Il latte vaccino e i suoi lati oscuri

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Il latte vaccino e i suoi lati oscuri

Messaggiodi Dr.Ascani il mer apr 06, 2016 8:33 am

La storia patologica “dell’intolleranza” al latte vaccino
Articolo a cura del Dott. Dario Polisano

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Oggi numerosi articoli ci riportano l’importanza nutrizionale del latte vaccino. Questa teoria risale agli anni ‘70, ma oggi molte cose sono cambiate. Grazie allo sviluppo della scienza e in particolare della dietetica moltissimi concetti che erano affermati nel mondo scientifico sono oggi molto dibattuti.

Uno di questi è proprio l’importanza del latte vaccino nell’alimentazione umana. L’uomo è l’unica specie che tende ad andare contro natura, infatti, è l’unico animale che si nutre del latte di una specie differente.

Dalla prima poppata i nostri piccoli costretti a bere il latte vaccino, chi per bisogno, perché purtroppo la propria madre non riesce a produrre latte, chi perché la propria madre è troppo impegnata per allattare, potrebbe manifestare i primi sintomi “dell’intolleranza” verso questo alimento, tanto ricco di nutrienti, ma anche tanto diverso dal latte di donna sia dal punto di vista proteico che minerale.

I primi segni “dell’intolleranza” si potrebbero manifestare con sudorazione eccessiva, rigurgito, comparsa di crosta lattea, insonnia e coliche. Questi sintomi non vengono presi mai sul serio, perché è la “storia naturale” di ogni neonato. Si è vero, ma di tutti i neonati nutriti a latte vaccino!

Alcuni bambini molto più sensibili, rispetto ad altri coetanei, alla diversità del latte vaccino, potrebbero anche loro, come vitelli, svilupparsi prima del dovuto. Gli organi di alcuni bambini nutriti con il latte vaccino, infatti, potrebbero presentarsi più grandi, ma anche più leggeri dei coetanei nutriti con il latte di donna. Ci potrebbe essere la comparsa anche di qualche pelo pubico o ascellare con ipertrofia della ghiandola surrenale. Questi sintomi possono far pensare a tutto tranne “all’intolleranza” al latte vaccino.

Basterebbe, invece, eliminare il latte vaccino, sostituendolo con il “buon” latte d’asina, per risolvere la situazione. Quest’ultimo, però, è considerato un alimento valido solamente nel caso in cui i piccoli presentino episodi allergici alle proteine del latte vaccino. L’allergia è caratterizzata dalla presenza di IgE, anticorpi che danno reazioni sintomatiche molto evidenti. In molti bambini questa situazione potrebbe scemarsi, si potrà avere una scomparsa delle IgE e “l’intolleranza” si nasconderà dietro altri sintomi più subdoli come: mal di testa e coliti.

Il sistema immunitario di alcuni bambini, spesse volte, potrebbe essere soppresso dall’introduzione di questo alimento che il nostro corredo enzimatico non è in grado di riconoscere.

I nostri piccoli potrebbero essere colpiti più spesso da raffreddori, otiti, tonsilliti, appendiciti e asma. Iniziano gli interventi chirurgici: tonsillectomia e appendicectomia. I bambini, ignari della loro condizione, continuano ogni mattina a cibarsi di quel “sano” alimento. La presenza del latte vaccino potrebbe aumentare la “tempesta” ormonale in età adolescenziale comportando acne e seborrea.

Potrebbero iniziare anche i problemi di coliti, stitichezza, dolori intestinali e inizierà la lotta contro la sindrome dell’intestino irritabile. I più fortunati condivideranno la loro vita insieme a questa patologia, molti altri potrebbero essere costretti a subire altre patologie scatenate dall’introduzione di questo alimento.

Le risposte alle tante domande

Articolo a cura del Dott. Dario Polisano

“ Il latte non è una fonte essenziale di calcio?

Si. Il latte è un alimento ricco di calcio, ma quest’ultimo non può essere assorbito dal nostro organismo. Durante i processi di pastorizzazione il fattore attivo di assimilazione del calcio viene trasmutato non garantendo l’utilizzo del calcio nel nostro organismo. Il calcio che non viene ben assimilato si deposita nelle arterie formando placche arteriosclerotiche. Il calcio fosfato, inoltre, viene convertito in calcoli renali o alla cistifellea e contribuisce nella formazione delle artriti.

“ E per l’osteoporosi?

Molti alimenti contengono calcio, ma soprattutto calcio ben utilizzabile dalle ossa: legumi, acqua, verdure, lische dei piccoli pesci come le sarde e frutta secca. Questi alimenti sono molto ricchi in calcio e inoltre le loro proteine non acidificano il nostro corpo come fa la caseina del latte vaccino. L’acidificazione tissutale, indotta dalla caseina, viene combattuta dal nostro organismo con il rilascio di calcio dalle ossa. Basta ricordare che prima dell’industrializzazione le donne che soffrivano di osteoporosi erano una piccola percentuale. Oggi il numero delle donne colpite da osteoporosi e di gran lunga aumentato così come il consumo di latte e latticini.

“ Perché le proteine del latte vaccino, le caseine, non dovrebbero essere assunte?

La caseina è una proteina che nel latte materno si trova in piccola percentuale. Il latte di donna, infatti, è ricco di sieroproteine. Nel latte vaccino, invece, troviamo una composizione proteica molto differente. Le caseine sono in grano numero rispetto alle sieroproteine, inoltre quest’ultime sono differenti dal latte di donna. Il latte è specie specifico. E’ un alimento che serve al piccolo per crescere il più velocemente possibile. Basti pensare che il vitello riesce a pesare 250 kg in più in due mesi.

Questo è reso possibile grazie alla ricchezza di caseine ed ormoni che hanno lo scopo di far crescere in maniera esponenziale il vitello. Quando noi beviamo il latte di mucca queste molecole cercano di svolgere il loro compito all’interno nel nostro corpo. Tutto questo è incompatibile per l’organismo umano. Durante i processi di pastorizzazione la caseina verrebbe denaturata e potrebbe divenire una proteina con potente attività infiammatoria in grado di aumentare la permeabilità intestinale.

Molti studi indicano che la caseina denaturata potrebbe essere responsabile di molte malattie autoimmuni. La caseina, inoltre, durante la digestione, verrebbe scissa in piccoli peptidi che sono simili alla morfina. Questi peptidi, note come caseomorfine, potrebbero penetrare nel sistema nervoso interagendo con i recettori oppioidi. Da questa interazione si potrebbero sviluppare patologie come l’autismo. In molti studi pazienti autistici trattati con una dieta priva di glutine e caseina hanno manifestato un miglioramento delle prestazioni mentali.

“ E’ vero che il latte fa venire i tumori?

Nessun alimento da solo è responsabile di questa importante patologia. Il tumore è una patologia multifattoriale ed oggi è stato riconosciuto che circa il 75% dei tumori deriva da ciò che mangiamo. Oltre al latte anche altri alimenti, insieme ai cattivi stili di vita, concorrono ad indebolire il nostro sistema immunitario che una volta “stordito” non riuscirà a riconoscere ed eliminare le cellule tumorali.

E’ anche vero che il latte, essendo un alimento che favorisce la crescita cellulare, deve essere sconsigliato nelle persone con patologie tumorali. Ricordiamoci che per ottenere dei buoni risultati bisogna cambiare completamente alimentazione e stile di vita

“ Ho il diabete di tipo 2, devo evitare il latte?

Assolutamente sì. Numerosi studi hanno evidenziato come il consumo di latte possa aumentare la resistenza insulinica, fenomeno chiave nella patologia del diabete di tipo 2. E’ stato ipotizzato che l’aumento della resistenza insulinica potrebbe essere generata dalla caseina.

Quest’ultima garantirebbe una micro-infiammazione perenne dei muscoli e del fegato non permettendo il legame dell’insulina con il proprio recettore, ossia la “porta di entrata” del glucosio.

Altra problematica è ancora una volta la pastorizzazione del latte che genererebbe dei detriti di grassi non facilmente assimilabili che tenderebbero a occupare i recettori dell’insulina impedendo l’interazione con quest’ultima.

“ Perché sono intollerante al lattosio?

L’intolleranza al lattosio è un fenomeno più che normale nell’essere umano. L’organismo umano è geneticamente predisposto a digerire “enormi” quantità di lattosio nei primi mesi di vita. Questa capacità digestiva comincia a diminuire con gli anni fino a divenire minima, spesse volte nulla, già nell’età adolescenziale. La perdita enzimatica dell’enzima lattasi è scritta nei nostri geni appunto perché il latte dovrebbe essere assunto solo nei primi anni di vita. L’intolleranza al lattosio colpisce 1 persona su 2 e spesse volte i sintomi sono tutt’altro che gastrointestinali.

Fonte:
http://dietagrupposanguigno.it/la-stori ... e-vaccino/
http://dietagrupposanguigno.it/latte-va ... ti-oscuri/
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