Buongiorno dottore,
avrei bisogno di essere in qualche modo rassicurata.
Mio figlio maggiore, 5 anni, da quando ha 1 anno soffre di asma allergica, curata al primo episodio con cortisone e poi dal nostro omeopata. Gli episodi, che prima erano di uno ogni due settimane nei periodi critici tipo primavera e autunno, si sono ridotti a tal punto che quest'anno il bambino aveva perso solo due giorni di scuola e quasi avevamo dimenticato l'asma.
Il fatto è che due settimane fa ha avuto un episodio più o meno forte e l'altro ieri la cosa si è ripetuta con un episodio fortissimo durante il quale anche io ho per così dire "vacillato" tentata dal broncodilatatore.
Ho tenuto duro solo perchè il dottore è stato in costante contatto telefonico con me anche di notte.
In realtà il Sambucus 6CH che di solito ben si presta ad attenuare e risolvere il problema stavolta non era di grande aiuto.
Per fortuna, adesso, a distanza di due giorni, con la tosse ormai scomparsa e grassa, e la cura passata ad Antimonium Tartaricum 6CH, il bambino è quasi completamente guarito, ed è questa la forza dell'omeopatia, cioè dopo due giorni essere già così a posto...
Volevo chiederle però, quando il bambino è in preda alla crisi respiratoria, che pericoli può correre e quando è il limite per passare al broncodilatatore (so già che come il mio medico mi dirà MAI) ma vorrei sapere il perchè...
Grazie Enrica