La letteratura omeopatica appare come una cava sterminata di minerali e pietre preziose: brulica di cercatori d'oro alla ricerca di qualche inedita pepita sfuggita alle scorribande di vecchi cercatori. Un avanzo prezioso ci pare l'articolo di C. de Paula Coelho della facoltà di Scienze della Salute di San Paolo del Brasile. Il lavoro dei ricercatori brasiliani si propone di verificare gli effetti terapeutici di Dolichos pruriens nel prurito indotto dal calore nei ratti, utilizzando due modelli osservazionali di comportamento. Dolichos pruriens è una leguminosa rampicante la cui azione patogenetica principale è costituita dallo sviluppo di un intenso prurito senza lesioni elementari visibili. Il prurito peggiora di notte, con il calore e stando sdraiati; sovente è associato un quadro di ipersensibilità generale e di agitazione motoria. In questo studio sono stati studiati 46 ratti Wistar, alloggiati in un ambiente a temperatura sufficientemente elevata (25±3°C) da indurre prurito. Gli animali sono stati suddivisi in due gruppi, trattati poi con potenze crescenti di Dolichos pruriens (6CH, 9CH, 12CH e 30 CH, ciascuna somministrata giornalmente) oppure con il solo solvente (etanolo 30% in acqua) e poi sottoposti alla osservazione clinica al termine di ogni periodo di dieci giorni. Essa consisteva di sessioni aperte di osservazione per misurare la deambulazione, la tendenza ad alzarsi sui posteriori, la defecazione ed il grattamento. Inoltre alle 6:30 e alle 11 del mattino gli animali venivano osservati per verificare la presenza di perdite di pelo o lesioni da grattamento. I risultati dello studio hanno mostrato che il gruppo di animali di controllo, trattati con il solvente, hanno mostrato un significativo incremento del comportamento reattivo al prurito, rispetto agli animali trattati con Dolichos pruriens i quali mostravano anche un ritardo nella comparsa del prurito. Lo studio sembra dunque dimostrare che Dolichos pruriens somministrato a dosi scalari è in grado di proteggere gli animali dal prurito intenso peggiorato con il calore, come in questa sperimentazione.
Fonte:
Homeopathy, 2006, 95, (3), 136
articolo di Massimo Saruggia