Alimentazione, obesità e diabete giovanile

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Alimentazione, obesità e diabete giovanile

Messaggiodi Dr.Ascani il mar dic 16, 2008 12:54 pm

Un articolo pubblicato di recente sul New England Journal of Medicine è dedicato all'incremento allarmante dell'obesità infantile, fenomeno comune in tutti i paesi industrializzati, e alla sua relazione con il marketing dei prodotti alimentari, rivolto ai bambini e agli adolescenti. I dati relativi all'incremento della percentuale di bambini obesi sono significativi: essa è raddoppiata nel range di età fra i sei e gli undici anni e triplicata nell'intervallo di età tra i dodici ed i diciannove anni. L'incidenza del diabete mellito in ambito pediatrico sembra essere la diretta conseguenza di questi dati.
Una ricerca sul marketing dei prodotti alimentari da parte delle industrie alimentari nei confronti della popolazione giovanile e dei relativi genitori, commissionata all'Institute of Medicine dai Centers for Disease Control and Prevention, lancia accuse specifiche alle pratiche pubblicitarie dell'industria. Le aziende - sostiene Marion Nestle autrice dell'articolo pubblicato sul NEJM - si rivolgono intenzionalmente a bambini troppo piccoli per distinguere la pubblicità dal vero e li inducono a mangiare cibi "spazzatura", poveri di nutrienti ma elevati in apporto calorico (ed economico per l'industria - aggiunge).
In una accurata analisi storica gli autori rilevano che dal 1994 le aziende del settore hanno messo a disposizione del pubblico 600 nuovi prodotti alimentari. Di essi solo il 25% era relativamente salutare (prodotti da forno, cibo per l'infanzia, e acque minerali). Al contrario il 50% dei nuovi prodotti era costituito da caramelle e gomme da masticare ed il restante 25% da dolciumi e merendine salate. Lo studio dell'Institute of Medicine ha evidenziato una responsabilità del marketing nell'influenzare le scelte alimentari dei ragazzi: le aziende studiano con estrema attenzione i meccanismi psicologici che governano le scelte dei bambini e dei loro genitori.
I consueti canali di promozione pubblicitaria sono stati di recente affiancati da altri veicoli come i giocattoli, i videogiochi, le canzoni, i film e gli SMS. Tuttavia l'aspetto più inquietante - aggiunge l'autrice dell'articolo - è il messaggio diretto ai bambini, teso a sminuire l'autorevolezza delle scelte dei genitori. Il messaggio insinuante del nuovo marketing è che gli adulti non sappiano di cosa ha veramente bisogno un bambino e che in fondo sia il bambino stesso deputato a decidere, in una sorta di rozza democrazia, che cosa mangiare e come. In alcuni paesi come Australia, Svezia ed Olanda sono state messe in atto restrizioni, severe e di vario tipo, alla pubblicità alimentare rivolta ai bambini; in cinquanta paesi sono state adottate altre norme, ma più tolleranti e limitate alla pubblicità televisiva.
I provvedimenti di autoregolamentazione delle industrie hanno, al contrario, un impatto molto limitato poiché essi tendono a migliorare la qualità degli alimenti e non a modificare la loro caratteristica di cibo superfluo. Sembra importante - concludono gli autori - fare ogni sforzo per riconvertire la produzione alimentare dedicata alla popolazione pediatrica ed adolescenziale ed evitare drasticamente il marketing diretto di questi prodotti.

Fonte:
NEJM, 2006, 354, (24), 2527
Articolo di di Massimo Saruggia
Dott. Tancredi Ascani
Iscritto all’Ordine dei Medici Chirurghi di Perugia che praticano Medicine Non Convenzionali per la disciplina Medicina Omeopatica
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