Un 18enne su due in Italia è obeso e sovrappeso

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Un 18enne su due in Italia è obeso e sovrappeso

Messaggiodi Dr.Ascani il sab apr 03, 2010 6:59 pm

In Italia sono 4 milioni i diabetici, 4 milioni gli obesi e 3,2 milioni i diabesi. E tra gli italiani con più di 18 anni uno su due è sovrappeso o obeso. Questi i numeri con i quali si è aperto, questa mattina all'Università degli Studi di Milano, il 9° Convegno Nazionale Diabete-Obesità.

Durante il dibattito è stato presentato lo studio di Antonio Pontiroli, ordinario di Medicina Interna dell'Università degli Studi di Milano, che verrà pubblicato oggi sulla rivista internazionale 'Nutrition, Metabolism and Cardiovascular Diseases':

"Nella metanalisi che abbiamo condotto, prendendo in esame 8 studi clinici che hanno coinvolto oltre 15.000 persone con diabete, abbiamo dimostrato che la mortalità cardiovascolare non si modifica se si interviene solo sul fattore glicemia. L'intervento deve essere complessivo, su tutti i fattori di rischio contemporaneamente. In questo modo si ottiene una riduzione del rischio di mortalità cardiovascolare di almeno il 40%".

Controllando solo la glicemia si riducono del 40% le complicanze, ma non la mortalità. Mentre monitorando almeno due fattori di rischio (glicemia e pressione arteriosa ad esempio) anche la mortalità si riduce del 40%.

Insomma, non basta curare la glicemia, bisogna prendersi cura della persona con diabete nella sua complessità e impostare la cura sulle caratteristiche di ciascun individuo. L'analisi, dal titolo 'Più di un obiettivo per prevenire la mortalità cardiovascolare nel diabete di tipo 2?' e basata su oltre 30 anni di studi sul diabete, oltre che da Pontiroli, è stato condotto da Alberto Morabito, dipartimento di Medicina, Chirurgia e Odontoiatria, Ospedale San Paolo.

Paolo Cavallo Perin, presidente della Società italiana di Diabetologia, ha spiegato come "molti studi scientifici recenti hanno dimostrato come intervenire rigorosamente per riportare i valori della glicemia alla normalità e mantenerli costantemente sotto controllo, sin dall'esordio della malattia, sia di estrema importanza per ridurre le complicanze cardiovascolari negli anni successivi".

Fonte:
http://news.paginemediche.it/it/230/ult ... aspx?c1=50
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