FAQ Domande frequenti Omeopatia

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FAQ Domande frequenti Omeopatia

Messaggiodi Dr.Ascani il ven giu 24, 2016 8:26 am

“La medicina convenzionale è provata, l’Omeopatia non lo è”. Falso

Si tratta di una credenza diffusa, ma in realtà la situazione non è poi così netta.

Sia che stiamo discutendo di medicina convenzionale che di Omeopatia, la scienza non può essere ridotta alla scelta tra bianco o nero, c’è un ricco ventaglio di sfumature di grigio.

Un articolo del prestigioso British Medical Journal (BMJ) (1) osservando le prove scientifiche dietro i trattamenti NHS ha trovato che il 46% dei 2.500 trattamenti NHS comunemente utilizzati sono di efficacia sconosciuta, e solo il 13% sono risultati utili:

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La quantità di ricerche effettuate in medicina convenzionale è vasta rispetto al relativamente nuovo campo di ricerca omeopatica, ma quando si guarda il confronto tra le evidenze, scopriamo che sono simili. Sia per l’uno che per l’altro i Trials possono essere positivi, negativi o inconcludenti.

La ricerca deve continuare in tutti i campi per aiutare la politica, i pazienti e i medici a prendere le migliori decisioni possibili, ma al momento, molte decisioni non possono essere basate su prove scientifiche definitive, in quanto non vi è sono dati sufficienti.

Anche se vi è una percezione che il decision-making in medicina sia evidence-based, “Le cifre indicano che … .La maggior parte delle decisioni sui trattamenti si basano ancora sui singoli giudizi di medici e pazienti.” (“The figures suggest that ….most decisions about treatments still rest on the individual judgements of clinicians and patients.”) (1)

Note bibliografiche
1.Garrow J S. What to do about CAM? How much of orthodox medicine is evidence based? BMJ, 2007; 335: 951 | PubMed


“L’Omeopatia non dovrebbe essere usata perché non se ne conosce ancora il funzionamento”. Falso

Conoscere come funziona una medicina non è mai stato un pre-requisito per il suo utilizzo. L’aspirina (acido acetilsalicilico) è uno dei farmaci più utilizzati in tutto il mondo (1), ma è stato utilizzato per oltre 70 anni prima che il suo meccanismo d’azione fosse scoperto, nel 1971 (2).

Il farmaco è ancora attivamente studiato oggi, in quanto ha numerosi effetti biologici che non sono stati ancora pienamente compresi. (3)

Variazioni di acido acetilsalicilico sono state utilizzate per trattare il dolore e la febbre fin dai tempi antichi, a cominciare da prodotti a base delle sue forme naturali – le foglie e la corteccia di salice o pioppi (1).

Nel 1899 una forma artificialmente sintetizzata del principio attivo ha passato le sperimentazioni cliniche e il rimedio ‘aspirina’ così come lo conosciamo oggi è stato commercializzato.

Allo stesso modo, l’omeopatia ha una lunga storia di uso tradizionale. Questo ha portato alla nostra comprensione clinica di ciò che i farmaci omeopatici possono fare, anche se gli scienziati non sono ancora venuti a capo di come questi farmaci riescano ad esplicare il loro effetto biologico.

Trovare il meccanismo d’azione dei farmaci omeopatici sarà affascinante e molti team di ricerca in tutto il mondo stanno effettuando studi di base sull’argomento.

Approfondimento a cura della redazione:
L’aspirina in dosi omeopatiche

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Sono stati condotti degli studi sull’acido acetilsalicilico in dosi omeopatiche. Anche per quanto riguarda l’acido acetilsalicilico è stato osservato che l’effetto anti-trombotico delle alte dosi, si inverte in effetto pro-trombotico nelle dosi omeopatiche (Ultra-low dose 5CH; High diluition 15-30CH).

Per approfondire:
•C.Doutremepuich, O.De Seze, D.Le Roy, M.C.Lalanne, M.C.Anne, Haemostasis 1990, 20, 99
•C.Doutremepuich, O.Aguejouf, D.Pintigny, M.N.Sertillanges, O.De Seze, Thromb. Res. 1994, 76, 225.
•O.Aguejouf, F.Eizayaga, V.Desplat, P.Belon, C.Doutremepuich, Clin. Appl. Thromb. Hemost. 2009, 15, 523.

(Schema tratto da: The mutual benefits of Science and Homeopathy: clarify, defend, improve | Paolo Bellavite, Marta Marzotto, Debora Olioso, Clara Bonafini, Beatrice Andreoli (LIGA Medicorum Homeopathica Internationalis Conference Rio de Janeiro 26-29 August 2015)

Note bibliografiche

1. Norn S. et al. [From willow bark to acetylsalicylic acid].[Article in Danish]. Dan Medicinhist Arbog., 2009;37:79-98 | Abstract

2. Bottling RM. Vane’s discovery of the mechanism of action of aspirin changed our understanding of its clinical pharmacology. Pharmacol Rep., 2010; 62(3):518-25 | Abstract | Full text

3. Dr. Karsten Schrör, Head of the Institute of Pharmacology and Clinical Pharmacology, Heinrich Heine University, Düsseldorf. Medical News Today website Oct 2005 http://www.medicalnewstoday.com/articles/31435.php
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Re: FAQ Domande frequenti Omeopatia

Messaggiodi Dr.Ascani il ven giu 24, 2016 8:30 am

“Se consideriamo solo i trials di alta qualità, essi mostrano che l’Omeopatia non funziona.” Falso

Questa affermazione, anche se spesso ripetuta, è completamente sbagliata.

La più recente “comprehensive systematic review” ha dimostrato che, analizzando solo gli “highest quality randomised controlled trials”, i farmaci omeopatici prescritti durante il trattamento individualizzato si sono rivelati da 1,5 a 2,0 volte più efficaci di un placebo. (1)

L’idea errata che le prove di alta qualità mostrino l’inefficacia dell’omeopatia sembra provenire da un fraintendimento delle tendenze viste in due revisioni sistematiche complete (Linde 19972 e 20053 Shang).

Ecco ciò che i dati presenti in questi studi in realtà dicono:

“In 1997 Klaus Linde and co-workers identified 89 clinical trials that showed an overall odds ratio of 2.45 in favor of homeopathy over placebo. There was a trend toward smaller benefit from studies of the highest quality, but the 10 trials with the highest Jadad score still showed homeopathy had a statistically significant effect.” 4

“Nel 1997 Klaus Linde e collaboratori individuarono 89 studi clinici che mostravano “an overall odds ratio” di 2,45 in favore dell’omeopatia rispetto al placebo. La tendenza osservata era di un beneficio minore se proveniente da studi di altissima qualità ma – detto questo – i 10 trials con l’ “highest Jada score” mostravano che l’omeopatia ha un effetto statisticamente significativo rispetto al placebo. ”

Lo studio di Shang del 2005 si proponeva di confrontare la qualità dei trials in omeopatia e medicina convenzionale, analizzando 110 studi simili in ciascuna delle due discipline. Sono stati esaminati 21 trials omeopatici di alta qualità contro 9 trials di medicina convenzionale di alta qualità. Il team di Shang poi ha deciso di analizzare solo 8 di questi studi omeopatici di alta qualità, i quali hanno prodotto risultati negativi sull’efficacia dell’omeopatia rispetto al placebo, ma se si analizzano tutti i 21 trials omeopatici di alta qualità i risultati sono positivi, il che suggerisce che l’omeopatia ha un effetto al di là di placebo. (5)

Note bibliografiche

1.Mathie RT et al. Randomised placebo-controlled trials of individualised homeopathic treatment: systematic review and meta-analysis. Systematic Reviews, 2014; 3: 142
 | Full text

2. Linde K. et al. Are the clinical effects of homeopathy placebo effects? A meta-analysis of placebo-controlled trials. Lancet, 1997; 350:834–843 | PubMed

3. Shang A, Huwiler-Muntener K, Nartey L, et al. Are the clinical effects of homoeopathy placebo effects? Comparative study of placebo-controlled trials of homoeopathy and allopathy. Lancet, 2005; 366: 726–32 | PubMed

4. Hahn RG. Homeopathy: Meta-Analyses of Pooled Clinical Data. Forsch Komplementmed, 2013;20:000–000 Published online: October 17, 2013 DOI: 10.1159/000355916 | PubMed: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24200828

5. Lewith G, Professor of Health Research at Southampton University, Letter to the Editor, Positive Health, December 2008 | Full Text: http://www.positivehealth.com/article/w ... -issue-153

“La ricerca nel campo dell’Omeopatia è di scarsa qualità, quindi non ci si può fidare dei risultati.” Falso

Solo uno studio ha confrontato la qualità della ricerca dell’Omeopatia con quella della medicina convenzionale. I trials nel campo dell’Omeopatia sono risultati di qualità superiore rispetto a quelli effettuati nei trattamenti di medicina convenzionale con i quali sono stati confrontati (1).

I ricercatori hanno confrontato 110 studi di Omeopatia a 110 abbinati a trials di medicina convenzionale: 21 trials omeopatici e 9 trials convenzionali sono stati valutati di alta qualità (il 19% delle sperimentazioni omeopatiche e l’8% dei trials convenzionali).

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Questo studio dimostra che l’innalzamento degli standard qualitativi di ricerca è una esigenza comune sia per l’omeopatia che per la medicina convenzionale.

E ‘anche vero che alcuni studi in omeopatia sono di scarsa qualità, in particolare quelli effettuati alcuni decenni fa, che rientrano a malapena negli standard qualitativi di oggi.

Tuttavia non si può affermare che tutti gli studi fatti in campo omeopatico siano di scarsa qualità. Esistono studi di buona qualità che affermano l’efficacia dell’Omeopatia.

Note bibliografiche
1.Shang A, Huwiler-Muntener K, Nartey L, et al. Are the clinical effects of homoeopathy placebo effects? Comparative study of placebo-controlled trials of homoeopathy and allopathy. Lancet, 2005; 366: 726–32 |
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Re: FAQ Domande frequenti Omeopatia

Messaggiodi Dr.Ascani il ven giu 24, 2016 8:34 am

“L’omeopatia ha solo un effetto placebo?” Falso

I detrattori dell’omeopatia sostengono spesso che i farmaci omeopatici siano solo pillole di zucchero che non contengono alcun principio attivo; di conseguenza ogni beneficio avvertito dai pazienti è da riferirsi esclusivamente all’effetto placebo.

Il placebo è una sostanza priva di principi attivi specifici che viene somministrata come se avesse veramente proprietà curative o farmacologiche. Lo stato di salute del paziente che ha accesso a tale trattamento può migliorare, a condizione che il paziente riponga fiducia in tale sostanza o terapia. Questo miglioramento indotto dalle aspettative positive del paziente è detto “effetto placebo”.

Ogni trattamento medico può presentare un certo grado di ‘effetto placebo’ e in questo senso l’omeopatia non è diversa dalla medicina convenzionale, ma la teoria che gli effetti dell’omeopatia siano solo ed esclusivamente una risposta al placebo non è supportata da nessuna prova scientifica.

Se l’omeopatia è in realtà solo un effetto placebo:

1) Come si spiega l’esistenza di trial positivi di alta qualità controllati con placebo? Questi studi sono progettati specificamente per separare l’effetto placebo dal reale effetto clinico del trattamento in fase di test.

2) Come si spiegano gli effetti positivi negli esperimenti di laboratorio con farmaci omeopatici? Gli effetti sono stati osservati nei globuli bianchi, rane e piante di frumento solo per citare alcuni esempi.

3) Come si spiega il fatto che l’omeopatia può funzionare negli animali?

Uno studio piuttosto rigoroso ha evidenziato che un farmaco omeopatico può prevenire la diarrea E. coli nei maialini (1).

Note bibliografiche

1) Camerlink I, Ellinger L, Bakker EJ, Lantinga EA. Homeopathy as replacement to antibiotics in the case of Escherichia coli diarrhoea in neonatal piglets. Homeopathy, 2010;99: 57–62 | PubMed
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Re: FAQ Domande frequenti Omeopatia

Messaggiodi Dr.Ascani il ven giu 24, 2016 8:38 am

“I migliori studi mostrano che l’Omeopatia non funziona”. Falso

Con l’espressione “i migliori studi” di solito vengono identificate quelle review sistematiche e complete che analizzano i risultati di tutti gli studi randomizzati e controllati (RCT) disponibili su un dato argomento.

Nel campo dell’omeopatia possiamo contare 6 studi che rispondono a queste caratteristiche:

•Cinque sono risultati positivi – questi suggeriscono che c’è una evidenza di un effetto dell’omeopatia oltre il placebo anche se essi concludono che per raggiungere una conclusione definitiva sarebbe auspicabile un ulteriore approfondimento attraverso una ricerca di livello ancora più alto (1,2,3,4,6).
•Uno era negativo – concludendo che l’omeopatia non ha avuto effetti al di là di placebo. (5)

Queste le conclusioni originali delle 6 revisioni sistematiche:

Kleijnen et al. 1991: ‘Al momento l’evidenza dei trials clinici è positiva ma non sufficiente per trarre conclusioni definitive, poiché la maggior parte degli studi non sono di altissima qualità metodologica a causa dell’impossibilita di valutare gli eventuali bias. Queste considerazioni indicano che è necessario procedere con ulteriori valutazioni, meglio se con trials di alta qualità’. (1)

Linde et al. 1997: ‘I risultati della nostra meta-analisi non sono compatibili con l’ipotesi che gli effetti clinici dell’omeopatia sono completamente dovuti al placebo. Tuttavia esse non dimostrano in modo inoppugnabile che l’omeopatia è “chiaramente” efficace per ogni singola condizione clinica. Ulteriori ricerche sull’omeopatia sono auspicabili a condizione che siano rigorose e systematiche.’ (2)

Linde et al. 1999: ‘Abbiamo concluso che tra gli studi esaminati vi era la chiara evidenza che studi condotti con una migliore qualità metodologica tendevano a produrre risultati meno positivi’ (3).

Cucherat et al. 2000: ‘Sono presenti prove che i trattamenti omeopatici sono più efficaci del placebo; Tuttavia, la forza di queste prove è bassa a causa della bassa qualità metodologica delle prove stesse.’ (4)

Shang et al. 2005: ‘Sia negli studi di omeopatia che in quelli di medicina convenzionale sono presenti Bias. Tenendo conto di questo, osserviamo una forte evidenza nell’efficacia dei trattamenti convenzionali e una evidenza più debole relativa ai trattamenti omeopatici. (5)

Mathie et al. 2014: ‘i rimedi utilizzati nei trattamenti omeopatici individualizzati possono avere piccoli ma specifici effetti. I risultati sono coerenti con i dati del sottogruppo disponibili in una precedente review sistematica-globale. La qualità complessiva bassa o poco chiara delle prove richiede cautela nell’interpretazione dei risultati. E’ necessaria una nuova RCT di più alta qualità per giungere a interpretazioni più attendibili.’ (6)

Lo studio negativo – noto come ‘The Lancet study’ o ‘Shang paper’ pubblicato nel 2005 – rimane l’unico studio globale che afferma che l’omeopatia altro non è che un effetto placebo.

Così, quando le persone che affermano che, “i migliori studi hanno dimostrato effetti non migliori del placebo”, raramente si rendono conto che stanno basando tale parere interamente su un paper che:
1.è contraddetto da altre cinque studi
2.ha attirato critiche diffuse per essere gravemente lacunoso
3.è ormai obsoleto, superato dallo studio di Mathie et al. – 2014 (6)

Gli ultimi risultati da Mathie et al. 2014

Questo rigoroso studio, pubblicato nel 2014, ha scoperto che i farmaci omeopatici, quando prescritti in un trattamento individualizzato, sono da 1,5 a 2,0 volte più probabilmente efficaci di un placebo. (6)

Lo studio di Mathie comprende 151 placebo-controlled randomised trials – 41 in più di quelli analizzati dal team di Shang nel 2005. Se questi studi fossero stati disponibili nel 2005, il team di Shang avrebbe dovuto analizzarli in quanto essi rispettano i criteri di inclusione della ricerca.

Questo ci consente di capire in che misura è vera l’idea secondo cui la ricerca di Shang è superata: essa infatti, avendo più di dieci anni, attualmente copre solo il 73% delle prove disponibili.

Leggi breve riassunto di HRI di Mathie et al. Di studio o ascoltare Robert Mathie presentare le sue conclusioni al convegno 2015 HRI Roma.

Se ci sono 5 studi positivi e solo 1 studio negativo, perché si continua a negare l’evidenza?

Il problema sembra poter essere classificabile come un “plausibility bias”, ovvero: coloro che ritengono che l’omeopatia è impossibile tenderanno a interpretare i risultati delle ricerche in modo diverso da come vengono interpretati da coloro che non hanno pregiudizi.

Già nel 1991, gli autori di uno di questi maggiori studi si espresse (1) in modo molto chiaro:


“La quantità di prove positive, anche tra i migliori studi è stata una sorpresa per noi. Sulla base di queste evidenze saremmo pronti ad accettare che l’omeopatia può essere efficace, se solo il meccanismo d’azione fosse più plausibile. “

Note bibliografiche

1. Kleijnen J, Knipschild P, ter Riet G. Clinical trials of homeopathy. BMJ, 1991; 302: 960 | PubMed

2. Linde K, et al. Are the clinical effects of homeopathy placebo effects? A meta-analysis of placebo-controlled trials. Lancet, 1997; 350: 834–843 | PubMed

3. Linde K, et al. Impact of study quality on outcome in placebo-controlled trials of homeopathy. Clin Epidemiol, 1999; 52: 631–636 | PubMed

4. Cucherat M, Haugh M C, Gooch M, Boissel J P. Evidence of clinical efficacy of homeopathy. A meta-analysis of clinical trials. HMRAG. Homeopathic Medicines Research Advisory Group. J Clin Pharmacol, 2000; 56: 27–33 | PubMed

5. Shang A, Huwiler-Muntener K, Nartey L, et al. Are the clinical effects of homoeopathy placebo effects? Comparative study of placebo-controlled trials of homoeopathy and allopathy. Lancet, 2005; 366: 726–32 | PubMed

6. Mathie RT et al. Randomised placebo-controlled trials of individualised homeopathic treatment: systematic review and meta-analysis. Systematic Reviews, 2014; 3: 142
 |
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Re: FAQ Domande frequenti Omeopatia

Messaggiodi Dr.Ascani il ven giu 24, 2016 8:40 am

“Non esiste nessun trial che dimostri l’efficacia dell’Omeopatia”: Falso

Molte persone credono che tutti gli studi randomizzati controllati (RCT) di alta qualità effettuati su rimedi omeopatici siano risultati negativi.

Questo è falso.

Di seguito vengono riportati alcuni esempi di RCT positivi di alta qualità e di systematic reviews/meta-analyses testanti vari tipi di omeopatia:
•Individualised homeopathic treatment for diarrhoea in children. A meta-analysis of three placebo-controlled randomised trials by Jacobs et al. 2003 showed that homeopathic treatment reduced the duration of diarrhea (p=0.008). (Trattamento omeopatico individualizzato per la diarrea nei bambini. Una meta-analisi di tre studi randomizzati, controllati con placebo da Jacobs et al. 2003 ha dimostrato che il trattamento omeopatico ha ridotto la durata della diarrea (p = 0.008). (1)
•Individualised homeopathic treatment for ear infections (otitis media) in children. (Trattamento omeopatico individualizzato per le infezioni dell’orecchio (otite media) nei bambini (2),(3)
•The homeopathic medicine Galphimia glauca for hay fever (allergic rhinitis). La medicina omeopatica Galphimia Glauca per la febbre da fieno (rinite allergica). (4)
•The isopathic medicine Pollen 30c for hay fever. (Il rimedio isopatico Pollen 30C per la febbre da fieno) (5)
•The homeopathic medicine Oscillococcinum for the treatment of influenza6. This study showed that Oscillococcinum was effective at treating influenza, but ineffective for preventing it. (Il farmaco omeopatico Oscillococcinum per il trattamento di influenza (6). Questo studio ha dimostrato che l’Oscillococcinum è risultato efficace nel trattamento dell’influenza, ma inefficace nella prevenzione. Vedi anche “Prevenzione omeopatica per l’influenza“)

•The complex homeopathic medicine Vertigoheel for vertigo. (Il complesso omeopatico Vertigoheel per la cura delle vertigini) (7)

Questi risultati mettono in evidenza l’assoluta importanza di effettuare ulteriori ricerche in campo omeopatico; in particolare è necessario effettuare studi di alta qualità da ripetere su più larga scala.

Per approfondirle aree più promettenti della ricerca clinica è possibile consultare il testo “Homeopathy on trial – The need for targeted research” di Tournier & Roberts, anno 2013. (Scarica qui il PDF)

La questione del ‘Cherry Picking’

Con “Cherry Picking” si intende la pratica di pubblicare o citare in maniera selettiva solo le prove positive riguardanti un determinato trattamento, ignorando le prove negative contrastanti.

Questo atteggiamento può portare ad una lettura distorta dei risultati della ricerca, tanto che sta emergendo la tendenza di costringere gli istituti di ricerca e le aziende farmaceutiche a rivelare tutti i risultati della sperimentazione – sia positivi che negativi – in modo che l’equilibrio degli elementi della prova possano essere considerati nella loro interezza.

In alcuni casi gli studi positivi vengono accolti dai critici dell’omeopatia come se fossero “cherry picking”, chiamando in causa altrettante prove negative. E’ fondamentale però che tali prove negative vengano considerate rilevanti solo se eseguite sullo stesso trattamento omeopatico, nella medesima condizione e per la stessa patologia.

Nel caso degli studi sopra elencati, a nostra conoscenza non esistono ulteriori ripetizioni con risultati negativi.

La necessità di replicazione di studi esistenti

Essendo la ricerca in omeopatia un campo relativamente nuovo e non essendovi ancora finanziamenti cospicui per supportare nuovi trials, il numero dei trials di alta qualità e di ripetizioni è piuttosto basso.

Non appena più studi saranno disponibili per effettuare ulteriori analisi sugli stessi trattamenti omeopatici, i risultati verranno aggiornati, confermati o contraddetti da nuove scoperte.

Note bibliografiche
•Jacobs J, Jonas WB, Jiménez-Pérez M & Crothers D. Homeopathy for childhood diarrhea: combined results and metaanalysis from three randomized, controlled clinical trials. Pediatr. Infect. Dis. J., 2003;22:229–234 | PubMed
•Jacobs J, Springer DA, Crothers D. Homeopathic treatment of acute otitis media in children: a preliminary randomized placebo-controlled trial. Pediatr Infect Dis J., 2001; 20(2): 177-83 | PubMed
•Sinha MN, et al. Randomized controlled pilot study to compare Homeopathy and Conventional therapy in Acute Otitis Media. Homeopat. J. Fac. Homeopat., 2012; 101: 5–12 | PubMed
•Wiesenauer M & Lüdtke R. A meta analysis of the homeopathic treatment of pollinosis with Galphimia glauca. Forsch. Komplementärmed., 1996; 3: 230-234 | Link
•Reilly DT, Taylor MA, et al. Is homoeopathy a placebo response? Controlled trial of homoeopathic potency, with pollen in hayfever as model. Lancet, 1986; 2(8512): 881-886 | PubMed
•Mathie RT, Frye J & Fisher P. Homeopathic Oscillococcinum(®) for preventing and treating influenza and influenza-like illness. Cochrane Database Syst. Rev., 2012; 12:CD001957 | PubMed
•Schneider B, et al. Treatment of vertigo with a homeopathic complex remedy compared with usual treatments – a meta-analysis of clinical trials, Arzneim.-Forschung, 2005; 55(1): 23-29
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Re: FAQ Domande frequenti Omeopatia

Messaggiodi Dr.Ascani il ven giu 24, 2016 8:42 am

“L’idea che “il simile cura il simile” non ha senso”. Falso

L’omeopatia si basa sul principio fondamentale che il ‘simile cura il simile’ cioè una sostanza che può causare sintomi se assunta in dosi elevate, può essere utilizzata per trattare i sintomi simili se somministrata in dosi minime.

L’idea che una sostanza può essere dannosa in grandi quantità, ma utile in piccole quantità non è nuova per la scienza, in realtà questo concetto ( ‘ormesi‘) è stato sviluppato per decenni ed è sempre stato ben documentato in campi come la biologia e la tossicologia.

Esistono anche esempi di ‘simile che cura il simile’ nella medicina convenzionale. Per esempio:
•Digitalis in dosi elevate provoca arrhythimias, ma questo farmaco è utilizzato di routine in bassi dosaggi per trattare questa condizione.
•Il farmaco a base di anfetamine stimolanti Ritalin è usato per curare deficit di attenzione e iperattività (ADHD)
•Piccole dosi di allergeni come pollini sono utilizzati per de-sensibilizzare i pazienti allergici.

Tuttavia una differenza importante in omeopatia è che le dosi somministrate sono così piccole da rendere nulli gli effetti collaterali.

I medicinali omeopatici diluiti fino a 12C o 30x conterranno molecole della sostanza originale di cui sono fatti.

Riguardo alle “higher potencies “, essi sono quei rimedi che non contengono molecole. Sono giudicati controversi in quanto non è stata fatta ancora chiarezza sul loro meccanismo d’azione.

Il Simile cura il simile. Per approfondire vedi anche:

Il principio di similitudine in Omeopatia

Oppure:


“Secondo il “simile” hahnemanniano, il malato si trova in una situazione fisiopatologica di disregolazione tale per cui i suoi sintomi sono l’espressione di una attivazione – inibizione di determinati sistemi omeodinamici coinvolti nella malattia. Pertanto, per andare a “toccare” farmacologicamente quegli stessi sistemi e regolarli in esso terapeutico, è plausibile che si possa usare quel medicinale che nel sano provoca gli stessi sintomi, a fronte di un simile trattamento il malato risponde in modo che il disordine viene reversibilizzato avviando un processo di guarigione integrato su diversi livelli”

Tratto da: Paolo Bellavite, La Complessità in Medicina, Tecniche Nuove – 2009
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Re: FAQ Domande frequenti Omeopatia

Messaggiodi Dr.Ascani il ven giu 24, 2016 8:44 am

“I risultati dell’Omeopatia sono nulli se confrontati contro quelli della medicina convenzionale”. Falso

Falso. Studi che confrontano l’efficacia dell’Omeopatia rispetto alla medicina convenzionale hanno dimostrato che l’omeopatia può produrre buoni risultati allo stesso modo (o in alcuni casi migliori) della medicina convenzionale.

Trattamento omeopatico individuale

Depressione

Un recente studio randomizzato controllato con placebo ha valutato l’efficacia del trattamento omeopatico individualizzato e l’efficacia di fluoxetina (Prozac), nella depressione da moderata a grave nelle donne in menopausa (1).

Entrambi i trattamenti sono risultati sicuri e con un effetto significativamente differente dal placebo. L’omeopatia ha prodotto un miglioramento clinico maggiore dei sintomi da depressione rispetto alla fluoxetina, migliorando anche i sintomi della menopausa (mentre la fluoxetina no).

Questo studio, effettuato in un ospedale pubblico di ricerca di Città del Messico, ha coinvolto 133 donne. Oltre al confronto tra l’omeopatia e il placebo, sono state anche confrontate le reazioni alla fluoxetina (Prozac) contro un placebo.

Secondo NICE (National Institute for Health and Care Excellence) un farmaco antidepressivo può dare un “significativo beneficio clinico” se provoca un miglioramento nella ‘Hamilton Rating Scale per la depressione’ di 3 punti in più del placebo contro il quale è testato (2). In questo studio messicano, dopo un trattamento di 6 settimane, l’omeopatia si è rivelata più efficace del placebo di 5 punti nella scala di Hamilton; la Fluoxetina è risultata più efficace del placebo di 3,2 punti.

N.B. L’analisi dei dati precedentemente presentati alla FDA ha posto in evidenza che gli antidepressivi SSRI non hanno mostrato nessuna efficacia rispetto al placebo per una depressione lieve o moderata, ma hanno mostrato un effetto maggiore rispetto al placebo in pazienti gravemente depressi. (2)

Infezioni dell’orecchio nei bambini

In India, un studio pragmatico randomizzato controllato effettuato su 81 bambini con infezioni dell’orecchio (otite media acuta) ha riscontrato che il trattamento omeopatico individualizzato è risultato efficace quanto il trattamento convenzionale, vale a dire a base di analgesici, antipiretici, antinfiammatori e antibiotici, presi al bisogno. (3)

Questo studio pilota randomizzato controllato ha confrontato l’omeopatia individualizzata con la medicina convenzionale. Ai pazienti che non sono migliorati entro il terzo giorno di terapia sono stati somministrati antibiotici. I risultati sono stati valutati utilizzando la scala Acute Otitis Media-Severity of Symptoms (AOM-SOS) and Tympanic Membrane Examination su 21 giorni di terapia.

Sono stati quindi analizzati i risultati per 80 pazienti: 40 curati con la medicina convenzionale e 40 con rimedi omeopatici. Nel gruppo convenzionale tutti i 40 (100%) pazienti sono stati curati; nel gruppo omeopatia, 38 (95%) pazienti sono stati curati, con 2 (5%) pazienti che hanno perso le ultime due follow-up. Dal 3° giorno, 1 paziente è stato curato nel gruppo convenzionale rispetto a 4 pazienti curati nel gruppo Omeopatia.

Nel gruppo convenzionale gli antibiotici sono stati prescritti in 39 pazienti (97,5%); nessun antibiotico è stato somministrato nel gruppo omeopatia.

Stante la necessità globale di ridurre l’uso di antibiotici, è auspicabile che questo studio sia ripetuto anche in altri paesi e su una più ampia scala per osservare se i risultati possono essere replicabili. In tal caso, il trattamento omeopatico individualizzato fornirebbe una valida alternativa agli antibiotici nella cura delle infezioni dell’orecchio durante l’infanzia.

Infezioni del tratto respiratorio superiore

Uno studio internazionale ha riscontrato che l’efficacia del trattamento omeopatico è risultata non inferiore al trattamento terapeutico convenzionale nelle affezioni acute delle vie respiratorie superiori e dell’orecchio. (4)

Lo studio ha valutato 1577 pazienti che hanno ricevuto sia il trattamento omeopatico che quello convenzionale in un totale di 57 pratiche di assistenza primaria in 8 paesi (Austria, Germania, Paesi Bassi, Russia, Spagna, Ucraina, Regno Unito e USA).

i prodotti omeopatici non individualizzati

Vertigini

Quattro studi clinici (2 RCT e 2 studi osservazionali) hanno confrontato il medicinale omeopatico ‘Vertigoheel’ con altri trattamenti esistenti per vertigini. Una meta-analisi di quattro studi ha rilevato che Vertigoheel non era inferiore a betahistine o dimenhydrinate, come misurato dal numero di episodi di vertigine per durata e intensità (5).

Studi osservazionali su pazienti per più condizioni

Le patologie croniche in medicina generale: Il caso dell’assicurazione sanitaria tedesca

Uno studio condotto in Germania su 493 pazienti trattati per diverse condizioni croniche ha osservato che l’omeopatia ha prodotto risultati clinici migliori rispetto alla medicina convenzionale e con gli stessi costi.

Una compagnia di assicurazione sanitaria tedesca ha commissionato uno studio per valutare l’utilità dell’omeopatia nel trattamento di condizioni croniche molto diffuse in medicina generale, al fine di determinare se fosse opportuno continuare a supportare il costo del trattamento omeopatico.

493 pazienti (315 adulti, 178 bambini) trattati dai medici di base, hanno ricevuto o la medicina convenzionale o l’omeopatia. Lo studio ha evidenziato il fatto che i pazienti nel gruppo di omeopatia hanno riportato un miglioramento maggiore rispetto al gruppo di medicina convenzionale (p = 0,002).

Le valutazioni dei medici hanno anche mostrato che i bambini che hanno ricevuto l’omeopatia avevano una migliore risposta clinica rispetto a quelli che hanno ricevuto la medicina convenzionale (p <0.001). Non vi era alcuna differenza significativa di costo tra i due gruppi.

Le condizioni trattate sono state: cefalea, mal di schiena, depressione, insonnia e sinusite negli adulti; dermatite atopica, rinite allergica e asma nei bambini. Questo studio è stato pubblicato nel 2005 e la compagnia di assicurazione (Innungskrankenkasse Amburgo) continua tutt’oggi a coprire il costo del trattamento omeopatico.

E’ auspicabile vedere questo studio ripetuto in altri paesi e su scala più ampia, per vedere se simili risultati risultano ripetibili.

Note bibliografiche
•1) Macías-Cortés ED et al. Individualized homeopathic treatment and fluoxetine for moderate to severe depression in peri- and postmenopausal women (HOMDEP-MENOP study): a randomized, double-dummy, double-blind, placebo-controlled trial. PLoS One, 2015 ;10(3):e0118440 | Full text
•2) Kirsch I, Deacon BJ, Huedo-Medina TB, Scoboria A, Moore TJ, et al. Initial Severity and Antidepressant Benefits: A Meta-Analysis of Data Submitted to the Food and Drug Administration. PLoS Med, 2008; 5(2): e45 | Full text
•3) Sinha, MN et al. Randomized controlled pilot study to compare Homeopathy and Conventional therapy in Acute Otitis Media. Homeopat. J. Fac. Homeopat., 2012; 101: 5–12 | PubMed
•4) Haidvogl M. et al. Homeopathic and conventional treatment for acute respiratory and ear complaints: A comparative study on outcome in the primary care setting. BMC Complement and Altern Med, 2007; 7:7 | Full text
•5) Schneider et al. Treatment of vertigo with a homeopathic complex remedy compared with usual treatments – a meta-analysis of clinical trials. Arzneim.-Forschung, 2005; 55(1): 23-29 | PubMed
•6) Witt C, Keil T, Selim D, et al. Outcome and costs of homeopathic and conventional treatment strategies: a comparative cohort study in patients with chronic disorders. Complement Ther Med, 2005;13: 79-86 | PubMed
Dr.Ascani
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Re: FAQ Domande frequenti Omeopatia

Messaggiodi Dr.Ascani il ven giu 24, 2016 8:48 am

“Dentro i farmaci omeopatici non c’è niente, sono solo pillole di zucchero”. Falso

Esperimenti di laboratorio hanno dimostrato che i farmaci omeopatici non sono “pillole di zucchero”

I critici dell’Omeopatia affermano che i farmaci omeopatici sono così altamente diluiti che all’interno non vi si trovi più nulla.

Questo deriva dal fatto che i liquidi utilizzati per fare alcuni farmaci omeopatici sono diluiti oltre la soglia nota come numero di Avogadro (10-23). Ciò significa che la preparazione omeopatica è così altamente diluita che non ci si aspetta più al suo interno molecole della sostanza originale.

Sono proprio queste ultra-alte diluizioni (‘ultra-high dilutions’) ad attirare polemiche, poiché esse chiaramente non possono avere lo stesso meccanismo di azione dei farmaci convenzionali, ovvero attraverso molecole che interagiscono direttamente con la biochimica del corpo.

I ricercatori di tutto il mondo stanno studiando il meccanismo d’azione di questi farmaci, che probabilmente basano il loro funzionamento più sulle leggi della fisica che su quelle della chimica. Anche se ci sono diverse teorie in fase di studio, a tutt’oggi ancora non si è fatta piena luce sul loro meccanismo di azione.

Quello che sappiamo è che molti studi di laboratorio hanno dimostrato effetti biologici di farmaci altamente diluiti che non sarebbero potuti accadere con la sola somministrazione di “acqua fresca” o “pillole zuccherate”.

Ad esempio:

Adding homeopathic histamine to basophils (white blood cells) can trigger them to release histamine (Aggiungere istamina omeopatica ai basofili (globuli bianchi) può innescare una produzione di istamina)


“Come spiegano i ricercatori che hanno portato avanti l’esperimento, “quando i basofili sono esposti ad anticorpi anti-IgE, rilasciano istamina dai loro granuli intracellulari e modificano le loro proprietà di colorazione. Questo fenomeno può essere dimostrato a diluizioni di anti-IgE che vanno da 10-2 a 10-12o; oltre tale intervallo, vi sono picchi successivi di degranulazione da 40 a 60% dei basofili, nonostante la calcolata assenza di molecole anti-IgE alle più alte diluizioni. “

28 articoli scientifici sono stati pubblicati su questo argomento, di cui 23 con risultati positivi. 11 pubblicazioni sono state giudicate di alta qualità, di cui 8 con risultati positivi. 1

Il primo studio ha riportato l’inibizione della degranulazione con diluizioni ultra-molecolari di anti-IgE (2), ma questi esperimenti iniziali si sono rivelati irriproducibili. (3)(4)

Tuttavia, studi successivi – usando un diverso metodo e utilizzando diluizioni ultra-molecolari di istamina – hanno mostrato risultati positivi. Questi risultati sono stati riprodotti in diversi laboratori indipendenti, (5)(6) così come in una serie di esprimenti multicentrici. (7)”

Homeopathic thyroxine, at the ultra-high dilution of 30x, slows down the rate at which tadpoles turn into frogs. (La Tiroxina diluita in forma omeopatica, (diluizione 30x), rallenta la velocità con cui i girini si trasformano in rane)

“Negli anfibi, l’ormone della tiroxina ne stimola la metamorfosi. In un periodo di tempo di quasi 20 anni, diversi team hanno testato diluizioni omeopatiche di tiroxina sulle rane, aggiungendola all’acqua dove erano a bagno i girini. Una meta-analisi indipendente di questi trials ha identificato 22 esperimenti – 15 effettuati dal team originale in Austria e 5 da ricercatori indipendenti 8.

Tutti e 22 gli esperimenti hanno trovato la stessa tendenza, vale a dire che: tiroxina 30x (diluita quindi oltre il limite di Avogadro utilizzando lo stesso processo di produzione omeopatica) inibisce la metamorfosi, anche se i risultati esatti variavano. Questo effetto è stato osservato da 7 ricercatori provenienti da Austria, Germania, Svizzera e Paesi Bassi.”

Questi risultati sono frutto di ‘cattiva scienza’? No


No, in quanto anche esperimenti effettuati con uno standard metodologico di grado elevato possono dimostrare gli effetti delle alte diluizioni. 1

Perché questi risultati non vengono accettati da alcuni scienziati?

Finora, nessun risultato positivo è stato abbastanza stabile da essere riprodotto ogni volta da tutti i ricercatori. Il 75% circa degli esperimenti in vitro su diluizioni ultra-elevate mostrano l’effetto della sostanza e quasi il 75% delle ripetizioni hanno avuto successo. 1

Come gli scienziati acquisiscono più esperienza sperimentando le ultra-high dilutions, comprendono anche quali sono i fattori che influenzano i risultati e, di conseguenza, riescono a migliorare il tasso di riproducibilità (9).

Gli esperimenti con i basofili e con le rane sopra descritti si sono dimostrati i più ripetibili finora e molti progressi sono stati compiuti anche su i più ripetibili esperimenti a base vegetale.

Tuttavia, finché un esperimento non è viene riprodotto con successo in ogni team ottenendo ogni volta lo stesso effetto, la controversia rimarrà aperta.

Come sono fatti i rimedi omeopatici: diluizione ma soprattutto succussione

I farmaci omeopatici sono prodotti da fonti vegetali, chimiche, minerali o animali. Il materiale originale viene diluito e poi agitato energicamente (succusso). Il numero di volte che questo si ripete determina la forza o la ‘potenza’ del rimedio. Per esempio un rimedio ‘6c’ sarà stato diluito 1 parte su 100 (e poi succusso) per un totale di sei volte.

Il solo diluire la sostanza più e più volte, naturalmente, lascia la sostanza diluita inattiva; è la succussione tra ogni fase di diluizione che sembra imprimere informazioni dalla sostanza originale all’acqua/alcool nella quale viene diluita.

Questa idea è supportata da esperimenti che dimostrano che diluizioni non succusse sono inattive, mentre invece diluizioni succusse possono innescare effetti biologici, suggerendo che questo aspetto del processo di produzione è essenziale per creare medicinali omeopatici (10).

Quello che i cambiamenti chimico-fisici causati dalla succussione provocano e come questo permetta all’acqua di acquisire informazioni sulle sostanze diluite in essa sono le grandi domande alle quali i ricercatori stanno cercando di rispondere.

Note bibliografiche
•1) Witt CM, Bluth M, Albrecht H, Weisshuhn TE, Baumgartner S, Willich SN. The in vitro evidence for an effect of high homeopathic potencies–a systematic review of the literature. Complement Ther Med., 2007; 15(2): 128-38 | PubMed
•2) Davenas E, Beauvais F, Amara J, et al. Human basophil de-granulation triggered by very dilute antiserum against IgE. Nature, 1988; 333: 816–818 | PubMed
•3) Ovelgönne JH, Bol AW, Hop WC, van Wijk R. Mechanical agitation of very dilute antiserum against IgE has no effect on basophil staining properties. Experientia, 1992; 48: 504–508 | PubMed
•4) Hirst SJ, Hayes NA, Burridge J, et al. Human basophil degranulation is not triggered by very dilute antiserum against human IgE. Nature,1993;366: 525–527 | PubMed
•5) Belon P, Cumps J, Ennis M, et al. Inhibition of human basophil degranulation by successive histamine dilutions: results of a European multi-centre trial. Inflammation Research, 1999; 48 (Suppl 1): S17–18 | PubMed
•6) Lorenz I, Schneider EM, Stolz P, et al. Sensitive flow cytometric method to test basophil activation influenced by homeopathic histamine dilution. Forschende Komplementärmedizin, 2003; 10: 316–324 | PubMed
•7) Belon P, Cumps J, Ennis M, et al. Histamine dilutions modulate basophil activation. Inflammation Research, 2004; 53: 181–188 | PubMed
•8) Harrer B. Replication of an experiment on extremely diluted thyroxine and
highland amphibians. Homeopathy, 2013;102(1):25-303 | PubMed
•9) Endler P, Thieves K, Reich C, Matthiessen P, Bonamin L, Scherr C, Baumgartner S. Repetitions of fundamental research models for homeopathically prepared dilutions beyond 10(-23): a bibliometric study. Homeopathy, 2010; 99(1): 25-36 | PubMed | HRI Synopsis
•10) Betti L, et al. Effectiveness of ultra high diluted arsenic is a function of succussion number as evidenced by wheat germination test and droplet evaporation method. Int J High Dilution Res, 2013; 12 (44): 127–128 | Full text
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Re: FAQ Domande frequenti Omeopatia

Messaggiodi Dr.Ascani il ven giu 24, 2016 8:52 am

“Non esiste nessuna evidenza scientifica sull’efficacia dell’Omeopatia?”: Falso

Una affermazione piuttosto frequente è che “Non esiste nessuna evidenza scientifica sull’efficacia dell’Omeopatia”

Falso. Questo è probabilmente il luogo comune più diffuso, si tratta di una affermazione completamente inesatta. La ricerca nel campo dell’omeopatia è solo giovane, di conseguenza non esiste ancora un numero enorme di studi, che è ben diverso dall’affermare che non esistono prove di efficacia sufficienti.

A tutto il 2014, sono 189 gli studi clinici controllati randomizzati. Essi sono stati eseguiti su un totale di 100 diverse condizioni patologiche e sono stati pubblicati su riviste scientifiche peer-reviewed (1) (http://facultyofhomeopathy.org/research/).

Di questi 189, 104 documenti erano placebo-controlled ed erano ammissibili per la “revisione dettagliata”:
•il 41% è risultato positivo (43 trials) – mostrando l’efficacia della cura omeopatia
•il 5% erano negativi (5 trials) – mostrando una inefficacia della cura
•il 54% si sono rivelati “inconclusive” (56 trials)

Immagine

diagramma a torta sulla evidenza scientifica dell’Omeopatia


Come si confrontano questi dati con la medicina convenzionale?

Per valutare questi dati, essi possono essere messi a confronto con quelli della medicina convenzionale. Un’analisi di 1016 revisioni sistematiche di RCT della medicina convenzionale giungeva a conclusioni sorprendentemente simili (2):
•il 44% era positivo – i trattamenti erano utili
•il 7% erano negativi – i trattamenti erano o potevano essere nocivi
•il 49% sono stati inconcludenti – le prove non hanno portato né benefici né danni.

Immagine

Sebbene le percentuali di risultati positivi, negativi e inconcludenti siano simili sia in omeopatia che nella medicina convenzionale, è importante riconoscere una grande differenza nella quantità di ricerche svolte; il primo grafico rappresenta 188 trials individuali su rimedi omeopatici, mentre il secondo grafico rappresenta 1016 reviews di medicina convenzionale.

Questo mette in evidenza l’assoluta importanza di effettuare ulteriori ricerche in campo omeopatico; in particolare è necessario effettuare studi di alta qualità da ripetere su più larga scala.

La differenza nella quantità è, inoltre, non sorprendente se si considerano le piccole quantità di fondi messi a disposizione per la ricerca legata alla ‘medicina complementare e alternativa’ (CAM).

Note bibliografiche

1) http://www.facultyofhomeopathy.org/research/

2) El Dib RP, Atallah AN, Andriolo RB. Mapping the Cochrane evidence for decision making in health care.
J Eval Clin Pract., 2007;13(4):689-92 | PubMed

3) Lewith GT. Funding for CAM. BMJ., 2007; 335(7627): 951. | PubMed

Fonte:
http://www.vandaomeopatici.it/it/domand ... omeopatia/
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