Antiossidanti? Meglio senza latte

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Antiossidanti? Meglio senza latte

Messaggiodi Dr.Ascani il mer feb 11, 2009 12:10 pm

Nuovo suggerimento per assorbire meglio le sostanze presenti nei cibi che combattono i radicali liberi

MILANO - Volete fare il pieno di antiossidanti? Allora fareste meglio a non assumerli insieme al latte. Lo suggerisce un nuovo studio dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione, che ha riscontrato come i mirtilli, frutti dotati di un’elevata potenzialità antiossidante, vedano drasticamente ridotta questa facoltà dall’associazione con il latte. I risultati della ricerca, condotta su alcuni volontari, sono stati pubblicati sulla rivista specializzata Free Radical Biology and Medicine.

COMBINAZIONI NEGATIVE – I composti antiossidanti, contenuti soprattutto in frutta e verdura, hanno ormai assodati effetti protettivi sulla salute per cui il suggerimento degli esperti è quello di consumarne in abbondanza. Ma qual è il modo migliore per garantirsi questi effetti benefici? Meglio assumerli insieme ad altri alimenti, come avviene nei pasti di ogni giorno, o da soli? A queste domande hanno cercato di dare una risposta i ricercatori del Laboratorio di ricerca sugli antiossidanti dell’Inran, usando come modello il mirtillo. Nello studio sono stati coinvolti undici volontari sani (6 uomini e 5 donne) a cui è stato chiesto di consumare 200 g di mirtilli più 200 ml di acqua e, a distanza di una settimana, 200 g di mirtilli più 200 ml di latte intero. Tutti i partecipanti sono stati quindi sottoposti a prelievi di sangue sia prima sia 1, 2 e 5 ore dopo l’ingestione. I risultati hanno evidenziato che i mirtilli da soli inducono un potenziamento significativo delle difese antiossidanti. Quando, invece, vengono ingeriti con il latte, non si verifica alcun potenziamento delle difese antiossidanti. I nuovi dati raccolti sul mirtillo sono in linea con studi precedenti condotti dagli stessi ricercatori su altri alimenti ricchi di antiossidanti, per esempio il tè e il cioccolato. Gli esperti dell’Inran avevano infatti già potuto appurare che se questi alimenti vengono associati con il latte diminuisce la loro attività antiossidante rispetto all’ingestione in assenza di latte. Il tutto, probabilmente, a causa dell’interazione tra le proteine del latte e i composti fenolici antiossidanti presenti in questi alimenti: in pratica le proteine del latte limiterebbero l’assorbimento delle molecole antiossidanti.

BIODISPONIBILITÀ – «I composti ad azione antiossidante sono caratterizzati da una scarsa biodisponibilità – afferma Mauro Serafini, coordinatore dello studio – solo tra l’1 ed il 5% della quantità ingerita viene assorbita nel tratto gastrointestinale. Diventa allora importante comprendere come l’associazione tra alimenti diversi possa modificarne sostanzialmente le proprietà antiossidanti. Tanto più che, in una normale alimentazione, i cibi vengono associati tra loro con effetti che potrebbero essere molto diversi da quelli che ci aspetteremmo e che avremmo se gli alimenti fossero consumati da soli. Capire come funziona questo meccanismo può aiutare a valutare correttamente il ruolo degli antiossidanti di origine vegetale nella prevenzione dello stress ossidativo e fornire preziose indicazioni sulle migliori modalità di consumo per ottimizzare l’apporto di molecole benefiche, come appunto gli antiossidanti». Per ora sappiamo che è meglio evitare di associare mirtilli, tè, cioccolato e forse, generalizzando, gli alimenti ricchi di composti fenolici antiossidanti, con il latte. Ancora da chiarire altre associazioni che potrebbero, però, anche riservare belle sorprese: così come alcuni «mix» limitano gli effetti antiossidanti degli alimenti, altri potrebbero fare l’opposto.

Fonte:
http://www.corriere.it/salute/nutrizion ... aabc.shtml
Articolo di Antonella Sparvoli
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Il latte riduce l'effetto antiossidante

Messaggiodi Dr.Ascani il gio feb 19, 2009 3:59 pm

Gli alimenti ricchi di antiossidanti hanno effetti protettivi sulla salute. Ma è meglio mangiarli da soli o insieme ad altri alimenti? A questa domanda ha risposto uno studio dell'INRAN

Lo studio dell'Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN), coordinato da Mauro Serafini del Laboratorio di ricerca sugli Antiossidanti, si è svolto nell'ambito del Progetto "Qualità" finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Precedenti analisi condotte sull'uomo dal gruppo di ricerca INRAN hanno mostrato come, a seguito dell'ingestione di alimenti ricchi in antiossidanti (es. tè e cioccolato) associati con il latte, la biodisponibilità dei composti fenolici e l'attività antiossidante in vivo siano significativamente ridotte. L'ipotesi di lavoro si basa sull'effetto inibente l'assorbimento dei fenoli in conseguenza della forte affinità con le proteine degli alimenti, in questo caso del latte. "I composti ad azione antiossidante sono caratterizzati da una scarsa biodisponibilità - afferma Serafini - solo tra l'1 e il 5% della quantità ingerita viene assorbita nel tratto gastrointestinale. Diventa allora importante comprendere come l'associazione tra alimenti diversi possa modificare sostanzialmente le loro proprietà antiossidanti in vivo e la biodisponibilità delle molecole bioattive in essi contenute. Capire come funziona questo meccanismo consentirebbe di valutare correttamente il ruolo degli antiossidanti di origine vegetale nella prevenzione dello stress ossidativo in vivo e di suggerire ai consumatori le corrette modalità di consumo per ottimizzare l'apporto di molecole bioattive funzionali". Per esempio i mirtilli, da soli, inducono un potenziamento significativo delle difese antiossidanti plasmatiche endogene (FRAP 6,1%, TRAP 11,1%) e dei livelli di acido caffeico e acido ferulico nel plasma. Quando, invece, vengono ingeriti con il latte, ciò non si verifica e si ha invece una riduzione delle concentrazioni degli acidi caffeico (- 49,7%) e ferulico (- 19,8%) nel plasma. Questo è stato il principale risultato dello studio, pubblicato su Free Radical Biology and Medicine compiuto su 11 volontari sani (6 uomini e 5 donne). I partecipanti, a digiuno, seguendo un preciso disegno sperimentale, hanno consumato 200 g di mirtilli più 200 ml di acqua e, a distanza di una settimana, 200 g di mirtilli più 200 ml di latte intero. Tutti sono stati sottoposti a prelievi di sangue venoso, prima, 1, 2 e 5 ore dopo l'ingestione.

Fonte:
Helpconsumatori 10 febbraio 2009
Tratto da Nutrizione33, 19 febbraio 2009 - Anno 4, Numero 3
Dott. Tancredi Ascani
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