Omeopatia: l' Oms detta le regole per la sicurezza

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Omeopatia: l' Oms detta le regole per la sicurezza

Messaggiodi Dr.Ascani il dom mag 02, 2010 7:52 am

CURE ALTERNATIVE PIÙ VICINO IL RICONOSCIMENTO UFFICIALE DELLE «MICROPILLOLE»

Prodotti di qualità e controllo degli eccipienti Preparazione Il rispetto delle linee guida sui materiali di origine dei rimedi è fondamentale L' utilizzo Anche l' etichettatura e il confezionamento sono indispensabili per la sicurezza

È lo «sdoganamento» dell' omeopatia, il suo ingresso ufficiale nel gruppo delle medicine tradizionali, plaudono gli entusiasti. Ma per altri esperti del settore, il documento appena pubblicato dall' Organizzazione mondiale della sanità è solo il riconoscimento di quello che già si sa, se non, addirittura, un atto di «copertura politica». Sta di fatto che con le 50 pagine delle Safety issues in the preparation of homeopathic medicines (Linee guida sulla sicurezza nella preparazione di farmaci omeopatici), l' omeopatia viene per la prima volta presa in considerazione dall' Oms, assieme all' agopuntura e all' ayurveda. «Il documento non contiene rassicurazioni nè avalli sull' omeopatia - precisa Umberto Solimene, direttore del Centro collaborante dell' Oms per la medicina tradizionale all' Università degli Studi di Milano -. Si tratta però di un documento tecnico, importante dal punto di vista metodologico». Proprio dal Centro milanese, grazie a un memorandum di intesa firmato tra Regione Lombardia e Oms nel 2003, è partito l' impulso che ha portato alla redazione delle raccomandazioni. «Il nostro obiettivo - racconta Emilio Minnelli, responsabile scientifico del Centro - è stato di mettere il consumatore al centro della loro azione anche nel settore della medicina complementare e quindi svolgere una serie di attività che lo tutelino. La prima è appunto questo documento per l' informazione del consumatore e l' uso appropriato della medicina complementare». Nel documento dell' Organizzazione mondiale della sanità si raccomanda l' adesione alle linee guida della Good Manufacturing Practice (norme di buona fabbricazione), così come l' attenzione all' identificazione, alla natura e alla qualità dei materiali di origine e degli eccipienti. Inoltre, una particolare raccomandazione è rivolta alle autorità regolatorie, perché mettano in atto tutte quelle normative che servono a garantire un prodotto finale, sicuro, efficace e di alta qualità. Anche etichettatura e confezionamento sono visti come uno strumento fondamentale per consentire al consumatore l' utilizzo dei prodotti in maniera sicura. Giudizio positivo da parte dell' Associazione italiana di omotossicologia: «Si tratta di un documento serio e rigoroso, che vuole garantire la sicurezza del cittadino», sostiene Paolo Roberti Di Sarsina, del comitato scientifico di Aiot. Nulla di nuovo sotto il sole, invece, secondo Ciro D' Arpa, presidente della Società italiana di medicina omeopatica: «L' Oms fa un grosso lavoro pubblico di mediazione per tenere l' omeopatia ai margini - dice -. Che i farmaci omeopatici siano sicuri è ormai un dato di fatto. Non solo. Ci sono studi scientifici ben consolidati che ne provano sia l' efficacia che i risultati positivi sull' uomo». E c' è chi va oltre. «Dal mio punto di vista l' omeopatia non ha bisogno di nessun riconoscimento - afferma Christian Boiron, presidente dei Laboratoires Boiron, azienda leader nei farmaci omeopatici -, perché il medicinale omeopatico è totalmente riconosciuto in tutta Europa e in tutto il mondo eccetto che in Cina e in Giappone». Boiron poi rammenta un altro dato: «Già 30 anni fa sono state fatte più di mille sperimentazioni scientifiche con lo stesso rigore di quelle delle medicine allopatiche e sono già state pubblicate 6 metanalisi che abbracciano un arco di 15 anni e sono tutte positive, molto o poco, ma tutte positive». Fantasie? «L' Oms ha già redatto un documento sull' efficacia dell' omeopatia anche nell' utilizzo clinico - conferma Elio Rossi, responsabile dell' Ambulatorio di omeopatia dell' Asl 2 di Lucca -. Non viene pubblicato per la forte opposizione da parte del mondo della medicina, pregiudizialmente contrario alle dimostrazione che l' omeopatia funzioni». Rossi aggiunge che, di recente sulla rivista Homeopathy, è stato pubblicato uno studio che dimostra un' attività biologica dei preparati omeopatici su linee cellulari. «Questi risultati però vengono ignorati, neppure smentiti - aggiunge -, e non vengono neppure presi in considerazione come punto di partenza per eventuali ulteriori studi». Cosa accadrà invece alle linee guida sulla sicurezza? «Il documento sarà spedito a tutti gli stati - risponde Minnelli - fornendo così una serie di raccomandazioni perché tengano conto di questi dati nel momento in cui decideranno di attivare una regolamentazione sui prodotti omeopatici e soprattutto vengono invitati ad adottare comunque una normativa». A questo proposito punta il dito su un anomalia tutta nostrana, Alessandro Pizzoccaro, presidente di Guna Spa, azienda italiana di farmaci omeopatici: «I rimedi omeopatici sono a tutti gli effetti riconosciuti come farmaci, dalla direttiva europea del 2006 - fa presente -. L' Italia non sta ancora applicando questa direttiva, rischiando un' ennesima procedura d' infrazione. La legislazione italiana è l' unica in Europa a non consentire l' etichettatura dei medicinali omeopatici e non consente neppure di aprire nuove linee di prodotto». L' Agenzia italiana del farmaco si è mossa in moto solo ora. Dovrà passare al vaglio più di 30 mila prodotti per certificarli.

Fonte:
http://archiviostorico.corriere.it/2010 ... 8128.shtml
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