Boiron, poco scientifiche le polemiche anti-omeopatia

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Boiron, poco scientifiche le polemiche anti-omeopatia

Messaggiodi Dr.Ascani il ven dic 19, 2008 5:35 pm

A cura dell'Ufficio Stampa Boiron

Le metanalisi omeopatiche: elementi concreti

Contrariamente a quello che afferma The Lancet, le conclusioni principali delle sei metanalisi pubblicate ad oggi evidenziano tutte l'efficacia dei trattamenti omeopatici.

Ciò che dice The Lancet - ''Sulle sperimentazioni in omeopatia esistono cinque importanti metanalisi. Hanno tutte un unico risultato: escludendo le sperimentazioni inadeguate dal punto di vista metodologico e considerando il bias di pubblicazione, l'omeopatia non ha prodotto alcun beneficio significativamente superiore al placebo''.

La verità - Le conclusioni principali di queste cinque metanalisi sono positive.

Kleijnen J, Knipschild P, ter Riet G. Clinical trials of homoeopathy. BMJ 1991; 302: 316-23. Sintesi: "Il livello di prova degli studi clinici è positivo ma insufficiente per trarre conclusioni definitive".

Boissel JP, Cucherat M, Haugh M, Gauthier E. Critical literature review on the effectiveness of homoeopathy: overview of data from homoeopathic medicine trials. Brussels, Belgium: Homoeopathic Medicine Research Group. Report to the European Commission. 1996: 195-210. Sintesi: "Per le 17 comparazioni, per ogni metodo utilizzato, il risultato è un valore di p ben inferiore a 0,001. Questo vuol dire che, almeno per uno studio, l'ipotesi nulla (assenza di effetti dell'omeopatia) deve essere rifiutata... Secondo ogni probabilità, il numero di risultati significativi non è dovuto al solo caso".

Linde K, Melchart D. Randomized controlled trials of individualized homeopathy: a state-of-the-art review. J Alter Complement Med 1998; 4: 371-88. Sintesi: "I risultati degli studi randomizzati considerati indicano che l'omeopatia individualizzata ha un effetto superiore al placebo".

Cucherat M, Haugh MC, Gooch M, Boissel JP. Evidence of clinical efficacy of homeopathy: a meta-analysis of clinical trials. Eur J Clin Pharmacol 2000; 56: 27-33. Sintesi: "Ci sono prove che i trattamenti omeopatici sono più efficaci del placebo".

Shang A, Huwiler-Müntener K, Nartey L, et al. Are the clinical effects ofhomoeopathy placebo effects? Comparative study of placebo-controlledtrials of homoeopathy and allopathy. Lancet 2005; 366: 726-32.
Sintesi: "21 (19%) degli studi sull'omeopatia e 9 (8%) studi sulla medicina convenzionale sono stati di qualità superiore. La maggioranza degli odds ratios hanno segnalato un effetto benefico dell'intervento. L'eterogeneità dei risultati è stata meno pronunciata per l'omeopatia che per la medicina convenzionale. E' poco probabile che questa differenza possa essere attribuita al caso.

Esiste una sesta meta-analisi importante, curiosamente non citata in questo articolo, tanto più che fu pubblicata su The Lancet nel 1997, e dà anch'essa risultati positivi. Linde K, Clausius N, Ramirez G, et al. Are the clinical effects of homoeopathy placebo effects? A meta-analysis of placebo-controlled trials. Lancet 1997; 350: 834-43. Sintesi: "I risultati della nostra meta-analisi sono incompatibili con l'ipotesi che gli effetti clinici dell'omeopatia sono completamente dovuti ad un effetto placebo".
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Liga e ECH rispondono a Lancet

Messaggiodi Dr.Ascani il ven dic 19, 2008 5:36 pm

L'ECH (Comitato Europeo per l'Omeopatia) e la LMHI (Lega internazionale dei medici omeopatici),che insieme rappresentano una gran parte dei medici omeopatici di 58 paesi del mondo, auspicano una discussione ed un confronto equilibrato sui contenuti della medicina omeopatica. Nonostante ciò, l'articolo "Cresce nel Regno Unito la pressione nei confronti dell'Omeopatia" e il commento comparso questa settimana (il 16 novembre scorso, ndt) sulla rivista scientifica "The Lancet", rappresentano dei buoni esempi di come queste contrapposizioni all'Omeopatia creano un clima che soffoca quella discussione e quel dibattito leale che loro stessi esigono. E' oltraggioso come The Lancet, che si ritiene una autorevole pubblicazione scientifica, pubblichi commenti non obiettivi da parte di giornalisti male informati, senza dare l'opportunità di replica alla controparte. Pazienti di tutto il mondo, da oltre 200 anni, testimoniano i tangibili benefici ottenuti dalle cure omeopatiche. La letteratura sulla ricerca scientifica dimostra che l'omeopatia può essere efficace in diversi ambiti patologici, ed il volume delle evidenze positive sulle ricerca clinica è molto ampio da non poter essere rigettato per i suoi possibili risultati. L'Omeopatia, in comune con altre metodiche di Medicina Complementare, purtroppo non possiede ancora sufficienti risorse per la ricerca sia a livello di infrastrutture che di fondi.

Traduzione di Roberto Pulcri
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Omeopatia: la nostra esperienza

Messaggiodi Dr.Ascani il ven dic 19, 2008 6:18 pm

In relazione alla recente polemica sulla plausibilità e l'efficacia dell'omeopatia, innescata dalla rivista Lancet e ripresa da organi di stampa anglosassoni ed italiani, noi, ricercatori attivamente impegnati nel campo dello studio dei rimedi omeopatici e dei loro effetti in vivo e in vitro, riuniti a Verona per un convegno su questi temi, desideriamo comunicare la nostra esperienza. In molti laboratori di ricerca, attivi presso università italiane e straniere, è stata raccolta negli ultimi decenni un'ampia serie di prove sperimentali a sostegno della reale efficacia di soluzioni altamente diluite e 'dinamizzate' (soggette a un processo di succussione fisica). Quanto all'interpretazione del fenomeno, si deve riferirsi da una parte all'altissima sensibilità dei sistemi viventi, quando opportunamente e specificamente trattati da soluzioni ad azione specifica, dall'altra, in modo ipotetico ma non irrazionale né implausibile, alla permanenza di strutture dinamiche del solvente (acqua o soluzioni idroalcooliche), capaci comunque di influenzare l'attività cellulare e recettoriale. Pertanto, equiparare il rimedio omeopatico ad un placebo rappresenta, allo stato delle attuali conoscenze, la ripetizione disinformata di un luogo comune, che rischia di fuorviare le decisioni strategiche e le scelte dei cittadini. È, piuttosto, necessario ed urgente un maggiore sostegno ai giovani ricercatori ed ai laboratori impegnati in questo nuovo settore, così promettente per i possibili benefici in campo medico ed agroambientale.

Fonte:
Paolo Bellavite, Università di Verona
Lucietta Betti, Università di Bologna
Claudio Cardella, Università di Roma "La Sapienza"
Vittorio Elia, Università di Napoli "Federico II"
Louis Rey, Professor of Physical Chemical Biology, Strasbourg
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Esistono ancora il coraggio editoriale, la deontologia e l'e

Messaggiodi Dr.Ascani il ven dic 19, 2008 6:26 pm

Primo atto - Il Lancet, noto per essere una rivista scientifica, pubblica una serie di articoli non scientifici nei quali denuncia "l'inefficacia" dell'omeopatia. A sostegno di questa denigrazione dell'efficacia dell'omeopatia presenta in modo del tutto falso le conclusioni di cinque meta-analisi che afferma essere del tutto negative; al contrario, giungono tutte alla stessa conclusione: la positività relativa, ma indubitabile, dell'omeopatia. Non si tratta quindi di una nuova pubblicazione scientifica, come è stato dichiarato sul Corriere della Sera, ma di una distorsione vergognosa della verità. Questa incredibile menzogna da parte di una rivista teoricamente scientifica testimonia il partito preso della redazione del Lancet per farsi leader della propaganda anti-omeopatica. Questa attitudine calunniosa e menzognera il Lancet l'ha già avuta due anni fa, quando ha intitolato in modo polemico "La fine dell'omeopatia", prendendo come pretesto uno studio scientifico che presentava al contrario conclusioni essenzialmente favorevoli.
Secondo atto - Per evitare la diffusione generale di queste menzogne, Boiron emette immediatamente un comunicato (pubblicato su "Omeopatia33" del 29 novembre scorso, ndr) destinato a tutti i giornali per attirare la loro attenzione sulla vicenda.
Terzo atto - Il Corriere, malgrado il comunicato di Boiron, rafforza le menzogne del Lancet. Mette in prima pagina il titolo "E' provato: l'omeopatia è inutile": questo concetto di inutilità non è mai stato citato dal Lancet, dove al contrario, l'omeopatia viene considerata utile al di là della questione dell'efficacia. Presenta l'articolo come una nuova pubblicazione scientifica, mentre si tratta di un articolo polemico a proposito di vecchie pubblicazioni. Insiste sull'importanza scientifica della rivista non tenendo in alcun modo in considerazione le informazioni comunque chiare fornite da Boiron. Deforma completamente le nostre parole, rendendole faziose e incomprensibili.
Epilogo - Cosa ne possiamo dedurre? Che vi è collusione tra il Corriere della Sera e il Lancet, i quali sfruttano la loro notorietà per sviluppare la loro "omeofobia" incomprensibile, a meno che non si consideri che sono manipolati da lobby dell'industria farmaceutica, infastidite dal successo che l'omeopatia ha presso medici e pazienti? In che altro modo interpretare questa grave trasgressione dell'etica da parte di due giornali che godono di fama e se ne approfittano spudoratamente per schiacciare una terapia che pure è così minoritaria? Dov'è finita la ricerca della verità che è il fondamento della stampa?

Fonte:
Christian Boiron
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Lancet, l'indignazione dei pazienti omeopatici

Messaggiodi Dr.Ascani il ven dic 19, 2008 6:28 pm

Sono la delegata dell'APO (Associazione Pazienti Omeopatici) della Regione Marche. Oramai da 18 anni mi curo con la Medicina Omeopatica e la mia storia è simile a quella di tanti altri pazienti che hanno deciso di curarsi con questo metodo di cura, non solo perché insoddisfatti dei risultati ottenuti con la Medicina tradizionale, ma soprattutto perché hanno riscontrato nel metodo omeopatico il vero "prendersi cura" della persona. Ho letto sul Corriere della Sera del 28 novembre scorso l'articolo, a firma di Margherita De Bac, dal titolo: «E' provato, l'omeopatia è inutile» «Solo un placebo, effetti collaterali inattesi», dove la giornalista riportava i contenuti di una pubblicazione uscita sull'ultimo numero della rivista scientifica inglese "The Lancet" del 17 novembre scorso. In tale pubblicazione l'autore ha affermato che "i pazienti che si curano con l'Omeopatia sono tutti affetti da effetto placebo". Contenuti per nulla nuovi, perché già trattati con identici "studi di ricerca", usciti sulla stessa rivista nel 2005 e ampiamente confutati da APO Italia sul proprio sito web.
Sono tornata a sentirmi una "paziente" che di pazienza ne ha e ne ha avuta tanta; sia quando il "superscienziato" di SuperQuark ha diffamato, senza alcuna competenza, questa Medicina; sia quando il Consiglio Nazionale di Bioetica ha "bocciato" le nove discipline riconosciute dalla FNOMCeO (Federazione Nazionale dell'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri); sia ancora, quando Garattini (noto farmacologo) ci ha definiti, ultimamente, "adepti" e mi sono detta: è ora di dire basta! Noi "popolo dei granuli" - ci hanno definito così e sono ben 12 milioni gli italiani che si curano con l'omeopatia - siamo considerati "diversi"; non siamo visti, ma "svisti" da tutti, perché o non fanno caso alla nostra esistenza - le Istituzioni ci ignorano non tutelandoci - e quindi siamo "invisibili"; o ci attaccano dicendo che siamo visibilmente incoscienti e, di conseguenza, dobbiamo difenderci dagli attacchi di chi ci considera "sciocchi e creduloni". Da paziente omeopatica ho sofferto, lottato, gridato, soffocato, nascosto; in questi diciotto anni ho difeso la medicina omeopatica e, tuttora, mi trovo ancora a combattere contro pregiudizi inveterati. Ho scritto un libro (uscito il 28 agosto e che ha per titolo: "La similitudine in omeopatia, cura dell'Anima e del Corpo nei racconti di una paziente"), perché penso sia più facile lasciar che "altri" non credano a ciò che vedono, piuttosto che convincerli che ciò che stanno vedendo sia la "verità". Ma oggi aggiungo: è ora di dire basta! Non è giusto che continuamente si attacchi con infamie una medicina che ci cura da oltre 200 anni; a nome dei pazienti "tutti", al di là degli interessi che portano tali persone a screditare l'omeopatia, voglio affermare fortemente che la Medicina è UNA, quella che guarisce.

Fonte:
Daniela Salvucci
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