Batosta storica per l’insulinismo mondiale

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Batosta storica per l’insulinismo mondiale

Messaggiodi Dr.Ascani il mer lug 31, 2013 11:10 pm

RISULTATI RIVOLUZIONARI E SORPENDENTI A FAVORE DI FRUTTA E CEREALI

LA CARNE CAUSA INSULINEMIA E DIABETE PIÙ DI QUALSIASI ALTRO CIBO AL MONDO

Da questo link , si evince chiaramente che questo indice ha come scopo ben preciso. Quello di valutare se non solo i carboidrati , ma se anche proteine e i grassi causino una risposta insulinica. I risultati sono sorprendenti, (anche, se c'era da aspettarselo). Le proteine causano una risposta insulinica non prevista e spropositata. Per di più, questo indice mette a confronto i cibi in maniera molto più equa. Non più a parità di carboidrati o a parità di peso, ma a parità di calorie. E, dato che notoriamente frutta e verdura hanno bisogno di maggiori quantitativi per raggiungere le calorie di cereali e carne, ne deriva che frutta e verdura possono essere mangiati in quantitativi superiori, ottenendo un carico insulinico comunque inferiore.
Salvatore

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DOCUMENTO

L'INDICE INSULINICO DEGLI ALIMENTI

Questo articolo nasce per approfondire una tematica sconosciuta ai più, e cioè l'esistenza di un indice insulinico degli alimenti che ne descrive la capacità di far produrre insulina al nostro pancreas senza relazione con la glicemia e al di fuori, dunque, della normale risposta insulinica agli alimenti contenenti carboidrati.

ESISTE UN INSULINE SCORE, O UN PUNTEGGIO INSULINICO DA CARNE, CHE SOVRASTA DI MOLTO L'INDICE GLICEMICO

Bisogna sapere che, malgrado il loro indice glicemico (IG) "troppo basso per essere definito", alcuni alimenti (in particolare: carne, pesce, uova e latticini) hanno la capacità di indurre il pancreas a secernere molta insulina, cioè hanno un indice insulinico (IS, da "insulin score" o punteggio insulinico) elevato e non correlato all'IG.

RUOLO CENTRALE ATTRIBUITO ERRONEAMENTE PER ANNI ALL'INDICE GLICEMICO

Questo fatto, rilevato sperimentalmente solo di recente, sta ridimensionando in modo drammatico il ruolo centrale che si attribuiva all'indice glicemico nell'insorgenza del Diabete. La ricerca in questione è quella pubblicata da Holt SH, Miller JC e Petocz P. su Am J Clin Nutr. 1997 Nov 66(5), 1264-76 e dal titolo "An insulin index of foods: the insulin index of foods: the insulin demand generated by 1000-kJ portionsof common foods".

MISURAZIONE RISPOSTA INSULINICA A PARITÀ DI ENERGIA E NON DI CARBOIDRATI

Nell'articolo, gli scienziati spiegano che hanno scelto di misurare la risposta insulinica in termini di porzioni di alimenti determinate a parità di contenuto energetico (1000 kJ, pari a circa 240 kcal) anziché a parità di carboidrati, proprio perché cercavano di isolare una risposta insulinica differenziata da quella normalmente relativa al glucosio. Già all'epoca era stato, infatti, ben studiato il concetto di indice glicemico ed era stata ben correlata la risposta glicemica ai diversi tipi di alimenti, ma quasi nessuno studio la aveva messa in relazione con l'effettiva quantità di insulina circolante nei soggetti.

STUDIO SU 38 ALIMENTI

Lo studio ha considerato 38 alimenti, suddivisi in 6 categorie: A) Frutta: uva, banane, mele ed arance, B) Prodotti da forno: croissants, torta al cioccolato glassata, ciambelle con cannella e zucchero, biscotti al cioccolato, crackers, C) Snacks: Mars, yogurt alla fragola, gelato alla vaniglia, caramelle gommose, arachidi tostate e salate, patatine fritte, pop-corn, D) Alimenti ricchi di proteine: formaggio americano (cheddar), uova in camicia, lenticchie bollite in salsa di pomodoro, fagioli al forno in salsa di pomodoro, bistecca di manzo alla griglia, pesce bianco al vapore, E) Alimenti ricchi di carboidrati: pane bianco, pane integrale, pane di segale, riso bianco, riso integrale, pasta bianca, pasta integrale, patate bollite, patatine fritte al forno, F) Cereali da colazione: Kellog's Cornflakes, Special K, All-Bran, muesli naturale, zuppa di avena, ed altri sconosciuti in Italia.

METODO USATO

Ciascuno dei soggetti selezionati per lo studio ha dapprima consumato una porzione di pane bianco, per confermare la sua normale tolleranza al glucosio. Il pane bianco è stato anche scelto come riferimento per lo studio, assegnandogli un punteggio insulinico IS = 100%, e contro di esso sono stati analizzati gli effetti di tutti gli altri alimenti. L'uso di un alimento di riferimento mette al riparo dagli effetti di confusione che fattori individuali nella risposta al glucosio possono causare nei risultati finali dell'esperimento.

LIVELLI DI GLUCOSIO E DI INSULINA DOPO 10 ORE DI RIPOSO NOTTURNO

Ogni soggetto ha avuto la misura del livello di glucosio e di quello di insulina dopo 10 ore di digiuno notturno, ed ha poi consumato l'alimento di test insieme a 220 ml di acqua. I soggetti sono quindi stati lasciati seduti comodamente e sono stati loro misurati i livelli di glucosio ed insulina nel sangue ad intervalli di 15 minuti per le successive 2 ore.

CALCOLO NON DI INDICE GLICEMICO (IG) MA DI PUNTEGGIO GLICEMICO (GS) ED INSULINICO (IS)

Dunque per ogni soggetto è stato calcolato il punteggio insulinico (IS) di ciascun alimento come percentuale, moltiplicando per 100 il rapporto tra il carico insulinico (area sotto la curva della risposta insulinica - integrale o AUC) generato dall'alimento in esame, e il carico insulinico generato dal pane bianco. È stato anche calcolato similmente il punteggio glicemico (GS) dell'alimento (da notare che questa definizione non è compatibile con quella di IG: è stata usata per poter avere grandezze omogenee da confrontare).

I PRODOTTI DA FORNO E LE PROTEINE ANIMALI SCATENATORI DI PESANTE RISPOSTA INSULINICA

Nei risultati della ricerca, in media il carico insulinico era proporzionale al carico glicemico, ma con delle significative differenze tra alimenti. in particolare, i prodotti da forno e gli alimenti ricchi di proteine scatenavano risposte insuliniche sproporzionatamente alte rispetto alla glicemia.

RISULTATI NUMERICI MEDI, CON CITAZIONE DI MINIMI E MASSIMI

Ecco i risultati in termini del rapporto tra carico insulinico e carico glicemico, per classe di alimenti e con esempi di alimenti specifici:

1) Frutta in media: 124±10. Minimo (108±22) banane, massimo (166±23) arance.
2) Prodotti da forno in media: 261±56. Minimo (113±21) ciambelle, massimo (483±244) croissants.
3) Snacks in media: 191±20. Minimo (109±32) pop-corn, massimo (218±65) Mars.
4) Proteine animali in media: 585±61. Minimo (135±92) uova, massimo (1583±939) manzo.
5) Carboidrati in media: 106±8. Minimo (58±5) riso integrale, massimo (156±48) pasta bianca.
6) Cereali da colazione in media: 92±5. Minimo (74±11) zuppa di avena, massimo (118±18) muesli.

BISTECCA DI MANZO, CRACKER E CROISSANT, CIOÈ PROTEINE E GRASSI, SUL BANCO DEGLI IMPUTATI

Come si vede gli alimenti ricchi di proteine animali hanno risposta insulinica molto più alta di quella glicemica. Cioè sono in grado di far produrre al pancreas molta insulina pur non contenendo quasi carboidrati e, di conseguenza, avendo un apporto quasi nullo di glucosio! Sia i cracker che i croissant sono prodotti da forno molto ricchi di grassi, e come si vede anche questo fattore influisce sulla loro risposta insulinica, che è 3-5 volte maggiore di quella glicemica (a sua volta non trascurabile in questo caso).

FRUTTA E CEREALI INTEGRALI RIVELANO BASSA REAZIONE INSULINICA

Gli alimenti a base di cereali integrali, in generale, hanno risposta insulinica bassa e indice glicemico basso, e sono dunque da preferire nelle diete per il diabete. Anche la frutta, con una media del rapporto insulina/glucosio di 124±10, si conferma come alimento da scegliere anche nelle diete per il diabete: alcuni frutti hanno alto indice glicemico ma pochi carboidrati, e presentano in generale una risposta insulinica del tutto adeguata al carico glicemico.

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RISPOSTA

QUESTE COSE LE SAPEVAMO, MA CI MANCAVANO I NUMERETTI

Ciao Salvatore. Intanto complimenti a te per questo articolo di strabiliante importanza. Come collaboratore scientifico esterno considerati apprezzato ed arruolato. Non è che abbia scoperto l'America. Anche tu giustamente osservi che c'era da aspettarselo. Ma, a volte, finché l'umanità non si trova sotto il naso i numeretti, il 2+2 che fa quattro, tende a non crederti. Non solo ha una valenza fuori del comune, ma fa restare in mutande tutta la diabetologia mondiale. Un vero rospo tra la lingua e il collo!

STIAMO ATTENTI AGLI INSABBIAMENTI

Strano che non abbiano ancora bloccato e insabbiato questi dati. Forse gliene è sfuggita l'importanza. Qualcuno, all'FBI e a Scotland Yard verrà strigliato e messo al minimo di stipendio. Per quanto mi riguarda, ho sempre messo in evidenza come una delle peggiori diete al mondo fosse la dieta alto-proteica IG Montignac, che ha avvelenato milioni di persone in tutta Europa in concorrenza con la Atkins, e oggi con la Zona (eicosanoidi carneo-ittici), la Gruppi Sanguigni, la Mediterranea (carne-lattea), la Servan-Schreiber (Omega-3 ittici) e la Dukan.

TUTTI PRIMA O POI MORIAMO, MA QUESTI DIETISTI SPROVVEDUTI SONO FINITI DAVVERO MALE

Sia Robert Atkins che Michel Montignac hanno pagato pesantemente di persona le loro incongruenze nutrizionistiche, seguiti in pochi mesi da Carlo Cannella e da David Servan-Schreiber. Tutti vittime dei propri stessi abbagli, dei propri imbrogli e delle proprie speculazioni.

BATOSTA STORICA PER DIABETOLOGI E INSULINISTI DI TUTTE LE RISME

Questo articolo merita di essere stampato ed incollato sulla porta di ingresso alla cucina, di tutti i diabetici del mondo. Una autentica purga per gli ambulatori pediatrici. Tutto il latte in polvere, tutti gli omogeneizzati, tutte le confezioni ipoglicemie per l'infanzia diabetica, tutte le cure insuliniche, ne escono con le ossa rotte. Questa è una batosta storica per la diabetologia mondiale, per la proteinomanioa e per la curomania.

RINNOVO PATENTE PER PILOTI ARROGANTI ED OBSOLETI

Molta gente dovrà andare a lavarsi i panni nell'Arno, nel Po e nel Danubio. Medici e pediatri dovranno fare il rinnovo della patente. Dovranno andare a rivedersi con umiltà e coda tra le gambe, oltre che lacrime di coccodrillo agli occhi, il tetto proteico 24 grammi/giorno, i 6500 Angstrom delle onde vibrazionali e i 5000 ORAC/giorno (Oxygen Radical Absorbance Capacity), ossia quota minima giornaliera di antiossidanti naturali da assumere (vedi mia tesina "Radicali liberi, stress ossidativo e chiave flavonoica al benessere", dell'11/2/13).

Valdo Vaccaro

Fonte:
http://valdovaccaro.blogspot.it/2013/02 ... nismo.html
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