetto di brevetto e di vendita esclusiva.

7.0 – IPOTESI DI IMPIEGO DELL’OMEOPATIA CLASSICA SU LARGA SCALA
Possiamo ora formulare un’ipotesi euristica prospettando una situazione socio-politica nella quale l’Omeopatia classica possa essere impiegata al meglio delle sue possibilità.
L’Omeopatia, come già sopra espresso, ha come obiettivo principale il curare per guarire il singolo paziente come individuo specifico e non ha minimamente effetti collaterali dannosi.

Il medico che è “anche” omeopata, in scienza e coscienza utilizza tutti i mezzi terapeutici che ha, convenzionali o non convenzionali, esclusivamente a favore del paziente.
La collocazione ideale del medico omeopata completamente integrato nel tessuto socio-sanitario ufficiale sarebbe verisimilmente anzitutto quello di essere il primo filtro nel passaggio fra lo stato di salute e la comparsa dei primi disturbi di un paziente.
Infatti, soprattutto nelle forme iniziali patologiche, che possono anche non essere ancora identificabili con precise e codificate malattie, la visione di “terreno”, di “costituzione”, e la possibilità di individuare un medicinale in base ai sintomi visibili anche solo funzionali, può permettere al medico omeopata di riportare velocemente il paziente allo stato di salute senza farlo scivolare in terapie convenzionali progressive solo sintomatiche (causa spesso a loro volta di ulteriore medicalizzazione a causa degli effetti iatrogeni), che non lo salvano da un approfondimento dello stato di malattia fino a renderlo un paziente cronicamente e pesantemente medicalizzato.

La terapia omeopatica classica individualizzata dovrebbe quindi essere la terapia di prima scelta in ogni situazione patologica, ovviamente senza escludere a priori terapie esclusivamente convenzionali, soprattutto in condizioni iperacute e/o gravi, o, dove ritenuto opportuno, terapie combinate. Il primo tentativo terapeutico dovrebbe quindi essere quello di stimolare le naturali difese dell’organismo, riservando le terapie coercitive e palliative solo nei casi di insufficiente reattività da parte del paziente.
Tali strategie terapeutiche non possono essere oggetto di precisi protocolli e solo il medico perfettamente formato nelle due discipline può gestire responsabilmente i vari eventi clinici.

Il pediatra e il medico di famiglia dovrebbero essere ottimi omeopati o essere affiancati da ottimi omeopati. In questa maniera molte malattie che potrebbero evolversi in uno stato cronico, come spesso succede, sarebbero efficacemente risolte prima di radicarsi.

Il medico omeopata potrebbe ovviamente avere un ruolo importante anche in ambiente specialistico o ospedaliero, non solo come medico specialista di per sé o come medico di reparto, ma anche soprattutto come medico omeopata “personale”, di famiglia, che conosce da tempo il paziente e che può collaborare a curare anche malattie gravi diagnosticate dallo specialista o essere convocato a consulto in caso di ricovero ospedaliero.
Riviste mediche omeopatiche del 19° e del 20° secolo e dati storici attendibili ci mostrano che l’Omeopatia è stata impiegata in passato, in epoche nelle quali la medicina ufficiale non aveva ancora validi mezzi terapeutici, in malattie molto gravi, come ad esempio nelle epidemie di colera che afflissero l’Italia alla metà dell’ottocento e nella Spagnola.

Il medico omeopata può avere anche un ruolo importante in Geriatria, per alleggerire, nei limiti del possibile, il carico farmacologico chimico oramai indispensabile alla sopravvivenza dell’anziano.

Altra applicazione utile dell’Omeopatia è quella della terapia degli effetti collaterali dei farmaci convenzionali comunque indispensabili per la cura di malattie gravi (farmaci antineoplastici, etc).

Infine anche i medici non omeopati potrebbero comunque utilizzare, per lievi e circoscritte sindromi funzionali e/o acute, la prescrizione di medicinali complessi omeopatici che vengono prescritti sulla semplice malattia non modalizzata sul singolo paziente.

La ricerca di nuovi medicinali omeopatici sarebbe, come sopra espresso, di costo irrilevante e totalmente priva di rischi. La stessa tossicologia convenzionale potrebbe, utilizzando le legge dei simili e l’inversione dell’effetto tossico chimico in terapeutico omeopatico, suggerire molti principi attivi inutilizzabili come terapia ponderale convenzionale perché troppo tossici, utilizzabili invece facilmente come terapia infinitesimale omeopatica, senza minimi effetti collaterali. I medicinali avrebbero bassi costi di produzione, non potrebbero essere brevettati e sarebbero immediatamente impiegabili in clinica.

Il tutto permetterebbe un alleggerimento delle ospedalizzazioni e delle terapie convenzionali e, come sopra segnalato, un risparmio totale sulle spese sanitarie del 40-45%, ma forse anche di più se l’Omeopatia fosse veramente impiegata al meglio delle proprie possibilità.
Nel 2016 il governo tedesco ha prospettato un crollo del sistema assistenziale sociale entro 20 anni per la crescita del numero degli anziani rispetto ai giovani e il relativo aumento delle malattie croniche. L’Omeopatia potrebbe contribuire molto efficacemente alla soluzione del problema.

Infine l’impiego su larga scala dell’Omeopatia permetterebbe anche un notevole alleggerimento dell’inquinamento ambientale, sia dovuto alla produzione industriale farmaceutica, sia dovuto ai metaboliti escreti dai pazienti nell’ambiente.

8.0 – LO STORICO CONTENZIOSO CONTRO L’ OMEOPATIA
Esiste un movimento ideologico storico, articolato ma coerente, datato oramai da due secoli, che è completamente dedicato a contrastare l’Omeopatia. In verità è una cosa veramente singolare il fatto che rispettabili uomini di scienza e di cultura si siano dedicati e si dedichino tuttora a screditare l’Omeopatia con tanto alacre impegno: è veramente un caso unico nella storia della scienza.
Nei comunicati mediatici presenti e passati l’Omeopatia viene descritta in maniera sommaria e grossolanamente caricaturale.
La “scaletta” delle più recenti contestazioni è stata sapientemente elaborata secondo i metodi più usuali della comunicazione: una serie di osservazioni negative ristrette a un campo logico preformato dal quale nessun comunicatore, di qualsiasi tendenza ideologica, ha osato e osa scantonare.
Tale atteggiamento denota una non occasionalità dei vari interventi, una precisa regia e un progetto ben definito a tavolino e perseguito con tenace insistenza.

Gli argomenti proposti dai detrattori sistematici dell’Omeopatia sono sempre gli stessi e cioè
l’Omeopatia non sarebbe valida:
1) perché è una terapia “prescientifica”, basata su principi non scientifici;
2) perché non sono state ancora presentate a supporto ricerche scientifiche sufficientemente valide;
3) perché, da un punto di vista chimico/farmacologico, utilizza medicinali a dosi infinitesimali e quindi contenenti un principio attivo estremamente diluito se non addirittura assente;
4) perché, come conseguenza del punto precedente, agisce solo con effetto placebo;
Sulla base dei concetti sopra esposti la campagna stampa si presenta ogni volta come
5) una condanna “definitiva” e inappellabile dell’Omeopatia.

A premessa delle spiegazioni più articolate presenti successivamente, giova esprimere una considerazione fondamentale: in via di principio, il primo passo della conoscenza scientifica è l’osservazione del fenomeno; solo successivamente, e nei limiti del possibile, si prova a individuarne le cause e le modalità. Il fatto che non se ne conosca il meccanismo d’azione, non nega l’esistenza del fenomeno stesso.
Esempio storico: l’Aspirina è stata immessa in commercio nel 1899, ma solo nel 1970 se ne è scoperto in dettaglio il meccanismo di azione. Per 71 anni l’Aspirina è stata utilizzata, senza conoscerne il meccanismo di azione, per il semplice fatto che ne era palese l’efficacia clinica.

8.1 – L’Omeopatia non è stata fondata da Hahnemann su fumose elucubrazioni prescientifiche, ma essenzialmente su una sua casuale osservazione clinico-tossicologica reale e apparentemente paradossale: la similitudine fra i sintomi tossici della China sull’uomo sano e i sintomi della Malaria che già allora veniva curata con la China stessa. Da quella osservazione “sul campo”, che confermava l’antico assunto medico della Legge dei Simili (“Similia similibus curentur”), iniziò tutta la ricerca farmacologica omeopatica basata appunto sulla sperimentazione di varie sostanze sull’uomo sano e sull’applicazione clinica sul malato che mostrava sintomi simili a quelli evidenziati nella sperimentazione stessa.
Dall’Organon, testo fondamentale della Omeopatia:
paragrafo 6: “L’osservatore privo di pregiudizi si rende conto dell’inutilità di qualsiasi speculazione metafisica che non sia possibile controllare sperimentalmente. In ciascuna manifestazione patologica individuale egli può riconoscere unicamente le perturbazione del corpo e della psiche che sono percepibili dai sensi. …..Ciò che nelle malattie si manifesta ai sensi, mediante i sintomi, non è forse per il terapeuta la malattia stessa?”
paragrafo 7: “E’ dunque l’insieme dei sintomi, … è questa integrazione dei sintomi, dicevamo, a dover essere la via principale, o addirittura la sola via, attraverso la quale la malattia ci permette di trovare il rimedio necessario, …..”
L’accusa di “prescentificità” dell’Omeopatia è assolutamente ingiustificata perché in un’epoca in cui la medicina convenzionale era ancora basata su metodi assolutamente empirici e poco o nulla efficaci se non dannosi, l’Omeopatia, al contrario, donava alla medicina una precisa regola riproducibile per la ricerca di medicinali utili nelle varie malattie.
In merito poi all’impostazione teorica ed epistemologica dell’Omeopatia, derivata successivamente e consequenzialmente dall’esperienza clinica, nei primi testi omeopatici fu mutuato dalle teorie circolanti all’epoca il concetto di “Energia Vitale”, il cui squilibrio porterebbe alle diverse malattie e il cui riequilibrio porterebbe alla guarigione. Il concetto ottocentesco di Energia Vitale è stato successivamente elaborato e aggiornato nel tempo dagli omeopati utilizzando le nozioni di fisiopatologia via via scoperte dalla medicina convenzionale. Nel tempo l’Omeopatia è stata interpretata tenendo conto delle scoperte di Pasteur (teoria tossinica), dei grandi costituzionalisti francesi e italiani (Martiny, Bernard, Santini, etc), da cui deriva il Costituzionalismo Omeopatico, fino ad adottare negli ultimi decenni le nozioni più recenti e avanzate della Fisica, che prospettano valide ipotesi sul meccanismo d’azione non chimico dei medicinali omeopatici, e della PsicoNeuroEndocrinoImmunologia e delle Neuroscienze che danno alla fisiopatologia una impostazione “sistemica”.
Tenendo conto che l’Omeopatia ha sempre mantenuto, in virtù dell’impostazione metodologica e dell’esperienza clinica elaborate nel tempo, una visione “olistica”, sistemica, del malato, è lecito affermare che l’Omeopatia ha trovato nelle nuove scienze sistemiche della medicina più avanzata conferma totale e obiettiva della sua epistemologia, ponendosi da un punto di vista dell’impostazione terapeutica, addirittura all’avanguardia della medicina.

8.2/3 – La pretesa di negare “a priori” la validità terapeutica della Omeopatia solo in base o all’assenza di molecole di principio attivo nel medicinale omeopatico a più alte diluizioni (caratteristica delle dosi infinitesimali), o alla pretesa scarsezza di lavori scientifici in merito, senza minimamente osservare e constatare dal vivo la validità delle cure omeopatiche, è illogica e scorretta proprio da un punto di vista scientifico.
A proposito delle pubblicazioni scientifiche “insufficienti” e dell’azione delle dosi infinitesimali, è possibile consultare peraltro i data-base di ricerca per trovare innumerevoli lavori.
Alcuni dati: dal 1950 al 2013 sono stati pubblicati in letteratura 188 studi in doppio cieco di cui 88 (=44%) con esito positivo e solo 10 con esito negativo (gli altri con esito non conclusivo).
Inoltre, su 7 metanalisi, 6 hanno confermato l’efficacia clinica e statistica dell’Omeopatia: l’unica negativa (Shang/Eggers) è stata ampiamente contestata, anche dallo stesso mondo accademico (prof. Robert G. Hahn – Research Unit, Södertälje Hospital, Södertälje – Department of Anesthesiology, Linköping University, Linköping, Sweden), per le manipolazioni commesse a livello metodologico.
Sulla nota banca dati di medicina PubMed, alla voce “Homeopathy” (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed), al febbraio 2017, sono presenti 5.428 lavori di cui, al Dicembre 2014, 544 studi indicizzati (379 di ricerca clinica e di base).
Si consiglia inoltre di consultare i seguenti siti scientifici, più specialistici:
L.M.H.I. Liga Medicorum Homeopathica Internationalis
http://www.lmhi.org/
http://www.lmhi.org/downloads/articles/ ... 5-2015.pdf

H.R.I. – Homeopathy Research Institute

Home

G.I.R.I. – Groupe International de Recherche sur l’Infinitesimal
http://www.giriweb.com/

International Journal of Hig Dilution Research
http://highdilution.org/

Compendium of Abstract of Studies on Extracts, Homeopathy and high dilutions
http://researchinhomeopathy.org/wp-cont ... t-al-2.pdf

Website of Prof. Paolo Bellavite – Università di Verona
http://www.paolobellavite.it/

WissHom – Wissenschaftlichen Gesellschaft fur Homoopathie
http://www.wisshom.de/

Per quanto riguarda poi l’applicazione clinica diretta, è interessante prendere in considerazione le attività a livello mondiale dell’associazione Homèopathes sans Frontières, organizzazione ONLUS che utilizza efficacemente la terapia omeopatica in molti paesi del mondo.
http://www.hsf-france.com/

Nel 2011, il governo svizzero, prima di concedere ai cittadini il rimborso delle spese sostenute per alcune medicine non convenzionali, ha commissionato a una équipe di scienziati un’indagine sulle stesse discipline. La ricerca ha dato esiti nettamente positivi per l’Omeopatia. L’Omeopatia è attualmente omologata in Svizzera come una terapia convenzionale.

Non si pretende peraltro che i lavori citati siano del tutto esaustivi, ma certamente non sono pochi e da parte del mondo scientifico convenzionale si potrebbe e si dovrebbe almeno onestamente evocare il beneficio del dubbio sull’efficacia dell’Omeopatia.
Dubbio che però, sulla scia dell’esperienza personale, non esiste per i milioni di omeopati, medici e veterinari, che esercitano con successo la loro professione nel mondo e per le centinaia di milioni di pazienti che beneficiano delle cure omeopatiche, anche per malattie gravi.

8.4 – Per quanto riguarda il preteso effetto placebo delle cure omeopatiche, da sempre si fa notare l’applicazione clinica dell’Omeopatia alla veterinaria a partire da metà dell’ottocento: l’efficacia di tali cure è difficilmente contestabile, ma non a caso le ultime avverse campagne stampa riguardano proprio anche la veterinaria omeopatica, ovviamente solo in base a elaborazioni statistiche e meta-analitiche, mai “dal vivo”. Le argomentazioni addotte sembrano peraltro piuttosto misere: gli animali guarirebbero per l’amorevole accudimento dei proprietari nei loro confronti (“caregiver effect = effetto del curatore, effetto amore”) ….. anche gli allevamenti?!.

Segnaliamo inoltre che da qualche decennio esiste anche la disciplina omeopatica “Agro-omeopatia”, cioè l’Omeopatia applicata all’agricoltura, sviluppata in vari Istituti di Ricerca e anche in Italia, all’Università di Bologna (Dip. di Scienze Agrarie – Area Patologia vegetale – Prof.ssa Lucietta Betti). Numerose ricerche, pubblicate su riviste scientifiche internazionali, hanno evidenziato gli effetti a livello morfologico, biochimico e molecolare di preparati omeopatici su modelli vegetali in vitro e in planta. Recentemente l’efficacia di tali preparati, sicuramente non imputabile ad effetto placebo, è stata evidenziata anche in campo. A questo proposito si rende anche noto che a Milano, nell’ambito di EXPO 2015, è stato attrezzato l’ “orto omeopatico”, con risultati visibili, per chi avesse voluto constatare dal vivo, e non in base a remote meta-analisi, l’azione “placebo” dell’Omeopatia sui vegetali.

8.5 – Infine, a proposito dell’atteggiamento di condanna definitiva dell’Omeopatia come assunto conclusivo delle varie campagne stampa, si fa notare che nella ricerca scientifica nessun assunto è mai definitivo. La ricerca scientifica, quella vera, non dà mai risultati definitivi. Quindi l’atteggiamento di condanna definitiva è illogico, ingiustificato, antiscientifico e palesemente capzioso.
Nonostante ciò, tutta l’impalcatura logica dei comunicati mediatici degli ultimi due anni si basa su un’unica meta-analisi (la meta-analisi consiste in una serie di metodi matematico-statistici che permettono di analizzare una serie di studi condotti sullo stesso argomento, consentendo una sintesi quantitativa dei risultati) emessa da un’istituzione scientifica australiana (National Health and Medical Research Council (NHMRC) che, prendendo in considerazione un certo numero di ricerche in campo omeopatico, ha sentenziato che non c’è alcuna dimostrazione valida che l’Omeopatia abbia reali effetti terapeutici: solo attraverso questa ricerca statistica, ripetuta costantemente e reiteratamente in tutti i giornali e riviste che scrivono sull’argomento, si pretende di cancellare dalla storia più di due secoli di Omeopatia, l’opera di milioni di medici e il miglioramento e/o la guarigione di centinaia di milioni di esseri umani e animali.
I membri della classe medica non sono così ingenui da ritenere che la letteratura scientifica sia completamente scevra da forti pressioni da parte di interessi economici e sono inoltre perfettamente consapevoli del fatto che una meta-analisi può essere sapientemente elaborata e confezionata per dimostrare tutto e il contrario di tutto. Dipende esclusivamente dall’obiettivo che si vuole raggiungere.
[nota Richard Smhidt Tom Jefferson le riviste scientifiche sono una emanazione elle ditte farmaceutiche. http://www.mednat.org/rivistemediche2.htm ]

Esistono peraltro anche meta-analisi positive per l’Omeopatia, come quella pubblicata nel 1998 e decisamente autorevoli come quella emessa dal governo svizzero, sulla scorta di un referendum (positivo al 65%) che ha concesso ai cittadini elvetici l’introduzione di alcune medicine non convenzionali (Omeopatia in primis) nel sistema sanitario nazionale, e prima di concedere il relativo rimborso delle prestazioni e dei medicinali.

9.0 – LO SCIENZIATO E LO SCETTICO
Lo scienziato ricercatore dovrebbe essere anzitutto un personaggio competente, interessato a tutte le novità, equanime e privo di conflitti di interesse. Dovrebbe mettere da parte qualsiasi pregiudizio e impiegare tutta la sua intelligenza alla ricerca di nuove conoscenze da donare alla Scienza. Dovrebbe essere un attento osservatore della realtà, annotarne ed accertarne i fenomeni e successivamente ricercarne la causa e i meccanismi intrinseci, sempre attento a non intervenire egoicamente nella ricerca e sempre pronto a mettere in discussione le sue precedenti e fragili certezze.

Lo scettico, invece, spesso non è un personaggio equanime, non osserva la realtà dei fatti, parte da presupposti preconfezionati e pretende di giudicare fenomeni (che di fatto spesso non conosce dal vivo) solo in base alle sue conoscenze statiche e convenzionali o anche semplicemente per passiva acquiescenza alle nozioni circolanti nella cultura scientifica corrente. Il tutto viene spesso effettuato con malcelato malanimo nei confronti di chi esperisce e propugna fatti contrari ai suoi pregiudizi.

Un simile atteggiamento è sicuramente contrario all’evoluzione della scienza.

Esistono poi anche scettici dal comportamento psicopatologico, presenti essenzialmente nei blog, preda dell’istinto di linciaggio, che hanno un comportamento sovrapponibile al “cyber bullismo”.

Infine è ipotizzabile che certi atteggiamenti di sbandierato scetticismo scientifico coprano e proteggano in realtà interessi economici e istituzionali: i “falsi” scettici.

Come affermano molti epistemologi e filosofi della scienza, …..
-come Claude Bernard (“un fatto può invalidare una teoria, ma una teoria non può negare un fatto”), -come Karl Popper (è irrazionale che gli scienziati sostengano [o contestino, aggiungiamo] una teoria a dispetto delle “obiezioni” della natura),
-come Paul Feyerabend (“La condizione della coerenza, la quale richiede che le nuove ipotesi siano in accordo con teorie accettate, è irragionevole, in quanto preserva la teoria anteriore, non la teoria migliore”) e
-come Thomas Kuhn, (“la scienza evolve solo superando continuamente i paradigmi epistemologici imperanti e tradizionali e gestiti dalla “scienza normale”, attraverso le “rivoluzioni scientifiche”; il criterio con cui un paradigma risulta vincitore sugli altri, consiste nella sua forza persuasiva e nel grado di consenso all’interno della comunità scientifica),
….. la verifica di una ipotesi sul campo della realtà ha sempre la prevalenza sulle teorie, anche se imperanti e convenzionali.
Imre Lakatos infine afferma che la storia delle scienze naturali mostra che per lunghi periodi molti paradigmi hanno coabitato in maniera conflittuale senza che uno di essi si imponesse come “scienza normale”. Quest’ultimo assunto sembra essere parzialmente indicato a descrivere la posizione dell’Omeopatia rispetto alla scienza medica convenzionale: l’Omeopatia è infatti una medicina non- convenzionale nata e sviluppata da più di due secoli parallelamente e al di fuori della medicina ufficiale, da sempre osteggiata, ma mai estinta, anzi in attiva e continua crescita farmacologica, clinica e sociale.

A nostro parere, i due paradigmi, quello convenzionale e quello omeopatico, hanno di per sé una rispettiva intrinseca validità constatabile sul campo della realtà e non debbono essere minimamente alternativi o concorrenziali, ma ugualmente rispettabili, paralleli e senz’altro integrabili, in scienza e coscienza, da parte del medico competente, come sembra essere in atto, se pur con mille ostacoli frapposti dal mondo scientifico conservatore e da poteri economici avversi, nel mondo più recente della Medicina.

10.0 – LA SCIENZA PILOTATA
Tutto l’apparato di scettici delle varie categorie ha una sua coerenza strategica piramidale ben precisa: all’apice, i “falsi” scettici, a sostegno di interessi economici e di vari livelli di potere corporativo e politico, forti delle loro posizioni dominanti nel mondo scientifico, approntano una serie di contestazioni all’Omeopatia apparentemente ineccepibili e un piano di comunicazione che andrà poi ripetuto e diffuso pedissequamente in ambiente scientifico e massmediatico.
Gli scettici istituiscono tribunali autoreferenti e cercano consensi a tutti i livelli in appoggio ai loro obiettivi.
Alcuni altri scettici, comunque molto qualificati e in genere non medici ma farmacologi o chimici, possono in buona fede circoscrivere la critica all‘Omeopatia in ambiti erroneamente troppo ristretti.
Tutti gli altri scettici, passivamente conformisti, recepiscono e ripetono automaticamente il messaggio anti-Omeopatia che, a quel punto, diventa “convenzionale” e ampiamente diffuso.
In alcune università di contro all’indicazione, presente nelle innumerevoli proposte di legge nel tempo presentate, di fornire agli studenti di Medicina e Veterinaria una informazione sintetica e corretta sull’Omeopatia, si tengono lezioni nell’ambito della Farmacologia espressamente indirizzate a screditare da un punto di vista esclusivamente chimico i medicinali omeopatici.
Accanto a ciò, le varie pubblicazioni contro l’Omeopatia intimoriscono gli studenti e indicano loro che, se abbracceranno tale pratica medica, saranno sempre considerati come eretici dagli ambienti istituzionali e sanitari, con seri rischi per la propria carriera.
A livello del mondo medico scientifico, l’azione anti-Omeopatia viene sostenuta dalle varie riviste di settore che pubblicano continuamente articoli contro di essa.
Anche diversi professori universitari che hanno “osato” interessarsi di Omeopatia, sono stati emarginati dai colleghi e hanno visto la loro carriera boicottata e bloccata.
Questo fatto serve da monito ai giovani ricercatori per allontanarli dal “pericoloso” interesse per l’Omeopatia, con il rischio di “scomunica” da parte di tutti i colleghi e con la certezza di compromettere sul nascere la propria carriera universitaria.

Anche la stampa e i mass media hanno una loro specifica funzione e responsabilità. A chi ha osservato e osserva costantemente lo svolgersi dell’attacco mediatico contro l’Omeopatia (anche con sceneggiate televisive di pessimo gusto come quella eseguita dal comico Crozza su La7 il 29 novembre 2015 – https://www.youtube.com/watch?v=LgvFPFLLkFo – nella quale il medico omeopata viene definito un medico “inculatorium”) appare palese la univocità e identità degli assunti contro l’Omeopatia. Tale “eccessiva” coerenza rivela un ”ordine di scuderia” ben preciso, ripetuto da tutte le testate in maniera totalmente passiva e complice. In quest’ambito si sono peraltro particolarmente distinte per lo zelo le testate “progressiste”.
Nel commentare tutto ciò teniamo conto del fatto che nella classifica della libertà di stampa la ultrademocratica e garantista Italia compare al 77° posto!

A tutto il sistema anti-Omeopatia contribuiscono anche varie associazioni internazionali e nazionali di scettici, che si dedicano a “salvare il pubblico dalle bufale”.
In un mondo fatto in massima parte di ipocrite apparenze e di suggestioni istrioniche a tutti i livelli, un sano scetticismo è indispensabile per mantenere un’equilibrata analisi della realtà e le organizzazioni di scettici hanno una loro funzione e utilità sociali.
Ma quando si avesse un minimo sentore che un’istanza da sempre osteggiata potesse avere un fondo di verità, sia in virtù della sua sussistenza nel tempo, sia delle oramai numerosissime esperienze di laboratorio e cliniche, si dovrebbe onestamente riconoscere, dopo attenta analisi, che quella determinata istanza potrebbe avere una sua recondita validità.
Riteniamo che le associazioni di scettici non abbiano mai riconosciuto un proprio errore, anche perché è verosimile che alcune di queste facciano parte della categorie dei “falsi” scettici, perfettamente consapevoli del valore terapeutico dell’Omeopatia e ben sponsorizzati dalle forze avverse a tale pratica medica.

L’Omeopatia “gode” insomma di un dissenso veramente esteso e unanime: “tutti insieme appassionatamente”, un vero e proprio “linciaggio” mediatico accuratamente organizzato.

Un dissenso talmente esteso e coerente dovrebbe suscitare qualche giustificato sospetto.

Concludendo, il modo in cui viene trattato l’argomento Omeopatia da alcuni settori, sedicenti attendibili, del mondo scientifico convenzionale e dalla stampa mondiale e nazionale degrada la Scienza a “movimento fondamentalista e totalitario”, con i suoi processi sommari e il mal celato intento di soppressione definitiva delle minoranze.

11.0 – IL “RAZZISMO” NELLA SCIENZA – L’ OMEOFOBIA
Quanto sopra esposto ha dei precisi paralleli nella storia e nella politica: il “pensiero unico” e il “razzismo” che diffondono previamente propaganda distruttiva presso la popolazione contro una categoria sociale o etnica fino a raggiungere il livello di consenso popolare e delle classi medie al fine di procedere all’estinzione totale del gruppo considerato eretico e scomodo.

Per l’Omeopatia in particolare è stata addirittura prospettata da un noto scienziato la cacciata degli omeopati dagli Ordini provinciali dei Medici con la conseguente impossibilità di esercitare la propria professione.

Tutto ciò avviene in un ambiente culturale sedicente liberale e democratico, nel quale viene giornalmente evidenziata e denunciata ogni minima ingiustizia perpetrata ai danni delle minoranze.

Proponiamo in questa sede l’adozione del termine “OMEOFOBIA” per definire tale iniquo fenomeno.

12.0 – RAGIONI GENERALI E CONTINGENTI DELL’ OPPOSIZIONE
ALL’ OMEOPATIA

12.1 – In generale l’Omeopatia è stata sempre osteggiata perché non è nata e non si è sviluppata nell’ambito del sistema medico ufficiale. Nonostante i risultati palesemente positivi in clinica, anche e soprattutto in epoca storica in cui la medicina ufficiale era praticamente impotente di fronte alle varie malattie (come sopra scritto, l’Omeopatia è stata con successo impiegata anche nelle epidemie di Colera della metà dell’ottocento in Italia e nella Spagnola) [nota… – statistiche militari attestano un numero di 6.307 colerosi curati con l’Omeopatia con un numero di 458 decessi: il 7,26 %, conto il 50-60% di decessi nei pazienti non trattati], poche istituzioni pubbliche e universitarie, almeno in Italia, si sono “accorte” della presenza dell’Omeopatia. E’ spiacevole peraltro notare come l’indifferenza e l’ostracismo verso tale disciplina medica siano stati maggiori dopo l’unità d’Italia rispetto alle varie amministrazioni statali precedenti.

Il motivo dell’esclusione dell’Omeopatia era allora, ed è tuttora, solo un fatto puramente concorrenziale, economico e di potere.

La medicina ufficiale è stata tutta edificata sullo studio analitico delle malattie (cosa assolutamente positiva) che hanno portato alla nascita delle “specializzazioni” (cosa altrettanto positiva, almeno da un punto di vista diagnostico) e sui brevetti farmacologici (proiezione consequenziale della visione specialistica della Patologia e dell’affermazione storica a livello mondiale del Capitalismo.
I relativi interessi economici attivati mirano essenzialmente alla vendita il più prolungata possibile dei farmaci brevettati piuttosto che ad una rapida e totale guarigione del paziente.
La visione parcellare specialistica della patologia induce il medico a prescrivere terapie circoscritte all’organo o alla funzione da curare e il concetto di “guarigione” definitiva è sempre meno presente negli obiettivi clinici e nell’immaginario dei medici.
La ricerca convenzionale implica notevoli investimenti economici che richiedono un ritorno in termini di profitto.
Come già scritto, ai punti 5 e 7 del presente scritto, l’Omeopatia cura per guarire (quando possibile ovviamente) senza gli effetti collaterali tipici dei farmaci convenzionali, con costi irrisori rispetto al mercato della farmacologia classica e non muove alcun particolare interesse commerciale. Va solo a favore del malato.

Il motivo reale e generale per cui l’Omeopatia viene osteggiata con tanto accanimento è verosimilmente il fatto che è profondamente incompatibile con il sistema economico farmaceutico imperante e minaccia seriamente i suoi interessi.

12.2 – Esistono poi ragioni molto più circoscritte e contingenti di attacco all’Omeopatia: da molti anni alcuni medicinali omeopatici non classici, ma specialità brevettate da ditte omeopatiche, fanno concorrenza alla farmacologia convenzionale, a volte anche in maniera molto insistente, sul mercato dei medicinali da banco e in particolare per le sindromi influenzali.

Contemporaneamente tutta la classe medica omeopatica è stata identificata come “antivaccinista” per principio e molti articoli e autori combattono contemporaneamente le due categorie come coincidenti.
La FIAMO (Federazione Italiana Associazioni e Medici Omeopati – http://www.fiamo.it) ha chiarito in un suo documento molto articolato che da un punto di vista di principio l’Omeopatia (prima pubblicazione 1796 – Hahnemann) e la vaccinazione (prima pubblicazione 1798 – Jenner), nascono da principi molto simili e che la letteratura omeopatica di inizio ottocento apprezzava fortemente la vaccinazione di Jenner, mentre solleva, come molti altri medici non omeopati, ragionevoli dubbi sulla gestione delle vaccinazioni da parte delle istituzioni nazionali e mondiali.

12.3. – In conclusione, la crociata contro l’Omeopatia consiste palesemente in una strenua difesa di interessi commerciali, di investimenti in ricerca e di carriere.
Tale crociata viene effettuata con tutti gli sconfinati mezzi finanziari e di potere di cui dispone la lobby anti-Omeopatia.

13.0 – IL CONSENSO ALL’ OMEOPATIA – IL FUTURO DELL’ OMEOPATIA –
LA MEDICINA UNICA VENTURA
Al di là della pesante cortina fumogena sollevata dai “poteri forti”, e in assenza totale di supporto massmediatico, l’Omeopatia cresce floridamente per un solo motivo: perché funziona.
I pazienti vengono inviati ai medici omeopati da conoscenti, amici e parenti che hanno usufruito con soddisfazione delle cure omeopatiche.
Anche molti medici non omeopati richiedono terapie omeopatiche per sé, per i propri familiari e per diversi loro pazienti.
Molti medici e veterinari, delusi dai “protocolli terapeutici” dai quali sono obbligati a prescrizioni al di là della loro scienza e coscienza con risultati solo soppressivi e palliativi, si stanno rivolgendo alla Omeopatia.
Le istituzioni più coraggiose e progressiste hanno omologato e stanno normando progressivamente la professione medica omeopatica (vedi punto 4).
I pazienti che si curano omeopaticamente si dicono in coro scandalizzati e indignati per la campagna di discredito nei confronti dell’Omeopatia, della quale essi stessi constatano ogni giorno la validità sul campo, ed anche una considerevole fetta di pubblico è fortunatamente ben consapevole delle falsificazioni a cui è sottoposto ogni giorno dai mass-media e si fida semplicemente dei propri sensi.
Non a caso la fascia di popolazione che si rivolge all’Omeopatia è costituita dalle classi medio alte che hanno la capacità culturale e critica per giudicare autonomamente la terapia omeopatica.

La campagna contro l’Omeopatia si sta rivelando un boomerang verso i suoi detrattori e una inaspettata pubblicità a tale disciplina.
La grottesca sceneggiata mediatica messa in atto negli ultimi anni non ostacolerà minimamente la crescita futura dell’Omeopatia.

L’obiettivo venturo e inarrestabile è quello della Medicina Unica, perfettamente integrata dall’Omeopatia a da tutte le altre medicine complementari, nell’ambito della quale il medico competente, in scienza e coscienza, attuerà le cure migliori per l’esclusivo vantaggio del paziente e al di là di qualsiasi conflitto di interesse.

Tale Medicina Unica salverà i pazienti dalla cronicizzazione delle loro malattie e dalla medicalizzazione coatta e salverà il mondo dal crollo economico dei sistemi sanitari e sociali.

Marzo 2017 Dott. Pindaro Mattòli
medico omeopata

http://www.omeopatia-mattoli.eu

Fonte:
http://omeopatia.org/1632017-pindato-ma ... omeopatia/