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Efficacia

Un gran numero di lavori scientifici, pubblicati anche da riviste scientifiche non legate all’omeopatia (quali il Lancet, il British Medical Journal, il British Journal of Clinical Pharmacology, l’European Journal of Clinical Pharmacology ecc.), hanno dimostrato l’efficacia terapeutica dell’omeopatia. Le prove a favore dell’omeopatia sono fondate sia sui dati della letteratura classica (studi clinici osservazionali) sia su un numero sempre crescente di dati della letteratura scientifica moderna (trials controllati e randomizzati). I dati fino ad oggi disponibili indicano con chiarezza che:

  • l’omeopatia è efficace in numerose condizione cliniche

  • l’effetto dell’omeopatia è superiore a quello del placebo

Questi dati sono stati inoltre confermati dall’esperienza clinica di migliaia di medici e dal livello di soddisfazione di milioni di pazienti, in ogni parte del mondo.

Riportiamo qui di seguito le conclusioni di alcuni studi, scelti fra centinaia effettuati, che danno un’idea dello stato della ricerca omeopatica e dell’efficacia dell’omeopatia in molteplici situazioni cliniche.

E’ dimostrato: l'omeopatia classica è efficace nelle malattie croniche e dimezza il consumo dei farmaci

Pubblicato da un’equipe di epidemiologi dell’Università di Berlino, per la prima volta sono stati studiati gli effetti a lungo termine dell’omeopatia nella pratica clinica corrente. Lo studio è stato compiuto da 103 medici omeopati diplomati in omeopatia classica [1].

Lo studio ha coinvolto 3981 pazienti (di cui 1139 bambini) affetti nella quasi totalità da malattie croniche (le più comuni erano rinite allergica negli uomini, cefalea nelle donne, dermatite atopica nei bambini). Dopo 24 mesi è stato effettuato il controllo del risultato della terapia omeopatica, utilizzando un sistema che permetteva di controllare non solo l’evoluzione della malattia principale ma anche della totalità dei sintomi (e quindi lo stato di salute complessivo). Questi i risultati:

adulti: la gravità della malattia è diminuita di oltre il 50% (da 6.2 a 3.0)

bambini: la gravità della malattia è diminuita di oltre il 70% (da 6.1 a 2.2)

Contemporaneamente si è osservato un miglioramento dello stato di salute generale sia negli adulti che nei bambini. Lo stato di salute è stato valutato con un questionario validato internazionalmente (SF-36).

Inoltre, il consumo di mecinali convenzionali passò dal 45% all’inizio dello studio al 26.8% dopo 24 mesi.

Lo studio è molto importante in quanto:

     
  1. dimostra su di un ampio gruppo di pazienti, seguiti per lungo tempo, che la medicina omeopatica è altamente efficace, cioè modifica in modo sostanziale il decorso della malattia del paziente (diminuzione di gravità della malattia dal 50 al 70%);
  2. conferma che l’efficacia sulla singola malattia si ha in quanto il medicinale omeopatico, a differenza di quello convenzionale, ha un’azione d’insieme su tutto l'organismo (cura la malattia e l’individuo, infatti lo stato di salute complessivo migliora);
  3. dimostra che questi risultati sono stati ottenuti con l’omeopatia classica: questa metodica quindi, non solo ha solide basi scientifiche (è basata su dati sperimentali, le sperimentazioni sull’uomo sano), ma dà anche importanti risultati clinici;
  4. sottolinea l’importanza della competenza dei medici omeopati per ottenere risultati così favorevoli: dopo un training in omeopatia, i medici dovevano avere almeno 3 anni di pratica clinica per partecipare allo studio;
  5. dimostra che in un periodo di tempo medio (2 anni) il consumo di farmaci convenzionali diminuisce quasi del 50%. Lo studio non è stato progettato per valutare il risparmio economico prodotto dalla medicina omeopatica classica ma è evidente che l'omeopatia, usata su larga scala, produce un enorme risparmio come costo, in farmaci convenzionali.

Inoltre l’omeopatia classica costa molto poco perchè usa un solo medicinale omeopatico, composto da una sola sostanza. Questi medicinali, detti Unitari, costano in media 4-8 euro e si utilizzano a lungo.

Nota:

[1] omeopatia classica: metodologia omeopatica in cui si utilizza un solo medicinale omeopatico per volta basandosi, per la prescrizione, sulla totalità dei sintomi del paziente (e non su un sintomo o due, come si fa normalmente nella medicina convenzionale).

Fonte: “Andrea Valeri, resp. dipartimento di ricerca scientifica, Soc. Italiana di Medicina Omeopatica”

Claudia Witt1, Rainer Lüdtke2, Roland Baur1, Stefan N Willich1. Pratica medica omeopatica: I risultati a lungo termine di uno studio di coorte su 3981 pazienti. BMC Public Health. 2005 Nov 3;5:115

1Istituto di Medicina Social]e, Epidemiologia, Economia della Salute; Centro Medico dell’Università di Charité, D-10098 Berlino, Germania 2Fondazione Karl e Veronica Carstens, Deimelsberg 36, D-45276 Essen,Germania

 

Le Meta-analisi

Le conclusioni delle 6 meta-analisi (tecnica clinico-statistica che permette di assemblare, in un unico risultato cumulativo, i risultati di più studi clinici su di un medesimo trattamento) effettuate negli ultimi 15 anni sono tutte positive e mettono in evidenza l’efficacia dei medicinali omeopatici.

Kleijnen J, Knipschild P, ter Riet G. Clinical trials of homoeopathy. BMJ 1991; 302: 316–23

Boissel JP, Cucherat M, Haugh M, Gauthier E. Critical literature review on the effectiveness of homoeopathy: overview of data from homoeopathic medicine trials. Brussels, Belgium: Homoeopathic Medicine Research Group. Report to the European Commission. 1996: 195–210

Linde K, Melchart D. Randomized controlled trials of individualized homeopathy: a state-of-the-art review. J Alter Complement Med 1998;4: 371–88

Cucherat M, Haugh MC, Gooch M, Boissel JP. Evidence of clinical efficacy of homeopathy: a meta-analysis of clinical trials. Eur J Clin Pharmacol 2000; 56: 27–33

Shang A, Huwiler-Müntener K, Nartey L, et al. Are the clinical effects ofhomoeopathy placebo effects? Comparative study of placebo-controlledtrials of homoeopathy and allopathy. Lancet 2005; 366: 726–32

Linde K, Clausius N, Ramirez G, et al. Are the clinical effects of homoeopathy placebo effects? A meta-analysis of placebo-controlled trials. Lancet 1997; 350: 834–43

 

Omeopatia efficace quanto l'antibiotico

L'obiettivo di questo studio multicentrico e internazionale, è stato quello di valutare l'efficacia dell'omeopatia nel trattamento di fatti acuti inerenti l'orecchio e le prime vie respiratorie. Progettato come ricerca non randomizzata di coorte consecutiva, ha coinvolto dieci centri in Gran Bretagna, otto negli USA e in Austria, altri otto in Germania, sette nei Paesi Bassi, sei in Spagna e Russia, quattro in Ucraina; lo scopo era quello di verificare la risposta al trattamento omeopatico, versus terapia convenzionale, erogata a pazienti con caratteristiche omogenee. Sono stati arruolati, a tal fine, sia soggetti adulti che bambini, con disturbi acuti insorti da meno di 7 giorni e riguardanti naso, faringe ed orecchie. Complessivamente si sono valutati 1577 pazienti di cui 857 hanno ricevuto trattamenti omeopatici (H) e 720 convenzionali (C). In entrambi i gruppi la più parte dei pazienti ha avuto un miglioramento notevole o una guarigione in due settimane (H: 86,9%; C: 86,0%, p = 0,0003). Una ulteriore sottoanalisi ha invece mostrato differenze significative tra bambini (H: 88,5%; C: 84,5%) e adulti (H: 85,6%; C: 86,6%), con odds ratio (OR) del criterio principale che è stato 1,40 (0.89-2,22) nei bambini e 0,92 (0,63-1,34) negli adulti, a riprova di una migliore risposta al trattamento omeopatico in giovane età. Si è anche potuto documentare una risposta più rapida del trattamento omeopatico di quello condotto con antibiotici e FANS, sia nei bambini (p = 0,0488) che negli adulti (p = 0,0001). Infine le reazioni avverse, più frequenti negli adulti trattati in modo convenzionale (C: 7,6%; H: 3,1%, p = 0,0032), mentre nei bambini la comparsa di reazioni avverse al farmaco non è risultata significativamente diversa (H: 2,0 %; C: 2,4%, p = 0,7838).

La conclusione della ricerca è che, innegabilmente, il trattamento omeopatico delle affezioni respiratorie acute e dell'orecchio non è inferiore, per efficacia, al trattamento convenzionale, risulta meno costoso, più rapido e con minor numero di reazioni avverse nell'adulto.

BMC Compl Alt Med, 2007, 7, (7), 1472

 

Fibromialgia

Uno studio eseguito negli USA nel 2002/2003 presso 62 pazienti dimostra che un trattamento omeopatico personalizzato è efficace nel trattamento della fibromialgia, specie per quanto riguarda la ponderazione del dolore. In sede di studio, il trattamento omeopatico personalizzato è stato raffrontato ad un placebo che si presenta in modo del tutto identico (test a doppia incognita). I pazienti che hanno assunto il trattamento omeopatico hanno presentato miglioramenti notevolmente superiori del dolore nei punti sensibili e quindi una tendenza minore alla depressione rispetto ai pazienti trattati con placebo. Gli autori ritengono che questo studio, “che ha utilizzato un’ampia scelta di farmaci, ha dimostrato che l’omeopatia personalizzata è notevolmente migliore del placebo per i pazienti affetti da fibromialgia”.

I.R. Bell et al., Amélioration de l’état clinique chez des patients souffrant d’une fibromyalgie par des médicaments homéopathiques personnalisés contrôlés contre placebo., Rheumathology, Janvier 2004

 

Allergie

In uno studio condotto sulla rinite allergica è diminuita l’intensità dei sintomi e il fabbisogno di antistaminici è minore nei pazienti del gruppo trattato con una diluizione di pollini rispetto al gruppo trattato con placebo. Uno studio ulteriore ha confermato questi risultati e precisato che i pazienti trattati con medicinali omeopatici presentano un maggiore flusso d’aria inspiratorio e un migliore quadro generale. In uno studio su soggetti affetti da un grave tipo di asma, coloro che sono stati curati con medicinali omeopatici hanno presentato sintomi decisamente meno intensi.

Reilly D.T., Taylor M.A., Potent placebo or potency ? A proposed study model with initial findings using homeopathically prepared pollens in hayfever, British Homeopathic Journal, 1985

Reilly D.T., Taylor M.A., Mc Sharry C., Aitchison T.C., Is homeopathy a placebo response ? Controlled trial of homeopathic potency, with Pollen in hayfever as model, The Lancet, 1986

Matusiewicz R., The homeopathic treatment of corticosteroid-dependent asthma. A double-blind,placebo-controlled study, Biomed. Ther., 1997

 

Influenza

Vari studi condotti su persone che presentavano i segni di un'influenza incipiente hanno dimostrato l’efficacia dell’Oscillococcinum contro l'influenza rispetto al placebo. La febbre è più bassa, i sintomi sono alleviati, il numero di malati guariti è maggiore e la guarigione è più rapida.

Ferley J.P., Zmirou D., D’Adhemar D., Balducci F., A controlled evaluation of a homeopathic preparation in the treatment of influenza-like syndromes, British Journal of Clinical Pharmacology, 1989

Papp R., Schuback G., Beck E., Burkard G., Bengel J., Lehrl S., Belon P., Oscillococcinum(R) in patients with influenza-like syndromes: a placebo-controlled double-blind evaluation, British Homeopathic Journal, 1998

 

Dolore da lattogenesi

L’inibizione del dolore da lattogenesi nelle donne che non desiderano allattare viene solitamente realizzata con un farmaco allopatico, la bromocriptina, i cui effetti collaterali sono sproporzionati rispetto al disagio provvisorio che si desidera trattare. Un test clinico ha dimostrato che il dolore, la tensione mammaria e le perdite spontanee di latte sono diminuite con un trattamento omeopatico. Questo studio è stato ripetuto da una seconda équipe con analoghi risultati.

Berrebi A., Parant O., Ferval F., Thene M., Ayoubi J.M., Connan L., Belon P., Traitement de la douleur de la montée laiteuse non souhaitée par homéopathie dans le post-partum immédiat, J. Gynecol. Obstet. Biol. Reprod. (Paris), 2001

 

Prevenzione della radiodermite acuta (infiammazione dolorosa della pelle)

Uno studio, condotto in Francia per 2 anni (dal luglio 1999 al giugno 2001) presso 254 pazienti, dimostra che la pomata alla Calendula è efficace nella prevenzione della radiodermite acuta (infiammazione dolorosa della pelle) conseguente ad una radioterapia per tumore al seno. Questo lavoro è stato pubblicato da una rivista scientifica internazionale, Journal of Clinical Oncology. In sede di studio, la Pomata alla Calendula per digestione è stata raffrontata alla trolamina, trattamento spesso utilizzato in questa indicazione.

Presso i pazienti trattati con la Pomata alla Calendula per digestione, è stato riscontrato:

  • un’occorrenza ridotta delle dermiti acute (41% per la calendula, 63% per la trolamina),

  • la diminuzione dei dolori e una migliore osservanza del trattamento mediante radioterapia.

Gli autori dello studio ritengono che “la calendula sia molto efficace per la prevenzione delle radiodermiti di grado 2 o superiore e deve essere proposta ai pazienti secondo una radioterapia postoperatoria per tumore al seno”.

P.Pommier et al., Essai randomisée de phase III de Calendula officinalis comparé à la trolamine pour la prévention de la dermatite aiguë au cours d’une radiothérapie pour cancer du sein, Journal of Clinical Oncology, Avril 2004

 

Trattamento dell’intossicazione da anidride arsenica (contaminazione da arsenico)

La contaminazione da arsenico delle acque sotterranee causa l’intossicazione di milioni di persone nel mondo. Uno studio condotto in India ha dimostrato che il farmaco omeopatico Arsenicum album 30 CH può attenuare il grado d’intossicazione da arsenico nell’uomo. Un secondo studio amplifica i risultati dello studio precedente dimostrando che Arsenicum album in alte diluizioni tratta efficacemente pazienti naturalmente intossicati da anidride arsenica.

Khuda-Bukhsh A.R. and al., Can homeopathic arsenic remedy combat arsenic poisoning in humans exposed to groundwater arsenic contamination , eCAM , october 2005

Khuda-Bukhsh A.R. and al., Can homeopathic arsenic remedy combat arsenic poisoning in humans exposed to groundwater arsenic contamination , eCAM , october 2005

 

Diarrea acuta

Tre studi realizzati in Nicaragua e poi in Nepal, su bambini affetti da diarrea acuta hanno evidenziato una diminuzione della durata e dell'intensità della diarrea, dopo somministrazione di idonei medicinali omeopatici.

Jacobs J., Jimenez L.M., Gloyd S., Carares F.E., Gaitan M.P., Crothers D., Homeopathic treatment of acute childhood diarrhea, British Homeopathic Journal, 1993

Jacobs J., Jimenez M., Malthouse S., Chapman E., Crothers D., Masuk M., Jonas W., Homeopathic treatment of acute childhood diarrhea : results from a clinical trial in Nepal., J. Altern. Complement. Med., 2000

 

Iperattività infantile

Alcuni bambini affetti dal Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività, sono stati curati con farmaci omeopatici in occasione di uno studio condotto in Svizzera. Gli autori dello studio (test clinico incrociato, randomizzato, in doppio cieco, contro placebo) ne hanno concluso che i risultati « dimostrato l’efficacia dell’omeopatia nel trattamento del Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività » con notevole divario rispetto al gruppo placebo.

Frei H. and al, Homeopathic treatment of children with attention deficit hyperactivity disorder : a randomised, double link, placebo controlled crossover trial, European journal of pediatrics, 2005

 

Secrezioni tracheali in pazienti intubati

Sono stati confrontati (tramite un trial clinico randomizzato in doppio cieco contro placebo) gli effetti del rimedio omeopatico Kalium bichromicum 30 CH su un gruppo di 50 pazienti intubati in respirazione continua positiva. In questo tipo di pazienti le dense e tenaci secrezioni tracheali possono ritardare l’estubazione e rendere lo svezzamento dal respiratore più difficoltoso. I risultati dello studio hanno mostrato che nel gruppo trattato, rispetto al gruppo di controllo, la quota di secrezioni era significativamente inferiore, l’estubazione poteva essere consentita in un tempo significativamente più breve e la durata della degenza nel reparto di terapia intensiva risultava decisamente più corta. Le conclusioni degli autori sono che diluizioni di Kalium bichromicum possono essere di grande aiuto nel ridurre la quantità delle secrezioni tracheali di pazienti intubati e nel contenerne le giornate di degenza nei reparti di terapia intensiva.

Michael F., Christoph D., Manfred L., et al. Influence of Potassium dichromate on tracheal secretions in critically ill patients. Chest 2005;127:3,936-41