di Dr.Ascani il dom lug 31, 2011 12:15 pm
"Non esiste attività che, dai secoli più remoti, sia da tutti riconosciuta come arte congetturiale (ars conjecturialis) quanto la terapeutica.Nessuna attività può dunque sottrarsi meno di questa a un esame critico del proprio valore essenziale, poichè su di essa riposa il bene più prezioso della nostra vita terrena, la salute.
Mi sento onorato di essere stato il solo in questi tempi moderni ad avere intrapreso una revisione critica ma leale di quest'arte di cui ho esposto pubblicamente le conclusioni in opuscoli e articoli, talora anonimi e talora firmati. Nel corso di queste ricerche, ho scoperto il cammino della verità, cammino che avevo il presentimento di dover seguire da solo e tenendomi a grande distanza dalla grande strada battuta dalla comunità medica tradizionale. E più procedevo di verità in verità, più comprendevo quanto le leggi individuate - nessuna delle quali ho riconosciuto o accettato senza essere stato preventivamente convinto dall'esperienza - differivano da quelle della vecchia scuola, queste ultime essendo costituite esclusivamente da opinioni fondate su probabilità dalle basi assai precarie e fragili.
Il risultato di queste ricerche è contenuto in quest'opera.
Il futuro dirà se i medici coscienziosi e di buona fede, che danno prova di responsabilità di fronte ai propri simili, possono continuare a rimanere fedeli a un tessuto di congetture e di idee arbitrarie tanto sterile, o se sono capaci di aprire gli occhi davanti alla verità e di accoglierla con il saluto.
E' opportuno innanzitutto insistere sull'indolenza, la trascuratezza e la testardaggine, tre gravi difetti che escludono ogni possibilità di servire l'altare della Verità.
Solo l'uomo senza pregiudizi, armato di zelo intrepido, può esprimere questa vocazione, la più sacra fra tutte, ed esercitare la vera arte del guarire. Il maestro di tale arte, aiutando le creature dell'Onnipotente a conservare la salute e la vita, sconfina quasi nel divino, avvicinandosi pertanto al Creatore supremo la cui benedizione, una volta compiuto il suo dovere, rende il suo cuore tre volte più felice."
Samuel Hahnemann, 1810 (introduzione all'Organon)