LE BASSE DOSI HANNO ORA UN FONDAMENTO SCIENTIFICO!

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LE BASSE DOSI HANNO ORA UN FONDAMENTO SCIENTIFICO!

Messaggiodi Dr.Ascani il ven ott 02, 2009 8:24 pm

LA MEDICINA DEL FUTURO: LE BASSE DOSI HANNO ORA UN FONDAMENTO SCIENTIFICO

NUOVE PROSPETTIVE ANCHE PER L'OMEOPATIA

Straordinaria rivelazione in anteprima mondiale del
Premio Nobel Prof. Luc Montagnier in occasione del convegno

Integrazione tra fisica, chimica e biologia alla base della medicina del futuro

Milano, 1 ottobre 2009 Luc Montagnier, Premio Nobel 2008 per la medicina, ha partecipato al convegno Integrazione tra fisica, chimica e biologia alla base della medicina del futuro, tenutosi ieri a Milano presso il Circolo della Stampa. Durante il suo intervento Luc Montagnier ha rivelato in anteprima mondiale alcune sorprendenti scoperte relative alla natura del DNA umano, ottenute dal suo staff attraverso i percorsi di ricerca sullAIDS.

Partendo dal presupposto che il DNA si organizza intorno all'acqua, che è la base dell'organismo umano, Montagnier ha dichiarato: Questo principio è sempre stato evidente, ma è stato altrettanto trascurato, come trascurate sono state le necessarie interazioni tra la medicina e la fisica, discipline che invece sono strettamente interdipendenti, specie per quanto riguarda l'analisi della struttura dell'acqua. A queste nuove scoperte siamo arrivati seguendo i nostri percorsi di ricerca sull'AIDS, collaborando con laboratori di varie parti del mondo. Abbiamo utilizzato sensori a bassa frequenza, osservando sia i filtrati delle colture di virus sia il plasma di persone infette. E ci che abbiamo visto è una variazione nelle frequenze delle onde elettromagnetiche, abbiamo osservato dei picchi nella fascia da 0 a 20.000 hertz.

Montagnier parla dunque di un vero e proprio fenomeno di "risonanza" nelle molecole dell'acqua quasi che essa fosse "condizionata" e quindi "condizionabile". Questo condizionamento pu essere interno od anche esterno, ed in questo acquistano certamente peso certi fattori ambientali, come l'inquinamento elettromagnetico delle nostre città. Al di la di questo, è dunque possibile affermare, in estrema sintesi, che quando si diluisce una sostanza fino a far rimanere "solo acqua", essa mantiene comunque un suo background elettromagnetico.

"Abbiamo svolto molti studi sui batteri - ha proseguito Montagnier e ci sono segnali da parte di molecole ad alto peso molecolare che anche se diluite alla 10 alla diciottesima mantengono un loro proprio segnale: abbiamo dimostrato che questo fenomeno non dipende dalla quantità, ma è un fenomeno che afferisce alla fisica quantistica, alla struttura fisica dell'acqua. Ad esempio abbiamo lasciato due distinte provette in un contenitore di lega metallica che impedisce l'irradiazione verso l'esterno, ed abbiamo visto che tra le due provette, una diluita a 10 alla terza ed una a 10 alla nona, c'era uno scambio di informazioni e di connotazioni a livello molecolare. Questo ci ha dimostrato che le molecole hanno un loro background elettromagnetico ed esso è in grado di trasferirsi da una molecola all'altra, da una provetta all'altra. Abbiamo poi misurato questi fenomeni per settimane nel sangue dei pazienti, estraendo e misurando la parte liquida del plasma umano. La maggior parte degli agenti patogeni, i batteri ma anche i virus, incluso l'HIV, producono questi segnali. Noi li abbiamo mappati, con molte tecniche di disamina differenti, e quelle che abbiamo visto è congruente con tutto quanto ho appena esposto".

Occorre ovviamente raffinare linterpretazione di questi fenomeni hanno precisato gli esperti presenti al congresso - ma quello che è certo è che rispetto agli esperimenti di Benveniste sulla memoria dell'acqua degli anni 80, si è ora in grado di fare degli esperimenti e poi di ripeterli, esperimenti che hanno il requisito della riproducibilità e quindi scientificamente attendibili. Tutto ci potrebbe aiutare ad uscire dalla logica del "tanto più alto è il dosaggio del farmaco, tanto più efficace è la terapia" ha poi aggiunto Montagnier - ed aprire nuove interessanti prospettive terapeutiche basate su paradigmi differenti da quelli indagati fino ad oggi.

All'intervento del Premio Nobel è seguito un interminabile applauso di diversi minuti, ed i contenuti della sua relazione sono stati commentati a caldo in modo estremamente positivo da molti accademici presenti, con parole come innovativo, entusiasmante, questa è la medicina del futuro, come confermato dal breve videoclip scaricabile all'indirizzo internet "www.youtube.com/gunatv".

Fonte:
Comunicato stampa GUNA
http://www.guna.it/news.php?id=249
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Re: LE BASSE DOSI HANNO ORA UN FONDAMENTO SCIENTIFICO!

Messaggiodi Dr.Ascani il gio ott 08, 2009 1:04 pm

Citochine a basse dosi nell'asma bronchiale

Come è noto l'asma, al pari di altre allergopatie, è dovuta ad uno squilibrio del sistema citochinico che regola la relazione fra linfociti Th1 e Th2 e, più propriamente, ad una esasperata risposta Th2 con incremento della interleuchina 4 (IL-4) e riduzione di gamma interferone e di interleuchina 12 (IL-12). In effetti la patologia allergica può essere interpretata come l'espressione di un'alterazione della cosiddetta "bilancia immunitaria". Nel caso della malattia allergica, le cellule immunitarie chiamate Th2 (linfociti T helper 2) sono "iper-espresse", cioè lavorano in eccesso rispetto ad un'altra famiglia di cellule immunitarie chiamata Th1 (linfociti T helper 1). E' questa caratteristica alterazione del sistema immunitario dei soggetti allergici la causa profonda della loro malattia: come si dice in immunologia, è lo "switch Th1/Th2" il vero "peccato originale" delle allergie, lo squilibrio tra queste due famiglie di linfociti. Sebbene tutti gli asmologi concordino che la somministrazione di adatte citochine è il gold standard nel trattamento dell'asma, le stesse sono poco impiegate per i considerevoli effetti collaterali. Due di queste interleuchine, in particolare IL-12 e interferone-gamma hanno la capacità di ridurre la funzione dei linfociti Th2 (iper-espressi nel soggetto allergico) e la produzione, da parte di questi, di sostanze capaci di innescare la cascata di eventi fisiopatologici che portano alla manifestazione della sintomatologia allergica. Questi percorsi ezio-patogenetici sono conosciuti da tempo dagli allergologi e dagli immunologi, ma l'applicazione clinica di queste conoscenze si è da sempre arenata contro lo scoglio degli effetti collaterali che le interleuchine "antiallergiche", IL-12 e interferone, mostrano (quando impiegate ad alti dosaggi, quelli normalmente utilizzati fino ad oggi). In questo lavoro, su modello murino, si sono impiegati bassi dosaggi (in apparenza privi di azione farmacologia) di IL-12 e gamma-interferone, verificando una riduzione della broncoreattività in topi asmatici, sensibilizzati verso ovoalbumina ed esposti alla proteina allergenica per via aerosolica, prima e dopo il trattamento low-dose. Lo studio, condotto presso il Dipartimento di Morfologia Umana dell'Università degli Studi di Milano, presenta come elemento maggiormente innovativo la particolare tecnica farmaceutica denominata SKA (Sequential Kinetic Activation), standardizzata dai laboratori di ricerca GUNA per la preparazione dei rimedi omeopatici, con la quale sono state attivate le soluzioni low-dose di interleuchine. Le soluzioni si sono mostrate terapeuticamente efficaci senza presentare alcun effetto collaterale. L'attività anti-asmatica è stata confermata dall'analisi istologica dei polmoni e dalla conta degli eosinofili nel liquido di lavaggio bronco-alveolare. Lo studio, pubblicato sulla rivista Pulmonary Pharmacology & Therapeutics, ha quindi dimostrato in un modello animale (topi), gli effetti terapeutici di bassissimi dosaggi di interleuchine. I bassi dosaggi utilizzati nello studio hanno mostrato gli identici effetti degli alti dosaggi nel ridurre le condizioni di iper-reattività bronchiale, nel ristabilire i normali livelli di attività dei linfociti Th2, nel ridurre drasticamente la sintomatologia clinica. Considerando che l'asma è per definizione una malattia ad andamento cronico in cui i soggetti conservano per tutta la vita la predisposizione ad ammalarsi e, a tutt'oggi, non esistono cure mediche in grado di guarirla in modo certo e definitivo, si comprende lo straordinario valore anche socio-economico di questa ricerca.

Fonte:
Pulm Pharmacol Ther, 2009
Omeopatia33, newsletter, 8 ottobre 2009 - Anno 4, Numero 29
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