casi clinici

Forum dedicato all'Omeopatia con possbilità di ricevere consulti medici sulla Medicina Omeopatica. Risponde il Dott. Tancredi Ascani, medico omeopata unicista.

casi clinici

Messaggiodi bibina il mer giu 24, 2009 1:08 pm

Gentile dottore, il suo forum è molto entusiasmante...
Leggendo una delle risposte precedenti dove lei parlava dello streptococco, vorrei raccontare la mia esperienza.
Cinque anni fa, dopo il primo parto, ho cominciato a soffrire di tonsilliti croniche curate con penicillina (all'epoca non ero più andata dall'omeopata :roll: ).
Dopo innumerevoli punture, il mio stato fisico era pessimo, le tonsilliti non diminuivano, le analisi erano completamente sballate e il medico mi aveva proposto di togliere le tonsille. Sono tornata dall'omeopata e dopo una cura con diversi rimedi (uno alla volta, a seconda dei sintomi del momento), ho cominciato a stare meglio; la cronicità delle tonsilliti si è interrotta e le analisi hanno cominciato a presentare valori più accettabili. Il mio medico curante (per intenderci, quello della mutua) non riusciva a spiegarsi il perchè dalle analisi c'era ancora lo streptococco a tampone mentre le analisi del sangue stavano migliorando; con le cure tradizionali avviene il contrario: con la penicillina apparentemente a tampone non si vede lo streptococco. Io non avevo detto al medico che mi curavo con l'omeopatia. Piano piano poi le analisi del sangue sono tornate a posto e nell'ultimo tampone è sparito anche lo streptococco... Dicono che non c'è letteratura, ma nel nostro piccolo, non sono casi clinici questi? Tanto più che il medico della mutua mi aveva detto che ormai l'unica soluzione era togliere le tonsille :evil: .
Grazie e buon lavoro.
bibina
 
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Re: casi clinici

Messaggiodi Dr.Ascani il mer giu 24, 2009 1:36 pm

La ringrazio per la sua testimonianza che si riallaccia a quanto scritto su un altro thread:
viewtopic.php?f=2&t=172

Gli esami diagnostici in omeopatia assumono un'importanza secondaria, sono i sintomi e le sensazioni del paziente che contano maggiormente. Quando una malattia inizia nessun esame diagnostico è in grado di identificarla, solo il paziente può, riferendo al suo medico il disagio che sta provando.
Il grande limite della medicina convenzionale è che ha sempre bisogno di trovare una causa materiale e osservabile per fare una diagnosi e per impostare una terapia. Ciò che "sente" la persona viene messo all'ultimo posto. Come precedentemente detto però, quando si arriva all'alterazione dei dati (di laboratorio o altro), la malattia è spesso già ad un livello avanzato.
L'omeopatia, valorizzando al massimo la persona, è in grado di intervenire già durante il primo movens del processo patologico, bloccandolo e riportando l'ordine prima che sia troppo tardi.

Cordiali saluti
Dott. Tancredi Ascani
Iscritto all’Ordine dei Medici Chirurghi di Perugia che praticano Medicine Non Convenzionali per la disciplina Medicina Omeopatica
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