VERSO UNA RIDUZIONE DELLA VITA

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VERSO UNA RIDUZIONE DELLA VITA

Messaggiodi Dr.Ascani il dom mag 09, 2010 10:28 am

L’onda lunga del benessere e del buon lungo vivere sembra aver rallentato la sua corsa.
Addirittura con un’inversione di tendenza.
Nel senso che, le generazioni future potrebbero convivere con un’aspettativa di vita ridotta.
Le motivazioni sono diverse e spesso collegate fra loro.
Nei paesi occidentali, il trend di crescita dell’allungamento della vita ha una datazione progressiva, culminata negli anni ‘70-‘80, a ridosso delle grandi vittorie sulle malattie infettive.
Dalla Rivoluzione Francese in poi, l’occidente aveva spostato nettamente in avanti l’orologio della durata della vita.
Al punto che, pensate un po’, solo dopo quell’evento, si diffuse l’uso degli occhiali per la presbiopia.
Le due guerre mondiali del ‘900 e, la grande depressione del ’29, rallentarono sensibilmente la corsa della longevità, ma senza fermarla.
Anzi, per certi aspetti (la fame, le ridotte disponibilità di carboidrati raffinati, la riduzione della massa grassa) si sarebbero poste le premesse per una riduzione di alcune patologie (diabete su tutte).
La scoperta della penicillina e l’uso dei chemioterapici antibiotici implementarono questi valori, riuscendo a debellare malattie infettive importanti e definitive (infezioni da stafilococco, tubercolosi, polmoniti, ecc.).
La stessa riduzione della popolazione mondiale (le due guerre citate, l’influenza spagnola del 1918, la crisi economica con la fame, ecc.) offriva una tutela naturale agli abitanti del pianeta, fornendo risorse maggiori e disponibilità ambientali favorevoli.
Dunque, una buona prospettiva che ha consentito, in circa un secolo, di spostare in avanti la vita media di circa 7 anni per gli uomini e di oltre 12 per le donne ( notevole,in questo campo, la riduzione per la mortalità legata al parto).
Questa crescita si è mantenuta costante, ma segnali in controtendenza arrivavano già da alcuni anni.
Al punto da ipotizzare che le generazioni future potrebbero fare i conti con una riduzione dell’aspettativa della vita media.
Perché? E che cosa è successo?
Si stima che, all’8 febbraio 2010, la popolazione mondiale abbia raggiunto i 6.801.400.000 abitanti con una previsione di crescita che porterà nel 2040 a superare l’incredibile cifra di 40 miliardi.
Fa impressione, soprattutto, il raddoppio negli ultimi due secoli della popolazione, con un ritmo di crescita davvero notevole.
Facciamo due conti…facili facili e immediatamente comprensibili.
Le risorse del pianeta sono queste, come acqua, prodotti della terra e della fauna, compresa quella ittica.
E sono, tutto sommato, le stesse, dagli albori della presenza umana sul pianeta.
Quello che è cambiato, è il modo con cui vengono estratte queste risorse.
Esistono forzature evidenti, probabilmente eccessive.
Un esempio su tutti: l’uso esasperato degli antibiotici per implementare il peso degli animali d’allevamento.
Attraverso le secrezioni di questi ultimi, nei terreni e nelle falde, questi farmaci favoriscono selezioni batteriche sconsiderate con creazioni di ceppi ultraresistenti.
Se questo si abbina all’uso sconsiderato degli antibiotici che viene fatto da alcuni decenni, l’ipotesi di una ripresa incisiva delle malattie infettive non è affatto remota.
Altra constatazione.
I paesi emergenti (Cina e India su tutti) accedono a mezzi di consumo e sviluppo impensabili nemmeno trenta anni or sono.
Tutto questo porta a un’industrializzazione massiva con ripercussioni sensibili sul clima e sull’inquinamento.
Dal punto di vista metabolico, la globalizzazione selvaggia offre a tutti (salvo i soliti paesi del III mondo, s’intende) cibi appetibili, spesso a basso costo, ma ricchissimi di carboidrati raffinatissimi e grassi idrogenati.
E’ un Occidente obeso, con un tasso di bambini obesi, diabetici e prediabetici, veramente inquietante.
Gli stessi cambiamenti climatici, troppo rapidi per l’evoluzione umana, metteranno in difficoltà i sistemi immunitari.
Un paesaggio inquietante, dunque?
Quasi un film di fantascienza.
Assolutamente no.
Si tratta di quadri previsionali, basati però su osservazioni e statistiche rigorose.
S’impone una riflessione che porti a necessari aggiustamenti.
E in tempi brevi.
Spesso l’intervento dei singoli può essere più incisivo di quello dei governi.
Minori sprechi, prevenzione, attenzione alimentare, controllo sull’abuso dei farmaci, riduzione di tutte le forme di inquinamento.
E, principalmente, tramandare questi messaggi.
Il benessere e la tecnologia hanno un prezzo da pagare.
Non carichiamolo esclusivamente sui nostri figli.

Fonte:
http://pierluigigargiulo.com/?p=167
Dr.Ascani
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