OGM pericolosi

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OGM pericolosi

Messaggiodi Dr.Ascani il mer nov 28, 2012 10:20 pm

Dopo anni di studi condotti per tempi brevi sui cave, ci eravamo quasi convinti che le piante GM (geneticamente modificate), in fondo potessero, con una precisa etichettatura, essere abbastanza sicure da essere sopportabili per l’uomo.

Ma lo studio del gruppo del Pr. Gilles-Eric Séralini dell’università di Caen in Francia, che sarà pubblicato fra poco su rivista internazionale (Séralini, G.-E., et al. Long term toxicity of a Roundup herbicide and a Roundup-tolerant genetically modified maize. Food Chem. Toxicol. (2012) In press) fa scoppiare la prima bomba sulla tossicità provata del mais transgenico di Monsanto.

Già più di 2 anni fa, G.E. Seralini, ricercatore sugli effetti degli erbicidi e insetticidi, urlava i suoi dubbi sulla validità degli esperimenti – realizzati dalla stessa impresa produttrice- e che lui considerava realizzati in un arco di tempo troppo breve e con un campionamento limitato di animali.

Infatti, qui non stiamo parlando di sperimentare un medicinale, ma un alimento; dunque gli eventuali effetti possono essere lievi e cumulativi e di conseguenza è importante fare studi sul lungo periodo.

A questa osservazione generale si aggiunga che era già stata osservata una diminuzione della fecondità su topi nutriti da mais transgenico per 20 settimane in un studio di valutazione austriaco nel 2008.

L’esperimento di Séralini è stata realizzato per due anni (tempo di vita media di un ratto) su 200 ratti, ripartiti in diversi gruppi: uno nutrito con mais NK603 (mais GM resistente all’erbicida Roundup – il principio attivo è il glifosato-) non trattato con l’erbicida Roundup, uno nutrito con mais NK603 trattato durante la crescita con l’erbicida Roundup, un gruppo alimentato con l’erbicida Roundup unicamente aggiunto all’acqua da bere, e un gruppo di animali controllo.

L’esperimento è enorme; oltre la durata, le analisi sono multiple:

1) Tests del sangue e urina per, rispettivamente, 31 e 16 parametri ogni 3 mesi su tutti i ratti vivi.

2) Prelievi di molti organi (cervello, fegato, reni, polmoni, ovari, pelle, stomaco, pituitarie ghiande, etc…. ) su tutti ratti: sia su quelli morti o sacrificati (per via di criteri etici legali) durante l’esperimento o sia alla fine de l’esperimento. Gli organi sono esaminati su criteri anatomo-patologici + microscopia elettronica.

3) Tests statistici

I ricercatori hanno scelto di fare uno studio con molte variabili, separando ♂ (maschi) e♀ (femmine), utilizzando diverse dosi (il mais transgenico NK603 rappresentava sia l’ 11% o il 22% o il 33% della dieta; Il Roundup (erbicida) in acqua 0,1 ppb o 0,9‰ o 0,5%); Di conseguenze il numero di ratti scende a 10 ♀e 10♂ per gruppo di studio, limitando dunque la portata statistica, soprattutto perché i ratti scelti sono predisposti ad avere tumori nella vecchiaia.

Eppure, gli effetti complessivi sulla salute dei ratti sembrano validi e sono del tutto molto visibili.

Quel che è chiaro.

1) In tutti i gruppi dei ratti trattati, i tumori compaiono molto prima che nei controlli. I tumori sono comparsi presto, a 9 mesi (un anno prima del controllo) per ♀ e a 3 mesi (8 mesi prima del controllo) per i ♂.

2) Dopo due anni, 50-80% dei ratti trattati mostrano segni patologici contro il 30% nei controlli, e l’insieme delle anomalie osservate è molto più elevato nei animali trattati. A seconda del sesso, i risultati dei trattamenti sono variabili. Ma generalmente, i tumori dei ratti trattati (soprattutto mammari per le♀ e del sistema epato-digestivo per i ♂) sono più precoci, il loro numero maggiore, con uno sviluppo più rapido e con effetti sui reni. E da notare che questi effetti non sono proporzionali alle dose.

3) Gli effetti sono anche notevoli con l’acqua inquinata col Roundup, anche a delle dosi autorizzate dalla legge.

Rileviamo piuttosto interessante la tavola con i risultati biochimici su sangue e urine a 15 mesi (ultimo prelievo con il massimo d’animali vivi, 100% nei controlli) per il gruppo ♀nutrito con il 33% del mais transgenico NZ603, che mostra variazioni importanti dell’ormone sessuale e una perdita degli ioni Ca e Cl serici, accompagnati da difetti nella clearance della creatinina di malfunzionamento renale (99% grado di confidenza) rispetto ai controlli.

Quello che non è chiaro

Purtroppo, alcune interpretazioni rimangono poco chiare, per es il gruppo controllo ♂ mostra 3 ratti †(deceduti) su 10, mentre certi gruppi mostrano pure 3 † su 10, o addirittura 1 † su 10. Tuttavia, gli autori riportano la congruenza del loro gruppo control ♂ e ♀con altri esperimenti realizzati su campioni più elevati.

Commento

Questo è un primo studio completo che mostra che i test realizzati su un arco temporale di 3 mesi non sono validi per affermare l’innocuità delle piante GM (trattate o no), e neppure quella dei livelli attualmente accettati d’erbicidi nell’acqua del rubinetto.

Noi, umani, siamo indeboliti e “meno sani” di una volta; bisogna guardare con lucidità le percentuali e l’età delle persone con asma, cancro, malattie invalidanti, allergie etc… Una parte di queste debolezze sono probabilmente legate ad un’alimentazione sbagliata, come per esempio l’uso esclusivo di farine bianche e di molto zucchero bianco, due sostanze alimentari che perdono nutrimenti e vitamine durante la loro lavorazione rispetto a quelle originali non trattate (quelle che spesso chiamiamo integrali). Tanti fattori ci aiutano ad ammalarci, vogliamo correre un rischio supplementare di sviluppare cancri più precocemente con un’alimentazione a base di GM?

Speriamo che questi risultati (e altri successivi) permetteranno di modificare le leggi in corso sulle autorizzazioni GMO. Siamo tutti consumatori di organismi geneticamente modificati, perché al momento non è necessario di notificare la presenza di GM se un alimento ne contiene meno dell’1%.

Ritornando alla pubblicazione, è molto interessante il fatto che gli effetti patologici si evidenziano soprattutto nei gruppi nutriti al mais NK603 non trattato con l’erbicida e nei gruppi che bevono acqua con Roundup. I risultati appaiono meno chiari sui gruppi nutriti al NK603 trattato con l’erbicida Roundup. Questo fatto potrebbe far ipotizzare un’eventuale reazione neutralizzante tra erbicidi e lo stesso transgene! Dunque un’espressione e un’azione dello stesso transgene dentro l’animale! Aspettiamo dunque con impazienza il seguito dei risultati del gruppo, soprattutto le analisi del transgene e dei residui di Roundup nei tessuti dei ratti.

Sylvie Huck

Biologo, PhD


Nota: il 4 ottobre, l’EFSA (l’autorità europea per gli alimenti), ha emesso un comunicato giudicando l’articolo di Seralini di insufficiente evidenza scientifica. Hanno chiesto al dr. Seralini di spiegare le sue ragioni. Sembra che il dr. Seralini non voglia rispondere perché pensa che l’autorità che ha approvato il mais NK603 sia in conflitto di interessi in termini di autorità e carriera (http://www.the-scientist.com/?articles. ... adequate-/). E’ interessante notare come un comitato di esperti (i reviewers della rivista Food Chem. Toxicol che ha pubblicato l’articolo), sia di parere opposto ad un altro comitato di esperti (EFSA). Cautamente ma fermamente noi pensiamo, per quanto possibile, sia meglio tenersi lontani da questi OGM.

Vincenzo Rocco

Fonte:
http://www.medicofuturo.org/news.php?id=NE000160
Dr.Ascani
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