Un trial clinico con un nosode dell'Epatite Cdi Tiziana Di GiampietroCon l'obiettivo di introdurre il nuovo nosode dell'epatite C nella farmacopea omeopatica, Rajesh Shah e altri ricercatori, hanno condotto uno studio in doppio cieco, randomizzato e controllato con placebo, preparato con un metodo riproducibile e standardizzabile, per ricavarne dati sperimentali. Il farmaco usato nel trial nasce dalla collaborazione e approvazione di un team di virologi immunologi, biotecnologi, omeopati, farmacologi ed epatologi.
Nello studio, che ha avuto l'approvazione del Comitato Etico, sono stati arruolati 22 volontari, addestrati a redigere un diario delle modalità dei sintomi emersi dopo l'assunzione, una volta alla settimana per 4 settimane, di una preparazione del medicinale. Di questi, 15 hanno ricevuto
Hepatite 30CH (nosode di Epatite C, genotipo I e III), 7 hanno ricevuto il placebo. Dai dati analizzati è emerso che Hepatite 30CH ha evocato sintomi quali e quantitativamente definiti, significativamente più importanti di quelli indotti dal placebo e corrispondenti a quelli provocati dalla malattia, dunque utili per elaborare la patogenesi del medicinale. In conclusione lo studio ha dimostrato una più alta incidenza di effetti patogenetici nei volontari trattati in verum (9) rispetto a quelli con placebo (4,28), elemento che sostiene la tesi di Walach et al. 2009, secondo i quali i medicinali omeopatici producono effetti diversi dal placebo. Questi risultati dovrebbero essere convalidati, anche in considerazione dell'utilità che il nosode dell'Epatite C potrebbe avere nel trattamento di malattie immunologicamente mediate come l'epatite cronica (infettiva, alcolica, non infettiva), il cancro epatico e le patologie correlate.
Homeopathy, 2013, 102, (3), 207
http://www.siomi.it/apps/pubblicazioni.php?id=1286Fonte:
Omeopatia33, 13 febbraio 2014 - Anno 9, Numero 3