Sindrome da iperattività nei bambini (ADHD) e farmaci

Sezione riservata alla segnalazione di effetti indesiderati o inefficacia di terapie o interventi diagnostici.

Sindrome da iperattività nei bambini (ADHD) e farmaci

Messaggiodi Dr.Ascani il gio dic 18, 2008 1:04 pm

ADHD e metilfenidato: conoscere per riflettere

L'ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) è una malattia caratterizzata da deficit di attenzione e iperattività che affligge bambini peraltro intelligenti. Tale disturbo del comportamento si manifesta usualmente tra i 3 e i 5 anni d'età. E' tre volte più frequente nei maschi, ma negli ultimi anni è sempre più descritto anche nelle bambine. In America si calcola che i bambini affetti da ADHD siano il 3-7% dei bambini in età scolare, in Italia circa il 4%. Poiché per la cura del ADHD è tornato disponibile in Italia il metilfenidato, sono numerose in questi giorni le proteste contro il suo impiego terapeutico.
Il metilfenidato, nonostante sia uno stimolatore del sistema nervoso centrale simile alla anfetamine, è capace di calmare i bambini iperattivi. La PET dimostra che il farmaco aumenta i livelli di dopamina. Sono descritti abusi da metilfenidato nella popolazione normale a causa dei suoi effetti stimolanti: soppressione dell'appetito, miglioramento dell'attenzione e euforia. Quando assunto in maniera impropria, come abuso, può essere ingerito, inalato oppure sciolto in acqua e iniettato endovena. In questo caso, a causa della presenza di parti insolubili nelle tavolette, può verificarsi trombosi dei piccoli vasi. In Italia l'arrivo del metilfenidato è stato accompagnato da iniziative che ne vincolano l'impiego alla sola prescrizione in centri di riferimento ed è stato istituito un registro in collaborazione tra L'Istituto Superiore di Sanità e l'Agenzia del farmaco (AIFA). I genitori dei bambini avviati a questa terapia devono firmare il consenso informato. Sul modulo del consenso si legge tra l'altro: "si consiglia e si incoraggia la firma (del consenso) alla presenza di un testimone del paziente o del legale rappresentante". Sempre sul modulo sono riportati, immancabilmente, anche gli effetti collaterali del farmaco: allucinazioni, esacerbazioni di disturbi del comportamento e del pensiero in bambini psicotici, disforia, idee ossessive, insonnia, riduzione dell'appetito. Ma, particolare non marginale, anche riduzione della crescita del bambino per terapia a lungo termine.
In Italia il protocollo terapeutico prevede che la prescrizione consegua alla diagnosi. E la diagnosi prevede uno specifico protocollo diagnostico: interviste diagnostiche, scale di valutazione dei sintomi, verifica del livello cognitivo eseguibile attraverso altre scale, integrate ancora da altre scale: quella di autovalutazione dell'ansia e quella della depressione dei bambini. La prescrizione farmacologia deve essere accompagnata da terapia psico-comportamentale (sedute di parent training) e da interventi di consulenza agli insegnanti. I migliori risultati terapeutici, non ci è difficile crederlo, sembrano essere ottenuti dalla combinazione di terapia farmacologica e comportamentale. Ma approfondiamo ulteriormente le conoscenze. Dopo 25 casi di morte in USA oggi la FDA consiglia alle case produttrici di indicare i rischi sulle confezioni. Sorge spontanea una domanda: a tutela di chi? In USA a fare uso di psicofarmaci sono oramai 11 milioni di bambini, fioccano le cause di risarcimento dei danni provocati da questi farmaci ai bambini. Se nel 2000 in USA il fatturato del farmaco registrava 759 milioni di dollari, nel 2004 tale cifra è arrivata a ben 3,1 miliardi di dollari. Contro l'uso del metilfenidato in Italia siamo arrivati anche all'affissione di manifesti nelle pubbliche vie. Dubitiamo che si tratti di ostruzionismo preconcetto. Tanto più che, sempre da noi, il primario della neuropsichiatria infantile dell'Università di Firenze ha accettato di partecipare perfino alla trasmissione "Striscia la notizia" per dimostrare il suo fermo rifiuto alla prescrizione di questo farmaco. L'Associazione "Giù le mani dai bambini" ha avviato una petizione contro l'uso del metilfenidato. E d'altra parte la preoccupazione riguardo l'impiego di questa molecola è un sentimento comune tra i medici e i pediatri. In un precedente numero di Omeopatia33 (Anno 1, n° 5) si è riportata l'esperienza della Clinica Psichiatrica dell'Università di Lione dove è stata sperimentata la Dopamina 5 CH con buoni risultati nella sindrome ADHD: i risultati ottenuti sono molto interessanti e mostrano che il trattamento omeopatico ha un'efficacia molto vicina a quella del trattamento con neurolettici. Personalmente riterrei non etico ignorare l'utilità di sostenere economicamente ulteriori ricerche anche in questa direzione.

Fonte:
articolo di Simonetta Bernardini
Dott. Tancredi Ascani
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STRATTERA®: GRAVI DANNI AL FEGATO, L’FDA LANCIA L’ALLARME

Messaggiodi Dr.Ascani il lun gen 26, 2009 7:07 pm

La Food and Drug Administration ha emesso un “warning” per danni epatici potenzialmente mortali
a carico dello Strattera®, lo psicofarmaco che viene somministrato anche in Italia per gestire i bambini iperattivi, agitati e distratti, ma l’Agenzia Italiana del Farmaco non ha ancora preso alcuna iniziativa. (Poma, Giù le Mani dai Bambini) “Non siamo affatto stupiti, abbiamo evidenziato all’AIFA ed all’ISS la pericolosità dello Strattera molto tempo fa, ma hanno deciso di autorizzarlo comunque alla commercializzazione. Si assumeranno tutte le responsabilità in caso di decesso di bambini italiani”. (Prof. Fava Vizziello, Neuropsichiatra Infantile UniPadova): “Oltre ai problemi al fegato, vedo
bambini completamente appiattiti dallo psicofarmaco, totalmente disinteressati all'ambiente
e con lo sguardo vuoto
: mai come oggi è necessaria questa campagna informativa
che spiega i rischi dell’uso di queste molecole sui bambini”

(Rockville, USA) - La Food and Drug Administration, dopo l’ennesimo report per gravi danni epatici – anche mortali - riportati da picoli pazienti trattati con lo psicofarmaco atomoxetina (nome commerciale Strattera®), ha emesso una comunicazione urgente indirizzata a tutti i medici autorizzati all’esercizio della professione negli Stati Uniti, sollecitandoli ad informare immediatamente le famiglie dei loro pazienti circa i rischi associati all’uso del medicinale, con preghiera – avvisa l’FDA – “di contattare il proprio medico al primo sintomo di fatica, perdita di appetito, nausea, vomito, prurito, urine scure, ittero della pelle, gonfiori dell’area epatica o inspiegabili sintomi influenzali”.
Lo Strattera® fu approvato il 26/11/2002 come psicofarmaco per trattare i bambini iperattivi, distratti ed agitati. Dal 2002 al 2007, circa 3,3 milioni di pazienti hanno ricevuto prescrizioni di atomoxetina nei soli Stati Uniti, e di essi circa 2,1 milioni (64%) erano minorenni. L’FDA nella sua comunicazione scrive che “mentre nella fase di pre-commercializzazione non erano stati evidenziati segnali circa possibili danni gravi al fegato, i report successivi alla commercializzazione hanno identificato nell’atomoxetina un elemento causante malattie epatiche, anche gravi ed a volte mortali”. A seguito di tali reports, nel 2004 è stata resa obbligatoria l’aggiunta di un avviso in grassetto sui foglietti illustrativi di questo psicofarmaco, indicante i potenziali rischi di gravi danni al fegato. Nonostante queste misure precauzionali, l’FDA dichiara di aver ricevuto “sei ulteriori report di gravi danni epatici in pazienti trattati con atomoxetina”. A seguito di ciò, i foglietti sono stati ulteriormente rivisti in senso ancor più restrittivo nel 2007, ma le segnalazioni non cessano di pervenire. “Gli operatori della salute e i pazienti – sostiene l’FDA - devono quindi essere messi in guardia dai gravi rischi epatici associati all’uso di atomoxetina e riferire immediatamente eventuali casi al programma federale di controllo MedWatch”.
Il fegato è il principale organo che metabolizza i farmaci, ed a volte questi possono causare danni alle cellule epatiche: da aumenti di attività enzimatica nel sangue, ad un vero e proprio collasso dell’organo con conseguente necessità di trapianto. “Questo tipo di danni possono portare anche al decesso – dichiara l’FDA - e questa è una delle ragioni principali per cui un farmaco viene rimosso dal mercato”. “Non siamo purtroppo stupiti per ciò che sta accadendo il USA – ha dichiarato Luca Poma, giornalista e portavoce di Giù le Mani dai Bambini, il più attivo Comitato italiano per la farmacovigilanza pediatrica – perchè il nostro primo avviso in Italia sulla pericolosità dello psicofarmaco Strattera® è del dicembre 2005, e l’abbiamo ripetuto nel febbraio 2007, ma l’Istituto Superiore di Sanità li ha pressochè ignorati e l’Agenzia Italiana del Farmaco ha deciso di autorizzare comunque al commercio questa molecola, che è pericolosa per i nostri bambini. Questi enti si assumeranno la piena responsabilità per tali decisioni, nella denegata ipotesi in cui qualche piccolo paziente avrà problemi gravi con questo psicofarmaco: non potranno dire che non sapevano”.
Il Prof. Graziella Fava Vizziello, Primario, Neuropsichiatra Infantile e Professore Ordinario di Psicologia all’Università di Padova, ha dichiarato al riguardo: “In questo ultimo periodo continuiamo a ricevere bambini in trattamento farmacologico, etichettati ‘Adhd’ in qualche centro specializzato. Con questi ‘miracolosi’ psicofarmaci in commercio, i genitori preferiscono far classificare il figlio come ADHD piuttosto che affrontare situazioni complesse e mettersi davvero in gioco per risolverle. Spesso i genitori si rendono conto che i bambini stanno soffrendo anche gravemente a causa del trattamento farmacologico, e li portano da noi con il sospetto che qualcosa non stia funzionando, ma non decidono di far sospendere il farmaco per paura di perdere il controllo della situazione ed essere loro stessi reponsabili di conseguenze imprevedibili. Oltre agli effetti dello Strattera sul fegato, ho visto bambini completamente appiattiti, totalmente disinteressati all'ambiente, con lo sguardo vuoto ed ‘immobilizzati’ dal farmaco, più che calmati. Mai come oggi è necessaria questa campagna informativa, che illustra i rischi dell’uso di questi psicofarmaci sui bambini”.

Fonte:
Giù le mani dai bambini (http://www.giulemanidaibambini.org/)
Il “warning” della Food and Drug Administration è attualmente consultabile in lingua inglese alla URL:
http://www.fda.gov/cder/dsn/2009_v2_no1 ... tomoxetine
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Bambini iperattivi, gli psicofarmaci provocano allucinazioni

Messaggiodi Dr.Ascani il sab feb 21, 2009 2:20 pm

“Prima di somministrare un farmaco – spiega Emilia Costa, titolare della prima Cattedra di Psichiatria dell'Università di Roma La Sapienza – bisogna fare una diagnosi. Per curare un bambino affetto da ADHD occorre un progetto terapeutico specifico e personalizzato che tenga conto del cervello in via di evoluzione nell’infanzia e nell’adolescenza, e di tutti quei fattori che possono produrre alterazioni anche irreversibili. In tutti i casi la diagnosi va formulata da uno psichiatra o da un neuropsichiatria infantile con accertata esperienza sul campo e non certo come spesso avviene da genitori o insegnanti”.

I sintomi della malattia. Si distraggono facilmente e sembra che abbiano altro in mente. Sono impulsivi, hanno difficoltà a organizzare azioni complesse e si stancano subito. Sono bambini e potrebbero essere affetti da ADHD,disturbo da iperattività e deficit di attenzione. Il loro comportamento si rivede in ogni situazione: a scuola mentre seguono una lezione, a casa se fanno i compiti, in un ambiente ludico, cioè quando giocano con i genitori e con i coetanei, se sono davanti alla televisione o a tavola. Per modificare e ‘normalizzare’ il comportamento di alcuni pazienti iperattivi e con deficit d’attenzione si utilizzano psicofarmaci.

“È necessario ricordare – continua la Costa – che il nostro cervello è effetto e causa del divenire umano e che questo significa che la cultura di oggi diventerà il patrimonio genetico dei bambini di domani, cioè che pensieri, atteggiamenti e comportamenti di oggi vengono trasmessi alle future generazioni e se noi influenziamo il cervello in evoluzione con sostanze o interventi inappropriati creiamo bambini disturbati. Quindi chi ha potere decisionale in campo di Psicofarmacologia deve rendersi conto che se sbaglia anziché favorire l’evoluzione favorisce l’involuzione”.

Lo studio della FDA: attenzione al rischio allucinazioni. Sono stati analizzati 49 studi clinici, che riguardano questi prodotti farmaceutici, in uno studio pubblicato su Pediatricse diretto dal professor Andrew Mosholder. Secondo quanto riportato dall, l'FDA ha analizzato il Ritalin della Novartis AG, il Focalin XR, i cerotti dermici Adderall XR e Daytrana della Shire Plc, Concerta della Johnson & Johnson, Strattera della Eli Lilly e Metadate CD della CoCelltech Pharmaceuticals Inc.
"Il numero di casi di psicosi o mania nei trial clinici pediatrici era basso - ha tranquillizzato Mosholder - ma comunque non trascurabile, abbiamo notato infatti la completa assenza di simili eventi nel gruppo placebo di questi studi". Fatto sta che alcuni bambini avevano allucinazioni.

Anche danni epatici. Ancora una volta è la FDA a lanciare l’allarme. Ha infatti emesso una comunicazione sui danni epatici (anche mortali) che hanno riportato i piccoli in cura con la molecola atomoxetina (nome commerciale Strattera). E così, ha emesso una comunicazione per i medici americani, sollecitandoli a informare immediatamente le famiglie dei loro pazienti circa i rischi associati all’uso del medicinale. Infine chiedevano “di contattare il proprio medico al primo sintomo di fatica, perdita di appetito, nausea, vomito, prurito, urine scure, ittero della pelle, gonfiori dell’area epatica o inspiegabili sintomi influenzali”. L’atomoxetina è stata approvata nel 2002 come psicofarmaco per trattare i bambini iperattivi, distratti ed agitati e da pochi mesi è in commercio anche in Italia.

L’FDA nella sua comunicazione scrive che “mentre nella fase di pre-commercializzazione non erano stati evidenziati segnali circa possibili danni gravi al fegato, i report successivi alla commercializzazione hanno identificato nell’atomoxetina un elemento causante malattie epatiche, anche gravi ed a volte mortali”.

Le terapie possibili. L’alternativa all’approccio farmacologico è quello psicoterapeutico. Un farmaco elimina il sintomo ma non risolve il disturbo profondo, spesso causa della malattia. “Fermo restando che ogni storia è a se e non possiamo generalizzare, il successo delle psicoterapie è noto in letteratura scientifica, ma troppo spesso ignorato in terapia. Vengono utilizzati con una certa leggerezza psicofarmaci e si crede che le terapie non farmacologiche non funzionino: il problema invece è che sono state ‘snobbate’ per lungo tempo a favore di soluzioni dagli effetti più immediati”.

Insomma se è vero che il farmaco ha una sua dignità d’utilizzo, nei casi 'limite' in cui è appropriato (cioè quando il bambino può fare del male sia a se stesso sia agli altri) va detto però - sottolinea l’esperta - la psicoterapia modifica anch’essa realmente la struttura cerebrale e influisce concretamente e positivamente sul comportamento, e tali miglioramenti sono tangibili e misurabili. “Non comprendo quindi come si possa continuare ad ignorare questi fatti – conclude Emilia Costa – prediligendo sempre l’approccio biologico, organicista e farmacologico e declassando superficialmente la psicoterapia a ‘quattro chiacchere’ tra terapeuta e paziente'

Fonte:
http://www.kwsalute.kataweb.it/Notizia/ ... 48,00.html
di Adele Sarno
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DUE BIMBI ITALIANI SU ATOMOXETINA PROGETTANO IL SUICIDIO

Messaggiodi Dr.Ascani il ven mar 13, 2009 11:56 am

In Italia, due bimbi in terapia per ADHD cui veniva somministrata atomoxetina (Strattera ®) hanno manifestato idee suicidarie. Nonostante l’attenzione dell’opinione pubblica sul tema psicofarmaci e bambini, l’Agenzia Italiana del Farmaco non ha ritenuto di informare tempestivamente la cittadinanza. Poma (Giù le Mani dai Bambini): “Incomprensibile silenzio, l’agenzia avrebbe dovuto emettere sollecitamente un comunicato, ma nessuno è stato informato di questi gravi fatti, d’interesse soprattutto per le famiglie con figli in cura con queste molecole”. Lo Strattera® nuovamente sul banco degli imputati: in Inghilterra nel periodo di monitoraggio 130 tentativi di suicidio.

Roma – A pagina sette dell’ultimo numero del “Bollettino di farmacovigilanza AIFA” l’Agenzia Italiana del Farmaco informa circa le idee suicidarie di due bambini, una bimba piemontese di 9 anni, ed un bimbo sardo di 10 anni. Entrambi i minori erano in trattamento nel 2008 con atomoxetina (nome commerciale “Strattera”®, psicofarmaco prodotto dalla multinazionale farmaceutica Eli Lilly), la bimba da sette mesi ed il bimbo da dieci mesi. Il bambino è stato ricoverato in ospedale con diagnosi di “agitazione psicomotoria ed ideazione suicidaria”, e successivamente dimesso dopo una terapia specifica, mentre per quanto riguarda la bambina non vi sono attualmente notizie circa l’esito finale della vicenda. “E’ sconcertante – ha commentato Luca Poma, giornalista e Portavoce nazionale di ‘Giù le Mani dai Bambini’, il più rappresentativo comitato italiano per la farmacovigilanza pediatrica – che l’agenzia del farmaco non abbia emesso un comunicato nell’immediatezza del fatto, al fine di informare la cittadinanza, ma renda noto ciò che accaduto solo mesi e mesi dopo: lo Strattera è – purtroppo – lo psicofarmaco più utilizzato in Italia per sedare i bambini troppo agitati e distratti, nonostante siano noti i gravi profili di rischio di questa molecola. Ritengo che l’AIFA avrebbe dovuto, nel rispetto della privacy delle due famiglie coinvolte, permettere agli altri genitori di maturare scelte equilibrate al riguardo, conoscendo pro e contro di questi trattamenti”. In un documento dell’agenzia di controllo sanitario inglese (British Medicines and Healthcare Regulatory Agency) reso noto su richiesta del giornalista investigativo svedese Janne Larsson, si riportavano già a fine 2005 ben 130 rapporti su tentativi di suicidio da parte di pazienti trattati con Strattera®, oltre a 760 rapporti per problemi cardiaci, 172 rapporti per danni al sistema epatico e circa 20 rapporti per suicidi effettivi. Il colosso farmaceutico Eli Lilly in origine cercò senza successo di far approvare Strattera® dalla Food & Drug Administration USA come antidepressivo, per poi riciclarlo come trattamento per l’Adhd, la Sindrome di Iperattività e Deficit di Attenzione, con significativi profitti finanziari (circa 665 milioni di dollari di giro d'affari annuo). Da allora, si sono succeduti diversi avvisi urgenti della FDA relativi alla potenziale induzione al suicidio dell’atomoxetina, qualora somministrata ad organismi in via di sviluppo, ma la molecola non è mai stata rimossa dal mercato. L’AIFA, nel rapporto sui due bambini italiani che hanno maturato progetti suicidari, dichiara anche che “l’insorgenza di ideazione suicidaria sembra essere significativamente più frequente nei bambini in terapia con atomoxetina”. “E’ incomprensibile il motivo per cui – ha concluso Poma – nonostante le ormai conclamate evidenze di pericolosità di questo psicofarmaco, riconosciute anche dall’AIFA, l’organismo di controllo non intervenga chiedendo all’Agenzia Europea del Farmaco un’immediata revisione dell’autorizzazione al commercio di questa molecola, come già sollecitato anche in più occasioni da esponenti del nostro Parlamento”.

Fonte:
COMUNICATO STAMPA DEL 13/03/09
Media relation: 337/415305 – portavoce@giulemanidaibambini.org
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Re: Sindrome da iperattività nei bambini (ADHD) e farmaci

Messaggiodi Dr.Ascani il gio giu 18, 2009 11:07 am

MORTI IMPROVVISE DI BAMBINI IN USA PER PSICOFARMACI: C'E' CORRELAZIONE

Pubblicati i risultati di un nuovo studio in USA finanziato dalla FDA: c’è correlazione tra l’uso di psicofarmaci per i bambini iperattivi (usati anche in Italia) e morti “improvvise ed inspiegabili”.
Poma (Giù le Mani dai Bambini): “Nulla di inspiegabile, questi psicofarmaci sono metanfetamine, ovvero droghe: quindi in caso di assunzione prolungata uccidono”.
Bianchi di Castelbianco (psicoterapeuta dell’età evolutiva): “Questi bambini sono esposti a rischi di morte per curare una sindrome fantasma che probabilmente neppure esiste. Effetti avversi rari, solo 1 bimbo su 10.000? Non sono loro figli, perché allora ragionerebbero diversamente”

TORINO - La Food and Drug Administration (FDA) ed il National Institute of Mental Health hanno finanziato un nuovo studio sugli effetti avversi derivanti dalla somministrazione ai bambini degli psicofarmaci utilizzati per sedare l'iperattività. I risultati sono stati resi noti in questi giorni in America: la ricerca, coordinata da Madelyn Gould, Professore di epidemiologia e Psichiatria pediatrica alla Columbia University, ha analizzato 564 casi di decessi di minori trattati per l'ADHD nel decennio tra il 1985 e il 1996, e l'esito è quello di un possibile legame esistente tra l'assunzione di medicinali contro la Sindrome da Deficit dell'Attenzione e Iperattività (ADHD, ovvero bambini troppo agitati e distratti) ed il rischio di "morte improvvisa". “Gli eventi rilevati sono ancora da approfondire e comunque rari”, ha dichiarato il coordinatore della ricerca, “meno di un bambino ogni 10.000”, e peraltro attualmente la Food and Drug Administration (l’FDA, il massimo organismo di controllo sanitario in USA) non prevede di modificare le linee guida sull'impiego di questi prodotti, autorizzati all’uso anche in Italia. “Questo studio rileva una significativa associazione, o un segnale di correlazione, tra decessi improvvisi ed inspiegabili e l’assunzione di farmaci per l’ADHD - sottolineano gli autori della ricerca - in particolare per quanto riguarda la terapia a base di metilfenidato” (Ritalin® e prodotti simili). Ed aggiungono: “I risultati di questa ricerca invitano a puntare l'attenzione sui possibili rischi per bambini e adolescenti derivanti dall’assunzione di medicinali stimolanti”. L'invito degli specialisti ai genitori preoccupati è di discutere delle eventuali perplessità con il medico, evitando di sospendere di propria iniziativa la terapia ai loro figli, anche per evitare gli effetti avversi tipici della repentina interruzione dell'assunzione di queste droghe. Luca Poma - giornalista e portavoce di Giù le Mani dai Bambini®, il più rappresentativo comitato italiano per la farmacovigilanza pediatrica - ha dichiarato: “è l'ennesimo campanello d'allarme sui pericoli derivanti dall'assunzione di questi psicofarmaci in tenera età. È sconcertante poi l'ipocrisia: qui di ‘inspiegabile’ non c'è proprio nulla, questi bambini muoiono in diretta relazione con l'assunzione di queste metanfetamine, ma i poteri forti influenzano l'FDA in USA, che trae sostentamento finanziario dalle multinazionali farmaceutiche che dovrebbe controllare, ed anche l'Agenzia del Farmaco e l'Istituto Superiore di Sanità, che seguono le ‘mode’ prescrittive americane: questi enti che dovrebbero vegliare sulla sicurezza dei nostri figli fanno come gli struzzi e nascondono la testa sotto la sabbia. D'altra parte, se ci sono gravi complicazioni solo per 1 bambino ogni 10.000 non c'è mica da preoccuparsi, dicono loro, perchè mai applicare restrizioni più prudenti?" Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell’età evolutiva, ha dichiarato al riguardo: “Il problema è che gli psicofarmaci hanno pregi e difetti, ma perché esporre a pericolo di morte dei bambini che non avrebbero alcun bisogno di esporsi a questo rischio? Questi farmaci sono proprio necessari, dato che molti mettono addirittura in dubbio l’esistenza stessa della sindrome ‘ADHD’, che è considerata sempre più una ‘sindrome fantasma’, una moda prescrittiva del XX° secolo com’era all’epoca l’isteria femminile?”


FONTE:
COMUNICATO STAMPA DEL 18/06/09
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